Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

martedì 21 novembre 2017

Una questione donne..una questione di classe (I racconti del partigiano G.)






                                                   di Giorgio Giannelli


Dopo quel 19 settembre 1944, giorno in cui liberammo da soli il Forte, i partigiani si accasermarono nell'albergo Parco di Piemonte, proprietà del signor Aldo Fracchia. Fu lì che si fece una grande cena a base di spaghetti. Mancava il vino e ci adattammo con una damigiana di Marsala trovato in cantina. I grandi cuochi furono Guglie' Raffaelli e Agostino Maggi. Una grande tavolata. Durò delle ore.
 Alla fine erano tutti ubriachi e si voleva cantare. Ma cosa? Si cominciò con Bandiera Rossa, poi qualcuno intonò Bandiera Nera, l'inno degli alpini della Julia. A un certo unto uno dei due disertori tedeschi, si chiamava Jean Petit, ed era alsaziano, prese il via con la Marsigliese. Nessuno sapeva le parole, ma si andò mugolando in tono corale. Qualcuno si mise a piangere, io per primo La rivoluzione francese l'avevamo nel cuore. Piero Pierini chiamò Loris Famigli e me: “Dato che siete gli unici a 'un esse briachi, mettetevi di guardia dei fascisti, prendete lo sten e queste sono le chiavi. Nessuno deve entrare nelle stanze, neppure voi che ve ne starete fuori seduti per terra”. Come i fascisti, domandammo? “Si – ripose li hanno presi in giornata. Nessuno torga loro un capello”.

domenica 19 novembre 2017

Ortoprassi per un'etica di relazione






                                                         di Carlo Felici
                                          Saggio di etica per il III Millennio
 
Inizieremo questa serie di considerazioni cercando di definire il concetto di prassi
e di ortoprassi, nell’ambito di una dinamica dell’agire relazionato.
Il filosofo argentino Enrique Dussel ci dà la seguente definizione: “con prassi e
pratico si intende l’atto umano orientato verso l’altra persona; l’atto verso un’altra
persona e la relazione che lega una persona all’altra” E continua: “Prima di tutto
prassi è un ATTO che compie una persona, un essere umano, il quale, però, si
dirige ad un’altra persona o direttamente (una stretta di mano, un bacio, un
dialogo frontale, una botta) o indirettamente (per mezzo di qualcosa, per esempio
quando si spartisce un pezzo di pane [o condivide aggiungo io l’uso di un mezzo
informatico])…In secondo luogo prassi è la RELAZIONE stessa che intercorre tra due o più persone.”
Da ciò si evince che ogni agire è diretto a modificare la condizione originaria, lo
status di un qualsiasi soggetto, portandolo ad interagire con un altro soggetto,
stabilendo così una relazione tra soggetti diversi ma complementari.
Abbiamo inoltre rilevato la necessità di stabilire una ortoprassi, affinché la
modalità di relazione sia orientata da una “giusta” condizione in cui i soggetti
devono trovarsi, per poter interagire. Tale status originario non può che essere
quello in cui tutti i soggetti che interagiscono, conservano necessariamente la loro
identità di “soggetti” e non diventano a causa dell’uno o dell’altro, “oggetti”,
strumenti, mezzi per realizzare determinate finalità.

martedì 14 novembre 2017

GLI ANIMALI PORTATORI DI DIRITTI




Leonardo Boff*
L’accettazione o no della dignità degli animali dipende dal paradigma (o visione del mondo, valori) che ciascuno assume. Ci sono due visioni del mondo, pervenute a noi dalla più remota antichità e valide ancora oggi.
La prima considera l’essere umano come parte della natura e, insieme ad essa un invitato in più a partecipare all’immensa comunità di vita che esiste da 3,8 miliardi di anni. Quando la Terra stava praticamente pronta con la sua biodiversità intatta, noi abbiamo fatto irruzione sullo scenario dell’evoluzione come una tessera in più della natura. Sicuramente dotati di una specificità: la capacità di sentire, pensare, amare e curare, il che non ci da il diritto di considerarci padroni di questa realtà che c’era prima di noi e che aveva creato le condizioni per farci venire alla luce. L’apice dell’evoluzione c’era già stato quando è nata la vita e non al comparire dell’essere umano. La vita umana è un sottocapitolo del maggiore capitolo che è la vita.
Il secondo paradigma parte dal fatto che l’essere umano è il punto più alto del’evoluzione  e tutte le cose sono a sua disposizione per dominarle e usarle come gli pare e piace. Questo paradigma trascura il fatto che per sorgere ha avuto bisogno di tutti i fattori naturali anteriori ad esso, che si unì a quanto esisteva già e non scelse la posizione di dominio.

domenica 5 novembre 2017

La forza dei piccoli: la Teologia della Liberazione.





Leonardo Boff

Ogni volta che si celebra un Foro Mondiale Sociale,  si celebra pure un Foro mondiale della Teologia della Liberazione. I partecipanti – più di due mila, da tutti i Continenti (Corea del Sud, vari paesi dell’Africa, USA, Europa e di tutta l’America Latina) – sono studiosi che nelle loro riflessioni si servono di questo tipo di Teologia che consiste nel tenere sempre un piede nella povertà e nella miseria e l’altro piede nella riflessione teologica e pastorale. Senza questo accoppiamento non esiste teologia della liberazione degna di questo nome.
Ogni tanto, facciamo le nostre valutazioni. La prima domanda è: come sta il Regno di Dio qui nella nostra realtà contraddittoria? Dove stanno i segnali del Regno nel nostro continente, ma anche in Cina, nell’Africa crocifissa, specialmente in mezzo ai “piccoli dei nostri paesi”? Domandare informazioni sul Regno di Dio non significa domandare come sta la Chiesa ma come va il sogno di Gesù, fatto di amore illimitato, di solidarietà, di compassione, di giustizia sociale, di apertura al Sacro, quale centralità si conferisce agli oppressi? Questi e altri valori sono il contenuto di quello che chiamiamo Regno di Dio, il più grande sogno di Gesù.