Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 26 aprile 2023

UNA LETTERA NON ANCORA ANTIFASCISTA

 




La lettera di Giorgia Meloni per il 25 Aprile appare tanto “politicamente corretta” quanto un po' sbiadita e, nella velleità di accontentare tutti, rischia di non accontentare nessuno, tanto che si è pure fatta scavalcare dall' “immortale” Berlusconi che ha dichiarato senza mezzi termini: “Resistenza straordinaria alla base della Costituzione”, facendo così terra bruciata dei meloniani che avevano improvvidamente detto che pure i fascisti avevano scritto la Costituzione..forse ipotizziamo del regno di Bengodi.

Cominciamo col dire, non se ne offenda il Capo dello Stato, che celebrare il 25 Aprile all'altare di una Patria dominato dalla figura di un monarca, i cui successori fecero sparare alla folla affamata e spalancarono le porte al fascismo, la cui Costituzione era lo Statuto Albertino, anche con tutto il rispetto per il Milite Ignoto e per tutte le vittime che sacrificarono la vita per una Patria che le mandò al macello, non è proprio il massimo della coerenza con il valori costituzionali.

Poteva andar bene per il centenario della fine della Grande Guerra, potrebbe per il 4 novembre, come data che sancisce la compiutezza del nostro Risorgimento e la festa della Patria finalmente unita anche se pare che nel suo centenario le autorità italiane abbiano quasi voluto nascondere questa ricorrenza allora celebrata molto in sordina.

Luogo ben più adatto sarebbe stato quello in cui gli italiani e i romani celebrano il 25 Aprile ogni anno e cioè Porta S. Paolo, dove si accese la miccia della Resistenza Italiana, e in mezzo alla gente che lì si riunisce ogni anno. Ma la Meloni forse ha ancora timore del “popolo della Resistenza”..

In ogni caso, la sua lettera prende sì le distanze si spera definitive dal fascismo, evocando la svolta di Fiuggi di 30 anni fa, più che altro dovuta ad un personaggio come Fini che, dopo avere definito il fascismo come “male assoluto” non si vide più nella compagine politica della destra, ma con i soliti distinguo tipici di certa parte, della serie...dopo continuò la guerra civile, dopo ci furono le foibe...dopo ci fu l'uso del fascismo come “arma di esclusione di massa”.. Ma quale massa ci verrebbe da chiederci, se i nostalgici del regime sono sempre stati una minoranza in Italia, e lo è, dati alla mano, rispetto alla maggioranza dei cittadini elettori astenuti, anche quella percentuale di votanti pur rilevante che ha consentito a questo governo di governare?

Naturalmente tutto questo tralasciando il fatto fondamentale che fu proprio il varo di quella Costituzione nata dalla Resistenza a porre una pietra tombale sugli strascichi della guerra civile.

Ma la Meloni ha ripreso il solito motivo della libertà in senso parziale e strumentale, preferendo riferirsi al Berlusconi del 2009 anziché a quello di oggi che già abbiamo citato, e facendo anche riferimento alla risoluzione del Parlamento Europeo che equipara di fatto nell'ambito del totalitarismo, il fascismo con il comunismo, commettendo, in nome del consenso dei Paesi dell'Est, un grossolano errore storico.

Non c'è bisogno di essere comunisti né luminari in storia, per essere consapevoli del contributo dell'Armata Rossa alla fine della seconda guerra mondiale e alla liberazione dal nazifascismo, ma tornando a casa nostra, sarà bene ripetere alcune cose essenziali:

  1. La Costituzione Italiana è fondata sulla democrazia, sulla libertà e sulla giustizia sociale, valori che il fascismo aveva calpestato. Non c' è nulla di fascista nella nostra Costituzione che, per questo, è antifascista. Essa è l'erede diretta della Costituzione mazziniana e garibaldina della Repubblica Romana del 1849 e sotto certi aspetti (vedasi articolo 49), anche della Carta del Carnaro. A cui si sono aggiunti i valori del socialismo del XX secolo e della dottrina sociale cattolica.
    2) Nessun fascista contribuì a scriverla, ma molti comunisti che avevano combattuto e vari perso la vita per liberare il nostro paese, insieme ad altri di diverso orientamento, ne resero possibile la redazione contribuendo attivamente alla sua promulgazione.
    3) Se essa condanna ogni forma di autoritarismo, essa è antifascista ma non è anticomunista, tanto che non consente la formazione di un nuovo partito fascista ma consente l'esistenza di partiti dichiaratamente comunisti, purché essi accettino il confronto e il pluralismo democratico ed elettorale. Pertanto ogni equiparazione di antifascismo ad anticomunismo è impropria storicamente e civilmente in base ai valori costituzionali.

I comunisti italiani hanno pagato, nonostante taluni si ostinino a ritenere combattessero solo per realizzare uno Stato stalinista, il prezzo di sangue più elevato durante la Lotta di Liberazione, è comprensibile anche se non giustificabile, quindi, che siano stati portati dall'odio e dal risentimento anche a feroci e disumane ritorsioni, ma, e sarà il caso di ricordarlo bene, pur avendo armi e uomini, non protrassero la guerra civile come in Grecia, ma collaborarono attivamente a creare la nostra Costituzione accettando in tutto e per tutto le regole della democrazia, cosa che i neofascisti con le stragi perpetrate fino ai primi anni '80 del secolo scorso, si guardarono bene dal fare, mai una formazione comunista anche settariamente deviata sparse bombe nel mucchio lacerando indiscriminatamente carni innocenti, nel corso della nostra storia democratica.

Questo per ribadire che equiparare fascismo e comunismo in Italia non solo è un falso storico ma corrisponde ad un rinnegamento dei valori costituzionali e democratici, e poi anche perché legittimarsi dando tutte le colpe ad un soggetto politicamente “morto” almeno in Italia, data l'irrilevanza dei vari gruppuscoli comunisti rimasti nel nostro paese nella compagine extraparlamentare, non ci pare una operazione particolarmente eclatante anche dal punto di vista meramente politico.

Ma lo scopo strumentale è evidentemente un altro, e cioè dichiarare che i “comunisti cattivi” ci sono ancora e hanno barbaramente attaccato un paese libero e democratico come l'Ucraina che per questo va riempita di armi.

Ora, a prescindere dal fatto che Putin, il quale riesuma l'URSS solo "pro domo sua autocratica”, tutto è fuorché comunista, persino il partito comunista russo, prima che fosse costretto dalla ferrea putiniana sentenza di censura e condanna per tutti coloro che non lo seguono nella sua sciagurata avventura bellica, aveva preso le distanze dall'attacco all'Ucraina, ribadendo che la Russia si doveva limitare a difendere solo le popolazioni orientali di lingua e cultura russa fortemente discriminare dagli ucraini dal 2014.

Questo va riconosciuto e detto, ripeto senza fare propaganda comunista, anche perché l'errore più grosso dei comunisti, così come dei socialisti “rancorosi”, è stato ed è sotto molti aspetti, restare da una parte legati al marxismo-leninismo, e dall'altra al craxismo, anche dopo il crollo del muro di Berlino che divideva non solo l'Europa, ma anche i socialisti dai comunisti. Ebbene, dopo quel crollo, sarà opportuno ribadirlo a chiare lettere, la divisione tra socialisti e comunisti non ha più senso. Perché una sinistra moderna e concretamente alternativa alla destra che ancora stenta a riconoscersi nell'antifascismo, non può che essere accomunata tutta non solo da quel valore e dalla tutela dei diritti umani, ma soprattutto nella libertà e nella giustizia sociale e oggi anche ambientale, praticando questi principi nella società civile e nelle lotte sociali purtroppo spente in nome dei vincoli di bilancio europei, di quella stessa Europa che pratica queste equiparazioni e millantature storiche e sociali, ed è incapace di essere protagonista in un vero processo di pace.

In ultimo vogliamo soffermarci sull'ambiguità di un termine usato dalla Meloni, la quale parla di “una certa «concezione proprietaria» della lotta di Liberazione uno dei fattori che le impedivano di diventare patrimonio condiviso da tutti gli italiani.”

E francamente non capiamo di quale proprietà si tratti, anche perché la lotta di Liberazione dette origine nella Costituzione anche all'articolo 42 in cui si specifica che persino la proprietà privata ha uno scopo “sociale”, cito: “..La proprieta' privata e' riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.

La Lotta di Liberazione è di conseguenza “proprietà socialmente utile” di tutti i cittadini italiani, basta solo dichiararsi senza se e senza ma “antifascisti”, perché anche senza arrivare a definire il fascismo come fece molto coraggiosamente Fini: “male assoluto”, in quanto i mali purtroppo nella storia tendono non solo a ripetersi, ma spesso anche a peggiorare, per riconoscersi tutti nell'antifascismo basta solo ricordare quando il Presidente più amato dagli italiani: Sandro Pertini, disse di rispettare, pur da non credente, la fede di ciascuno anche a costo della propria vita, ma alla domanda: “Rispetta anche la fede politica dei fascisti?” Rispose seccamente: “No, questa la combatto con altro animo, il fascismo per me non può essere considerato una fede politica, sembra assurdo quello che dico ma è così, infatti il fascismo a mio avviso è l'antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche, non si può parlare di fede politica parlando del fascismo perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui, chi non era fascista era oppresso e quindi non si può parlare di fede politica che opprime le fedi altrui, io combatto ma sul terreno democratico..”

In poche parole il fascismo nasce come negazione della libertà e come assassinio di coloro che la difendevano con i loro scritti, con la loro testimonianza ed in Parlamento, dunque se si vuole essere davvero liberi non si può non essere antifascisti

L'anno prossimo si celebrerà il centenario della morte di Giacomo Matteotti, vedremo se Giorgia Meloni sarà presente a ribadire finalmente il “suo” antifascismo assieme a quello di tutti gli italiani liberi e democratici.

Carlo Felici

sabato 22 aprile 2023

IL TEMPO DELLA VITA






I venti di guerra non solo non accennano a diminuire ma vengono alimentati anche in luoghi a noi meno famigliari, lontano dal nostro continente.

Bisogna dire che l'Italia non fa assolutamente nulla per spegnerli, ma si allinea ed esegue, con questo governo molto più che con i precedenti, tanto che il famigerato sovranismo, ormai, per le decisioni prese in campo militare e per l'inerzia sostanziale ad arginare i fenomeni migratori, fa spaparanzare dalle risate.

Se poi aggiungiamo a questo le sparate sulla “sostituzione etnica” le minchiate su Via Rasella e sul fatto che la Costituzione non è contro il fascismo, abbiamo davvero l'apoteosi della cretineria politica, mai vista prima di ora, potremmo dire dall'unità d'Italia

Che questo governo, nonostante i consensi elettorali, sia espressione di una minoranza del popolo italiano, forse prima delle elezioni incazzata contro le perduranti tecnocrazie, è palese, se non altro per lo straripante astensionismo che ha accompagnato in fretta e furia l'ultima consultazione elettorale, che questo governo sia l'espressione di una politica di “galleggiamento” non affatto dissimile da quelli che lo hanno preceduto, è lapalissiano osservando i suoi provvedimenti. Che l'Europa picchi meno, ma solo per ora, su di noi sulla questione della sostenibilità del debito e di come spendiamo i soldi del recovery, è un fatto che dipende soprattutto dal nostro inossidabile allineamento su posizioni filoatlantiste, filoucraine e adesso pare pure anticinesi.

Ma..potremmo dire..fino a quando? E soprattutto un governo di cosiddetti patrioti che dipende in tutto e per tutto da quanto si allinea alle posizioni americane, fino a che punto potrà conservare i consensi di cui ora si vanta?

Indubbiamente l'opposizione politica è tale che non poche ambiguità l'accompagnano, soprattutto non c'è una linea politica definita da parte della segreteria del PD sulla stabilizzazione del lavoro, sulla guerra in corso, sull'invio di armi e su quale iniziativa tanto sbandierata poi l'Europa dovrebbe intraprendere per porre fine al conflitto

E' del tutto evidente che le grandi potenze mondiali hanno intrapreso un confronto muscolare per stabilire se l'egemonia soprattutto del dollaro dovrà perdurare oppure dovrà aprirsi una nuova stagione multipolare in cui soprattutto la Cina sarà destinata a svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiare mondiale

L'obiettivo USA si delinea con sempre maggiore chiarezza: depotenziare l'euro come moneta internazionale, rendere l'Europa molto più dipendente energeticamente e militarmente dagli USA, allontanare sempre di più la Russia dall'Europa, e accentuare il confronto con la Cina che, soprattutto in Sud America negli ultimi anni ha intrapreso accordi commerciali con vari paesi sostenendo la loro valuta e contrastando così le mire egemoniche USA in quel continente che gli stessi Stati Uniti consideravano, fino a qualche decennio fa, il cortiletto di casa

In questo panorama che vede solo la Francia dare un timido segnale di vitalità e di indipendenza, specialmente sulla questione di Taiwan, la posizione geostrategica dell'Italia assume un ruolo cruciale, non solo per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, ma anche come snodo Sud-Nord per l'approvvigionamento di materie prime e per i flussi migratori

Del tutto risaputo ed evidente che nel nostro paese ci sono basi militari NATO con armamenti atomici, i quali sono controllati strettamente anche per la manutenzione, solo da militari USA, in questo frangente così critico, non si vede un barlume di iniziativa italiana per esprimere una politica autonoma realmente a sostegno degli interessi nazionali, che magari comporterebbe un ruolo di mediazione con la Cina per accorciare la via verso la pace, un ruolo da protagonista nel Mediterraneo, un impegno attivo anche per la pace in Medio Oriente, una azione più decisa per avere rapporti più fruttuosi e risolvere le crisi nel continente africano, e infine soprattutto una voce determinante per rivedere accordi come quello di Dublino che giustamente sono stati definiti “preistorici”. Da questo punto di vista, i fantasmi dei grandi politici che abbiamo avuto in passato, ci stanno bastonando giorno e notte anche se non li sentiamo e anche se, come Mattei, Moro e persino Craxi sono stati condannati ad una misera fine.

La Wilma al potere però è prevalentemente indaffarata a passare “la clava” a zio Sam, tanto che la nostra migliore portaerei si appresta a lasciare le acque per altro non molto tranquille del Mediterraneo, solcate da tempo da navi e sommergibili russi, per andare nientepopodimeno che a spaventare la Cina di fronte a Taiwan, come se fossimo di fronte più o meno ad una replica della guerra dei Boxer che poi altro non erano che patrioti in lotta contro il colonialismo dei narcotrafficanti di oppio in Cina. Ebbene, anche allora noi, partecipammo a quella prima “operazione di polizia internazionale” con la prosopopea di difendere i valori cristiani, mentre in Cina si pretendeva di equiparare i vescovi ai governatori generali, tanto che lo storico britannico Peter Fleming ha scritto: «L'effetto di questo provvedimento sull'opinione pubblica cinese può essere valutato approssimativamente immaginando quale sarebbe stata la reazione britannica se nel XIX secolo fosse stato annunciato nel bollettino di Corte che gli stregoni più anziani dovevano essere considerati pari ai governatori nell'ordine delle precedenze.»

E' del tutto evidente che questo allineamento supino in politica internazionale, assieme alle uscite periodiche di varie cariche istituzionali che riecheggiano certa retorica del ventennio che fu, non lasceranno indifferenti tutti coloro che si sono astenuti dal votare alle scorse elezioni.

IL Movimento Cinque Stelle che ha perso le elezioni, ma che ha continuato a mostrare una certa vitalità, su tali questioni appare sicuramente meno ambiguo del PD, anche se in sede amministrativa locale continua ad essere penalizzato per incapacità organizzativa ed inesperienza, e nonostante i sondaggisti contigui al PD diano questo partito in crescita dopo l'elezione della nuova segretaria, la vera incognita delle elezioni future sarà non tanto l'avvicinamento del PD a FdI, ma piuttosto quando il M5S saprà risalire la china ed essere competitivo verso il PD. E' del tutto evidente che la Schlein è stata eletta proprio per contrastare questa rimonta, per fare concorrenza, sul piano movimentista al M5S, più che per essere una seria antagonista della Meloni, che gode pure dell'ospitalità di un sindacato come la CGIL che ha messo in cantina e chiuso a chiave il conflitto sociale, sale di ogni democrazia socialmente avanzata e non narcotizzata dai poteri di turno

Abbiamo già detto che il M5S con Conte appare sicuramente meno ambiguo su varie questioni: l'invio di armi, il sostegno alle lotte dei lavoratori anche sul campo, la tutela dei valori costituzionali, e soprattutto una politica favorevole al multilateralismo.

Il governo Conte cadde per una questione geostrategica molto importante che consisteva nella sua apertura alla “Via della Seta” che prevedeva accordi commerciali con la Cina che, nel tempo, sarebbero stati reciprocamente molto vantaggiosi, sia per le nostre esportazioni sia per il sostegno alla nostra moneta e al nostro debito. Ma evidentemente questo lo ha capito e interpretato meglio Macron di Draghi e della Meloni che non hanno mostrato un minimo di interesse per incrementare tale prospettiva

Ora l'invio della nostra portaerei Cavour al largo delle coste di Taiwan, quindi, non ha tanto lo scopo di difendere quell'isola che i cinesi, tra l'altro, non credo vogliano seriamente attaccare, quanto piuttosto dimostrare che la loro forza militare e tecnologica è vertiginosamente cresciuta rispetto al passato, e quindi è degna del massimo rispetto. Essa ha piuttosto lo scopo di seppellire definitivamente quegli accordi che il governo Conte aveva stabilito con la Cina per avvicinarla agli interessi del nostro Paese, ed evidentemente anche affinché l'Italia avesse un ruolo commerciale ulteriore in un grande Paese la cui economia continua ad avere ritmi di crescita che restano unici al mondo

Si spara e si sbandierano navi e cannoni, ma l'attenzione resta sempre al portafoglio, agli interessi economici e oggi in gioco seriamente ci sta il ruolo del dollaro come moneta egemone negli scambi commerciali soprattutto di materie prime

Il quadro geostrategico però oggi è tale che mentre Europa e USA rappresentano una minoranza dell'umanità sempre più ripiegata e chiusa in se stessa, con velleità di dominio globale, dall'altra parte, dal Sudamerica all'Africa fino all'Asia, ci sono popoli sempre più largamente numerosi ed insofferenti verso le politiche neocoloniali occidentali

In questo quadro si dovrebbero prendere in considerazione solo politiche di reciproco vantaggio, non esasperando guerre, conflitti e speculazioni commerciali, ma considerando piuttosto quello che è più necessario ad un mondo sovrappopolato con risorse alimentari ed energetiche in diminuzione, altrimenti si fa la fine dei topini in gabbia che si mordono tra loro, con l'unico risultato di rimetterci tutti

L'apocalisse nucleare purtroppo è sempre incombente, ma anche a volerlo prendere in considerazione, facendo i debiti scongiuri o affidandosi alla misericordia dell'Altissimo, il futuro, dopo un confronto nucleare generalizzato, non sarebbe certo quello dei popoli meno numerosi con spazi più ristretti, ma piuttosto quello di stati continentali con maggiore margine di sopravvivenza

In questo, è del tutto evidente, che l'Europa, con la sua civiltà millenaria, sarebbe il continente maggiormente penalizzato e destinato a sparire dalla storia, e con tutta la “sua storia”

E' urgente pertanto che si svegli prima di subito per difendere se stessa prima che la pace nel mondo, che sia pertanto la Francia a suonare la prima fanfara e a cantare di nuovo “Marchons! Soyons libres jusqu'au dernier soupir”, non va inteso come un moto di arroganza ma come un segnale da ascoltare con la massima attenzione, lo stesso che hanno lanciato i lavoratori francesi in lotta per il “tempo della vita” più che per quello della pensione

E il tempo è adesso, per unire tutti i popoli d'Europa per la pace, il lavoro, l'ambiente e soprattutto per il “tempo della vita”, non sia più quindi “carpe diem” il motto che sveglia le coscienze ma “carpe vitam” prima che ci venga scippata strombazzando “Andar pel vasto mar!”

Carlo Felici