Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

venerdì 20 aprile 2018

La scuola: colpevoli idiozie



                                         di Carlo Felici



Leggiamo un interessante articolo sul Corriere in merito al degrado attualmente in atto nella scuola

L'autore conclude con un accenno alla crisi di governo, io credo che ci sia un nesso stretto tra degrado della scuola e degrado civile e politico. Abbiamo sopportato per decenni e ancora sopportiamo che un bullo e un autocrate della politica abbia avuto ed abbia ancora il ruolo di ago della bilancia, con le sue farsesche esternazioni anche mimiche, ovunque, abbiamo tollerato l'esistenza di comici che sono stati capaci di inveire e conquistare consenso, o di improvvisati capi di partito che hanno preteso di essere allo stesso tempo improvvisati capi di nazione, cercando di cambiare con improvvisazioni anche la Costituzione.

 E che cosa ci aspettiamo ora? Di chiudere il recinto dopo la fuga dei buoi? E' stata introdotta l'alternanza scuola lavoro, ma a che è servita? Un preside manda giustissimamente a fare lavori socialmente utili degli studenti cafoni e caproni e le famiglie insorgono. Appena ti azzardi a fare qualcosa che ai genitori non torna gradito, hai subito il dirigente che come minimo ti invita alla prudenza. Ma vi pare possibile che le autorità scolastiche e civili si accorgano di questi scempi solo dopo che hanno fatto il giro del web? E' davvero ipotizzabile che certi episodi, fino ad allora, restino confinati dentro le pareti di un'aula scolastica? O è vero il contrario, e cioè finché non appaiono nei video, vengono taciuti? Questa ci appare  solo come la punta dell'iceberg di una omertosa complicità. Di conseguenza, l'impunità di fatto regna sovrana, e ci si chiede perché un docente di fronte a tale scempio non reagisce e quasi cristianamente porge l'altra guancia? O perdona quasi sempre?

 Perché dopo anni in cui ANCHE LA STAMPA ha sparato a zero contro i docenti, strombazzando che lavorano poco, che non si aggiornano, che si meritano anche troppo rispetto a quello che fanno (quando è palesemente dimostrato che lavorano esattamente come i loro colleghi europei, anche se giorni e ore sono distribuiti diversamente), SI SONO STUFATI. Non reagiscono perché, come insegna Socrate, prima di Cristo, il male è meglio subirlo che essere complici nel suo esercizio, dato che tra male ed ignoranza vi è una strettissima connessione. Perché sanno benissimo che i bulli hanno sempre qualcuno che dà loro risalto, coi telefonini, nei media, nella società così, alla punizione, preferiscono un giorno di GLORIA DA BOSS improvvisati. Non sia mai che magari un boss vero, vedendoli, non decida di arruolarli nelle sue file. Ma non avete ancora capito che il degrado ha portato questo paese ad essere controllato e governato indirettamente (e davvero non so quanto indirettamente o direttamente) dalle mafie? Che la scuola sta diventando una palestra per boss in erba? Non vi rendete conto che l'umiliazione dell'insegnante corrisponde, in tale scuola di propedeutica mafiosa, all'umiliazione dell'istituzione in quanto tale, della legge di tutti, in nome della legge personale del comando io?

 Non è uno spot malavitoso ancora  abbastanza evidente il video in cui lo studente si rivolge arrogantemente al suo docente, chiedendogli ripetutamente: Chi comanda? Chi comanda? Lo sai chi comanda? Inginocchiati!

  Non è ancora palese il fatto che la creazione di classi pollaio da trenta alunni ciascuna, le manomissioni scolastiche che ogni governo puntualmente propone ed esercita verso le istituzioni scolastiche ad ogni tornata elettorale, più o meno dall'inizio del secolo, sono state funzionali allo sfascio definitivo della scuola pubblica, in nome di un modello in cui chi può si compra il diploma, magari saltando anni inutili, e facendone tre in uno, e gli altri si arrangino e si scannino tra di loro?  Noi non abbiamo la Repubblica di Mazzini in cui non c'è sinistra né destra o centro che tengano, ma tutti sono per uno e uno per tutti, non abbiamo nemmeno quella di Platone un cui governano i saggi e i filosofi, ma abbiamo quella di mammasantissima, dove l'insegnante è come l'orso del baraccone, e ci si allena a colpirlo.

 Fino a qualche tempo fa, una volta colpito, si alzava e ruggiva. Adesso, viste le innumerevoli risate, non si alza nemmeno più, si limita ad essere colpito e a sopravvivere fino alla pensione, a meno che, dato che anche questa è stata posticipata, non crolli miseramente prima.  Brecht diceva: beato quel paese che non ha bisogno di eroi, ma noi possiamo ben dire ormai che è beato quel paese che non ha bisogno di insegnanti. Perché impara dalla miseria delle sue idiozie

http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2018/04/20/1/la-scuola-colpevoli-distrazioni_U43470797557612dxD.shtml

lunedì 16 aprile 2018

LEADER SERVITORE: IL CARISMATICO LULA





Leonardo Boff*
Nessuna società rafforza la sua identità se non attraverso grandi simboli che la focalizzano e le mostrano un cammino. Questi simboli sono monumenti referenziali come il Cristo del Corcovado, o un’intera città come Brasilia, le statue dei profeti dell’Aleijadinho, monumenti che abbelliscono strade e piazze e altro ancora. I nomi delle strade ravvivano la memoria di scrittori, poeti, artisti e di immagini che rimangono nella coscienza collettiva. Nel mondo della politica è innegabile il predominio di Getulio Vargas, uno dei più grandi leader politici della nostra storia, che ha istradato il Brasile verso un altro destino, introducendolo nel mondo moderno con politiche perequative favorevoli soprattutto alla classe lavoratrice.
E’ in un simile contesto che va situata la figura di Luiz Inacio Lula da Silva. Nessuno può negargli il carisma che lo invasa, riconosciuto in Patria e all’estero. La prova di questo carisma è che lui proviene dalle classi abbandonate da quelle stesse élites che da sempre tengono occupato lo Stato e che hanno elaborato politiche a proprio favore, girando le spalle al popolo e che mai ebbero un progetto per il Brasile, ma solo per sé.