Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

venerdì 14 ottobre 2022

UN'AULA COLORITA MA SORDA

                                    




                                                            di Carlo Felici


Nell'ultima tragica fase della seconda guerra mondiale, ad opera di un illustre giornalista che molto si era adoperato per imputare a Mussolini la responsabilità del delitto Matteotti, e che poi a guerra conclusa tentò di scagionarlo, perché fu convinto che quell'atroce assassinio fu ordito da una trama di interessi che andavano ben oltre la volontà del Duce, fu fondata la “Croce Rossa Silvestri”, che giunse in soccorso di esuli e perseguitati dal fascismo e dai nazisti che occupavano l'Italia.

I tempi cambiano e, “mutatis mutandis”, oggi abbiamo assistito al Senato ad un fenomeno simile e diametralmente opposto.

C'è stato infatti il “salvataggio” di un illustre “nostalgico” ad opera sicuramente di senatori di spiccata tendenza antifascista.

Tanto che ora abbiamo, come seconda carica dello Stato chi, pur essendo stato tra i protagonisti della svolta di Fiuggi, nella destra postfascista italiana, non ha mai rinnegato le sue radici e la sua formazione in quell'ambito politico, anche perché più di altri, ci è nato e cresciuto.

Diciamolo chiaramente anzi, come direbbe lui..diggiamolo: criminalizzare o demonizzare la storia e i “nostalgici”, o peggio fare della storia un uso strumentale non paga anzi, oggi come oggi, lo si vede chiaramente dai risultati elettorali, è la forma peggiore di autolesionismo.

Mai infatti come in questa campagna elettorale sono stati riesumati toni da crociata antifascista, con il risultato che è stato eletto Presidente del Senato il meno antifascista dei politici italiani.

Ecco, direi un bel capolavoro!

Ma la cosa più eclatante non è tanto il risultato elettorale quanto la giravolta senatoriale, che è un elemento in più per giustificare la disaffezione di chi, con sovrano e popolare disprezzo, non vota più, perché non trova degni rappresentanti a cui delegare con il proprio voto la propria fiducia.

Una parte consistente di quella che dovrebbe essere l'opposizione ha infatti votato a favore del rappresentante più di destra che ci possa essere nella compagine parlamentare.

Diggiamolo di nuovo chiaramente: il Presidente del Senato il suo mestiere lo sa fare molto bene, e lo ha dimostrato non solo col suo discorso politicamente correttissimo, che è arrivato a citare persino uno dei Presidenti della Repubblica più antifascisti che ci siano mai stati: Sandro Pertini, in un tempo in cui la sinistra non cita più socialisti da tempo, ma anche perché ha già ricoperto con meriti istituzionali ampiamente riconosciuti, alte cariche dello Stato, fino ad essere fino a ieri vicepresidente del Senato stesso. Quindi la sua elezione non è né uno scandalo né una sorpresa, anzi aggiunge un po' di tono “colorito”, data la sua incontestabile sanguigna personalità, alla paludata compagine senatoriale.

La vera sorpresa che forse nemmeno lui si aspettava, è che la sua elezione non sia dovuta alla sua maggioranza, dato che in gran parte i senatori di Forza Italia non lo hanno votato, ma che giunga proprio da quel “fronte” che tanto aveva strombazzato l'antifascismo come ultima carta da giocarsi disperatamente in campagna elettorale. Ovviamente sappiamo che qui l'antifascismo conta poco, sia perché il fascismo vero è finito miserevolmente appeso a testa in giù quasi ottanta anni fa, sia perché a difendere quello che è tuttora il documento fondante più antifascista che abbiano votato gli italiani, la Costituzione, c'è stata significativamente anche la destra, specialmente in occasione del referendum costituzionale che proprio il Senato voleva snaturare.

Insomma la “Croce Rossa Silvestri” stavolta salva chi un tempo faceva il saluto romano, e che magari oggi nemmeno lo considera un reato. Bel progresso ha fatto la civiltà italiana, potremmo dire, ma politicamente? E' stato un bello spettacolo? Possiamo dire lo stesso, non tanto guardando al risultato, quanto al rimpallo di responsabilità verso chi avrebbe agito fuori dal coro, con una vera e propria apoteosi dell'ipocrisia parlamentare trionfante?

Ne abbiamo infatti sentite di tutti i colori dai cosiddetti rappresentanti dell'opposizione: “cercate tra chi accusa gli altri”..”se fossi stato io lo avrei rivendicato” “una cosa invereconda e vergognosa”..insomma non si sa a chi dar retta, ma soprattutto non si sa né si saprà mai chi è stato. Eppure una manovra simile non appare frutto di azioni isolate ed estemporanee, ma di una precisa e pianificata strategia. Quale? Ecco questo è il punto.

Il messaggio è chiaro, per chi ha la maggioranza: se vi molla Berlusconi o la Lega, c'è sempre qualcuno che può salvarvi, senza per questo dovere andare a votare e mantenendo il sedere sulla poltrona..certo non sarà gratis..ma vuoi mettere? Avere in cambio le più alte cariche dello Stato!

E' chiaro che chi ha messo in campo questa azione molto spregiudicata e con il disprezzo più assoluto dei suoi elettori, non può ancora uscire allo scoperto, ma dategli tempo, e pian piano lo farà, se sarà necessario..magari per rispedire, con manovre di palazzo, la destra all'opposizione e riesumare al potere qualche altro tecnocrate in veste di vero salvatore della Patria, con un copione ormai arcinoto.

Di fronte a tale ondivago e miserevole cerchiobottismo, uno come il neo eletto Presidente del Senato può anche apparire come un gigante nella sua coerenza e statura politica.

In fondo dice da quasi cinquant'anni sempre le stesse cose.

Prendete per esempio il film di Bellocchio in cui recita in un comizio con i capelli ancora lunghi e con il piglio barricadero: “Italiani che non hanno rinunciato all'appellativo di uomini, si uniscano al di sopra delle fazioni, al di sopra dei partiti, al di sopra delle divisioni interessate e volute, al di sopra dell'ormai superato e in disuso e troppo a lungo sfruttato fascismo e antifascismo, si uniscano per dire sì alla libertà dell'ordine e no ai nemici dell'Italia”...che allora, secondo lui erano i comunisti, ma quelli adesso è già tanto se vanno nei talk show..

E quale è la differenza rispetto alle parole pronunciate in Senato nel suo discorso di inaugurazione della sua carica e di ringraziamento ai suoi elettori, signorilmente rivolto anche ai rappresentanti dell'opposizione che giurava di non fare sconti e di essere dura e intransigente?

Ecco infatti le parole odierne del Presidente del Senato: “Non ho bisogno di ripetere per intero le parole di Luciano Violante, ma solo nella parte che spero sia più condivisibile da tutti. Riferendosi alla necessità di un superamento di qualunque momento di odio, di rivalità, di contrasto storico, di antiche o nuove discussioni, con un linguaggio che mi auguro sia quello auspicato dalla presidente Segre, Violante ebbe a dire che un clima coeso 'aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fondamentale fatto di vivere in questo Paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno.” Cambiano sicuramente i toni ma la sostanza resta quella, la si può pensare come ci pare su Ignazio La Russa, ma non si può certo dire che sia stato o sia un voltagabbana o che abbia votato a favore dei vari governi soprattutto quelli alquanto affollati, da destra a sinistra, per insediarsi al potere

Fratelli d'Italia incassa infatti soprattutto il consenso degli scontenti di ogni ammucchiata, partito nato per opporsi a Monti e cresciuto nell'opposizione a Draghi, una opposizione che ha saputo maturare in vista dell'obiettivo fondamentale perseguito da Almirante fin dall'inizio, la conquista del potere. E ci è riuscito. Ma un conto è arrivare al potere e un conto restarci sapendo fare quanto promesso o quanto è davvero nell'interesse degli italiani.

Se un governo esordisce avendo bisogno della fiducia dell'opposizione perché non sa dimostrare adeguata compattezza al suo interno, litigando in continuazione per l'attribuzione delle alte cariche dello Stato, dei ministeri, tanto che i suoi rappresentanti già si mandano a quel paese (e usiamo un eufemismo), c'è da credere che il percorso della prossima legislatura sarà alquanto accidentato e il voto di fiducia non sarà poi così semplice come vuole apparire.

Insomma 100 anni dopo la marcia su Roma non abbiamo visto un'aula grigia perché sicuramente è molto “colorita” la compagine parlamentare, anche se leggermente sbiadita rispetto a quando era più numerosa. Però sorda lo è e parecchio, inutile negarlo, sorda soprattutto verso chi dovrebbe meritare il massimo rispetto, e cioè quell'elettorato che l'ha fatta nascere e di cui rinnega già dal primo giorno la sovranità.

Il vero re in democrazia è sempre il popolo, però oggi questo povero re in Italia è sempre più nudo e temiamo anche che sarà sempre più infreddolito.


Carlo Felici

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