Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

lunedì 27 febbraio 2023

QUO VADIS ELLY?

 




Le primarie del PD sono state appena vinte da Ely Schlein una giovane donna di 38 anni, con cittadinanza anche USA, nata in Svizzera, di origini ebraiche e dichiaratamente bisessuale, una novità, in quanto donna, per le segreterie del PD

Si accettano già scommesse su quanto durerà, dato che i segretari del PD non sono giunti mai a scadenza del loro mandato, tutti infatti si sono dimessi prima.

Viene dal sostegno a Sanders in America che si dichiara apertamente socialista, in un mondo in cui il socialismo risulta più nauseabondo dei cavoli a merenda.

I temi che porta avanti sono la inscindibilità tra diritti sociali e civili, l'innovazione ecologica e un pacifismo non disgiunto dal rispetto del diritto internazionale. Su quest'ultimo piano infatti la Schlein ha una posizione molto condivisibile tanto sull'Europa che Ucraina, perché ella mette in risalto la estrema debolezza della UE in campo diplomatico per la risoluzione delle controversie internazionali, la necessità sacrosanta della difesa del popolo ucraino, ma anche il fatto che l'incremento della spesa militare non accompagnato da un accresciuto sforzo diplomatico non porterà a risultati risolutivi.

Su quanto possa essere socialista lei che non mi pare abbia mai dichiarato di esserlo, possiamo però dubitare alquanto, in particolare perché la sua candidatura appare più che altro tanto “liberal” quanto piuttosto socialmente vaga.

O almeno essendo stata a lungo vice di Bocassini, non pare si discosti molto dalle sue posizioni di “leghista” del PD

Spesso parla di diritti sociali, ma poco si è vista in quelle aree dove il conflitto sociale è emergente o più duro: le periferie, le fabbriche, i luoghi del precariato e della marginalizzazione, del disagio migratorio

Ed è dato di dubitare che ella metta in atto un programma politico come quello che fece suo il candidato che lei ha sostenuto negli USA, cioè Sanders, e che il PD finora non ha preso mai lontanamente in considerazione.

Ricordiamolo tanto per chiarire

Ripristino della legge Glass-Steagall, che prevede la netta separazione fra le banche d’affari e le banche commerciali. Controllare la Federal Reserve (Nel nostro caso la BCE) e renderla un’istituzione più democratica in modo che diventi rispondente ai bisogni degli americani comuni, non solo dei miliardari di Wall Street (Nel nostro caso dei potentati economici e finanziari europei)”.

    Limitare la speculazione finanziaria a breve termine con un’imposta sulle transazioni finanziarie”.

    E sul piano internazionale

    Porre fine al sostegno degli Stati Uniti all’intervento a guida saudita nello Yemen, che ha creato la peggiore catastrofe umanitaria al mondo”.

    Aderire di nuovo all’accordo sul nucleare iraniano e parlare con l’Iran su una serie di altre questioni”.Porre fine in modo responsabile” agli interventi militari in corso e riportare a casa le nostre truppe”.

    E' su precise questioni come queste che va messa alla prova la nuova segretaria del PD, su quanto cioè le parole corrispondano ai fatti e su quanto un vero programma socialmente alternativo alla destra al governo possa essere proposto per aggregare le forze di opposizione, in vista di una vera alternativa che non sia solo: nuove tasse e patrimoniale per tutti, perché tanto la colpa è sempre di chi ci ha preceduto.

  • Sarebbe già tanto se la Schlein potesse riproporre e attualizzare le stesse domande che Sanders ha posto all'elettorato americano e cioè: Perché, nel Paese più ricco della storia del mondo, abbiamo questo enorme livello di disuguaglianza di reddito e patrimonio? Perché milioni di noi sono costretti a fare due o tre lavori perché guadagnano stipendi da fame? Perché, in un’epoca di profitti da record, il salario minimo federale resta alla ridicola cifra di 7,25 dollari l’ora? Perché continuiamo ad avere politiche di scambio che beneficiano i ricchi e le grandi aziende a scapito dei lavoratori? E aggiungiamo: perché non si propone un serio piano di pace per l'Ucraina che possa prevedere un accordo con la Russia anziché la sua sola sconfitta militare?

  • Il successo di ciascuno di noi è dato da quanto ognuno possa essere coerente con se stesso affermando con sempre maggiore determinazione ed efficacia ciò di cui è convinto e che è condivisibile. Questa è la vera fisionomia e il vero profilo politico di un autentico leader, potremmo dire anche il suo vero "fiuto", il suo “naso”, più di quanto appaia ebraico, etrusco o “gender”.

  • Carlo Felici

giovedì 23 febbraio 2023

LETTERE E DITTATURE




 Avendo lavorato a lungo nella scuola, non posso fare a meno di commentare i fatti di Firenze che in sintesi, si presentano così: in seguito alla contestazione, da parte di alcuni ragazzi di un liceo, di un volantinaggio non autorizzato, si è scatenato un pestaggio da parte di un gruppo di destra, con metodi fascistoidi.

A quel punto, la Preside decide di scrivere una lettera che presento in foto, lettera dai toni pacati che vuole ricordare che soprattutto la violenza che trova "indifferenti" coloro che vi assistono, ha favorito la nascita del fascismo e con esso, varie forme di totalitarismo. Soprattutto è da sottolineare il seguente passaggio: “Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza” E se si fosse fermata lì, avremmo potuto applaudirla con una standing ovation.
Poi però conclude con: “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa, ma non è andata così”
E qui ci chiediamo se onorare gli avi che difesero le frontiere, non solo contro l'oppressione straniera, nel Risorgimento e in altre epoche, persino l'inno di Garibaldi suona con "Va fuori straniero! Va fuori ch'è l'ora!" Ma anche chi onora il sangue sparso per liberare l'Italia dall'invasione nazifascista sia per caso da condannare. E per caso sbagliano oggi gli ucraini a difendere i loro confini? E in contrapposizione a quali diversi, dovremmo farlo? Magari opponendoci a quelli che diversamente dai cittadini onesti, lucrano sull'immigrazione clandestina? E con quali muri eretti sul mare?
Insomma la Preside è partita bene, ma si è persa per strada, con una conclusione che evidentemente lascia spazio a interpretazioni strumentali.
Tutto questo può sì suonare come un campanello di allarme, per scongiurare il ritorno di un'epoca in cui tanti giovani vennero inghiottiti nel gorgo della violenza da un potere inossidabile nel suo "divide et impera", ma rischia altresì di soffiare sul fuoco di una cenere e di una brace non del tutto spenta.
Soprattutto se a rinfocolare gli animi arriva un solerte Ministro che stigmatizza, in spregio alla libertà di insegnamento e di opinione, la lettera della Preside, minacciando addirittura provvedimenti di non so quale sorta.
Possiamo immaginare le conseguenze di tutto ciò...altri studenti che scendono in piazza per manifestare contro il Ministro, altri che si contrappongono loro, altri scontri, altre risse.
Il voler ribadire che, ad un secolo di distanza, il fantasma di Mussolini aleggia ancora sulla nostra Patria a che ci serve?
Spiace deludere tutti, l'unico fantasma che aleggia sul nostro Paese, è quello della ignoranza, della cafoneria, della spavalda ostentazione di sé stessi, nella violenza delle immagini prima ancora che in quella delle azioni, del cattivo gusto, dell'avere sempre ragione, per cui sparare o accoltellare un insegnante ormai rischia di diventare una triste routine. A prescindere dalle sue idee. Almeno durante il fascismo lo si faceva solo con gli oppositori del regime, gli altri che si conformavano erano rispettatissimi e ben remunerati, ma ora, a prescindere dalle idee del docente, anche un semplice docente oppositore del genitore, rischia quanto meno il ricovero ospedaliero.
Allora..il solerte Ministro e forse anche ogni buon Dirigente Scolastico invece di catechizzare la scuola o il proprio istituto, magari ergendosi a tribuni, o minacciando ritorsioni, dovrebbero semplicemente limitarsi a tutelare il lavoro dei docenti, impegnati in prima linea a difendere quello straccio di libertà e democrazia che ci è rimasto, quel rudere di decenza morale che ancora sporge dalle macerie della devastazione della scuola operata negli ultimi decenni
Bisogna solo restituire credibilità e rispetto a chi lavora e si sacrifica nella scuola, senza che essa continui ad essere una palestra di scontri ideologici che da più di mezzo secolo hanno prodotto solo devastazione culturale, spirituale e morale. E non parlo solo di stipendi, che per altro contano, ma di sacrosanto ruolo sociale.
Infine una democrazia che dopo un secolo dalla affermazione del fascismo e dopo ben ottanta anni dalla sua nascita deve ancora lottare contro il fantasma delle camicie nere, ci chiediamo...cosa ha fatto in tutto questo tempo? Cosa di credibile a livello culturale, educativo sociale, economico, politico, per evitare che qualcuno anche lontanamente ancora possa riferirsi a quella realtà che almeno storicamente appare piuttosto remota?
Crediamo fermamente nell'antifascismo così come nell'anti totalitarismo verso qualsiasi sorta di regime, di ogni colore e di ogni ideologia, o forma, persino religiosa o economica.
Ma crediamo altresì che la cultura e il suo insegnamento debbano portare dei frutti, per costruire un futuro migliore e condiviso
Se dei giovani si scontrano ancora con le stesse modalità e motivazioni di 50 anni fa, vuol dire che culturalmente in questo sgangherato paese, in tutto questo tempo non è stato prodotto nulla di veramente concreto e consolidato.
Per cui effettivamente una democrazia efficiente e produttiva dovrebbe rimuovere i ministri, presidi e persino docenti che falliscono in questo compito.
A meno che non la si voglia sostituire non tanto con un novello Duce con camicia multicolore, o persino arcobaleno, ma con una ferrea tecnocrazia, in cui non è "l'eletto" che guida, per la sua cultura d'elezione, ma "l'elettronica", il registro buro-mediatico a cui nulla sfugge, il panopticum occhiuto che entra anche nel tuo buco della serratura..per non dire altro..mediante i social.
Solo che questa dittatura che "tutto sa e tutto può" non nasce dai bordi di un marciapiede, ma nella solitudine, davanti ad uno schermo che non ci abbandona mai.

Carlo Felici. 

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QUALE CIVILTA' DI "GENERE"?




L'Omosessualità è sempre esistita nella storia umana, esiste persino nel mondo animale, per cui, in base ciò dovrebbe essere considerata "normale", oppure semplicemente un modo come un altro di vivere la propria sessualità.
Nel mondo antico in Grecia era addirittura associata alla philìa quasi che fosse una forma di amore di coppia da prediligere, persino in senso educativo. Non era così presso gli etruschi che per altro non discriminavano socialmente l'omosessualità e per i romani che vi si adattarono solo assimilando la cultura greca. In tutte le altre culture antiche, persino in quella celtica, era in uso parallelamente ai rapporti bisessuali ed eterosessuali senza particolari problemi.
Con lo Stoicismo e soprattutto con il Cristianesimo e con tutte le religioni monoteiste, l'omosessualità è diventata un peccato contro natura, una sorta di abominio L'Ebraismo si esprime infatti così con Levitico 18:22: "con un uomo non giacerai come si giace con una donna: è un abominio!"
Nel Nuovo Testamento troviamo: "Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. (Romani 1,24-28.32)"
E nell'Islam il Corano riferendosi alla vicenda di Lot, ci illustra vari passaggi contro l'omosessualità e, tra questi, il seguente: "«E rammenta Lot allorché disse al suo popolo: "Voi davvero commettete nefandezze che non commise mai creatura alcuna prima di voi! V'accostate voi dunque agli uomini e vi date al brigantaggio e nelle vostre riunioni commettete azioni turpi?". E l'unica risposta del suo popolo fu: "Portaci dunque il castigo di Dio se sei davvero sincero!".» (Corano 29:28-29).
Possiamo dunque dire che essa non è solo una predisposizione della natura del singolo essere umano, ma anche una scelta di cultura e civiltà, e allo stesso tempo che le tre grandi civiltà del Libro la escludono dal loro orizzonte di valori. Un ebreo, un musulmano e un cristiano non possono dunque essere omosessuali, e se lo sono, almeno non devono palesarlo.
Ora, di fronte alla domanda a La Russa: "Cosa faresti se tuo figlio fosse omosessuale?" E alla risposta: "Mi dispiacerebbe, più o meno come se fosse milanista (e La Russa è interista), ma soprattutto di fronte alle reazioni stizzite delle varie associazioni gay che hanno replicato: "Una squadra si sceglie, l'omosessualità no", ci viene da piegarci in due dalle risate...non troppo perché non si sa mai..
Immaginiamo infatti Rivera, in calze e minigonna tirare il gol del 4 a 3 contro la Germania, oppure che al momento della nascita, il neonato se ne esca dalla mamma sventolando la manina e ammiccando al dottore...cose piuttosto surreali. A parte gli scherzi, la realtà è che si nasce tutti uguali con un sesso "generalmente" predisposto dalla natura, salvo i casi non molto comuni in cui effettivamente la natura fantasiosamente attribuisca fattezze di un genere e sesso di un altro genere. Ma le scelte di vita e soprattutto di rapporti umani e sentimentali, soprattutto nella crescita adolescenziale, sono sicuramente un prodotto della cultura, dell'educazione e della sensibilità di ciascuno, più che della nascita.
Non si nasce innamorati, lo si diventa, così come non si scelgono i rapporti come si sceglie una squadra di calcio, se non altro perché chi è omosessuale, bisessuale o eterosessuale non indossa una pelle diversa dagli altri come una casacca sportiva, ma conduce la stessa vita e ha gli stessi rapporti civili, di comunità, educativi e di lavoro oltre che famigliari rispetto a tutti gli altri.
Quindi, a meno che non faccia una precisa scelta religiosa e culturale, che è degna del massimo rispetto, ma non può essere imposta a nessuno, vive nei suoi rapporti umani e sessuali una sua "normalità" come tutti gli altri, la quale comporta sia la non discriminazione che la non ostentazione, comporta cioè la necessità del rispetto "da e per" qualcuno più che l'orgoglio di essere qualcosa. E rispetto vuol dire "riconoscere" diritti e anche doveri, a prescindere dalle tendenze sessuali o culturali. Guai infatti ad una pseudociviltà che esalta i diritti e non sa riconoscere i doveri, perché sono due facce della stessa medaglia che identifica la vera civiltà.
La vera domanda infine è...quale è la nostra civiltà? Quella laica libertaria o libertina che dir si voglia? Quella cristiana? Giudaica? Musulmana? La risposta peggiore sarebbe...non abbiamo nessuna civiltà e nessun rispetto...nemmeno per noi stessi.



Carlo Felici.



mercoledì 22 febbraio 2023

L'INVERNO DI UN IMPOTENTE SCONTENTO

 

                                   


Siamo oramai ad un anno dall'intervento della Russia in Ucraina, sarebbe errato dire ad un anno dall'inizio della guerra, perché la guerra in Ucraina iniziò nel lontano 2014, con i bombardamenti sanguinosi delle zone orientali di quel paese da parte delle milizie ucraine, in uno stillicidio di migliaia di morti di cui nessuno dei media occidentali si è mai accorto né preoccupato seriamente.

Già da allora soprattutto la Unione Europea avrebbe dovuto elaborare un piano di pace che garantisse sia una larga autonomia delle zone ucraine di lingua e cultura russa, sul modello ad esempio delle nostre regioni a Statuto Speciale, sia con una presenza sul campo di truppe internazionali sotto la bandiera ONU, per fare opera di interposizione tra insorti autonomisti ed esercito e milizie ucraine alcune delle quali rivelatesi anche filonaziste.

Il non avere fatto nulla e l'avere lasciato aggravarsi la situazione per ben otto anni, ha determinato la reazione di una nazione russa seriamente preoccupata che la guerra potesse avvicinarsi pericolosamente ai suoi confini anche con la creazione di basi militari ad alto potenziale distruttivo.

La reazione dunque c'è stata un anno fa ed è apparsa subito spropositata, con lo scopo non di allontanare la guerra dai confini della Russia, ma di assoggettare l'intero territorio ucraino e sottometterlo, sostituendo il governo di Zelensky con uno amico. Questo grossolano tentativo si è rivelato tanto feroce quanto fallimentare ed ha portato alla devastazione indiscriminata di territori anche molto lontani dai confini russi, e soprattutto a scavare un solco profondo tra Russia e popolazione ucraina, colpita indiscriminatamente con migliaia di morti.

Già dai primi mesi del conflitto si sarebbe dovuto elaborare un piano di pace che prevedesse il ritiro delle truppe russe in cambio di una larga autonomia per le zone orientali dell'Ucraina, così da creare una area cuscinetto neutrale tra Russia ed Ucraina, magari garantita dalla presenza di truppe internazionali, come in altre aree del mondo.

Ma né il governo ucraino né quello russo e nemmeno la UE e gli USA hanno mai voluto perseguire questa unica via verso la pace.

La Russia illudendosi che l'Europa sarebbe stata piegata dalla penuria delle materie prime russe a basso costo, e l'Europa illudendosi che la Russia sarebbe stata piegata dalle sanzioni e dall'isolamento internazionale.

Invece, ad un anno di distanza, si sono solo rafforzati due blocchi militari ed economici, sulla falsariga di una guerra fredda che credevamo fosse finita più di 30 anni fa e che invece è risorta prepotentemente minacciando di essere ancora più calda di quella durata quasi mezzo secolo.

Il governo italiano attualmente si trova in una singolare posizione, avendo al suo interno forze politiche che esprimono posizioni diametralmente opposte su questa guerra, pur rivelandosi compatte al momento del voto solo per ragioni di opportunità e di potere.

Da una parte la Meloni esprime il sostegno a Zelensky senza se e senza ma, dall'altra Berlusconi Zelensky non lo vuole vedere nemmeno scritto.

E' del tutto evidente che senza Berlusconi il governo attuale cadrebbe, per cui se la Meloni si può permettere di replicare al presidente ucraino che la posizione di Berlusconi non è quella del governo italiano, ella non può certo ignorare che la affermazione del leader di Forza Italia, non solo non può essere isolata da quella del suo partito, ma tanto meno può essere ignorata, perché rappresenta l'opinione di un numero di italiani che va ben oltre quello degli elettori del partito di Berlusconi.

Zelensky ha pure replicato in modo alquanto grossolano a Berlusconi mettendo in imbarazzo la Meloni, e dicendo che il leader di FI non avrebbe mai subito gli orrori della guerra, evidentemente mostrando con ciò di avere pessimi consiglieri.

Facilissima e pertanto giusta la replica di Berlusconi che ha avuto, da politico navigato, solo l'accortezza di non farne un comunicato ufficiale per non mettere in imbarazzo il Governo. Ad alcuni parrà strano ma in questo caso lui ha perfettamente ragione anche perché, da piccolo, egli visse gli orrori della guerra, essendo come tanti altri uno sfollato. La guerra pertanto va evitata non incrementando gli armamenti, ma incrementando i piani di pace come, ad esempio concordando una larga autonomia per le zone orientali dell'Ucraina che sono state bombardate a tappeto dalle milizie ucraine dal 2014 e che il signor Zelensky, il quale ha messo fuori legge i partiti di opposizione e in galera i suoi dissidenti, e che non ha dimostrato palesemente di essere un buon diplomatico né un leader pienamente democratico per il suo popolo, vuole sotto il suo governo senza alcuna altra possibilità di confronto con le istanze ed esigenze che le zone orientali ucraine esprimono disperatamente da ormai circa dieci anni. Dare a lui altre armi, senza chiedere che collabori ad un piano di pace, non vuol dire preparare la pace come dice la Meloni, ma incrementare altra guerra.

Il Papa ha recentemente dichiarato che “Quella costruita sulle macerie non è una vera vittoria”, una frase direi epocale, che andrebbe scolpita all'entrata di ogni scuola

Perché ogni guerra procura macerie e vittoriosi sono solo coloro che riescono a prevenirla e a limitare le sue vittime e le sue macerie il prima possibile. Invece ora ci troviamo di fronte ad un conflitto in cui le macerie e le vittime non solo tendono ad estendersi quotidianamente, ma persino alla minaccia che esso stesso, estendendosi sproporzionatamente, riduca in macerie tutto il mondo.

Di fronte a tutto ciò il balletto delle democrazie europee e la perdurante incapacità e non volontà da parte della amministrazione americana di trovare una soluzione rapida al conflitto, ripetendo continuamente il ritornello sempre più stonato che i russi sono invasori e devono andarsene dall'Ucraina senza se e senza ma, appare solo come il simulacro dell'orchestrina del Titanic prima della catastrofe che poi inghiottì tutti.

In questo caso saremmo proprio noi europei ad essere inghiottiti da una catastrofe di proporzioni inimmaginabili, e forse sarebbe la giusta nemesi di un continente che si è rivelato il più guerrafondaio del mondo e sul quale si è consumato a ripetizione il numero maggiore e più feroce di guerre di tutta la storia dell'umanità nel corso dei secoli.

Una Europa che avrebbe dovuto finalmente, in nome della pace non solo nel suo territorio, ma anche in altre aree del mondo, unirsi nelle sue istituzioni e anche nella sua forza militare per parlare con una sola voce e che invece ora, e ancora una volta, si divide in Paesi egemoni che fanno i loro vertici, altri che seguono più o meno pedissequamente le politiche di oltreoceano, altri che stanno solo a guardare e tutti che non fanno che regalare armi invece che lavorare per seri piani di pace.

Tutto questo non farà che aggravare l'impotenza di un continente destinato più che in passato a scontare una irrilevanza nella storia la quale, in tempi relativamente brevi, potrà esplodere in divisioni etniche e sociali, e in profonde disuguaglianze economiche.

Forse siamo già all'alba di un nuovo Medioevo di cui si vedono solo le incipienti rovine di un presente che riecheggia il suo passato, destinate ad estendersi assieme a quelle che riflettono il degrado non solo economico e sociale, ma anche quello morale e spirituale di una civiltà che affonda nella sua inconsistente e narcisistica impotenza, e che lascerà spazio e soprattutto fede, speranza e amore ad un nuovo orizzonte spirituale, i cui germogli sono ancora sotto la cenere e sotto l'inverno del nostro scontento...anche elettorale.


Carlo Felici

martedì 14 febbraio 2023

CRONACA DI UNA SCONFITTA ANNUNCIATA

 




La cronaca di una sconfitta annunciata ora è realtà di fronte agli occhi di tutti ed è diventata storia, il centrosinistra perde clamorosamente a distanza di pochi mesi dalla precedente sconfitta alle politiche, e con una aggravante, cioè che mentre in quella occasione i voti dei partiti delle varie componenti di centrosinistra superarono quelli della sommatoria dei partiti di centrodestra, ora è accaduto l'esatto contrario. Segno evidente che nel frattempo oltre ad essere considerate varie, l'elettore le ha punite anche come “avariate”

Segno chiaro che in questi mesi, a parte la guerra per bande per conquistare la segreteria del PD, non si è fatta nessuna seria riflessione politica su come un diverso tipo di politica rispetto a quello del centrodestra possa affermarsi incontrando il consenso, nessuna strategia su come si possano costruire alleanze competitive rispetto a quelle di un centrodestra compatto nonostante le affermazioni su Zelensky di Berlusconi  che, come al solito spiazza tutti, con delle frasi che ricevono “il bacio in bocca” pure dei pochi comunisti rimasti fedeli alla loro storia sovietica.

Insomma, sembrerebbe più che altro uno spot della serie: “Ti piace vincere facile?” se, a 75 anni dalla nascita della nostra democrazia essa non stesse in condizioni peggiori di un qualsiasi settantacinquenne, oggi più destinata ad un cronicario che ad una casa di riposo e nonostante le “tirate” di Benigni che se si fosse vestito da Pinocchio forse sarebbe stato più credibile.

Non che i principi della Costituzione non siano tuttora validissimi, ma considerando quanto sono stati disattesi in tutto questo tempo, compreso il rinnegamento di Benigni che dichiarò a suo tempo di votare per stravolgerla al referendum promosso da Renzi, la performance dell'attore ci appare più comica che da “lectio magistralis”

A proposito, il cosiddetto “terzo polo” non appare più nemmeno comparabile ai polli di Renzo, quello dei “Promessi Sposi”, dice infatti Manzoni in tale episodio: “Pur trovandosi in una condizione disperata, i quattro capponi continuavano a litigare ed a beccarsi tra di loro” Perché in effetti non ci sta solo il litigio permanente dei partiti capponi della sinistra o pseudotale, rovesciati nella loro sorte elettorale (altro che Meloni a testa in giù) ma ci sta pure chi, tra di loro pensa di fare chicchirichì più degli altri, e persino dopo una sonora batosta.

 Calenda infatti, ignorando completamente la insignificanza a cui lo hanno condannato il diniego e l'astensione degli elettori, si erge tra i “capponi” a dichiarare che “gli elettori non hanno sempre ragione”, un po' come dire..non è sempre giusto che il pollo finisca arrosto..anche se poi piace così. E pensare che il terzo pollo..oh pardon..terzo polo, era nato proprio per intercettare l'astensionismo e portare il centrosinistra verso una politica più pragmatica o addirittura per intercettare i voti del centrodestra..il fiasco che accompagna il pollo arrosto non potrebbe essere più abbinato ed evidente.

Così come quello di un movimento nato per aprire la “scatola di tonno” parlamentare ormai chiuso nella sua scatoletta formato mignon con l'unico e inossidabile tonnarello che continua a guidarlo.

E ovviamente il maggior partito dell'opposizione resta il PD, che per ora amleticamente non si dibatte sul dubbio che la sua politica negli ultimi dieci anni abbia o no incrementato i suoi consensi, non su come possa essere accaduto che si sono drasticamente ridotti con le iscrizioni a quel partito, e tanto meno come si possa assumere di nome e di fatto una identità più credibile da presentare agli elettori..no..il dubbio amletico resta su chi debba essere il suo segretario..su con chi ci si debba alleare..se col cappone che strilla di più o col tonnarello magari destinato alla confezione caramella.

Eppure basterebbe guardarsi intorno non troppo lontano, per avere riferimenti politici concreti e credibili, Spagna, Portogallo, persino Germania, saldamente posizionate in Europa, anche grazie ai socialisti italiani di un tempo in cui il Socialismo Italiano non era ancora condannato alla damnatio memoriae, per capire quale politica di sinistra, o per meglio dire Socialista è possibile, è destinata ad affermarsi e incontra largamente il consenso elettorale.

Invece no, noi stiamo ancora a pontificare sul fatto che “la ragione non sempre è quella elettorale”, per cui se ce lo dice l'Europa, o meglio Bruxelles, la ragione, per quanto possa essere corrotta pure lì, è indiscutibile, o meglio o così o pomì..e sono pomodori in faccia agli oppositori e agli elettori

Purtroppo per i chierichetti della liturgia europea ad oltranza, i tempi della “passata” da loro, senza se e senza ma, sono in ribasso.

Allora se la ormai mitologica spocchia di Calenda ha raggiunto l'apoteosi con la sua affermazione: "gli elettori non hanno sempre ragione", beh forse un fondo di verità ci sarà pure pure...ma il punto non è che gli elettori hanno o non hanno ragione, quanto il fatto che abbia ragione o no una democrazia basata sul consenso di solo un terzo degli elettori..il punto è che nessuno dei politici ha seria intenzione di migliorarla...allargando la rappresentanza popolare. Eh sì, perché non siamo nella meravigliosa Repubblica di Platone, ma nella merdosa nomenklatura italiana in cui si vota un solo giorno per le politiche in cui i candidati ci vengono ancora imposti da liste bloccate, e per ben due nelle le regionali, in cui possiamo ancora scegliere tra i candidati e le liste ma, nonostante ciò, l'elettore è sempre più consapevole di questa presa per i fondelli e non si avvicina più alle urne

E poi..se gli elettori "non hanno sempre ragione", chi ha sempre ragione? A Napoli si dice..."la ragione è dei fessi", la comprensione invece è delle persone intelligenti...ovviamente quando vogliono comprendere ed essere comprese in proporzione al loro sacrosanto pluralismo delle idee e delle loro posizioni politiche.

Carlo Felici



domenica 5 febbraio 2023

UNA QUESTIONE DI CIVILTA'

 




La vicenda di Cospito e Donzelli, più passa il tempo e più appare singolare e grottesca, anche se riguarda questioni molto serie, come la sicurezza dei cittadini e il regime carcerario.

Diciamolo chiaramente il regime 41 bis è una misura alquanto iniqua e sotto vari aspetti disumana, perché isolare un individuo, per quanto pericoloso possa essere, non contribuisce certamente ad attuare quella che è la finalità principale di una carcerazione in un Paese che si prefigge lo scopo della rieducazione del detenuto e non favorisce il suo pentimento. Lo stesso Presidente della Unione Camere Penali Italiane Gian Domenico Caiazza ne parla in questi termini: "Voi pensate che tutto questo abbia a che fare con la tutela della nostra sicurezza? Io penso proprio di no. Io penso che sia una feroce, stupida, sadica volontà di annientamento della persona. E questa, qualunque sia il crimine che possa aver commesso quella persona, è una vergogna indegna di un Paese civile." 

Questa misura corrisponde alla necessità di impedire che un personaggio che, non solo è pericoloso, ma mantiene ancora contatti con i suoi complici criminali, possa mettere in atto lo stesso dei gravi reati o dare mandato ad altri di compierli.

Il 41 bis nasce difatti proprio per compensare l'eccessivo controllo e potere della mafia all'interno del carcere, oltre ad avere una funzione restrittiva e preventiva. Ma anche per questioni legate al terrorismo, è figlio di una stagione di crimini efferati, attentati e stragi che culminò con l'uccisione di Falcone e Borsellino e gli agenti della loro scorta.

La misura ebbe inizialmente un carattere temporaneo, poi venne prorogata per ben tre volte finché il governo Berlusconi la rese permanente nel 2002. Il provvedimento è stato poi prolungato di quattro anni, con altre ripetute proroghe biennali.

E' del tutto evidente che tale misura occorre quando lo Stato è in una condizione di pericolo permanente e di difficoltà a prevenire e impedire contatti tra chi è soggetto a pena detentiva e chi delinque fuori dal carcere, soprattutto nei casi più gravi di terrorismo e mafia, che però non sono la stessa cosa. Infatti mentre la mafia usa lo Stato per infiltrarsi e trarne profitto e impunità, il terrorismo serve o ad abbattere lo Stato o più frequentemente a consolidare un sistema di potere vacillante.

In ogni caso, un provvedimento del genere non vede lo Stato in grado di avere adeguati strumenti per isolare i contatti che il detenuto potrebbe avere fuori dal carcere, colpendo i suoi legami col suo territorio o con i suoi complici, ma lo vede piuttosto costretto ad isolarlo dentro, e questo già è un elemento che impedisce al detenuto di redimersi o pentirsi, anche ammesso e non concesso che questo sia possibile per criminali che hanno commesso oppure ordinato i peggiori delitti

Il permanere del 41 bis quindi è giustificabile non quando lo Stato è forte, ma quando è debole ed è sotto attacco ed ha paura di essere sconfitto, quando la detenzione volta secondo Costituzione a propiziare la presa di coscienza del detenuto e a reinserirlo nel contesto sociale profondamente cambiato nel suo stato d'animo e nei suoi intenti operativi, si rivela inutile se non dannosa e controproducente. Esso è di fatto una condanna a morte della coscienza di chi si dà già per scontato che in carcere non possa acquisire una tale consapevolezza da fargli cambiare vita. E possiamo aggiungere rende più complicato l'attuarsi di quello che si è rivelato lo strumento più efficace per comprendere i meccanismi mafiosi e colpirli, prevenendoli: il pentitismo. Tutto ciò, come rileva lo stesso Caiazza, mediante la "umiliazione delle condizioni minime di dignità della persona detenuta". 

Sappiamo che nel Vangelo di Matteo è scritto: “[35] Perché io avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto, [36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”

Che i rappresentanti della società eletti dai cittadini vadano a trovare un carcerato, dunque, diremmo che è non solo un dovere civico, ma pure un preciso principio cristiano e se vanno a trovare chi, per legge, non può essere visitato da nessuno, perché in isolamento, lo è ancora di più. Almeno in una società umana e cristiana che non ha rinunciano al principio del pentimento, della conversione e della misericordia.

Sarebbe stato singolare quindi che, di fronte alla risposta di Gesù alla domanda: “E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re (che poi sarebbe lo stesso Cristo) dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” ebbene sarebbe stato proprio assurdo che qualcuno si fosse levato in piedi, con esternazioni stizzite al limite dell'isterismo gridando: “Eh no! Tu sei complice del malfattore che vai a trovare! Sei un terrorista! Sei un mafioso!” E per di più non uno qualsiasi, ma un rappresentante delle istituzioni di un certo calibro, forse in questo caso più in veste di scriba o di fariseo.

Certo vedere Gesù in un terrorista o in un mafioso in isolamento al 41 bis è un po' difficile se non impossibile, dato l'orrore dei suoi crimini, ma ce lo siamo dimenticato Giovanni Paolo II quando andò a trovare in carcere proprio colui che cercò di ammazzarlo? Eppure, dopo, il carcerato non ebbe sconti di pena, ma ebbe ripensamenti e per questo ottenne anche qualche beneficio.

Questa è la vera civiltà, la vera giustizia, colpire sempre il reo, il crimine, il peccato senza tentennamenti e in modo intransigente, ma lasciare sempre al reo una possibilità di redimersi, di pentirsi anche quando ostinatamente dichiara di non volerlo fare, magari dialogando con lui, o vogliamo pure presumere che il Papa, andando a trovare il suo carnefice lo giustificasse? Ebbene, in quel caso, il Papa seppe vedere Cristo anche nel suo assassino e pure in un uomo non cristiano, ma musulmano.

Purtroppo lo squallido spettacolo parlamentare di accuse diffamatorie e infondate contraddice dal profondo questo senso di civiltà e di misericordia, e senza che per questo vogliamo mettere in discussione il 41 bis o tanto meno abolirlo.

Per le leggi ci sta il Parlamento tutto, governo ed opposizione, e la Magistratura per applicarle, non può essere uno che strilla e accusa in modo infondato a poterle cambiare in un modo o nell'altro.

Per i principi morali, spirituali e religiosi invece esistono una fede e una giustizia che vanno sempre oltre le miserie terrene e anche oltre gli impermanenti tentativi di porre loro rimedio nel tempo con i sistemi legislativi, perché esse sono eterne e vanno al di là dello spazio e del tempo, e anche e soprattutto al di là degli isterismi di qualche parlamentare che non capisce che per dare maggiore civiltà e giustizia ad un paese, ci vuole il contributo di tutti, sia di chi governa che di chi si oppone.

Carlo Felici