Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

martedì 12 settembre 2017

La statuafobia antifascista





                                    di Carlo Felici

La storia non si cancella, se non altro perché non si ripete mai, dato che, quando si prova a replicarla, non si rivela altro che una tragica o grottesca burla
E' capitato così con tutti coloro che si sono illusi di ripercorrere il passato con i soli strumenti del loro presente. E continuerà ad essere sempre così per chi continuerà a provarci.
La storia del fascismo e lo storicismo oggi sono banditi anche dalle università (corsi monografici nel merito o su Croce, Gentile, Gramsci o Dilthey? Meglio la trasmissione Chi lo ha visto?), perché prevale la tendenza ad assolutizzare il presente, tanto che che c'è persino chi ha teorizzato la fine della storia, però siamo altresì sicuri che, se ciò accadesse, sarebbe anche la fine dell'umanità.
Da quando, infatti, l'uomo ha imparato a scrivere la storia e a studiarla, si è anche scoperto libero, di fronte al futuro e alla speranza di un avvenire diverso dal passato. Non più quindi schiavo dei suoi errori e orrori, proprio perché costretto a vedere e rivedere in continuazione quei monumenti e quelle testimonianze di quel passato che ci ricorda in continuazione come e perché siamo quel che siamo nel presente, e come e quanto ci è costato arrivarci.
Solo i regimi totalitari e liberticidi hanno provato a cancellare il passato e i suoi monumenti, azzerando persino il calendario, quasi come se nulla fosse accaduto prima della loro “era” che pretendevano trionfale.

Oggi il totalitarismo ha il volto di un nuovo modello di fanatismo, il quale vorrebbe fare della storia un uso strumentale, essere cioè nella condizione di ergersi a giudice di ciò che è degno o non è degno di essere visto e ricordato, cancellando tutto il resto.
Ci sono molte versioni di questo fanatismo, da quella più rozza e barbara che fa saltare per aria le statue dei Buddha o che mina le rovine di Palmira, espressione dell'integralismo religioso alla massima potenza, e c'è quella che se la prende con i generali sudisti, con le statue di Colombo, anch'essa espressione dell'integralismo, ma stavolta del politically correct elevato al cubo, in una disgustosa ipocrisia che vede abbattere le statue di colui che è accusato di avere iniziato il genocidio degli indios, mentre tuttora si umiliano i nativi americani con un un lungo oleodotto capace di trasportare, una volta terminato, circa 500.000 barili di petrolio grezzo al giorno dal Nord Dakota all’Illinois. Qualcuno è andato forse ad abbattere i bulldozer?
Ovviamente noi non ci facciamo mancare nulla ed abbiamo anche noi gli integralisti monumentali, nostrani, quelli che, ad esempio, quando vedono un monumento fascista fremono di indignazione e vorrebbero eliminarli tutti o almeno rasare le scritte inneggianti a Mussolini, magari segando anche le braccia delle statue che fanno il saluto romano.
Sono gli stessi personaggi della stessa parte politica che non si è fatta scrupolo a suo tempo di decorare ex criminali di guerra fascisti. Tutto fa brodo, tutto può contribuire alla distrazione di massa, a far credere che il vero nemico oggi sia quello annientato più di 70 anni fa. Ovviamente confermando così il fallimento di una democrazia sia sul piano culturale che educativo, se ancora oggi si ha bisogno di reprimere e temere ciò che nella storia non esiste più, anche se riecheggia in certa coreografia e propaganda.
Ma propaganda di che? Di un tempo in cui il fascismo divenne regime solo perché aiutato dai poteri forti di allora? Re, Papa, industriali, agrari, banchieri, multinazionali del petrolio, riciclatori di residuati bellici?
Da che parte stanno, mutatis mutandis, questi poteri oggi? Ma evidentemente dalla parte di chi fa i loro interessi: azzera il diritto del lavoro, precarizza, riduce le pensioni, alza l'età pensionistica, privatizza i beni comuni, specula sui risparmi dei cittadini, azzera o riduce i contratti di lavoro a elemosina e..ovviamente per ridurre la fatica, cerca infine di modificare la Costituzione secondo i suoi interessi.
Ebbene, questi politici, oggi, sono gli stessi che sbraitano contro il fascismo fino a voler abbattere i suoi monumenti, e contemporaneamente, ne decorano gli esponenti più spregevoli.
Perché, in definitiva, a loro del fascismo o dell'antifascismo importa ben poco, quello che conta è che la gente pensi ad altro. Che creda all'incombere del pericolo dell'avanzare del fascismo, mentre deve dimenticare o trascurare del tutto le nuove forme di autoritarismo che vengono spacciate per democrazia, in una società in cui non si ha più bisogno di usare il manganello, ma basta licenziare, precarizzare, ricattare, emarginare, ridurre tutti al ruolo di migranti senza meta né patria, che si spostano, o meglio, vengono spostati dove conviene sfruttarli meglio, secondo la legge inossidabile del profitto. Poi, magari se protestano, sono troppi e vanno in piazza, pure con gli studenti..beh, allora il manganello torna sempre utile!
Questo è il vero autoritarismo odierno, senza più previdenza sociale, né opere per l'infanzia, senza più né piccole o grandi opere pubbliche se non destinate a sfasciarsi in pochi mesi, senza monumenti, con milioni varati e non spesi, che restano ad ingrassare istituti finanziari o banche, e non producono opere necessarie per il territorio che va in fumo o si sbriciola al primo nubifragio e per i cittadini che ci restano sotto.
Forse questo livore e quest'ira contro il passato che si lascia distruggere o si lascia marcire, come molti monumenti dell'antichità romana, deriva da un profondo senso di inadeguatezza, dal fatto che non si sa tramandare al futuro nulla che non sia un cumulo infinito di immondizia che ormai non si sa più nemmeno dove mettere.
Sarà quindi solo una grande discarica il monumento che ricorderà questi tempi così squallidi e consumisti. E in questa feroce e disperata consapevolezza si vorrebbe che ne facessero parte anche le rovine del passato.
Magari affinché nessuno in futuro possa pensare che un passato è mai esistito ed assuefacendosi e ammorbandosi nell'unico infernale presente a cui l'umanità si è condannata, non possa nemmeno immaginare che altro c'è stato e che altro è possibile.
Questo è l'unico destino che l'umanità dei monnezzari vorrebbe imporre: una grande discarica più alta e gloriosa di ogni obelisco.

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