Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

lunedì 19 febbraio 2018

MASSONOFOBIA


                                          




                                                                   di Carlo Felici



La pochezza di argomenti e la mancanza di originalità, in questa tristissima campagna elettorale, viziata già in partenza dall'ennesima legge incostituzionale, dato che impedisce ancora una volta all'elettore di scegliersi l'eletto e lo costringe a votare il pacco riempito dai capibastone dei partiti, ha però un minimo comune attuale denominatore: la massonofobia
La caccia cioè al massone infiltrato nella lista, quasi fosse la serpe più velenosa del paradisiaco ed autoreferenziale giardino dei già eletti propinati all'elettore in lista unica. Una volta, nel famigerato ventennio, esisteva una sola lista unica nera di partito con nomi bloccati, adesso ne esistono varie. E noi ancora andiamo a fare le manifestazioni antifasciste...
Evidentemente bisogna evocare un nemico comune da scongiurare e magari a cui imputare tutto il male possibile di una democrazia malata di corruttele e di poteri autoreferenziali, per coprire le vere responsabilità, e soprattutto per non parlare di concrete alternative.
Il massone di oggi è come l'ebreo di ieri, l'appestato sempre pronto, da sbattere sulla colonna infame del capro espiatorio.
Non stiamo qui a sciorinare i meriti della Massoneria nell'aver voluto costruire l'Italia in una penosissima espressione geografica, fatta di molteplici lingue dialettali, costumi diversissimi, arretratezza endemica per cui quando negli USA c'era la Guerra di Secessione e qui il Risorgimento, lì l'80% della popolazione sapeva leggere e scrivere e anche il più disgraziato pioniere diretto verso il Far West aveva la sua Bibbia e i suoi vari libri da leggere quotidianamente sul suo carro. Mentre qui, lo stesso 80% della popolazione era analfabeta e la maggioranza dei contadini, soprattutto nel Nord Est e nel Meridione, viveva nei latifondi in condizioni peggiori degli schiavi neri nei campi di cotone del Sud Confederato. Inutile ricordare che furono massoni tutti quei ministri che abolirono la pena di morte in Italia, molto prima di altri in Europa, e che istituirono per la prima volta una Istruzione pubblica obbligatoria per tutti. O che la Costituzione e la Repubblica nacquero con il contributo di altrettanti massoni e con un simbolo: la stella, emblema dichiaratamente massonico, così come con un inno scritto da un giovane massone allora, per altri “fratelli” massoni. Che poi, col tempo e con il tardivo riconoscimento con cui quell'inno è finalmente nazionale, siamo diventati tutti “fratelli”, in Italia, è tutto da dimostrare, dato che qui si resta più “coltelli” che altro.


Come sappiamo, il primo maestro dell'antimassoneria fu Mussolini, in questo perfettamente coerente, sia nel periodo in cui fu socialista, e cioè nel 1914, quando spinse il suo partito a votare per l'incompatibilità tra Socialismo Italiano e Massoneria, accompagnato per altro dalla III Internazionale radunata a Mosca nel 1922 con lo stesso intento, sia quando, andato al potere anche con l'aiuto di una Massoneria che si illudeva di portare con Mussolini ordine in un Paese che rischiava ante guerra già il conflitto civile, la ripagò mettendola fuori legge dopo il delitto Matteotti nel 1925, per avere carta bianca nel restituire il potere temporale al papa, in cambio del consenso definitivo dei cattolici. Nonostante ciò, la Massoneria fu protagonista della Resistenza, della stagione della Costituente e, negli anni del dopoguerra, subì la censura dei più grandi partiti che si spartirono consociativamente il potere per più di 40 anni: la DC che ovviamente ereditava dal Vaticano la scomunica per i massoni, ed il PCI che la mutuava da Mosca mantenendo il divieto di affiliazione alle logge massoniche.
Lo scandalo della P2 negli anni 70-80 impresse infine il marchio definitivo di infamia su una Massoneria che in realtà conosceva quella loggia dal 1877 con personaggi che furono tra i protagonisti del nostro Risorgimento come: Carducci, Filopanti, Labriola, Saffi, Zanardelli e probabilmente anche Crispi. Rinacque solo nel dopoguerra, ma senza attività di rilievo fino all'arrivo di Gelli
Quando alla fine essa divenne oggetto delle indagini della Magistratura, la documentazione reperita fu piuttosto irrilevante rispetto ai fini dell'inchiesta, che mirava a dimostrare un complotto massonico contro lo stato democratico. In realtà, molto probabilmente, quella loggia serviva l'intento opposto, anche se guidata da uno che fece sempre professione di fascismo in vita sua, e cioè mirava a preparare una struttura di coordinamento in grado di attivarsi con altre forze territoriali e reagire prontamente nel caso i comunisti avessero conquistato il consenso elettorale maggioritario nel Paese.
Concretamente il materiale scoperto allora dagli inquirenti, a detta dello stesso Gelli, includeva un brogliaccio con nomi misti tra aderenti e personaggi che lui stesso aveva intenzione di contattare. La vera documentazione sepolta sotto ritagli di giornale sfuggì alla Magistratura e sempre a detta dello stesso Gelli, pare fosse poi stata spedita addirittura in Uruguay..ma chi ci crede?

Tutto ciò comunque bastò per sollevare un tale baccanale mediatico e inquisitorio di immani proporzioni, la cui eco non si è ancora spenta tanto che tuttora, quando si vuole demonizzare la Massoneria, lo spettro della P2 appare puntualissimo in punta di ogni penna e di ogni pennivendolo.
La P2 finì più ad opera della stessa Massoneria, che si rese conto del danno immane che stava subendo, piuttosto che ad opera del buon Spadolini, divenuto nel frattempo Presidente del Consiglio.
Verso la P2 si scatenarono gli strali di quasi tutti i partiti, non solo della democristiana Tina Anselmi, ma anche del MSI, che la definì costola della partitocrazia, e ovviamente dello stesso PCI che ne stigmatizzava il target anticomunista, quasi in una bizzarra sinonima tra anticomunismo e antidemocrazia.
Fatto sta che, alla fine, di rilevanze penali ne emersero ben poche, anzi, lo stesso Gelli fu riabilitato nientepopodimeno che dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo con sede a Strasburgo il 19 Ottobre del 1999, la quale condannò lo Stato Italiano alle scuse previo risarcimento di 20 milioni di lire più 2 di spese processuali, per avere violato l'articolo 6 paragrafo 1 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Più o meno stessa sorte è toccata a Craxi con una Corte Europea che espresse condanne simili, ma ovviamente noi diamo retta all'Europa solo quando si tratta di spread.
Oggi più o meno tutto il panorama politico ancora evoca quei fantasmi, con il probabile intento di non parlare d'altro...lavoro, scuola, rapporto con l'Europa, va tutto bene purché tu non sia massone. Per il Movimento di Grillo, che pare a sua volta una massoneria deviata per quanto copre il suo verticismo e la sua vena settaria, la Massoneria vera è diventato il nemico numero 1, dato che si è scatenata in quel partito anche la caccia al massone in sonno reticente, quello cioè che non si è svegliato nemmeno per dire: c'era una volta quel che c'ero..ma è del tutto evidente che chi vorrebbe essere alfiere della trasparenza e della democrazia, poi, alla fine, si rivela discriminatorio e arrogante come se non più degli altri..e non si fa mancare nemmeno un bel “rincoglioniti” rivolto a tutti noi italiani, non si fa davvero mancare nulla..

E gli altri non sono certo da meno..il cattolico Cardini, in una intervista prima dice che la Massoneria ha creato lo Stato, poi dice che lo minaccia, beh..trovi almeno la maniera di accordarsi con se stesso, il PD Mattiello dice "sarebbe il caso che la massoneria riflettesse su come dover cambiare se stessa nel momento in cui non si tratta piu' di opporsi a regimi liberticidi, ma si tratta di esistere all'interno di sistemi democratici e repubblicani". E ci si chiede di cosa stia parlando. Sta parlando davvero di Massoneria, in cui per entrare bisogna prima ancora di giurare su una appartenenza, firmare un impegno di rispetto assoluto delle leggi della Costituzione? Se parla di questo, allora di quale opposizione si può mai blaterare? Sono questi i legislatori che vorrebbero legiferare su ciò che ignorano? Basta poi un giuramento a impedire il mancato rispetto della Costituzione, se i primi a violarla sono proprio coloro che legiferano e che giurano su di essa prima di legiferare, governando il Paese con i loro decreti legge?
Sappiamo bene che la Massoneria, specialmente italiana, non è una congrega di “anime belle” ma quanti massoni sono stati condannati con sentenza definitiva rispetto ad altri membri di partito o persino preti? Vogliamo dunque squadernare anche gli elenchi delle parrocchie o degli iscritti ai vari partiti..così tanto per non rischiare? Il confronto tuttora non regge suo piano dell'onestà, ce ne sono ancora troppo pochi per far pendere la bilancia contro i massoni..

Però, nonostante questo, chi presiede la commissione antimafia ha messo la Massoneria nel suo principale mirino: la Bindi pontifica dal suo scranno sentendosi in dovere di ricordare in proposito che “in base alla Declaratio de associationibus massonicis” non esiste conciliabilità fra adesione alla chiesa cattolica e alla massoneria, che per i credenti cattolici resta proibita. E ci ricorda pure che di recente Papa Francesco ha respinto le credenziali di un ambasciatore perché iscritto alla massoneria.
Resta solo da capire che commissione sia quella in realtà, se di indagine civile e costituzionale oppure se inquisitoria facente le veci del Santo Uffizio.
Purtroppo a questi attacchi reiterati da ormai 3 secoli, in Italia si aggiungono i mali endemici del nostro popolo, più intento a massacrarsi da solo che a farsi massacrare da altri, e per questo perennemente in lotta con se stesso..Mario e Silla, pompeiani e cesariani, Ottaviano e Marco Antonio, guelfi e ghibellini, savoiardi e repubblicani, fascisti e comunisti e via dicendo saltando ovviamente tante altre “amene” e perduranti guerre civili.. La Massoneria non fa eccezione nel suo ambito, con le sue faide interne, le sue scissioni, le sue macro e micro logge, i suoi assetti paramassonici, dove evidentemente si può infiltrare di tutto e di più
Se dunque, per trarre le conclusioni da tutto ciò, dobbiamo inevitabilmente reagire all'ennesimo tentativo di trovare un facile capro espiatorio ai mali perduranti e cronicizzati di un intero Paese, altresì è necessario richiamare l'ambito massonico più che al dovere dell'Obbedienza a quello dell'Ordine, e cioè ad una Regola generale che, come quella degli antichi Ordini Cavallereschi, vincoli tutti preservando l'intera comunità dagli arbitri e dalle devianze.

Dice bene il Gran Maestro Luigi Pruneti: "A proposito: l'Ordine Massonico Tradizionale rifiuta di fregiarsi con il termine OBBEDIENZA perché nel corso della storia questo sostantivo è stato interpretato, abusato, forzato e manipolato arrivando - a volte - a far confondere i fratelli per frati, i dignitari per guardie carcerarie, la libertà per tirannide e gli uomini per schiavi obbligati a non vedere, a non ascoltare e soprattutto a non ragionare, delegando tale funzione al capo supremo, il cui pensiero, nel caso ne possedesse uno, sarebbe da considerarsi per i sudditi - proni e fedeli - dogma e verità rivelata" Ricordiamoci bene che, nel percorso massonico, il capo supremo resta soprattutto la libera coscienza di ciascuno da perfezionare affinché, con ciò, essa stessa contribuisca a perfezionare il mondo che la circonda. Ad essa sempre e soprattutto dobbiamo la nostra vera obbedienza.
E poi, in fondo, lo diceva anche Don Milani: “L'Obbedienza non è più una virtù”, e quanto ai giuramenti, ricordiamoci sempre che tutte le volte che diciamo un sì o un no, ne facciamo uno, assumendo una responsabilità che determina precise conseguenze e che, per questo, è ben più di un atto formale.
Forse così riusciremo a scoprirci meno "primitivi" e più “fratelli e sorelle” di come e quanto certi istituti vorrebbero “monopolizzare”, chiese o logge che siano.
Perché noi, in definitiva, siamo sempre quello che pensiamo, diciamo e facciamo e soprattutto, concretamente, risultiamo dalla corrispondenza coerente di questi tre fattori, sempre ed ovunque.

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