Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 27 giugno 2012

Arrivano i bersaglieri, ecco chi erano nel 1800 e dintorni.



Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto (o alle Fosse Ardeatine) e in moltissime altre località. Ma lo fecero tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni anti-terrorismo, come i marines in Iraq. Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell’invasione, da Sud, per redimere l’Italia dal fascismo. Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma, E che praticarono la tortura come i marines a Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile. Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex-garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di “Tamerlano, Gengis Khan e Attila”. Un altro preferì tacere “rivelazioni di cui l’Europa potrebbe inorridire”. E Garibaldi parlò di “cose da cloaca”.
Questo è l'inizio di "Terroni" il libro pù letto del 2011, scritto da Pino Aprile ed edito dalla Piemme.

I crimini dei piemontesi sono senza soluzione di continuità. Il Sud fu messo a ferro e fuoco nel 1860 e dintorni, sia dai garibaldini che da parte di reparti dell'esercito piemontese, primi fra tutti i l corpo dei Bersaglieri.Le stragi cominciarono a Genova nel 1849, quando i bersaglieri di Alfonso La Marmora misero  a sacco la città massacrando oltre 700 genovesi che inneggiavano alla repubblica. Soldati che nelle pianure padane, contro il nemico austriaco, avevano tentennato per poi scappare, di fronte ai cittadini inermi si dimostrarono indefessi e inarrestabili: armi in pugno squadre di Bersaglieri depredarono casa per casa la città, non risparmiando neanche alcuni edifici religiosi, passando per le armi chi provava a resistere; le cronache parlano di stupri e vessazioni, rastrellamenti e umiliazioni.
Vittorio Emanuele, il futuro primo re d’Italia, si congratula personalmente con il generale, attraverso una lettera scritta in francese, dove si rallegra per la “vittoria”, definendo gli insorti “vile e infetta razza di canaglie”.
Il Sacco di Genova venne col tempo cancellato dalla grande storia del Risorgimento, ma la ferita rimase sanguinolenta per anni, portando cicatrici che ancora oggi possiamo osservare; i Bersaglieri dovettero attendere la fine del secondo conflitto mondiale per poter rimettere piede in città, e solo nel 1994 questi vennero festeggiati in un loro raduno nazionale; in giro per la città, poi, si possono ancora trovare frammenti e palle di cannone incastonate nei muri delle case. Nel 1860, il ligure Garibaldi,invase la sicilia su ordine di Cavour e fece stragi a Bronte, Nicosia, Biancavilla, Leonforte, Racalmuto, Niscemi, Trecastagni, San Filippo D’Agira, Castiglione Noto, Regalpetra.Il solo Nino Bixio diede luogo a settecento fucilazioni.
Questi personaggi, tutti massoni e servi di una monarchia tra le più infami del mondo, sono additati da una storiografia massonica: Eroi. I piemontesi si macchiarono di crimini orrendi nel Sud. Moltissimi paesi vengono mjessi a ferro e fuoco, distrutti, massacrati: Gioa del Colle, Gaeta, Vieste, Montecillone, Isernia, Auletta, Pietralcina, Paduli, Nola, Scurcola, il Teramano, Casamari, Montefalcione, Pagese, San Martino, San Marco in Lamis, Cotronei, Guardiaregia, Vico, Rignano, Palma, Barile, Campochiaro, Pontelandolfo, Casalduni, Campolattaro, ed altri Paesi. Da 41 a 81 secondo i vari documenti. La ricerca storica è solo agli inizi, ma non vi fu paese o villaggio del Sud non toccato dalle armi delle colonne mobili dei bersaglieri.

Nel 1996 venne pubblicato dalla GranMelò " I Savoia e il massacro del Sud", un libro che raccontò la raccapricciante strage di Pontelandolfo e Casalduni che vennero bruciate. I morti furono oltre mille. I criminali non erano nazisti o fascisti, ma i bersaglieri del colonnello Negri, su ordine di Cialdini. I bersaglieri ebbero libertà di stupro e di saccheggio, violentarono e uccisero sull’altare le donne che si erano rifugiate in chiesa; diedero fuoco ai due paesi, con la gente nelle case. I bersaglieri assalirono il paese con scariche di fucili, abbattimento di porte e finestre: uccisero bambini, giovani, vecchi, donne e fanciulle, molte di esse dapprima stuprate. Molti soldati si impossessarono di danaro, oro e altri oggetti di valore. Profanarono anche la Chiesa Madre rubando i doni votivi e finanche la corona d’oro della Madonna. Poi il paese dopo la mattanza fu dato alle fiamme, facendo abbrustolire i morti e quanti, ancora feriti o infermi, nelle proprie case imploravano vanamente e cristianamente aiuto!”.

Il governo sabaudo poi concesse la prima medaglia d’oro alla bandiera dei bersaglieri, per questa azione a Pontelandolfo…..Pier Eleonoro Negri, l’alto ufficiale che comandava la spedizione punitiva, era considerato nella città iberica (Vicenza) “un eroe” e non un uomo che a Pontelandolfo “si comportò da macellaio della peggior risma”.
 Ancora oggi il macellaio che guidò la mattanza, il nobile vicentino Pier Eleonoro Negri, viene onorato ogni anno con la deposizione, da parte del sindaco, di una corona d’alloro, dinanzi alla lapide che lo ricorda. «Posso io assumermi la responsabilità di cancellare la prima medaglia d’ oro dei bersaglieri?», ha detto il sindaco a Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, che hanno dedicato tre pagine alla vicenda, sul Corriere della Sera. Ma a far venire i brividi è la frase riportata subito dopo dai due colleghi del Corsera: “Quanto all’ associazione del corpo «piumato», il presidente vicentino Antonio Miotello ha detto ad Antonio Trentin, del Giornale di Vicenza, che non se ne parla neanche: «Era in zona di guerra. Eseguì degli ordini»”.Pino Aprile, autore di "Terroni" risponde pacatamente:Capito? Era in zona di guerra, eseguì gli ordini. A parte il fatto che quella zona era divenuta di guerra, perché l’esercito di cui faceva parte Negri la invase, la mise a ferro e fuoco e la depredò, senza nemmeno averla dichiarata la guerra; ma se la guerra (d’invasione) giustifica le rappresaglie, gli stupri, il saccheggio, le fucilazioni di massa, allora chiediamo scusa ai macellai nazisti Reder, Kappler, Heichmann.
Abbiamo processato (“abbiamo”, intendendo il mondo che si ritiene civile) a Norimberga quelli che credevano di poter giustificare il massacro di propri simili dicendo di aver “soltanto eseguito ordini”. Vale solo per gli altri? Anche Saddam Hussein è stato processato e giustiziato, per aver eseguito rappresaglie contro città di suoi connazionali. Vale solo in Iraq? I massacri continuarono in Sicilia nel 1862. A castellammare del Golfo i bersaglieri del Genrale Quintini fucilarono decine di persone, repubblicani e borbonici, tra le quali anche una ragazzina di otto anni: Angelina Romano. Nel 1866,  i piemontesi misero a ferro e fuoco Palermo. I morti ammontarono a settemila.La città bombardata da terra e dal mare, i cittadini si rivoltarono contro lo stato centralista sabaudo, contro la monarchia. Gridavano "libertà, a morte i Savoia", furono tutti massacrati.
Nel 1893 a Giardinello in provincia di Palermo le guardie comunali spararono sui contadini, i morti furono una decina e ferendone moltissimi; altri morti a Lercara Friddi ( Palermo),a Gibellina (Trapani), a Santa Caterina Villermosa, ( Caltanissetta) e in molte altre località. Il 3 gennaio del 1894 Crispi proclamò lo stato d'assedio ( Crispi era socialista e garibaldino) in tutta la Sicilia e il generale francesco Morra ristabilì l'ordine con tanti morti sulle strade e sulle piazze di tanti paesi; inoltre furono da lui arrestati e defeniti ai tribunali militari circa duemila cittadini. Pasquale Scimeca, in un bel documentario ha rappresentato ciò rappresenta ciò che è successo a Caltavuturo il 22 gennaio del 1893...quando i bersaglieri monarchici, che niente hanno a che fare con quelli della nostra repubblica, sterminarono i contadini che reclamavano terra e libertà.. Speriamo che il presidente della repubblica ricordi quei martiri, morti per dare a tutti noi una repubblica equa, per dare ai loro figli un pezzo di pane nero e per dare a tutti noi la libertà. Il Nord non fu immune da stragi: la repressione contadina per la tassa sul macinato è emblematica, forse ammontarono ad oltre duecento i morti, moltissimi gli incarcerati.
Nel 1898 Milano fu bombardata da Bava Beccaris, i morti ammontarono a circa trecento. Il generale fu decorato da Umberto I°, poi assassinato da Gaetano Bresci a Monza. In questi giorni a Gaeta è stato presentato un libro su Enrico Cosenz, pubblicato a spese della provincia di Latina, con soldi nostri. Cosenz era nato a Gaeta, ufficiale della Nunziatella, traditore della patria duosiciliana, prestato a Garibaldi dai piemontesi per lo sbarco in Sicilia. E' considerato un eroe. A Latina i bersaglieri si accingono a far festa, forse orgogliosi delle gesta dei loro antenati. Noi siamo per una repubblica nata sulle ceneri del fascismo e di Casa Savoia e non apprezziamo chi inneggia ai nazisti del 1800. E' solo retorica risorgimentale, quella che ha portato l'Italia alla fame in 83 anni di regno sabaudo, quella che ha fatto emigrare  30 milioni milioni di meridionali, quella che matò un milione di contadini chiamandoli Briganti. Basta! Viviamo in una repubblica. In Francia hanno abolito tutto ciò che fu monarchico, hanno usato la ghigliottina. In Israele non hanno strade intitolate a Hitler o a Kapler. Negli USA hanno strade intitolate al generale Lee e agli eroi della confederazione del Sud, e quelli del Nord. Nell'Italia repubblicana ricordano ancora assassini e criminali di guerra fatti passare per eroi da una storiografia di parte monarchica. Dura a morire.
Al governo abbiamo un massone, eletto da nessuno. Il prossimo anno ci saranno le elezioni.
Che repubblica abbiamo?
Antonio Ciano

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