di Giorgio Giannelli
Dopo quel 19 settembre 1944, giorno in cui liberammo da soli il Forte, i
partigiani si accasermarono nell'albergo Parco di Piemonte, proprietà
del signor Aldo Fracchia. Fu lì che si fece una grande cena a base di
spaghetti. Mancava il vino e ci adattammo con una damigiana di Marsala
trovato in cantina. I grandi cuochi furono Guglie' Raffaelli e Agostino
Maggi. Una grande tavolata. Durò delle ore.
Alla fine erano tutti ubriachi e si voleva cantare. Ma cosa? Si cominciò con Bandiera Rossa, poi qualcuno intonò Bandiera Nera, l'inno degli alpini della Julia. A un certo unto uno dei due disertori tedeschi, si chiamava Jean Petit, ed era alsaziano, prese il via con la Marsigliese. Nessuno sapeva le parole, ma si andò mugolando in tono corale. Qualcuno si mise a piangere, io per primo La rivoluzione francese l'avevamo nel cuore. Piero Pierini chiamò Loris Famigli e me: “Dato che siete gli unici a 'un esse briachi, mettetevi di guardia dei fascisti, prendete lo sten e queste sono le chiavi. Nessuno deve entrare nelle stanze, neppure voi che ve ne starete fuori seduti per terra”. Come i fascisti, domandammo? “Si – ripose li hanno presi in giornata. Nessuno torga loro un capello”.
Alla fine erano tutti ubriachi e si voleva cantare. Ma cosa? Si cominciò con Bandiera Rossa, poi qualcuno intonò Bandiera Nera, l'inno degli alpini della Julia. A un certo unto uno dei due disertori tedeschi, si chiamava Jean Petit, ed era alsaziano, prese il via con la Marsigliese. Nessuno sapeva le parole, ma si andò mugolando in tono corale. Qualcuno si mise a piangere, io per primo La rivoluzione francese l'avevamo nel cuore. Piero Pierini chiamò Loris Famigli e me: “Dato che siete gli unici a 'un esse briachi, mettetevi di guardia dei fascisti, prendete lo sten e queste sono le chiavi. Nessuno deve entrare nelle stanze, neppure voi che ve ne starete fuori seduti per terra”. Come i fascisti, domandammo? “Si – ripose li hanno presi in giornata. Nessuno torga loro un capello”.