Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 28 febbraio 2018

Turati aveva ragione?




                                                          di Carlo Felici



Non so ancora cosa uscirà da Livorno, se un serio programma di rinnovamento dell'unico partito che ancora in Italia si chiama Socialista, se un altro partito degno di questo nome, oppure se invece la montagna partorirà l'ennesimo topolino che si agita tanto per unire la sinistra col suo cacio.
Una volta si diceva campa cavallo, non vorrei che dal 24 marzo si potesse dire solo...caciocavallo.
In ogni caso la questione è seria, se non altro perché il nostro Paese è davvero allo sbando politico, non tanto economico o civile, perché in fondo non siamo come qualcuno ci vorrebbe etichettare, solo perché non del tutto proni al suo “verbo”, no, non siamo un popolo di rincoglioniti. La gente ancora lavora, fa il suo dovere, si sacrifica, risparmia, investe con parsimonia.
Se non fosse così, a fronte di un debito pubblico dovuto in gran parte alla corruzione ed inefficienza di chi avrebbe dovuto amministrare meglio l'Italia, invece di farsi sempre belluinamente i cavoli propri, non ci sarebbe anche un patrimonio privato tra i più rilevanti in Europa e che, ovviamente, fa tanto gola agli speculatori europei, i quali non vedono l'ora di metterci le mani per comprarselo a prezzi di svendita, magari affondando il coltello nel burro di un governo screditato in sede europea, incapace, demagogico ed inefficiente
E' allo sbando, poi, né più né meno di altri sistemi politici europei in cui ormai la dialettica dei partiti e di opposizione si è talmente immiserita da concludersi penosissimamente in permanenti abbuffate di potere, comunemente dette grandi coalizioni o in penosissime opposizioni vaffanculari. Lontani i tempi di Schmidt, Brandt, Adenauer, e anche quelli di Palme, Craxi, Berlinguer e Moro, tempi in cui la cultura politica prevaleva ancora sul dilettantismo e sulla politica-spettacolo.

lunedì 26 febbraio 2018

In che modo il patriarcato ha destrutturato il matriarcato






Leonardo Boff*

E’ difficile rifare i passi che hanno reso possibile, circa 10-12 mila anni fa, la liquidazione del matriarcato e il trionfo del patriarcato. Ma sono state lasciate delle impronte di questa lotta di genere. La forma come è stato riletto il peccato di Adamo ed Eva ci rivela il lavoro di decostruzione del matriarcato per conto del patriarcato. Questa rilettura è stata presentata da due note teologhe femministe, Riane Eisler (Sex Myth and Politics of the BodyNew Paths to Power and Love, Harper San Francisco 1955) e Françoise Gange (Les dieux menteurs, Paris,Editions Indigo-Coté Femmes, 1997).
Secondo queste due autrici è avvenuta una specie di processo di colpevolizzazione delle donne nello sforzo di consolidare il dominio patriarcale.
I riti e simboli sacri del matriarcato sono demonizzati e retroproiettati alle origini di un racconto primordiale, con l’intenzione di cancellare totalmente le tracce del racconto femminile anteriore.
L’attuale racconto del peccato delle origini, avvenuto nel paradiso terrestre colloca in scacco quattro simboli fondamentali della religione delle grandi dee-madri.
Il primo simbolo a essere attaccato fu la donna stessa (Gn 3,16) che nella cultura matriarcale rappresentava il sesso sacro, generatore di vita. Come tale essa simbolizzava la Grande-Madre, la suprema divinità.

lunedì 19 febbraio 2018

MASSONOFOBIA


                                          




                                                                   di Carlo Felici



La pochezza di argomenti e la mancanza di originalità, in questa tristissima campagna elettorale, viziata già in partenza dall'ennesima legge incostituzionale, dato che impedisce ancora una volta all'elettore di scegliersi l'eletto e lo costringe a votare il pacco riempito dai capibastone dei partiti, ha però un minimo comune attuale denominatore: la massonofobia
La caccia cioè al massone infiltrato nella lista, quasi fosse la serpe più velenosa del paradisiaco ed autoreferenziale giardino dei già eletti propinati all'elettore in lista unica. Una volta, nel famigerato ventennio, esisteva una sola lista unica nera di partito con nomi bloccati, adesso ne esistono varie. E noi ancora andiamo a fare le manifestazioni antifasciste...
Evidentemente bisogna evocare un nemico comune da scongiurare e magari a cui imputare tutto il male possibile di una democrazia malata di corruttele e di poteri autoreferenziali, per coprire le vere responsabilità, e soprattutto per non parlare di concrete alternative.
Il massone di oggi è come l'ebreo di ieri, l'appestato sempre pronto, da sbattere sulla colonna infame del capro espiatorio.

lunedì 12 febbraio 2018

In principio era il femminile




                                                    Leonardo Boff



Il presente testo vuol essere un piccolo contributo al dibattito sul femminile, profondamente distorto dalla cultura patriarcale dominante. E tanto per cominciare, affermiamo fin da adesso che il femminile è venuto prima. Vediamo come è nato nel processo di sesso-genesi. Varie sono state le tappe.

La vita esisteva sulla Terra già 3,8 miliardi di anni fa. L’antenato comune di tutti i viventi è stato probabilmente un batterio unicellulare senza nucleo che si moltiplicava per divisione interna, a una velocità spaventosa. Questo durò circa un miliardo di anni.
Due miliardi di anni fa, nasceva una cellula con membrana e due nuclei, dentro i quali si trovavano i cromosomi. In questa si identifica l’origine del sesso. Quando avveniva lo scambio di nuclei tra due cellule binucleate, si generava un unico nucleo, con cromosomi appaiati. Prima, erano le cellule che si suddividevano, adesso avviene lo scambio tra due cellule differenti e i loro nuclei. La cellula si riproduce sessualmente a partire dall’incontro con un’altra cellula. Avviene cosi la simbiosi – composizione di differenti elementi – che insieme con la selezione naturale rappresenta la forza più importante dell’evoluzione. Tale fatto ha delle conseguenze filosofiche: la vita è intessuta più di scambi, di cooperazione e simbiosi che di lotta competitiva per la sopravvivenza.
Nei primi due miliardi di anni, negli oceani, da dove la vita aveva fatto irruzione in terra ferma, non esistevano organi sessuali specifici, ma solo un’esistenza femminile generalizzata che nel grande utero degli oceani, dei laghi e dei fiumi generava vita. In questo senso possiamo dire che il principio femminile è stato primo e originario.

sabato 3 febbraio 2018

DIO, PADRE MATERNO E MADRE PATERNA


Leonardo Boff

Ragionando in termini esistenziali, Dio è il nome che simbolizza quella dolcissima realtà e quel senso amoroso capaci di colmare la finitudine dell’essere umano. Dio ha senso solo se fa irruzione nel nostro più profondo desiderio, che per Aristotele e Freud è infinito.

Tale Suprema Realtà (il reale realissimum dei pensatori medievali) è stata concepita in un contesto di cultura patriarcale: Dio appare come maschio. Conseguenza: tutte le grandi religioni storiche si sono strutturate intorno a un linguaggio patriarcale. Perciò quel linguaggio ha bisogno di essere destrutturato e aggiornato se proprio vogliamo arrivare a un’esperienza totalizzante del sacro. In questo le donne possono essere nostre maestre e insegnanti.

Noi tutti siamo stati aiutati dalla scoperta che realmente è esistita una fase matriarcale dell’umanità, attiva circa ventimila anni fa, cosa che in passato veniva messa in dubbio. Le divinità erano tutte femminili. Questo ha significato una sterzata nella riflessione teologica. Oggi facciamo giustizia, e niente di più, alla nostra esperienza del Divino se la traduciamo in termini maschile e simultaneamente femminile. Dio emerge in un linguaggio inclusivo: padre materno e madre paterna, Dio/Lui e Dio/Lei secondo l’espressione di molte femministe.

Ovviamente “Dio” oltrepassa le connotazioni sessuali, pertanto sono in vigore valori positivi presenti nella forma di dare un nome a Dio. Maschio (animus) e femmina (anima) sono principi strutturati della nostra identità.

Tutte insieme le parole del dizionario non riescono a definire Dio, perché Lui le supera tutte. Vive nella dimensione dell’ineffabile. Davanti a lui è più opportuno tacere che parlare; è necessario vivere un atteggiamento di rispetto e di devozione.