tag:blogger.com,1999:blog-56745335266812781512024-03-04T12:23:28.614-08:00CIVITAS ECOSOCIALISTANATURALIA NON SUNT TURPIAUnknownnoreply@blogger.comBlogger446125tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-63647500000445955692024-02-26T03:42:00.000-08:002024-02-26T03:54:40.977-08:00LA DEMOCRATURA IN ARRIVO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUmELgepC7fWySrZWB2voYEpQPY63pGfvM4l7O03bZaRDBC0ZeUWQ6JMt7YACzfcibPXVze6XNuFfrQ6PTx2zsLPX1z4gWKt4JTB4OERArjIYr7AVoIoBtV8KWyVBl91DlvuvBo7woa5srHWZ9WFuGZ9FszCTW6HfMtbt48dUBBmts8VstPoICPJWwjhmd/s495/mANGANELLATE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="278" data-original-width="495" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUmELgepC7fWySrZWB2voYEpQPY63pGfvM4l7O03bZaRDBC0ZeUWQ6JMt7YACzfcibPXVze6XNuFfrQ6PTx2zsLPX1z4gWKt4JTB4OERArjIYr7AVoIoBtV8KWyVBl91DlvuvBo7woa5srHWZ9WFuGZ9FszCTW6HfMtbt48dUBBmts8VstPoICPJWwjhmd/s320/mANGANELLATE.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p><br /></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si era detto quando questo governo si insediò, di non avere pregiudizi e di valutarlo per quel che avrebbe messo in opera.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ebbene, mi pare che abbiamo già visto abbastanza, sul piano internazionale un mero appiattimento su posizioni filo ucraine e filo israeliane, fino a siglare una alleanza militare per circa dieci anni che vuol dire che se la NATO non dovesse volere gli ucraini, noi siamo pronti e in prima fila a sostenerli, nessuno sforzo diplomatico ma, come vuole Zelensky, avanti fino alla vittoria per una guerra che ormai dura da più di due anni, ha ridotto l'Ucraina in macerie con centinaia di migliaia di vittime e che i russi possono portare avanti anche per 20 anni, dato che perdere questa guerra per loro significherebbe con ogni probabilità il caos e la disgregazione interna, seguita da una guerra civile come tra bianchi e rossi nel periodo post rivoluzionario.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come diceva anche Berlusconi prima di andarsene, questa guerra avvantaggerà solo la Cina e in effetti è dimostrato che le cose stanno esattamente così, la Cina cresce in potenza in maniera inversamente proporzionale a quanto l'Europa decresce economicamente e strategicamente nello scacchiere globale.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per gli USA le guerre sono sempre state una questione di affari, uscirono definitivamente dalla crisi del '29 con la seconda guerra mondiale, hanno perso le guerre in Vietnam e in Afghanistan perché non c' era molto da ricavare, dopo che per lunghi anni l'industria militare e delle commesse logistiche era stata adeguatamente rimpinguata; hanno vinto la guerra in Iraq per il controllo delle risorse energetiche petrolifere, lì, in effetti ci sono affari da tutelare ancor oggi. Per gli americani “war is a job”, un lavoro dei più sporchi, ma finché frutta, bisogna farlo a tutti i costi</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E questa ennesima guerra europea, nel continente più afflitto dalle guerre intestine dai tempi degli antichi romani, sta fruttando loro l'entrata di due altri paesi nella NATO che accoglieranno basi militari americane, la divaricazione definitiva tra Russia ed Europa, più che ai tempi della guerra fredda, con un azzeramento dei traffici commerciali tra paesi europei e Russia, che sta già portando lo Stato locomotiva di Europa in recessione. Ed è davvero sorprendente come la Germania di fronte a tutto ciò assomigli ad un pugile suonato che non sa risollevarsi dal tappeto.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I protagonisti di queste guerre in corso: Zelensky, Putin e aggiungiamo Netanyhau indaffarato a portare a termine la sua “guerra totale” contro Hamas e i palestinesi, senza fare distinzioni e pare anche senza prigionieri (perché poi dovrebbe restituirli in cambio di ostaggi), sono accomunati da un unico fattore: hanno bisogno della guerra per restare al potere, altrimenti i loro popoli li travolgerebbero, per cui ognuno di loro è indaffarato non solo a portare avanti il conflitto al fronte, ma pure a combattere in modo spietato ogni oppositore interno, eliminandolo.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di fronte a tutto ciò in Italia vige ormai il Minculpop, perché le tre reti RAI sono state occupate da un unica parte politica, ogni oppositore di questo governo, infatti, è stato costretto a migrare altrove, e le notizie, a parte i gossip sempre più frequenti nei telegiornali per distrarre il popolo, sono sempre più uniformate ad un unica posizione e pensiero.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' evidente che l'unico modo di manifestare l'opposizione, in queste condizioni, resta la piazza, e la notizia che il Presidente della Repubblica sia dovuto intervenire per sottolineare come manganellare gli studenti minorenni che protestano sia un “fallimento”, dovrebbe allarmarci tutti parecchio.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La storia non si ripete, non rivedremo la Milizia fascista per le strade, non più le camicie nere con la “cimice” sul petto, ma il manganellamento viene semplicemente demandato agli Organi di Polizia, che pur hanno un delicatissimo compito da svolgere per la tutela della sicurezza dei cittadini e che, in questa maniera, rischiano di diventare sempre più impopolari, pestando a sangue, come sta avvenendo da un po' di tempo a questa parte, soprattutto operai che occupano fabbriche per difendere il loro posto di lavoro, e studenti che si mobilitano per difendere le vittime della guerra, e in particolare quelle più numerose che sono i palestinesi.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La Costituzione, anche secondo il parere di uno dei più illustri costituzionalisti come Zagrebesky, tutela il diritto di manifestare anche senza autorizzazioni, solo quando esistono minacce concrete verso l'ordine pubblico la Polizia può intervenire.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Oggi c'è chi giustamente si commuove per dei ragazzini imbottigliati in una via senza possibilità di fuga e pestati a sangue, solo perché cercavano di uscirne o di manifestare alzando le mani, ma non dobbiamo dimenticare che le manganellate arrivano da lontano, non dobbiamo scordare le manganellate agli operai in presidio da Mondo Convenienza a Prato, ricordiamoci della polizia che ha caricato 300 lavoratori SDA, in sciopero dopo il licenziamento di 17 corrieri, risalendo anche a 10 anni fa, con il governo Renzi, ci tornano alla mente le immagini delle centinaia di operai dell’Acciaieria di Terni (Ast) giunti a Roma per manifestare contro il piano industriale della ThyssenKrupp. Gli operai partecipavano ad un sit in indetto dalla Fiom, e che dire dei portuali, circa due anni fa a Trieste in lotta per la tutela del loro posto di lavoro, aggrediti a manganellate e con idranti, assieme ad altri numerosi episodi analoghi</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tutto ciò mentre è stato possibile che la sede della CGIL venisse devastata, senza che vi fosse alcuna opera di prevenzione o di tutela nei confronti degli aggressori.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sono brutture che vengono quindi da lontano e non riguardano solo questo governo, però ultimamente, proprio contando sul fatto che innumerevoli erano i precedenti di una repressione in atto contro il mondo del lavoro e quello studentesco che protestano, e nulla è stato fatto di sostanziale per arginare questo fenomeno, tali episodi si sono incrudeliti, rasentando il grottesco</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un Carabiniere in servizio reagisce ad una anziana signora dicendo che il Presidente della Repubblica non lo rappresenta, la Digos identifica un signore che a teatro dice “viva l'Italia antifascista”, la stessa DIGOS scheda chi rende omaggio a Navalny, di fronte al pestaggio degli studenti di Pisa, finalmente interviene il Presidente della Repubblica ma chi è a capo del governo preferisce tacere</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il clima in Italia non è dei migliori e chi protesta oggi dovrebbe come minimo pensare a quanto sia stato inerte ieri anche di fronte a governi di diverso colore con episodi simili.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Noi non rischiamo di tornare al ventennio fascista, ma seriamente di diventare una democratura come quella ungherese, in cui una ragazza per avere reagito nei confronti di neofascisti è stata messa in catene e così mostrata anche in un aula di tribunale come monito a quelli che dovessero pensare di imitarla.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Difficile se non impossibile pensare che possa esserci un cambiamento per la caduta di questo goveno tenuto insieme da enormi interessi comuni alle forze politiche che lo compongono, e io direi anche, visti i precedenti, difficile pensarlo anche se tornassero a governare i tecnocrati che lo hanno preceduto, non meno solerti nell'uso del manganello contro studenti ed operai.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quello che manca oggi e che ancora c'era ai primi di questo secolo francamente deprimente, è la mobilitazione di massa. Come avvenne ad esempio a difesa dell'articolo 18, a Roma nel Circo Massimo, con milioni di lavoratori e studenti coinvolti. Ma la stessa gente che allora si mobilitò e che poi ha visto azzerare l'articolo 18 non da Berlusconi ma da Renzi, come possiamo pensare che ancora una volta possa mobilitarsi e scendere in piazza chiamata a raccolta dagli stessi di allora che poi la tradirono?</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Furono i socialisti a inventare la Sinistra, e oggi non ci sono più, e con essi non c'è più la sinistra incarnata da un grande partito dei lavoratori che tuteli innanzitutto il mondo del lavoro e i diritti sociali prima ancora di quelli civili, ma senza trascurare nemmeno quelli.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Se non reinventiamo qualcosa di molto simile e non siamo capaci di adoperarci perché funzioni in simultanea, nelle piazza ed in Parlamento davvero torneremo, ahimè soprattutto con il premierato, a quello che anche il primo Mussolini quando andò al potere voleva, non la dittatura ma un governo che svuoti di fatto i meccanismi istituzionali e risulti una mera autocrazia, esattamente come accade oggi in Russia, in Ucraina ed in Israele, in cui la sostanza del governare distrugge la forma della istituzione di governo</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Esattamente quello che ci dicono da tutte le irregimentate tribune mediatiche che si vuole combattere ma che invece, sotto sotto, e direi anche sottosopra (stravolgendo la Costituzione), si vorrebbe realizzare.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span></p></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-12674047759994219352024-01-25T02:32:00.000-08:002024-01-25T03:31:11.780-08:00CIRILLO E IL TORMENTONE SULLA CASA<p> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMxn-Cq5iRQGKOnQ61s6VxVfmryUHf8OcSCGviY8DuGPjQKEvNZZ2dROiwuV-m37GbzTF6MKcAzecyKfR_SULZ83piAu7Gbh81w2evkDTQun2gLuWAh6ZMrjj2JqOmbx-63rgPj0mKZbdR4r9tJga_1OWdSQssm2GmUcUEkdZG72iHeUltNIsnObgqb0YO/s1170/CASE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="877" data-original-width="1170" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMxn-Cq5iRQGKOnQ61s6VxVfmryUHf8OcSCGviY8DuGPjQKEvNZZ2dROiwuV-m37GbzTF6MKcAzecyKfR_SULZ83piAu7Gbh81w2evkDTQun2gLuWAh6ZMrjj2JqOmbx-63rgPj0mKZbdR4r9tJga_1OWdSQssm2GmUcUEkdZG72iHeUltNIsnObgqb0YO/s320/CASE.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ogni tanto e specialmente nei periodi di magra e di crisi economica, si riaffaccia il tormentone della tassa sulla casa. Questa volta a riproporlo è Cyrille Schwellnus, responsabile del desk Italia dell‘Ocse e principale autore dell’Economic survey sulla Penisola pubblicato martedì. </span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">In sintesi e in buona sostanza e anche secondo indicazioni già pervenute prima della elezione di questo governo, in Italia bisogna spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio, specialmente immobiliare, per aiutare i ceti più poveri sgravandoli proprio dalle tasse sullo stipendio. La ricetta naturalmente include, non solo la reintroduzione dell'IMU sulla prima casa (</span></span><span style="color: #5f6368; font-family: georgia; font-size: medium;">Quo usque tandem abutere.. patientia nostra?</span><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><span style="background-color: white; color: #4d5156;">)</span></span><span style="font-family: georgia; font-size: large;">, ma anche una maggiore tassazione sulle eredità e sugli affitti. Tutto questo per “ampliare l’accesso alla nuova prestazione di assistenza sociale (Assegno di inclusione – Adi), anche alle persone con prospettive molto deboli sul mercato del lavoro”, in buona sostanza per promuovere l'ennesima misura assistenziale che è destinata a sottrarre al mercato del lavoro altre persone magari occupabili, ma considerate deboli non si sa in base a quale criterio.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> Insomma una riedizione del reddito di cittadinanza che, se esteso, è come un gatto che si morde la coda, infatti non incrementa la produttività ma fa crescere enormemente il debito, proprio quello che si vorrebbe abbattere con queste ulteriori proposte di patrimoniali che ovviamente includono anche l'aumento degli estimi catastali.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In Italia sappiamo che il vero problema è un altro, ed è il gap relativo all’Irpef pagata da autonomi e imprese, che è sempre stato il più consistente. La propensione al gap tuttavia ultimamente è scesa, dal 69,3 a un comunque preoccupante 67,2% </span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un altro problema è quello relativo alla tassazione delle multinazionali, sul quale però si sta già facendo qualcosa che non è ancora sufficiente ma è meno che niente, come in passato Dal 2024 infatti le multinazionali nell'Unione europea con un fatturato superiore a 750 milioni di euro dovranno versare un'aliquota minima effettiva del 15%. Addio ai paradisi fiscali per i big, mentre per l'Italia potrebbero arrivare circa 3 miliardi di gettito in più all'anno e 70 miliardi per tutti i 27 dell'Ue. </span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un ulteriore aspetto interessante è che questo provvedimento rende necessaria l'applicazione della tassazione effettiva pure nei casi in cui sia stata delocalizzata la società madre rispetto alla UE in paesi a bassa tassazione che non applicano la minimum tax. Resta la questione delle regole internazionali sulla ripartizione degli utili societari delle multinazionali più redditizie che, specialmente nel settore mediatico, operano senza una presenza fisica.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il quotidiano “Sole 24 ore” ci informa che “Tra i principali paesi dell’area dell’euro, nel 2022 ha sorpreso al rialzo la crescita del Pil in particolare dell’Italia, pari al 3,7 per cento − dato superiore alla media Ue − e della Spagna, mentre è risultata ben al di sotto delle previsioni del Programma di stabilità del 2022 nel caso della Germania.” La cosiddetta “locomotiva di Europa” si è sostanzialmente fermata, diremmo soprattutto per effetto della crisi nell'Europa dell'Est il cui bacino di esportazioni e importazioni, in particolare di materie prime, per la Germania è sempre stato di importanza vitale. Una volta era addirittura il suo “Lebensraum”, il suo “spazio vitale” e di questo furono particolarmente consapevoli quei governi tedeschi che svolsero saggiamente la loro “Ostpolitik”, in particolare quello a conduzione socialdemocratica di Brandt, la quale ebbe poi il suo culmine con il crollo del muro di Berlino e la unificazione. Il governo attuale tedesco sembra la negazione di questo passato, più sensibile ai venti di guerra che a una seria opera di pacificazione e di mediazione per concludere il conflitto ucraino. C'è comunque da esser certi che più a lungo tale guerra durerà e più la Germania andrà verso una lunga recessione.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lo spostamento delle rotte di approvvigionamento energetico dalla direttrice Est-Ovest a quella Sud-Nord in Europa ha sicuramente avvantaggiato l'Italia, di questo ancora non ci rendiamo pienamente conto ma è uno dei motivi per cui, anche di fronte al nuovo conflitto in Palestina, la nostra situazione economica per ora regge, anche se la crescita per il nuovo anno in corso è incerta ed è prevista in diminuzione.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Se questa è la situazione di fronte alla quale ci troviamo non senza ulteriori incognite rappresentate da un nuovo teatro di scontri nel Mar Rosso, di vitale importanza per le importazioni energetiche dell'Europa e dell'Italia, e anche per i rapporti con la Cina, la quale sicuramente agirà per non essere danneggiata, noi italiani dobbiamo concentrarci su altro, rispetto a nuove tasse sul patrimonio immobiliare.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Dobbiamo incrementare la stabilizzazione del lavoro e soprattutto aumentare gli stipendi, cioè fare emergere il lavoro nero, combattendo il precariato e allo stesso tempo potenziando il potere d'acquisto delle famiglie e dei pensionati che sono tuttora coloro che maggiormente aiutano i giovani in condizioni di precarietà e disoccupazione.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La generazione di coloro che nel dopoguerra, a prezzo di immani sacrifici e partendo da zero, ha garantito la crescita del nostro Paese, fino a farlo diventare negli anni 80 a conduzione socialista, una delle economie prevalenti al modo, è in esaurimento. Quella generazione ha investito risorse specialmente su quello che considerava essere un bene primario: la casa, non solo per sé, ma anche per i propri figli e la propria famiglia. Molti giovani, essendo in condizioni di precariato o di disoccupazione, possono giovarsi di questo patrimonio ereditato dai genitori per sopravvivere, gravarlo di ulteriori tasse li porterebbe solo a svenderlo. Ed è del tutto evidente che, in particolare nelle grandi città, esso diverrebbe facile preda di fameliche società immobiliari e di speculazioni anche nel mercato estero</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Alla luce di tutto ciò quindi l'appello di Cyrille Schwellnus ci appare come il richiamo dell'avvoltoio che gira intorno alla sua preda prima di gettarvisi sopra.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' del tutto evidente che, finché la cosiddetta sinistra inseguirà i diktat che, come in passato, con le politiche delle lacrime e sangue hanno dissanguato la Grecia e impoverito l'Italia con misure draconiane, non tornerà ad essere credibile e a governare, finché inseguirà politiche assistenziali e non saprà mettere in campo proposte credibili sulla stabilizzazione del lavoro e su una seria politica salariale e industriale, lascerà il campo alla destra. Tempo fa la sinistra aveva fatto proposte inverse, che comportavano addirittura l'abolizione dell'IMU, in cambio di una tassazione sui grandi patrimoni oltre i due milioni di euro. </span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Adesso si adeguerà alle richieste degli avvoltoi dell'Ocse che tutto ci dicono fuorché qualcosa di serio sulla concorrenza, le liberalizzazioni dei servizi e delle professioni, il dualismo del mercato del lavoro e le infrastrutture, sulla produttività del lavoro, sulla disoccupazione e l'inattività giovanile che forse si vuole risolvere con un reddito fittizio ricavato dall'aumento della tassazione sugli immobili?</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il mercato immobiliare andrebbe invece detassato per favorire permute, acquisti e vendite che lo valorizzerebbero alquanto, dato che il nostro è tra i più belli e preziosi al mondo</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non si danno maggiori risorse ai più poveri, facendo diventare più poveri coloro che sono più ricchi, ammesso e non concesso che sia ricco chi possiede, con il diritto primario di abitare, la sua prima casa che il solerte Cirillo vorrebbe tassare.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Li si fa diventare più ricchi offrendo loro maggiori opportunità di lavoro e di crescita per competere al meglio delle loro capacità e dei loro meriti.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La sinistra ha perso miseramente le elezioni proprio continuando ad agitare questi spauracchi sulla casa, e se come al solito farà da cassa di risonanza a direttive che provengono da istituti alieni al nostro tessuto sociale ed economico, senza mettere in campo proposte originali e socialmente avanzate specialmente su lavoro e politica industriale, senza puntare con grandi mobilitazioni sulla difesa dell'unità e integrazione nazionale e della democrazia parlamentare, potete starne certi, anche se la Meloni dovesse mettersi il fez in testa, continuerà a governare indisturbata.</span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><b>Carlo Felici</b></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-8567898208850153642024-01-19T01:49:00.000-08:002024-01-19T02:13:54.973-08:00IL MANDANTE<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxM5JCw3B2Fw1zXq0hHchfE17ojDEX60CRafbH_bxuXG5ICBKmXqyeij9i83UwnORtWXwSMwxhBDxZlMMDL3_cotHRXyxAxgiQvcmuoniEKoHIHhJ8C31WtHHYLP3eAx_Wf9UrxKozfAOngAfVmIT0Ix3uW3dItJSpEF3fJ0FYmXc9hPdD0t454v2dwPM1/s590/COPERTINA%20IL%20MANDANTE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="590" data-original-width="534" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxM5JCw3B2Fw1zXq0hHchfE17ojDEX60CRafbH_bxuXG5ICBKmXqyeij9i83UwnORtWXwSMwxhBDxZlMMDL3_cotHRXyxAxgiQvcmuoniEKoHIHhJ8C31WtHHYLP3eAx_Wf9UrxKozfAOngAfVmIT0Ix3uW3dItJSpEF3fJ0FYmXc9hPdD0t454v2dwPM1/s320/COPERTINA%20IL%20MANDANTE.jpg" width="290" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Tra le varie
pubblicazioni che stanno uscendo per il centenario dell'assassinio di
Giacomo Matteotti, spicca per originalità e dettagliata
documentazione quella di Mario Gianfrate, dal titolo “Il delitto
Matteotti. Il Mandante”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">l'Onorevole Matteotti,
sappiamo bene che fu il più fiero e pericoloso oppositore di
Mussolini quando il futuro duce considerava di dover normalizzare la
situazione istituzionale a suo favore, per conservare e consolidare
il suo potere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ci aveva già provato con
il “patto di pacificazione” firmato da una parte degli incauti
socialisti, il 3 agosto del 1921, il quale ebbe come
conseguenza più rilevante l'isolamento e la progressiva distruzione
dell'unica organizzazione combattente che avrebbe potuto contrastare,
armi in pugno, la violenza omicida dello squadrismo: gli Arditi del
Popolo. Sappiamo altresì che l'ascesa del fascismo fu favorita dalle
varie scissioni del Partito Socialista, fino alle elezioni del 1924,
in cui il listone fascista vinse soprattutto grazie alla legge
maggioritaria, alle violenze intimidatorie e alle divisioni delle
opposizioni.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Mussolini contava, con
ogni probabilità, di mantenere “formalmente” il regime
parlamentare, magari cercando una sponda con certi suoi vecchi amici
socialisti e la CGL, in nome della pacificazione nazionale e della
fine delle violenze. La sua opera parlamentare, infatti,
inizialmente, nonostante vari toni arroganti, si proponeva di
attrarre ulteriori consensi in nome di ciò che egli aveva già
offerto ai socialisti nel 1921, ma anche con la conseguenza di farsi
nemica la gran parte dello schieramento squadrista.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Matteotti era pienamente
consapevole di questo rischio essendo di fatto il capo
dell'opposizione parlamentare, e non solo quello dei socialisti
riformisti. Per questo, con ostinazione indefessa e precisione
certosina, aveva cercato di raccogliere ampie prove dei brogli
elettorali e anche delle manovre torbide che, specialmente sul piano
finanziario, accompagnavano l'ascesa del fascismo e preparavano
l'affermazione del suo regime.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Doveva quindi essere
messo a tacere, per quello che coraggiosamente aveva detto in
Parlamento e per quello che ancora più causticamente si apprestava a
dire, con una ulteriore gran quantità di documenti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il suo discorso
pronunciato in Parlamento il 30 maggio 1924, è stato immortalato
anche nel bellissimo film di Florestano Vancini uscito poco più di
50 anni fa, con attori di gran calibro come Franco Nero, Vittorio de
Sica e Umberto Orsini, e che andrebbe visto in tutte le scuole,
specialmente di questi tempi in cui le braccia sono anche troppo
tese..</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Esso ripropone alla
lettera quello che allora fu stenografato e il clima che allora si
visse in Parlamento.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il contributo di
Gianfrate che ha consultato e presentato la documentazione e il
resoconto della seduta parlamentare di vari giornali dell'epoca di
diversa tendenza, però potrebbe portare a dar vita ad un film ancora
più realista, crudo e veritiero, perché con una perizia notevole
nel raccogliere le testimonianze, ci appare 100 anni dopo un
Parlamento in cui ci fu non solo l'arringa del coraggioso tribuno
socialista portata avanti etiam spes contra spem e più volte
interrotta dai fascisti, ma una vera e propria rissa con tanto di
scontro fisico e intimidazioni in stile mafioso da parte di chi aveva
già da tempo in odio Matteotti.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il discorso che Giacomo
Matteotti svolge nell’aula parlamentare nella tumultuosa seduta del
30 maggio 1924, rappresenta infatti una vera e propria requisitoria
nei confronti di Mussolini della maggioranza vincitrice delle
elezioni politiche del 6 aprile dello stesso anno nelle quali, per la
prima volta, si va alle votazioni con le modalità previste dalla
Legge Acerbo, la legge di riforma elettorale che ha introdotto nel
Paese il sistema maggioritario voluto da Mussolini in base al quale
la lista maggiormente suffragata che abbia ottenuto il 25% dei
suffragi consegue un premio di maggioranza pari ai 2/3 dei seggi
disponibili in Parlamento.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
Una legge che consente a una forza politica minoritaria che, per
effetto di uno sproporzionato premio di maggioranza, determina una
situazione antitetica ai principi di democrazia; Matteotti lo scrive
acutamente su <i>La Giustizia </i>osservando che <i>“dare tutto il
potere ad una minoranza significa la facoltà di instaurarvi
l’arbitrio e la dittatura, promuovere, quindi una ribellione e una
rivoluzione in permanenza, poiché </i>nessuna garanzia<i> è data a
tutti gli altri cittadini che, pur suddivisi in diversi partiti,
costituiscono magari la maggioranza assoluta o hanno comunque diritto
di influire sulla vita pubblica del Paese e di difendere le</i>
elementari garanzie costituzionali<i>”</i>. Con una legge
elettorale siffatta – che Matteotti definisce “perfida” -
condita da una serie di violenze e di brogli che inquineranno le
elezioni, per il fascismo sarà gioco facile vincerle.
</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
Nella seduta del 30 maggio, una tra le prime nella quale Mussolini ha
fatto inserire all’ordine del giorno la convalida di tutti gli
eletti spiazzando le opposizioni, il segretario del Psu si assume il
pesante onere di incriminare il fascismo e Mussolini in prima
persona, per aver creato il clima di illegalità nel quale è
maturata la vittoria.
</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
L’indomani della seduta del 30 maggio, il <i>Popolo d’Italia</i>,
organo del partito fascista di cui è direttore Arnaldo Mussolini,
fratello del Duce, definisce <i>“mostruosamente provocatorio”</i>
l’intervento di Matteotti. Un intervento che ha scosso l’intero
apparato fascista e additato al mondo la responsabilità di Mussolini
nell’aver creato nel Paese un clima di violenza, di tirannia, di
arbitrio e di aver riportato l’Italia indietro, divisa <i>“in
padroni e sudditi”</i>, quasi fosse incapace di <i>“reggersi da
sé”</i> al punto da <i>“essere governata con la forza”</i>.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
A distanza di cento anni un libro di Mario Gianfrate, storico
pugliese, <i>“Delitto Matteotti, il Mandante”</i> pubblicato da
Les Flaneurs, porta alla luce un aspetto inedito della vicenda,
soffermandosi proprio sull’ultimo discorso del segretario e
deputato del Psu: dalla versione ufficiale, il testo stenografico
parlamentare, scompaiano diverse interruzioni – tra le quali una di
Mussolini – che invece ci furono durante l’intervento del
segretario socialista unitario.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
In breve, il testo, prima di essere trascritto nei registri dei
verbali, ha subito una depurazione, con la eliminazione da esso di
alcuni passaggi dei quali non doveva restar traccia nella storia del
nostro Paese.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
La ricostruzione più completa e meno conforme alle esigenze del
regime è stata possibile attraverso il confronto del testo ufficiale
e la cronaca della seduta del 30 maggio riportata su quattro
quotidiani dell’epoca: <i>La Giustizia</i>, organo del Partito
Socialista Unitario; <i>L’Avanti!</i>, del Partito Socialista
Italiano; l’<i>Unità</i>, del Partito Comunista d’Italia; e,
infine, del <i>Corriere delle Puglie</i>, giornale fascistissimo e
ricco di particolari inediti.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
Da tale confronto emergono particolari che rendono ancor più
drammatico il clima incandescente e intimidatorio nel quale Matteotti
è costretto a parlare ma che, indubbiamente, ne rende ancor più
fulgida la figura dell’uomo politico socialista, assassinato dieci
giorni dopo dagli squadristi della Ceka, alle dirette dipendenze di
Mussolini con a capo Amerigo Dumini.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tutto
ciò ci interroga oggi su quali fossero i mandanti non solo “morali”
ma anche “penali” di quell'infame delitto e su come, anche a
cento anni di distanza, la nostra responsabilità per onorare il
sacrificio di Matteotti sia tuttora immensamente necessaria.</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
</span></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
</span></p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p></span><p></p><p align="JUSTIFY" style="line-height: 105%; margin-bottom: 0.28cm;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-24781507950508136892024-01-13T05:12:00.000-08:002024-01-13T07:51:16.134-08:00IL SURREALISMO METAFISICO DI PIETRO CASTELLITTO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyjEOu3V6WuY3-5kLtUTnl-UPmY0XH6E8Ew5wSfp2whbVEZiuC9aBY0FjTn7-Nk17G80Uz9s2sClU0Q89UOL7l4YnCehSQGG7Qkj2g6A2cyTuhIPj-w50TqVzH-p42xVHnEPJYSJfxmSggoizP18i9QLipSZDIOtjNeSZ0UAotyaOOBD4K171MwtCRbe7v/s1600/Castellitto.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyjEOu3V6WuY3-5kLtUTnl-UPmY0XH6E8Ew5wSfp2whbVEZiuC9aBY0FjTn7-Nk17G80Uz9s2sClU0Q89UOL7l4YnCehSQGG7Qkj2g6A2cyTuhIPj-w50TqVzH-p42xVHnEPJYSJfxmSggoizP18i9QLipSZDIOtjNeSZ0UAotyaOOBD4K171MwtCRbe7v/s320/Castellitto.webp" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tra i registi che si
affacciano alla ribalta del cinema italiano, Pietro Castellitto è
senz'altro tra i più interessanti, e diremmo anche tra i più
innovativi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Potremmo anche affermare che
ha inaugurato un nuovo filone cinematografico, anche se sulla scia di
altri registi come Brian De Palma e Quentin Tarantino, superando però
la cruda e grottesca visione di entrambi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il suo è infatti un
“surrealismo metafisico”, che risente molto della formazione
nietzschiana dell'autore. Tutti i suoi personaggi sono infatti
descritti non solo per quello che sono, ma soprattutto per il loro
voler “andare oltre” la loro umanità, anche quando, volendo disperatamente esaltarla, ne restano tragicamente prigionieri.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Castellitto ha infatti la
straordinaria capacità di raccontare tante storie nella storia, le
quali si intrecciano si affastellano ma creano uno straordinario
caleidoscopio di categorie umane, il cui sfondo è la disperata
voglia di vivere superando la loro stessa singola vita.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Già questa conformazione
era stata dipanata nel suo primo film “I predatori” i cui
personaggi sono appunto “predatori” della loro stessa vita,
sempre a caccia di nuove opportunità di senso, ma anche tragicamente
incastrati nelle loro dinamiche esistenziali. La bravura di
Castellitto nello scrivere la sceneggiatura è stata proprio quella
di non disperdere e non frammentare ciascuna di queste storie, ma di
raccordarle sempre in un caleidoscopio unitario in cui risaltasse
l'insieme, nel tessuto di una Roma decadente tra idiosincrasie
borghesi e miserie e velleità del sottoproletariato suburbano</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nel film Enea, possiamo
dire che la perizia del regista nel creare immagini che spaziano
dall'intimismo famigliare al ritmo sincopato e dirompente della festa
con i suoi primissimi piani e le dissolvenze incrociate, in una
pirotecnia di sequenze da angolature impreviste e diversificate, fino
alle panoramiche urbane che richiamano un po' il Sorrentino della
Grande Bellezza, ed extraurbane a volo d'uccello fino a precipitare
in quello radente, rappresenta un notevole salto di qualità rispetto
alla sua opera prima. Perché il caleidoscopio, qui ha colori e
immagini molto più intensi che bucano quasi lo schermo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' il protagonista Enea,
eroe di una tragica peregrinazione interiore, che parte come quello
virgiliano da una casa famigliare “in fiamme”, la quale brucia
per depressione e disperazione, e tenta un disperato approdo in un
sogno romantico, evocato da una donna di cui si innamora, ma che è
bruscamente interrotto dallo stesso destino che si è scelto, a
rendere la storia, anche questa volta arricchita da altre al suo
interno, fortemente unitaria.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I personaggi di
Castellitto sono tutti “iperpersonaggi” anche nella loro umanità,
e sono per questo “iperborei” in quanto tentano di innalzarsi al
di sopra della aurora boreale di ciascuna delle loro illusioni con
cui hanno cercato di abbellire e narcotizzare la loro esistenza<span style="color: #444444;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span>
Lo stesso Enea è un narcotrafficante, uno che narcotizza i sogni, e
nel finale fa questo tragico tentativo di andare oltre se stesso con
suo onirismo romantico, spinto anche dal suo boss che, prima del
tragico finale della sua vita, ripercorre i sogni della sua infanzia
e suggerisce al protagonista una “disperata” uscita di scena che
possa salvarlo in un happy end.,
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quello non arriva, perché
a “giocare a scacchi con Dio” si perde sempre, da Dio si può
infatti solo “imparare a giocare”, anche se è un po' difficile
quando “Dio è morto”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il surrealismo quindi di
Castellitto emerge dalla stessa configurazione dei suoi personaggi e
dalle sequenze che li caratterizzano, diremmo che nel finale del film
con i due che si levano in volo, indifferenti a ciò che accade
tragicamente alle loro spalle, ci sta tutta l'apoteosi di questo
surrealismo come in un richiamo ad un quadro di Chagall.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La metafisica è in ciò
che aleggia in tutte le sequenze del film, nel disperato confronto
tra Valentino ed Enea, in un amore impossibile che sfocia in un bacio
“in nero” perché l'autore nietzschianamente non vuole e rifiuta
una metafisica trascendentale, fatta di utopie, che esalta le essenze
e la sostanza ideale dei personaggi. E ne preferisce una immanente,
che riguarda la loro disperata e lacerata materia umana e sociale, in
una dimensione in cui la “potenza” del vivere si oppone, come
osserviamo anche in uno dei dialoghi del film, al “potere” di
vivere, perché la “potenza” va sempre oltre la vita di ciascuno,
mentre il “potere” si avvita sempre su se stesso in una spirale
di violenza, di disperazione e di paure.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In tutto ciò sembra
riecheggi l'insegnamento dello stesso Nietzsche che ammonisce:
“guardiamoci allo stesso tempo dall'essere più ricchi ed avari,
più ricchi perché abbiamo compreso più in fondo il nostro essere
prima di tutto in fondo materia, quindi il nostro vivere, l'essere
legati alla terra e al mondo, ma non dobbiamo diventare “poveri”
in questa visione materialistica, perché comunque il nostro
pensiero, cioè il nostro spirito, ha una importanza fondamentale”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Platone diceva che
l'amore è sempre figlio di “penìa e pòros” di povertà e
ricchezza, per questo il film di Castellitto, nonostante appaia come
un gangster movie senza vero gangster, in fondo è un film d'amore,
in cui la povertà e la miseria di ciascun personaggio,
indipendentemente dalla sua condizione economica e sociale, si
sposano alla perfezione con la tragica ricchezza dell'anelito di
ciascuno a superare se stesso, per diventare iperpersonaggio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Piccolo paradosso nella
realizzazione in cui il cast degli attori anche esordienti ha
interagito alla perfezione forse guidato da un giovane “sciamano”
più che da un regista quasi esordiente: il protagonista dice che
l'alternativa nella vita è tra l'individuo e il clan, ebbene nel
film prevale l'individuo, ma nella sua realizzazione trionfa il clan
Castellitto, a confermare ancora una volta niezschianamente “la
compenetrazione degli opposti”.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-81763536272642821242024-01-10T01:33:00.000-08:002024-01-10T03:44:10.758-08:00MANI TESE, VERSO DOVE?<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg98IsGnYCWJfkVvOdG1GG0MWG7vUSFEOmlsezafpyVKZwSRp3ZNPWuyGh4gnyStZUh4oXfQXUxhWSdiC7bEaAqSxyKWCLPMdEzBjIukNuP9DGB3YcN1u0PmmbjJJSWeZ-iL4Czg4cvcaqkwtt5RWDzthXAsEeHaP9fE7-pfDBisSECgBe86Wx51mcGyiAj/s1250/Acca-Larentia-1-e1704796376622.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="709" data-original-width="1250" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg98IsGnYCWJfkVvOdG1GG0MWG7vUSFEOmlsezafpyVKZwSRp3ZNPWuyGh4gnyStZUh4oXfQXUxhWSdiC7bEaAqSxyKWCLPMdEzBjIukNuP9DGB3YcN1u0PmmbjJJSWeZ-iL4Czg4cvcaqkwtt5RWDzthXAsEeHaP9fE7-pfDBisSECgBe86Wx51mcGyiAj/s320/Acca-Larentia-1-e1704796376622.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sarà bene precisarlo subito, prima di svolgere ogni ulteriore riflessione: il neofascismo
italiano è stato sempre una tragica buffonata.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">A spiegarlo bene e con
tutti i particolari è l'unico “velleitario fascista” rimasto in
Italia, Vincenzo Vinciguerra, a cui abbiamo già dedicato <a href="https://www.avantionline.it/lirriducibile-velleitario/">un articolo</a>
lo scorso maggio, tuttora in carcere perché condannato
all'ergastolo, in un suo libro dal titolo: “Camerati, addio”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Diciamo “velleitario”
perché, essendo nato nel 1949, lui del fascismo storico non vide
nemmeno l'ombra, autenticamente “fascista”, perché se non altro, nei suoi assunti e scritti, è sempre stato coerentemente contro le
demoplutocrazie e contro i loro sostenitori “atlantisti”, fino a
pensare di combatterle militarmente e donchisciottescamente.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non a caso il libro di
Vinciguerra reca in copertina la fiamma del MSI, oggi perdurante nel
simbolo di Fratelli d'Italia, a cui si sovrappone la bandiera USA.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché è del tutto
evidente che il neofascismo sia moderato che terrorista, ha avuto sempre
come sostenitore occulto e come, a sua volta, finalità di sostegno,
l'Alleanza Atlantica, la NATO, il ferreo anticomunismo, fino alla
caduta del muro di Berlino ed oltre. Ora naturalmente la finalità e
antirussa, perché i poteri forti filoatlantisti hanno come scopo una
divaricazione profonda tra Europa e Russia, non solo sul piano
militare, ma soprattutto su quello energetico e delle materie prime.
E' facile comprenderne la motivazione: una accresciuta e strettissima
dipendenza militare, economica ed energetica dell'Europa dagli USA,
grande potenza che rischia di essere messa all'angolo nell'egemonia
mondiale, dall'alleanza tra Russia e Cina.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di qui il conflitto in
Ucraina e l'allargamento del fronte del conflitto al Medio Oriente,
che rischia una ulteriore espansione su altri scenari bellici.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il neofascismo italiano,
è sempre stato inossidabilmente fedele alla strategia di guerra
fredda (con folate molto calde) che ha investito il dopoguerra, come
quinta colonna in Italia di servizi segreti militarizzati, a loro
volta guidati in quel periodo da personalità di spicco del mondo
militare ex fascista.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E ciò nonostante lo
stesso Mussolini in uno dei suoi ultimi roboanti discorsi avesse
proclamato che “L'antitesi Mosca-Nuova York si supera solo con la
pratica e la dottrina di Roma”.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Evidentemente non spiegò
quale Roma dato che di “città eterne”, nel corso della storia,
ce ne sono state tante, quella antica repubblicana, quella davvero
imperiale, quella universalmente cristiana, quella papalina, quella
brevemente repubblicana e mazziniana, quella savoiarda e infine
quella falsamente imperial-fascista..prima della Roma capitale della
nostra Repubblica..e di certa mafia..</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Egli evidentemente
intendeva la “sua”, regalatagli e sottrattagli da un re codardo e
fuggitivo, in cui Mussolini aveva cercato di rinnovare gli antichi
fasti più con la cartapesta e con la retorica che con fatti e
conquiste durature e concrete.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma il Duce, se non altro,
pur essendo stato sponsorizzato nella conquista del suo governo dai
“poteri forti” di allora...Massoneria, Vaticano, industriali,
agrari, multinazionali petrolifere estere e via dicendo..,
nell'ultimo periodo della sua sciagurata avventura politica, pur
facendo da sostenitore ad un regime nazista, razzista, xenofobo e
genocida, che occupava il nostro Paese e non ci avrebbe più ridato
le “terre irredente” costate quasi un milione e mezzo di morti,
feriti, mutilati e dispersi, cercò di recuperare fuori tempo massimo
i valori del socialismo sansepolcrista, provando almeno a salvare
l'apparato produttivo dell'Italia settentrionale dalla distruzione e
dallo schiavismo a cui lo avrebbe sottoposto un Hitler agonizzante e in delirio da “arma segreta”.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quelli della Repubblica
Sociale Italiana erano principi sostenuti anche da coloro che erano
stati autenticamente socialisti, come Bombacci, o avevano fatto una
seria riflessione sul socialismo e il marxismo, come Gentile. E
cozzavano frontalmente contro il neoliberismo, l'atlantismo, il
capitalismo sfrenato, quello che, con buona pace di tutti i
partigiani che combatterono la Lotta di Liberazione, si è poi
imposto nel nostro Paese, anche in barba alla nostra Costituzione,
che ormai sta stretta a molte forze politiche, e che è l'ultimo
baluardo contro l'abbattimento di ogni residuo di Stato sociale, dai
beni comuni, alla sanità, alla scuola, ai trasporti e così via.. Tanto che molti dei reduci della RSI chiesero di aderire al PCI, rifiutati come furono da Nenni, emblematico fu il caso di Stanis Ruinas.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ebbene il neofascismo
italiano, con la perenne sponda di un MSI che, da una parte faceva
l'occhiolino ai movimenti estremisti falsamente “antisistema”, e
dall'altra non vedeva l'ora di legittimarsi come forza politica
parlamentare, è sempre stato la quinta colonna di tale apparato atlantista e ipercapitalista.
Anche quando teorizzava di volerlo abbattere, in realtà, veniva
“usato” per sostenerlo, esattamente come è stato fatto con i
movimenti di estrema sinistra. La cosiddetta “strategia della
tensione” infatti, ha sempre avuto come finalità non
l'abbattimento dello Stato, ma piuttosto il rafforzamento dello Stato
in un senso sempre maggiormente plutocratico e capitalista, senza
freni e senza limiti. E questo, sarà bene ricordarlo, è avvenuto
anche con la connivenza di apparati mafiosi, massonici deviati, criminali e clericali.
Come avviene, in modi meno “rozzi”, in gran parte nei paesi
anglosassoni, nati per fare dello Stato una espressione della società
civile, la quale però ora si sta ampiamente rassegnando a subire il
potere delle grandi lobbies iperattive in tutti i settori, in
particolare ultimamente, in quello mediatico.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'Italia, uscita dagli
anni di piombo e dalle macerie della prima Repubblica in cui a
governare erano ancora le generazioni provenienti dalla Resistenza e dalla
creazione della Costituzione, è piombata velocemente nelle mani dei
grandi lobbisti, primo fra tutti chi si è inventato un partito per
conquistare il potere e garantire i suoi interessi, allineandosi con
quelli dei plutocrati come lui sia ad Est che ad Ovest.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tutto il neofascismo
italiano, rinnegando i principi del fascismo morente che
illusoriamente inseguiva i suoi sogni della prima ora, condivisi
anche da socialisti rivoluzionari come De Ambris e calpestati prima
della conquista del potere, tradendo la rivoluzione fiumana, ha
servito questa strategia, sia con le sue frange estremiste, sia con
il partito destinato a fare la sua lunga marcia nella conquista del
potere, recentemente avvenuta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché questo governo, è
del tutto evidente, sta al potere non solo perché ha vinto le
elezioni, presentandosi prima come il principale antagonista delle
politiche calate dall'alto da governi tecnocratici come quelli di
Monti e Draghi, per poi di fatto, realizzare tecnocraticamente le
stesse misure economiche e anche più penalizzanti e restrittive,
prendendo così per i fondelli il suo elettorato narcotizzato dai
media occupati politicamente da giornalisti asserviti ad esso, ma sta
in piedi soprattutto perché sostenuto dagli USA. I quali, si badi,
soprattutto con questa amministrazione democratica, non hanno
particolare simpatie per chi governa in Italia, però, in mancanza di
alternative, lo considerano il referente ed alleato più servile,
fedele ed affidabile. In particolare in questo momento critico in cui
gli equilibri geostrategici nel Mediterraneo sono messi a rischio dai
vari conflitti in corso.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">C'è anche da dire che
più una amministrazione USA non brilla per determinazione, forza ed
autorevolezza, più è destinato a contare chi la sostiene come
alleato, indipendentemente dal suo colore o valore politico, anche
se, come abbiamo visto spesso in passato, gli USA fanno presto a
cambiare referente in base ai loro interessi. La loro costante è
solo l' “orticaria” verso governi socialisti anche se poi, in
casa loro, non pochi ormai, tra i cittadini, sono coloro che vedono
in un socialismo democratico e aperto alle dinamiche di mercato, ma
attento alle tutele verso il cittadino, una valida alternativa al
contingente; per le lobbies e le oligarchie plutocratiche però esso
evidentemente resta il principale nemico.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Allora, alla luce di tutto
questo, la manifestazione con le braccia tese nel saluto romano, il
bonario buffetto del Presidente del Senato che a parole condanna il
neofascismo e ricorda che il saluto romano non è da tutti
considerato reato, così come la levata di scudi antifascista degli
schieramenti politici che sono antigovernativi più che antifascisti,
dato che i loro rappresentanti, poi a tali commemorazioni ci vanno
come altri, il silenzio di chi è a capo del governo, le grida come
quelle del pastorello della favola di “Al lupo! Al lupo” quando
non ci sono più “pecore” antifasciste da proteggere, tutto
questo fa amaramente sorridere, per quanto sia grottesco e senza
senso. Noi dobbiamo temere ben altro</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Noi dobbiamo temere in Italia una
deriva Sudamericana più che il ritorno di un Mussolini in formato
bonsai.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Noi dobbiamo scongiurare seriamente un completo snaturamento della Costituzione, vero baluardo
per derive fascistoidi, la quale per altro fu difesa votando No, anche da
Fratelli d'Italia in occasione dello sciagurato referendum renziano.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Noi oggi dobbiamo dire un
NO chiaro, deciso e democratico sia contro lo sfascio dell'Italia
delle cosiddette autonomie differenziate che si traducono in un
banalissimo: “ogni regione si faccia gli affari suoi” e dobbiamo
dirne un altro altrettanto forte e chiaro contro un autoritarismo di
ritorno dato da un premierato che azzererebbe il fondamentale compito
del Presidente della Repubblica di tutela di quella Costituzione che
ci ha garantito ormai quasi 80 anni di Repubblica, per quanto
sgangherata, tuttora libera e democratica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché ambedue i
progetti, oltre a snaturare la Costituzione, corrisponderebbero al
motto fascista “Me ne frego”, che originariamente nacque come
sprezzo del pericolo e come affermazione di audacia rivoluzionaria a
Fiume, ma che poi è diventato il motto di un potere autocratico e
autoreferenziale che ha agonizzato riducendo l'Italia in macerie e
oggi rischia di fare lo stesso, riducendo in macerie specialmente i
diritti sociali ed economici dei cittadini e il principio di
eguaglianza su cui si fonda la legge.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Cerchiamo quindi di
guardare in profondità a ciò che ci accade, ascoltando con
attenzione le osservazioni allarmate del nostro Presidente della
Repubblica, cerchiamo di individuare e contrastare quelle forze che politicamente
sembrano opporsi, ma ambiguamente poi sostengono questa deriva
antidemocratica, e che lo hanno già fatto in passato. Cerchiamo di
mobilitarci di fronte a certi pericoli imminenti, in tutti i modi,
dalle piazze reali a quelle virtuali</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quando il dito punta la
luna, guardiamo la luna piuttosto che il dito, quando una mano è
tesa, quindi, guardiamo il vero futuro a cui tende, più che il
passato che evoca.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La verità infatti è
sempre lo smascheramento delle più illusorie idiozie.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici.</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-11629828446322913692024-01-03T03:54:00.000-08:002024-01-03T06:13:38.674-08:00I PESSIMI ESEMPI DEI PISTOLERI<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEintJ3JbYHlqS2mgcgL19vZ5xB_DBysNFohmMqgnzTrjwUU84oNoAzXvdfk7ZsNvKye-rd7klUirtmIm90aUNmaGsFXIrYNp1iDks-12prDK6M73UYyNOYTeu_i6V1Rxtw53QswW3s33GaXVKbmjSSkwxUZqIzIoeJdcZQchKZ__9uswlubmdSAyUPya6Cj/s360/Pistola-aria-compressa-arma-reato-360x240.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="360" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEintJ3JbYHlqS2mgcgL19vZ5xB_DBysNFohmMqgnzTrjwUU84oNoAzXvdfk7ZsNvKye-rd7klUirtmIm90aUNmaGsFXIrYNp1iDks-12prDK6M73UYyNOYTeu_i6V1Rxtw53QswW3s33GaXVKbmjSSkwxUZqIzIoeJdcZQchKZ__9uswlubmdSAyUPya6Cj/s320/Pistola-aria-compressa-arma-reato-360x240.webp" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'anno che
si è appena aperto non poteva aprirsi in un modo peggiore, data la
quantità di violenze e delitti messi in atto la notte di Capodanno,
sono stati infatti numerosissimi i ferimenti, comprendenti anche
amputazioni e abbiamo avuto anche delle morti</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Soffermiamoci
in particolare su due episodi accaduti in quella occasione.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il primo
riguarda un uomo che aveva acquistato una pistola illegalmente e ha
sparato un colpo uccidendo la zia, inizialmente cercando di depistare
le indagini e parlando di “proiettile vagante”, poi costretto ad
ammettere le sue responsabilità e dimostrando palesemente di
possedere non solo abusivamente un'arma, ma anche di non saperla
usare, dato che la credeva scarica mentre essa conservava il colpo in
canna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il secondo
riguarda un deputato che secondo un testimone citato dal giornale
Repubblica: “<span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">è
arrivato a fine serata stavamo andando via: era allegro, ha tirato
fuori la pistola senza che nessuno glielo avesse chiesto e
all’improvviso è partito lo sparo»</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lui sostiene
di non avere sparato, ma in ogni caso, se la pistola era sua,
conserva lo stesso pienamente la responsabilità dell'atto
scellerato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per di più
di fronte alla richiesta delle Forze dell'Ordine di consegnare gli
abiti per il controllo di rito sulla polvere da sparo, ha invocato
l'immunità parlamentare. Come se questa garantisse una sorta di
impunità per reati anche piuttosto gravi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di fronte a
tutto ciò si è scatenata, specialmente sui social, una diatriba con
toni anche accesi sull'uso delle armi in Italia, per cui sarà bene
fare una certa chiarezza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'uso delle
armi, nel nostro Paese, è soggetto ad una delle legislazioni più
restrittive al mondo. Per detenerle e usarle è necessario non solo
un certificato rilasciato dalla ASL o da un medico militare,
attestante le condizioni di idoneità psicofisica del soggetto richiedente,
in base alle sue motivazioni, ma anche una specifica autorizzazione
della Questura, previa analisi della capacità del soggetto di
saperle usare, rilasciata da un poligono di tiro.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Basta anche
un semplice incidente domestico, soggetto a denuncia, che la Polizia
può entrare in casa e sequestrare ogni tipo di arma, propria o
impropria, per motivi cautelari, ed evidentemente il cittadino, in tal caso, non
può invocare alcuna immunità, ma solo rivolgersi al suo avvocato.
Tale idoneità può quindi essere revocata ad arbitrio della Questura
a tempo indeterminato o finché il cittadino non richieda che le
ragioni dell'interdizione possono essere concretamente e per motivi
validi rimosse, anche in questo caso il parere della Questura sarà
vincolante</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nonostante
questa serie di norme restrittive, purtroppo, assistiamo lo stesso ad
episodi di uso eccessivo o indiscriminato di armi, come nel caso del
gioielliere che ha inseguito i rapinatori fuori del suo negozio,
improvvisandosi brutalmente come uno spietato giustiziere. Forse
aveva visto troppi film con il tenente Callaghan, o piuttosto aveva
sentito troppi proclami di certi politici sulla necessità sacrosanta
del cittadino di autodifendersi.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Certamente
il diritto all'autodifesa è sancito dalla legge, ma sempre in modo
proporzionato all'offesa e non è certo un motivo per scavalcare le
sentenze dei giudici, la cui autonomia è altrettanto sacrosanta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ecco quindi
che il problema non è la legge vigente e se debba essere ancora più
restrittiva, perché, come abbiamo osservato, le norme già ci sono e
testimoniano del fatto che il possesso e l'uso di armi in Italia non
è un diritto ma una semplice concessione, per motivi validi e
motivati, e in ogni caso soggetta a verifica ed eventualmente anche a
rimozione.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Invocare
l'immunità parlamentare per evitare queste norme è palesemente la
dimostrazione di una personalità che non tiene conto del rispetto
della legge e delle norme che ne consentono l'applicazione. Se
andiamo incontro a periodi in cui i politici usano le armi protetti
dall'immunità parlamentare, mentre i cittadini ne sono privati anche
per motivi non del tutto rilevanti, stiamo pur certi che
precipiteremo in epoche buie e di tristissima memoria.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Garibaldi,
che fu l'artefice dell'unità d'Italia, istituì con legge 2 luglio
1882, n.883, il Tiro a Segno Nazionale, per consentire a tutti i
cittadini di conoscere le armi da fuoco, saperle usare e addestrarsi
al loro uso. Successivamente tale istituzione divenne una vera e
propria disciplina sportiva regolata dal CONI.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma quale era
allora il vero intento di Garibaldi? Evidentemente quello poi sancito
dall'articolo 52 della nostra Costituzione: “La difesa della Patria
è sacro dovere del cittadino..” Dice “sacro” perché la vita
stessa di ognuno è “sacra” e il tutelare e difendere quella di
tutti coloro che appartengono alla comunità che li ha fatti nascere,
li ha educati e resi liberi mediante il lavoro (questi restano gli
intenti della Costituzione anche se di difficile attuazione) è ancor
più “sacro”, perché può portare persino a sacrificare la
propria vita, come abbiamo visto nei vari casi di agenti o magistrati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di qui il
servizio militare obbligatorio, oggi anche per le donne (cittadine a
tutti gli effetti) ma su base volontaria, su questo elemento della
volontarietà si potrebbe discutere ma esuleremmo dall'argomento di
oggi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Chi come il
sottoscritto è memore della stagione degli anni di piombo sa più di
altri a cosa possa portare l'uso indiscriminato di armi, allora
compiuto da frange estremiste con varie “coperture” anche di
servizi deviati, e che portò anche all'assassinio di ragazzi e
ragazze inermi che distribuivano solo volantini o volevano solo
esercitare il diritto di firmare per far svolgere dei referendum,
oltre a ferimenti e uccisioni di vari magistrati e giornalisti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Evidentemente le organizzazioni criminali e terroristiche conservano tuttora
l'uso indiscriminato delle armi e per questo vanno contrastate con la
necessaria fermezza, senza esitazione e con tutti i mezzi possibili.
Solo quando tali organizzazioni eversive o un pericolo esterno soverchiano la possibilità che
lo Stato con le sue Forze Armate e di Polizia ha di difendersi, o quando queste sono soggiogate da una tirannide, non
solo può, ma deve intervenire il cittadino in armi, come accadde
durante il Risorgimento e durante la Lotta di Liberazione. Per questo
il principio di Garibaldi, debitamente regolato e controllato,
conserva tutta la sua validità.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma in tali
circostanze l'esistenza stessa dello Stato e della democrazia sarebbe
messa a rischio. Quindi se vogliamo prevenire tali eventualità,
dobbiamo esercitare la necessaria fermezza anche con chi fa un uso
improprio delle armi, manifestando con questo direi tutta la sua
ignoranza ed idiozia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché
credo che anche un bambino sappia che una pistola può essere
caricata a salve, facendo solo un gran botto e nessun danno se non
alle orecchie. Non dubitiamo che nipoti e deputati lo sappiano
benissimo, e se lo ignorano almeno vanno messi in condizione di non
nuocere e di non dare pessimi esempi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Garibaldi
non amava né le armi né la guerra. La pistola che usò durante le
sue imprese, da quella dei Mille in poi, gli fu regalata da Samuel
Colt in persona, lui che amava più gli animali, per i quali istituì
anche la Società di Protezione e l'agricoltura, che la guerra, alla
fine delle sue campagne militari la regalò ad un amico, il quale la
donò al Museo del Risorgimento di Torino da cui è stata trafugata
circa 50 anni fa, e mai più ritrovata</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Purtroppo il
furto e l'uso improprio delle armi riguarda anche la storia e la
memoria, non solo l'attualità. Soprattutto perché i buoni esempi
sono ancora troppo pochi</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-15544205332390586512023-12-29T04:26:00.000-08:002023-12-29T04:38:40.301-08:00Molte sono le cose terrificanti ma..<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAeulP0dTkn3PKnrCc-nVwJa7ojdJn_ymT_LwoG9pYZAO51l_2T1sp9-CQajdLoel4PURxBy_o5rc8ODTq8uJJVlnut9QI0R0NXLAF49mqp76guR_CA425D9S1iNgNFI-eXnVx_-Ri-KEnUcZrJg8tkAly-U9Xi9N1ne-CbPkpVourxS_rQ_1MkPHAGeqt/s1024/Antigone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="779" data-original-width="1024" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAeulP0dTkn3PKnrCc-nVwJa7ojdJn_ymT_LwoG9pYZAO51l_2T1sp9-CQajdLoel4PURxBy_o5rc8ODTq8uJJVlnut9QI0R0NXLAF49mqp76guR_CA425D9S1iNgNFI-eXnVx_-Ri-KEnUcZrJg8tkAly-U9Xi9N1ne-CbPkpVourxS_rQ_1MkPHAGeqt/s320/Antigone.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si
sta per chiudere il secondo anno della postpandemia e, gettando uno
sguardo a ritroso, ci rendiamo conto che l'umanità, dopo essere
stata costretta a rintanarsi, ha accumulato parecchia frustrazione,
vediamo quindi che le rapine sono aumentate del 75% , gli attentati
del 53%, gli omicidi volontari del 35,3 %, i tentati omicidi del
65,1, le lesioni del 33.8% e le percosse del 50%, questi sono i dati
sconfortanti della Direzione centrale della Polizia criminale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
violenza è sempre espressione di un malessere, nasce dalla
frustrazione in individui incapaci di realizzarsi che sfogano su
altri la propria impotenza ed angoscia interiore.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Viene
spontaneo dunque chiedersi da cosa nasca tale incapacità e patire
nell'essere umano.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'uomo
più di altri esseri viventi è capace di cose straordinarie e
terrificanti. E' l'unica specie vivente in grado di modificare
radicalmente l'ambiente terrestre e anche di annientare la
biodiversità, sebbene, con ciò in definitiva egli minacci solo la
propria sopravvivenza su questo pianeta il quale a lungo a fatto a
meno dell'essere umano e può benissimo continuare ad esistere se
l'umanità si estinguerà. Per la natura, infatti, non fa una gran
differenza che sulla Terra vivano gli esseri umano o gli scarafaggi,
lo dice anche il proverbio “ogni sfarrafone e bello a mamma soja”
Per madre Terra quindi se ad un conflitto atomico generalizzato
sopravviveranno gli scarafaggi, molto resistenti alle radiazioni, o
gli esseri umani, non cambierà nulla né nella sua rivoluzione né
nella sua rotazione millenaria.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">C'è
un verso dell'Antigone di Sofocle che rende bene l'idea di una
umanità allo stesso tempo, meravigliosa e terrificante, di come
convivano in essa natura angelica e demoniaca.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Esso
in greco recita così: <span style="color: #333333;"><span face="apple-system, system-ui, BlinkMacSystemFont, Segoe UI, Roboto, Helvetica Neue, Arial, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">πολλὰ
τὰ δεινὰ κοὐδὲν ἀνθρώπου δεινότερον
πέλει.</span></span></span></span></span><span>
E vuol dire “molte cose sulla Terra sono terrificanti ma nessuna lo
è più dell'essere umano. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si
tenga conto che però “deina” non rappresenta al plurale neutro
solo “le cose terrificanti e mostruose” ma anche quelle
“straordinarie per abilità e perizia”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quindi
è proprio della natura umana possedere una sostanza che la rende al
contempo meravigliosa e terribile, capace di creare come di
annientare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sofocle
stesso prosegue, mediante il Coro della Tragedia, dicendo “Contro
le insidie del futuro non va mai privo di risorse; solo contro la
morte non ha scampo, ma pure a malattie incurabili ha trovato rimedi.
Padrone della scienza e del pensiero, padrone delle tecniche oltre
ogni speranza, si può volgere al male o al bene..”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E
conclude affermando che solo il rispetto della legge e dei giuramenti
divini gli potrà garantire grandezza nella sua città, mentre ne
sarà bandito se la sua abitudine di vita sarà fondata sull'eccesso,
sulla tracotanza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>I
Greci definivano l'eccesso con la parola </span><span style="color: #202122;"><span face="sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ὕβρις</span></span></span></span></span><span>
cioè l'orgoglio smodato che porta ad una smisurata esaltazione di sé
e del proprio Ego in tutti i campi del vivere, persino sessuale,
tanto che lo stuprare si dice in greco </span><span style="color: #202122;"><span face="sans-serif"><span><i><span style="font-weight: normal;">hybrìzō</span></i></span></span></span><span style="color: #202122;"><span face="sans-serif"><span><i><span style="font-weight: normal;">.</span></i></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tale
condizione implica una rottura del </span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span><i><span style="font-weight: normal;">mètron</span></i></span></span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
l'equilibrio su cui si fonda un'esistenza virtuosa, la quale è
consapevole dei limiti da non oltrepassare, per relazionarsi
correttamente con gli altri individui e la comunità della pòlis.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
</span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span><i><span style="font-weight: normal;">hybris</span></i></span></span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
genera necessariamente la </span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span><i><span style="font-weight: normal;">nemesis,
</span></i></span></span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">la
rottura dell'equilibrio infatti causa inevitabilmente la sua
ricomposizione da parte del destino della necessità, rappresentato
dagli dei o dalla Tyche, la quale era la personificazione della
Fortuna intesa come sorte ed è quindi legata alla giustizia e alle
sue leggi.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Nella
tragedia di Sofocle si contrappongono infatti le “leggi scritte”
della polis e della nascente democrazia, con quelle norme derivanti
dalla Tradizione e dal sangue, in particolare aristocratico, che, pur
non essendo scritte, rappresentano i legami famigliari su cui si
fonda il ghenos, la stirpe, l'onore dell'appartenere a una Tradizione
e ad una Civiltà.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Tornando
alle considerazioni iniziali e a certa violenza che vediamo dilagare
anche in conflitti armati non lontani dalla nostra “civile Europa”,
e di fronte ai quali le istituzioni comunitarie rivelano tutta la
loro impotenza, rileviamo che molta della violenza dilagante da
frustrazione è causata sia dalla incapacità di ritrovarsi e
rispettare norme di legge comuni a tutti noi, sia dalla mancanza di
“norme interiori”, di leggi non scritte che appartengano al
substrato culturale o religioso di una comunità e che determinano il
senso dell'onore e della rispettabilità</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Per
questo, ad esempio, abbiamo donne che cacciano di casa i mariti dopo
un divorzio, ottenendo l'affidamento dei figli e l'abitazione,
portando in essa i loro compagni o amanti, senza considerare la
rabbia che ciò può generare in un ex marito o compagno, e abbiamo
anche fidanzati che, perdendo il controllo che esercitano sulla vita
della loro partner, sono spinti a reazioni incontrollate le quali non
di rado determinano degli omicidi.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
tutti questi casi la </span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span><i><span style="font-weight: normal;">hybris
</span></i></span></span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">prevale
fino ad annichilire la personalità di un individuo e c'è da
chiedersi se anche l'assuefazione ai media dove prevalgono scene e
immagini in cui la vita degli esseri umani è crudelmente annientata,
possa contribuire a fare emergere dall'inconscio in maniera
dirompente questi meccanismi distruttivi.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">La
nostra epoca è palesemente orientata all'eccesso, anzi, spesso tale
“anormalità” diventa norma trasgressiva, nel vestire, nel
parlare, nell'imporsi con la gestualità e, in generale, nelle
relazioni in cui chi più “sgomita” si afferma.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">La
pseudo-civiltà del capitalismo consumista si fonda sull'illusione
del desiderio inesauribile, con la conseguenza che il desiderare e il
possedere determinano lo status delle persone in quanto proprietarie
di “status symbol”, l'automobile, il vestito griffato, la casa,
l'orologio e persino il corpo tatuato.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Di
qui l'eclissi della persona in nome della sua immagine da ostentare
nei media, in particolare nei social che non sono altro che il palco
mediatico in cui tale ostentazione si afferma su scala globale.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">E
dove tale affermazione è frustrata o schernita subentra la violenza
mediante lo stalking, l'umiliazione, il bullismo che, specialmente in
personalità fragili, adolescenziali e poco aiutate dai rapporti
famigliari, possono fare danni terrificanti e addirittura spingerle
al suicidio</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Alla
radice di ogni sofferenza c'è sempre un desiderio irrealizzato,
questa è una verità che fu scoperta anche dal Buddha moltissimi
secoli fa, la riduzione della sofferenza e della violenza che
scaturisce da essa mediante la frustrazione, passa attraverso la
consapevolezza di un individuo e la conoscenza del suo sé, per cui
la virtù suprema di ciascuno si fonda non tanto su norme legislative
religiose, dogmatiche o morali che variano a seconda dei contesti, ma
sul socratico </span></span></span></span></span><span style="color: #4d5156;"><span face="arial, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">γνῶθι
σεαυτόν, </span></span></span></span></span><em><span style="color: #5f6368;"><span face="arial, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><b>gnōthi
seautón</b></span></span></span></span></em><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
conosci te stesso, scritto anche nel tempio di Apollo a Delfi. Apollo
è il dio che propizia la conoscenza e la cura, ma anche quello che,
con le sue frecce, ristabilisce l'equilibrio violato. Il suo simbolo
era il carro del Sole che attraversa il cielo</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Un
firmamento che oggi noi guardiamo con occhi disincantati, e che
abbiamo anche riempito di rifiuti orbitali</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">La
perdita del senso del sacro, soprattutto collegato agli eventi
naturali, quella dell'equilibrio fondato sull'onore dell'appartenenza
ad una Tradizione e ad una stirpe, l'illusione che tutto sia a
portata di mano, se si soggiace alla volontà di potenza
nell'accrescimento del potere del denaro, sono gli elementi che
determinano il contingente violento e disperato in cui ci troviamo
pieni di oggetti, ma completamente desertificati di senso</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Allora
sarà bene ricominciare a distinguere ciò che è naturale e ci è
necessario per vivere e sopravvivere, non solo cibo, abitazione, e
cure mediche, che per altro in veri paesi anche sviluppati, per le
diseguaglianze sono già a rischio, mentre in altri sono
completamente annientati da insensate guerre, ma anche la trama dei
rapporti autenticamente umani che identifichiamo come amicizie, in
grado di comprenderci, di sostenerci e di consigliarci. Distinguerlo
da quello che pur essendo naturale, spesso non è necessario, come il
cibo smodato, i vestiti griffati, tanto appariscenti quanto spesso
soggetti a mode passeggere, i numerosissimi oggetti che affollano le
nostre case, i rapporti inutili che ci causano sofferenza e che non
siamo capaci di troncare, magari per necessità lavorative o persino
per troppa compassione, i cellulari che cambiamo in continuazione, in
definitiva una vita orientata dai messaggi pubblicitari e dallo
spirito di emulazione, direi persino il sesso, quando esso assume la
dimensione di una voglia temporanea che si esaurisce in uno sfogo
tanto misero quanto effimero. Per evitare accuratamente ciò che non
è naturale né necessario, come tatuarsi tutto il corpo, compiere
strani riti che hanno come scopo ultimo solo l'illusione
dell'accrescimento del nostro sé, del nostro potere e dei soldi che
ne derivano, soprattutto sapendo fare a meno di ciò che non solo
genera in noi stessi sofferenza e violenza, ma anche in altri,
innanzitutto col nostro parlare, con l'eccesso di messaggi mediatici
che non rispettano la capacità di accoglienza dell'altro/a, in
particolare osservando e rispettando l'altro per quello che è e non
per quello che vorremmo che fosse</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Si
badi, l'altro non è solo l'essere umano inquadrabile come
“prossimo”, ma ogni essere vivente che entra nel quadro della
“prossimia” a cui noi andiamo incontro inevitabilmente nella
nostra vita, in particolare gli animali che danno di tutto e di più
all'essere umano senza chiedere in cambio altro che affetto e
rispetto, come i cani e i gatti, i quali sono esposti oggi a
indicibili violenze gratuite, come lo scuoiamento, la tortura e
l'abbandono.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Un
essere vivente che pratica tali violenze come può pretendere di
essere migliore di coloro che chiama con disprezzo “bestie”?</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Chi
ci aiuta a conoscere e ad emendare i nostri desideri? La cultura, la
meditazione, le buone amicizie e soprattutto un buon tirocinio. Un
atleta non è tale se non si allena, così un essere umano non è
tale se non si allena ad essere “pienamente umano” mediante una
capacità di vivere e gestire la propria vita nel rispetto degli
altri esseri viventi, nella sua capacità di relazionarsi con loro
per ridurre reciprocamente la sofferenza di ciascuno. E perseverando
nella Via della gentilezza che il buddismo chiama Dharma.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Sono
verità note fin dai tempi di Epicuro, lo stesso che esortava molti
secoli fa ad intraprendere il cammino da subito, senza timore di
essere troppo vecchi o troppo giovani e che purtroppo è rimasto
inascoltato</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">La
nostra civiltà, così ricca e “desiderabile”, si fonda sul
desiderio smodato ed inesauribile, e per questo sulla condanna
all'infelicità, alla disperazione, alla sofferenza che genera la
violenza, la quale si illude di esorcizzarla mentre la eleva
all'ennesima potenza</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Invece
il tempo della felicità è ora, qui, adesso, hic et nunc, se
sappiamo conoscere e dosare i nostri desideri e relazionarli con
quelli legittimi di qualsiasi altro essere vivente</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Così,
vivere per rimuovere la sofferenza dal mondo ci apparirà
infinitamente meglio che alimentarla con infiniti desideri
individuali e collettivi, il cui limite è solo il conflitto, la
competizione e alla fine, quando sono incontrollati e generalizzati,
la guerra. </span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Se davvero ci meritiamo di meglio, impariamo a meritarcelo.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-55123183604920035782023-11-20T04:03:00.000-08:002023-11-20T04:12:30.184-08:00Una barbarie senza onore<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg11rZIXWad0J5TE6-GRswfxgjGBUk7cBYtCjjKsA9u8KWcKNl7rr9UgWkVcDWJ7hrGbQMy_5c78drsROFZ__aclsFd0PwdvSs5RKS08wxinqX1egCCoUzkHjzHf01EP1H41tQ3rpCtQmo1Z1i3snnUH02LuT8WB_N4oFKWAb8cAR7flTFD9KE3wq9XJSSj/s1280/Femminicidio-700x400-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="731" data-original-width="1280" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg11rZIXWad0J5TE6-GRswfxgjGBUk7cBYtCjjKsA9u8KWcKNl7rr9UgWkVcDWJ7hrGbQMy_5c78drsROFZ__aclsFd0PwdvSs5RKS08wxinqX1egCCoUzkHjzHf01EP1H41tQ3rpCtQmo1Z1i3snnUH02LuT8WB_N4oFKWAb8cAR7flTFD9KE3wq9XJSSj/s320/Femminicidio-700x400-1.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'omicidio di Giulia
riempie tutti noi di rabbia e di commozione, non solo per la sua
efferatezza, ma anche perché è l'ennesimo assassinio di una donna
in Italia dopo una lunga serie. Sono infatti ben più di cento gli
omicidi di donne commessi dall'inizio di quest'anno, senza contare
poi le violenze domestiche denunciate e spesso taciute.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' la cifra di una
barbarie che ci interroga tutti sul livello di pseudociviltà che
abbiamo sotto gli occhi in Italia. In particolare, crescono i delitti
in ambito famigliare e affettivo del 4%, così come crescono della
stessa percentuale gli omicidi commessi dal partner o dall'ex
partner.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Siamo di fronte ad una
vera e propria piaga sociale che non è possibile sanare solo con
leggi penali preventive o repressive.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il problema riguarda
soprattutto la formazione e l'educazione, ma né la società e tanto
meno la scuola sembrano attrezzarsi a sufficienza per porvi un
efficace rimedio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nelle scuole si è resa
trasversalmente obbligatoria l'ora di Educazione Civica, il che vuol
dire che ogni insegnante, per la sua materia, deve svolgere un certo
numero di ore collegando argomenti suoi specifici con quelli inerenti
all'educazione del futuro cittadino. Purtroppo però si dà molto
risalto ad argomenti come l'educazione stradale, la prevenzione delle
droghe e dell'alcoolismo, la legalità, che sono importantissimi,
senza ombra di dubbio, ma si trascura totalmente l'educazione
sessuale e sentimentale. Anzi, se corsi di educazione sessuale
vengono svolti da personale medico, nulla di quanto concerne i
rapporti interpersonali, affettivi e sentimentali viene trattato, e
il tutto si riduce spesso ad una lezione di fisiologia dell'apparato
genitale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In televisione, inoltre
assistiamo a spot di ogni genere, anche contro le fake news, o per la
prevenzione degli incidenti stradali, ma poco o nulla per quanto
riguarda i rapporti, i sentimenti ed il dovuto rispetto che dovrebbe
intercorrere tra le persone di ogni genere e sesso.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' del tutto evidente che
questi argomenti così delicati non vanno affidati esclusivamente
alla misericordia divina così mirabilmente invocata ed esposta da
questo Papa senza pregiudizio alcuno e anche coraggiosamente contro
le non poche resistenze dei conservatori curiali.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' lampante che una
emergenza nazionale deve essere affrontata con gli strumenti idonei e
a tambur battente, c'è una battaglia culturale da combattere in cui
ciascuno, per la propria parte e per il ruolo che svolge in ambito
sociale, lavorativo e soprattutto famigliare, è tenuto ad arruolarsi
e a combattere. Il nemico è per tutti uno: l'ignoranza,
l'insensibilità e l'indifferenza che si incarnano periodicamente nel
“mostro insospettabile” preda della sua furia disumana</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per combattere un nemico
così insidioso ed imprevedibile però bisogna tenere ben presenti
alcuni principi basilari, il primo è che nessun ruolo svolto da
ciascuno dà la possibilità di essere credibili ed incisivi in
questa prevenzione e in questa lotta, non basta essere padre o madre,
non basta essere insegnante, non basta essere carabiniere,
poliziotto, sacerdote, regista o giudice per ottenere risultati
efficaci. Quello che è piuttosto indispensabile per combattere la
disumanità che rende gli esseri umani peggiori degli animali, i
quali usano solo l'istinto per auto conservarsi, mentre gli esseri
umani usano il raziocinio e persino la fantasia per i loro piani
criminali, è il contrario della disumanità e cioè l'umanità</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma che cosa è l'umanità?
Una frase di Terenzio autore latino dell'epoca degli Scipioni recita
così “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” che tradotto
significa: sono un uomo perché nulla di umano ritengo mi sia
estraneo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per capire questo
concetto che fu poi alla base della concezione cristiana e
rinascimentale dell'inalienabile diritto di ogni persona alla dignità
umana che caratterizzò tutto lo sviluppo della civiltà occidentale
e che oggi è fortemente messo in crisi, bisogna risalire alle sue
origini.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'Humanitas per i latini
era una risultante di varie componenti e fattori, tutti
indispensabili a definire come un essere umano potesse risaltare in
ogni contesto civile e distinguerlo dal barbaro, non solo in ambito
linguistico: il primo concetto assimilabile alla filantropia, è
quello di riconoscersi appartenenti tutti a un unico destino
naturale, indipendentemente dalle origini, del sesso, della religione
o della etnia di ciascuno, un principio questo mutuato dallo
stoicismo</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il secondo è quello di
avere una cultura che non sia erudizione ma scienza dei valori umani,
non solo in ambito umanistico, ma anche in quello scientifico. I
nostri nonni e bisnonni non avevano, per la gran parte di loro, una
laurea ma avevano una cultura ereditata dai loro genitori e dalle
comunità in cui vivevano che li proteggeva, con i suoi tabù, dalle
peggiori efferatezze messe in atto oggi anche da tanta gente
laureata.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il terzo fattore,
altrettanto importante, è il senso del decoro che non è un
principio meramente estetico ma è legato al concetto di onore in
base al quale un atto disonorevole rende un essere umano spregevole
per se stesso e per lo stesso contesto in cui egli vive, e un tempo
lo portava a pene esemplari o all'esilio perpetuo costringendolo ad
essere “errante” in un duplice senso, quello di colui che
commette errore e quello di colui che è costretto a girovagare senza
meta, fino allo sfinimento.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'educatore, in ambito
famigliare, mediatico ed istituzionale deve innanzitutto puntare
sulla divulgazione e sull'insegnamento di questi capisaldi della
civiltà, poi imparare ad analizzare i casi che, volta per volta, si
presentano stigmatizzando ciò che li ha causati ed evidenziando come
si possano prevenire</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ogni rapporto
interpersonale ha le sua specificità, per cui è impossibile
generalizzare creando una scuola in cui si insegni come amare e
rapportarsi con i propri partners affettivi. Un libro però ci
sentiamo almeno di consigliarlo, ed è “L'arte di amare” di Erik
Fromm.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Alcune situazioni, però,
particolarmente frequenti le possiamo analizzare cercando di
scardinarne le distorsioni che portano ad atteggiamenti criminali</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché nelle vicende dei
nostri nonni e padri erano quanto meno più sporadici certi
atteggiamenti? Innanzitutto il tessuto culturale, religioso e sociale
era molto diverso, in particolare, poi, il ruolo della donna era
svolto in maniera molto differente. E' l'emancipazione femminile che
ha causato nell'uomo medio italiano la crisi depressiva, per mancanza
di accettazione della perdita di rapporto, fino al donnicidio?
Femminicidio ci pare infatti l'ennesima squalificazione del ruolo
femminile, non diciamo infatti maschicidio ma omicidio, cominciamo
quindi da una rieducazione lessicale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Chi ha vissuto le
battaglie degli anni '70, il 77 e dintorni ha difficoltà a credere a
questa motivazione, perché allora si capovolgevano certi valori
tradizionali in pieno e comune accordo, per cui i giovani di quelle
generazioni, che si lasciavano e si mettevano insieme senza problemi
e che avevano vissuto con piena passione quella stagione, sono forse
i più immuni da certi fenomeni, che riguardavano piuttosto certa
destra eversiva con episodi eclatanti come quello del Circeo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Diremmo piuttosto, in
accordo con Pasolini, che in Italia c'è stata, tra gli anni 60 e gli
anni 80 una vera e propria “mutazione antropologica”
dell'italiano medio, il quale è passato da un ruolo di maschio
dominante, ereditato dal fascismo, ad uno di maschio reificante,
indotto dal consumismo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In poche parole,
l'individuo medio (e non mi sento di penalizzare solo gli uomini
perché anche molte donne hanno male interpretato la loro
emancipazione esclusivamente mascolinizzandosi) che il fascismo aveva
irregimentato nel ruolo di padre padrone destinato a credere obbedire
e combattere, è bruscamente passato al ruolo di “individuo
consumatore”, padrone solo, per risaltare, dei soldi, del sesso e
del successo. Ma mai padrone in tal modo di se stesso, anzi destinato
così ad una perpetua ignoranza di se stesso, delle proprie speranze,
concrete esigenze e fragilità spesso solo represse.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per un individuo così
che proietta la sua identità, sicurezza ed affermazione spesso nel
ruolo che ha nei confronti di una donna, un rapporto non è mai alla
pari, non è mai una scoperta, né un modo per crescere e mettersi
continuamente in discussione. Uno così deve essere sempre
efficiente, in grado di competere e vincere in ogni contesto, e una
donna in questa demenziale dimensione non può che essere relegata
nel ruolo di “stimolante” più o meno come una droga. Una donna
così deve essere controllata, deve sempre assecondare, assicurare il
massimo dell'efficienza nel consumo delle energie per conquistare
risalto e potere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' del tutto evidente che
un ruolo del genere, alla fine, per un uomo risulta anche peggiore di
quello di padre padrone perché, in tal modo, egli perde anche ogni
intento educativo soprattutto nei confronti dei figli, destinati ad
essere solo soddisfatti ed accontentati perché così intralciano
meno, ci si illude che diano meno problemi, se non addirittura ad essere
relegati nella dimensione più problematica e frustrante, quella
dell'indifferenza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quando una donna non ce
la fa più e stacca la spina perché non si sente realizzata, quando
vuole perseguire uno scopo che diventa incompatibile per un uomo o un
ragazzo che ha continuamente inseguito il sogno onanistico di poterla
plasmare e orientare secondo le proprie finalità, quando egli si
sente relegato in una condizione di abbandono, di sofferenza per il
distacco e soprattutto di mancanza di controllo sulla sua vita, ecco
che scatta l'imponderabile, come in una rabbiosa crisi di astinenza
per una droga potente. Non si è più capaci di vedere una donna o
una ragazza per quella che è, ma si resta disperatamente attaccati
alla immagine che si è preteso che lei dovesse incarnare, alla
profonda illusione spacciata per amore.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non si è capaci di
comprendere che una donna ama col cervello prima che col sesso, che
il suo sesso è solo un prolungamento del suo cervello, del suo cuore
e del suo animo, non una delle tante immagini che i media ci sbattono
in faccia per puro illusorio consumo, come piccole droghe a buon
mercato. L'erotismo di una donna non è dovuto alla potenza di un
atto fisico a volte brutale, ma spesso viene scatenato da un
movimento impercettibile, che pervade i suoi pensieri e si diffonde
su tutto il suo corpo, sono le idee, la frasi, le passioni che un
uomo riesce a comunicare e condividere e che accendono le emozioni di
una donna che la fanno innamorare. Sono il non dare mai per scontato
nulla, specialmente un ruolo, sono la costruzione in fieri di un
rapporto che non ha mai un punto di partenza o di arrivo, ma è
sempre un cammino condiviso e mai definito una volta per tutte, sono
la fiducia e la stima che rendono la gelosia solo un simulacro su cui
ironizzare perché la fiducia è quel che soverchia tutto, oppure è
quello che può rimettere tutto in discussione, che possono far
continuare a stare insieme due persone. E se una non ce la fa più,
bisogna rispettarla, bisogna conoscerla, perché il rispetto, dalla
sua radice etimologica “respicio”, è innanzitutto riconoscere e
anche riconoscenza per quello che, bene o male, si è vissuto insieme
e non va mai rinnegato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Mai pregare o insistere
quando una donna ci lascia, ma sempre rispettarla, perché la nostra
ansia da “perdita” non fa che accrescere in lei la disistima nei
nostri confronti, non fa che spingerla a considerarci dei deboli,
degli incapaci a sostenere la sua mancanza. Se vuole distaccarsi,
quindi, lasciamola fare, sarà lei poi, magari mettendoci alla prova,
a capire se sente la nostra mancanza oppure si sente finalmente
libera e più felice. E cosa c'è di migliore nell'amare veramente
una donna che saperla felice, ebbene sì, anche con un altro, anche
con chi magari ha saputo comprenderla ed amarla meglio di noi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo è onore, questa è
la dignità e questo è il rispetto, valori degni di una società
cavalleresca che la barbarie del consumismo mediatico e la
prostituzione degli esseri umani asserviti ad un profitto con cui si
pretenderebbe anche di comprare i sentimenti, non solo non
comprendono ma tendono ad annichilire perché se tornassero in auge
salterebbe tutto un apparato che si autoalimenta usando le vita umane
come i vuoti a perdere delle lattine di birra</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Diceva Publio Sirio:
<span style="color: #444444;">“L'onore è come lo spirito dell'uomo, non
ritorna da dove se ne è andato”</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #444444; font-family: georgia; font-size: medium;">Non
sarà quindi la galera, o la fuga fino agli antipodi a restituire lo
spirito che è la vera identità di ciascuno, a coloro che in questi
crimini efferati, nella violenza disumana verso una donna hanno perso
innanzitutto il loro onore. Perché in tal modo saranno loro stessi a
condannarsi ad essere meno di niente, meno della polvere, meno della
cenere che ha bruciato donando calore, meno del vento che è
l'essenza stessa dello Spirito Universale, ma risulteranno solo un
vuoto a perdere che mette ali demoniache inquinando l'universo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #444444; font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-74353887160199363942023-11-13T02:09:00.000-08:002023-11-13T06:31:52.086-08:00INDI, UNA VITA ETIAM SPES CONTRA SPEM<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHlcv8tMFzzo3_5u-J_Fa9AKktW1LFMFbJZHJv6x-Ypm3PvAHS-vCjl5FKJ-I75l7yYL7w5qaVHyXDMxinHPztr5YQkOPusw6jCa3A51xVdr2vKr-jXIkK2fVgjwOlDk4Q_iHKShwCDuIR5bj1Dh75OPW4_zBYku2wEFRMm68tSfLRLQXRwwURq3iV0PFL/s630/indi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="630" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHlcv8tMFzzo3_5u-J_Fa9AKktW1LFMFbJZHJv6x-Ypm3PvAHS-vCjl5FKJ-I75l7yYL7w5qaVHyXDMxinHPztr5YQkOPusw6jCa3A51xVdr2vKr-jXIkK2fVgjwOlDk4Q_iHKShwCDuIR5bj1Dh75OPW4_zBYku2wEFRMm68tSfLRLQXRwwURq3iV0PFL/s320/indi.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La tragica vicenda di
Indi ci riempie di commozione e di angoscia, specialmente per il suo
tragico epilogo che la scienza odierna ha sempre dichiarato
ineluttabile, ella era infatti affetta da una malattia degenerativa
per la quale pare non esistano cure se non quelle palliative</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma la scienza non è una
religione e nemmeno un dogma e soprattutto non può imporsi sugli
affetti umani.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lo sa bene anche chi ha
visto quasi morire il proprio figlio e lo ha visto risorgere dal coma
proprio in quell'ospedale Bambin Gesù a cui si era rivolto
disperatamente perché quello pubblico lo aveva dato per spacciato, e
per di più ora fare una vita quasi normale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma ogni caso è un caso a
parte, e purtroppo ci sono quelli più disperati di altri, come
quello di Indi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In tutta onestà credo
che i soloni, specialmente del web, che sputano sentenze appellandosi
alla “verità scientifica”, in particolare in questo momento di
dolore che ci sentiamo di condividere con i genitori di Indi,
facciano meglio a tacere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non si tratta infatti di
disquisire sulla opportunità o meno della eutanasia, o della
efficacia delle cure mediche e nemmeno della loro perfettibilità nel
tempo grazie alla ricerca, si tratta di capire chi è veramente
l'arbitro della stessa vita umana, specialmente quando essa è inerme
ed indifesa.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Possiamo anche capire e
giustificare il fatto che un adulto pienamente cosciente e
consapevole della propria sorte decida di porre fine ad una vita che
ritiene ormai insopportabile a causa della sua sofferenza fisica e
psicologica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sarebbe lungo dibattere
sul significato del suicidio nella storia della civiltà umana, qui
basti ricordare che nell'antica Grecia solo i pitagorici vi si
opponevano con una certa fermezza anche se alcuni dicono che lo
stesso Pitagora si sia suicidato, per essi infatti l'anima custodita
dal corpo non può essere liberata dalla sua custodia senza
l'intervento del dio che ha provveduto a tale custodia.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E lo stesso Platone,
riferendosi alla fine di Socrate dichiara: “<span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">non
è un precetto irragionevole che nessuno debba uccidere se stesso
prima che Dio non gli mandi un perentorio comando, come ha fatto ora
con noi” Mentre per Epicuro il suicidio è una affermazione della
libertà umana sulla necessità della natura, infatti egli dichiara:
«È una sventura vivere nella necessità, ma vivere nella necessità
non è per niente necessario” Lo stoicismo, in buona sostanza
riprende la considerazione aristotelica sul suicidio, si esce dalla
vita non per viltà o perché sia bello, ma semplicemente per evitare
un male per se stessi e per gli altri, in piena razionalità,
coscienza e consapevolezza.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Si
sa che le tre religioni monoteiste, fedeli al valore secondo il
quale solo Dio è padrone della nostra vita e della nostra morte, un
po' riecheggiando in questo il principio pitagorico, pur escludendo
ogni forma di metempsicosi, condannano il suicidio o quanto meno lo
affidano alla misericordia divina.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma
qui, come ripeto, non si tratta di una interruzione di una vita
cosciente, quanto piuttosto di una vita che non ha fatto in tempo a
sbocciare per poi essere destinata a tornare da dove era venuta. Per
chi crede in Dio, dall'amore incarnatosi nei suoi genitori da cui
proveniva e verso quello universale che aveva mosso anche quello dei
suoi genitori.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma
per chi crede che veniamo dal nulla ed al nulla siamo destinati,
l'unica sorte tollerabile resta quella di non soffrire e di non
sprecare risorse destinate ad alleviare altre sofferenze.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Sembra
che questa, dunque, sia l' “alta” motivazione che ha spinto la
Magistratura inglese ad impedire che quella vita così fragile e
indifesa potesse essere accolta ancora forse per qualche giorno o
settimana, chi può saperlo ormai, in un altro ospedale italiano,
senza alcun onere per i contribuenti inglesi né per il sistema
sanitario britannico.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tutti
fanno appello alla “infallibilità della scienza” quasi che si
dia per scontato che noi non siamo che protesi di un apparato
scientifico autoreferenziale che usa le nostre vite solo per
auto-potenziarsi, come i film di Matrix hanno bene messo in evidenza.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Però
c'è un piccolo granello di senape che se non ha arrestato
l'ingranaggio, lo ha fatto vacillare e ha mostrato almeno la sua
lucida ed efficiente crudeltà nell'orizzonte mediatico globale.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
stato quello dell'affetto disperato ma incrollabile dei genitori di
Indi che solo chi è passato attraverso l'inferno di un figlio in fin
di vita può comprendere, gli altri no, no, sono solo destinati alla
discarica delle chiacchiere più o meno competenti.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Un
bambino che non può decidere è affidato agli unici che possono
decidere al posto suo e che lo hanno chiamato a vivere, bene o male
che gli sia toccato di vivere. E questi sono i genitori, mai e poi
mai nessuno, nessun apparato, nessuna scienza, nessun sistema
giudiziario o sanitario può e deve opporsi alla volontà di questo
amore tenace dei genitori i quali amano la vita che hanno generato
anche nella sua disperata fragilità, e questo vale anche per ogni
altra persona che non sia più in grado di intendere e volere e sia
affidata ai suoi cari</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
legge arida dell'efficienza e della scienza, per altro sempre
perfettibile e mai “esatta” non può e non deve mai sovrapporsi
alla legge dell'amore, a meno che non vogliamo rievocare lugubri
scenari del passato in cui si eliminavano le persone disabili e più
deboli con la scusa di alleviare le loro sofferenze, dimostrando così
la macroscopica ipocrisia di una società che condanna il nazismo a
parole e poi lo pratica nei fatti con la sua “scienza esatta”.
Precisamente come tollera che gruppi neonazisti combattano ancora
oggi o come non riesce ancora a sradicare l'antisemitismo.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Pare
così che non siano bastati più di 50 milioni di morti per sradicare
questa demoniaca tendenza nell'animo umano.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
definitiva però non possiamo trarre spunto da questa tragica vicenda
per speculazioni politiche, religiose e nemmeno sociali, ora, come
sempre quando una vita viene strappata al dolore e allo strazio di
chi l'ha amata con tutto se stesso, c'è spazio solo per la
commozione e per il cordoglio. Noi possiamo solo rammaricarci che
Indi non abbia trovato, nel momento del trapasso, le braccia e
l'affetto dei suoi genitori nella sua casa, perché morire nelle
braccia di chi ci è più caro è morire nell'Amore, e morire
nell'Amore è morire in Dio.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
vero che tutto questo non deve distrarci dal considerare che tanti
bimbi muoiono straziati ancora dalle bombe e dalla fame, ma il
meccanismo che produce la loro morte non è molto diverso da quello
tecnico e scientifico che ha decretato quella di Indi. Le guerre e le
diseguaglianze sociali sono create a loro volta da un sistema
tecnocratico che si autoalimenta e diventa sempre più efficiente,
mettendo le ragioni del profitto e della massimizzazione delle
risorse a vantaggio di chi lo serve meglio, e destinando masse sempre
più sterminate alla discarica della indifferenza o dello
sfruttamento. Se i costi esorbitano dalla attitudine compassionevole,
è inesorabilmente l'attitudine alla cura amorevole che muore assieme
a chi genera costi eccessivi</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nell'Islam
quando muore qualcuno si dice: “</span></span></span><span style="color: #202122;"><span><i><b>Inna
lillahi wa inna ilayhi raji'un” </b></i></span></span><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che</span></span></span><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">vuol
dire: “In verità apparteniamo a Dio, e in verità a lui
ritorniamo” E Dio è sempre il Compassionevole ed il
Misericordioso, per il quale terrorismo, bombe e morte non sono mai
giustizia né liberazione, ma sono solo la bestemmia più grande e
terribile.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
Inghilterra i musulmani sono già svariati milioni ed in crescita di
anno in anno. Magari un giorno saranno in grado anche di orientare
questo principio della non soppressone della vita anche nei sistemi
giudiziari e sanitari, come in altri paesi, integrandosi con i
principi legislativi preesistenti. Sempre ammesso che tale principio
sia rispettato anche negli stessi paesi musulmani, perché il
nichilismo imperante oggi che sovrappone il potere, la tecnica, efficienza e il
profitto che esse generano ad ogni altro valore ha buon gioco anche
nell'utilizzare anche i principi religiosi a suo esclusivo vantaggio.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nel
frattempo non solo la civiltà umana ma il mondo stesso è in agonia,
con le sue perduranti e stupide guerre, con il suo inquinamento che
minacciando persino gli oceani rischia un giorno di non farci più
nemmeno respirare, con il suo carico innumerevole di ingiustizie
sociali per cui il capo di una multinazionale accumula maggiori
profitti di interi stati, con i suoi dissesti idrogeologici che sono
ormai all'ordine del giorno, con gli omicidi in famiglia diventati
cronaca quotidiana.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Allora
un bel giorno (si fa per dire) qualcuno dirà..beh premiamo un
bottone e stacchiamo la spina..l'essere umano non merita la Terra,
lasciamola a coloro che la meritano e che adesso ci fanno tanto
schifo..gli scarafaggi, perché resistono alle radiazioni meglio di
noi. In fondo la Terra è madre anche a loro e.. “</span></span></span><span style="color: #4d5156;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ogne
scarrafone è bell' a mamma soja”..</span></span></span><span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nel
frattempo cosa ci resta? Ci resta la speranza, una speranza
consapevole e disperata..</span><span><b>spes contra spem</b></span><span style="font-weight: normal;">..una speranza contro ogni
evidenza, la stessa che rese Abramo, il quale non sembrava dovere avere
figli, padre di molti popoli, la stessa che avevano i genitori di
Indi e ai quali è stata negata.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Quella
che apre la porta di un mondo migliore, l'unico in cui valga davvero
la pena di vivere ed in cui forse Indi e tanti bimbi innocenti
strappati al futuro anche in condizioni più tragiche, torneranno a
perdonarci tutti, quando quel granello di senape che ha fatto
inceppare la nostra coscienza sarà un albero frondoso.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><b>Carlo
Felici</b></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-75843593438776037812023-10-17T03:42:00.004-07:002023-10-17T03:49:24.604-07:00DIO E' SEMPRE IL PIU' GRANDE<p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhktZa6K2HEoik0swG9MaGQz7ScdTuzQD8oWAp1dqD7d29pBDBgIItzULe-BVOw-Ay8cY1cZMDI6tarH51fi1rcOPO-gVnwLy0fCLeshiko3Qtj1PcZCAJePcStOa-Wd6PtIdU-4zIQaQNGLFQv_85TOCepFfGbExqX__4m9BPeHt7FqHYF-r1MtJAlU2sB/s1280/akbar-7488196_1280.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhktZa6K2HEoik0swG9MaGQz7ScdTuzQD8oWAp1dqD7d29pBDBgIItzULe-BVOw-Ay8cY1cZMDI6tarH51fi1rcOPO-gVnwLy0fCLeshiko3Qtj1PcZCAJePcStOa-Wd6PtIdU-4zIQaQNGLFQv_85TOCepFfGbExqX__4m9BPeHt7FqHYF-r1MtJAlU2sB/s320/akbar-7488196_1280.png" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Il Takbir è nato come
riconoscimento della grandezza incommensurabile di Dio, ma purtroppo
è diventato, specialmente oggi, grido di terrore e di morte.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Allahu Akbar! Significa
infatti “Dio è (sempre) il più grande”, così come è
testimoniato nella sura del puro monoteismo che nell'Islam equivale
ad un terzo del Corano, in essa leggiamo: “Allah è unico, Allah è
l'assoluto. Non ha generato e non è stato generato. Nulla è più
grande di Allah”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il Takbir accompagna i
musulmani nella preghiera canonica quotidiana, nella chiamata da
parte del muezzin e può essere invocato nei momenti di difficoltà,
specialmente quando ci si trova di fronte ad un pericolo e lo si deve
affrontare. L'espressione deriva dalla radice araba K-B-R che indica
la grandezza, e da un rafforzativo che rende il significato tale da
rappresentare un superlativo relativo, cioè una grandezza assoluta
se paragonata alle cose, anche le più grandi, di questo mondo.
Infatti Allahu Akbar non è altro che la forma abbreviata di “Allahu
Akbar min kulli shay” che vuol dire “Dio è il più grande di
ogni cosa”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sarà bene sgomberare
subito ogni equivoco ed ogni ambiguità, Dio nella fede musulmana, in
quella cristiana e in quella ebraica è lo stesso, pronunciato in
modi diversi corrisponde alla stessa essenza, assoluta,
incommensurabile ed incomparabile. Cambiano solo i modi di pregarlo e
la teologia dottrinale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Se osserviamo infatti le
varie espressioni ebraiche e cristiane, notiamo anche delle assonanze
nei significanti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nella sura del puro
Monoteismo il musulmano dice: Allahu ahad (Dio è uno), l'ebreo nello
Shemà Israel dice: Ado-nai ehad, il cristiano Alleluia che deriva
dall'ebraico Hallelu e Yah. Tutte e tre le espressioni, nel loro
significato, conservando significanti fortemente assonanti, esprimono
la lode per l'unico Dio, assoluto ed incomparabile.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Da tutto ciò si evince
che il più grande paradosso della Storia è che, in passato come
oggi, assistiamo a conflitti tra i più rovinosi, tra genti che
professano la fede nello stesso Dio e per di più con parole quasi
analoghe.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tutto questo ci fa forse
pensare, come affermava Nietzsche, che tali sono ormai solo invocazioni funeree per un Dio che “è morto”, e in effetti,
considerando la storia e come si sono sviluppati i conflitti, le
diatribe teologiche e gli scontri dottrinali tra i vari fedeli di
questo stesso Dio, non possiamo che dargli ragione, in particolare
osservando come miseramente, nel mondo contemporaneo, prevale la
disillusione e il nichilismo. Nietzsche però riteneva che tale
constatazione dovesse portare ad un modo diverso, per l'umanità, di
rapportarsi con se stessa e col mondo con cui l'uomo avrebbe potuto
superare se stesso (oltrepassandosi), esaltando la creatività e la
vitalità soffocata da secoli di rimedi al “male di vivere”
rivelatisi negli scontri politici, economici, religiosi e direi anche
filosofici, “peggiori dei mali stessi”, se affrontati con un sano
“amor fati”, con una accettazione stoica del destino necessario
che ci è dato di vivere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Le scene che passano di
fronte ai nostri occhi attoniti, sono tuttora, dopo due guerre
mondiali rovinose e l'invenzione di armi capaci di annientare la
specie umana nella sua interezza, sono tuttora sconfortanti, per il
nichilismo che pervade le varie società del cosiddetto “terzo
millennio”, scene di guerra soprattutto per l'appropriazione di
materie prime ed agricole vitali, scontri religiosi, etnici e
politici, sullo sfondo di un mondo che più che multipolare sta
emergendo come “multi criminale”, non solo per i conflitti
geopolitici, ma anche per quelli che coinvolgono ormai il tessuto
vitale della vita quotidiana degli esseri umani, dato che, ad
esempio, la criminalità domestica ha ampiamente superato quella
organizzata dalle mafie, ovviamente aggiungendosi ad essa in una
spirale di morte quasi quotidiana in cui vengono inghiottite
tragicamente intere famiglie</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Assistiamo a scene di
follia pura, con bambini trucidati in nome di un Dio che dovrebbe
essere Misericordioso e Compassionevole, bombardati e straziati in
nome di un Dio di cui il santo nome del suo Regno dovrebbe essere
benedetto per sempre, ad altri bambini che si ammazzano perché
l'odio cieco gli è penetrato nel loro cervello e nel loro cuore,
inculcato da adulti che ormai vivono ed agiscono in modo peggiore
delle bestie, le quali mai potrebbero concepire, motivate solo da
loro istinto, tanta crudeltà da mettere in atto</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Dio in tutte le tre fedi
monoteistiche globali, è associato alla compassione ma anche alla
giustizia, però oggi viene invocato soprattutto per ragioni di
vendetta. Senza tenere conto che l'abisso che separa la giustizia
dalla vendetta è sempre quella consapevolezza che ci impedisce di
diventare esattamente come il criminale che ha messo in atto il suo
crimine. Questa è la vera sapienza, descritta da Socrate, da Abramo,
da Gesù e anche da Muhammed.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sarà bene dunque
approfondire, soprattutto alla luce degli eventi che sono
tragicamente accaduti di recente, cosa dice il Corano a proposito
della giustizia e del perdono,</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Citiamo
Il Corano (2ª136): “</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Dì:
noi crediamo in Dio, in quel che ci ha rivelato, e in quello che ha
rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe, alle tribù, in
quel che è stato dato a Mosé e a Gesù, e in quel che è stato dato
ai Profeti dal Signore: noi non facciamo differenza alcuna con
nessuno di loro. A Lui noi siamo sottomessi”.</span></i></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
buona sostanza quindi, per l’Islâm, l’Ebraismo è la religione
della speranza, il Cristianesimo è la religione dell’amore, e
l’Islâm stesso è la religione della fede, e non vi è
discriminazione alcuna tra queste fedi né differenze sostanziali.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Altrettanto
esplicito è il Corano a proposito del pentimento: (39ª53):”</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Dì:
«O miei fedeli! Voi che avete commesso degli eccessi a vostro
proprio detrimento, non disperate della misericordia di Dio. Certo:
Dio perdona tutti peccati, perché Egli è il Clemente, il
Misericordioso.</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(11ª90):</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Chiedete
perdono al Signore, e tornate pentiti a Lui.</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(66ª8):</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Credenti,
tornate a Dio pentiti d’un pentimento senza riserve”</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Solo
due peccati non otterranno perdono da Dio, essi sono l’idolatria e
il suicidio consapevolmente voluto.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">II
Versetto 10ª162 recita :”<i>La
mia vita e la mia morte appartengono a Dio. </i>E
il Corano stesso<i>
</i>ripete
per ben dieci volte: “<i>E’
Dio Colui che dà la vita e la morte.” </i><span style="text-decoration: none;">Ci
sta anche uno specifico hadîth che lo conferma</span>:
<i>«Colui
che si sarà ucciso con un’arma tagliente, nel fuoco della Gehenna
sarà punito con quella stessa arma (Bu</i><i><u>kh</u></i><i>ârî,
XIII, 84,1). Colui che si sarà strangolato da se stesso, continuerà
a strangolarsi nell’inferno. Colui che si sarà trafitto,
nell’inferno continuerà a trafiggersi (Bu</i><i><u>kh</u></i><i>ârî,
XXIII, 84, 3).»</i></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Quindi
nella fede musulmana è gravissimo peccato anticipare volontariamente
l'ora della propria morte ed è ancora più grave anticiparla,
provocando la morte di altre persone. Veniamo infine al concetto di
giustizia su cui il discorso sarebbe alquanto complesso, perché
dovrebbe tenere conto dello sviluppo nel tempo della sharia in base
al contributo dei tradizionalisti, dei giureconsulti, e dei teologi
filosofi delle varie scuole che si sono avvicendate soprattutto tra</span></span></span><span style="color: #626262;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ottavo
e nono secolo con le quattro grandi scuole di Giurisprudenza, le
quali tuttora abbracciano oggi circa l’ottantacinque per cento del
mondo musulmano: la Scuola </span></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><u><span style="font-weight: normal;">h</span></u></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">anafita,
la Scuola mâlikita, la Scuola </span></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><u><span style="font-weight: normal;">Sh</span></u></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">âfi`ita,
e la Scuola </span></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><u><span style="font-weight: normal;">h</span></u></span></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">anbalita.
Possiamo però almeno, come nei casi precedenti, partire da alcuni
principi ribaditi nel Corano che sono molto chiari ed evidenti e da
cui deriva la gran parte delle interpretazioni e attuazioni.</span></span></span>
E' scritto nel <span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Corano
(4ª58): “</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Certo:
Dio vi ordina […], quando giudicate fra le genti, di giudicare con
equità. Sì, è il meglio cui Dio vi esorta. Certo: Dio è Colui che
sente, che vede. </span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
ancora</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">:</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(16ª90):“</span></span></span><span style="color: #626262;"><i><span style="font-weight: normal;">Dio
ordina la Giustizia e il bene […], proibisce le turpitudini, il
biasimevole, la ribellione. Ecco a che cosa vi esorta.
Rammentatevene</span></i></span><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.”
Tutto ciò nella consapevolezza e fede assoluta che, come abbiamo
rimarcato inizialmente solo Allah (Dio) è il giusto in assoluto e
solo a Dio si può chiedere di essere perdonati, così ogni giorno il
musulmano, consapevole della sua imperfezione, dovrebbe accompagnare
la sua preghiera quotidiana con l'invocazione: “</span></span></span><em><span style="color: #3b3b3b;"><i><span style="font-weight: normal;">Rabbi-ghfirli
ua-rḥamni” O mio signore, perdonami e abbi misericordia di me.</span></i></span></em><span style="color: #626262;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Purtroppo
assistiamo ad una recrudescenza di odio indiscriminato da parte di
musulmani radicalizzati, soprattutto attraverso il web, che esorbita
parecchio da una fede e da una prassi islamica corretta e svolta
secondo i sani principi coranici. La conseguenza è il fanatismo, gli
omicidi indiscriminati, il terrorismo contro le stesse società che
hanno accolto e fornito opportunità di vita e progresso a queste
persone in fuga dalla povertà, dalla miseria e dalla emarginazione.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
dunque fondamentale che nelle società occidentali si cominci a fare
una educazione e una cultura che possa al tempo stesso diffondere
quel che il Corano realmente è, sgomberando pregiudizi e paure, e al
tempo stesso opera di prevenzione nelle comunità in cui il rischio
della radicalizzazione e del nichilismo associato ad un falso modo di
interpretare l'Islam, è più forte.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
particolare osservando se quelle che si ergono a guide spirituali,
sono pienamente coerenti con i principi che professano oppure
eccessivamente indulgenti verso forme di lotta armata e cruenta. Dato
che molti si ergono a guide spirituali interpretando il Corano e
dimenticando che l'unico interprete di esso è il fedele sotto la
guida di Allah, solo Allah è guida per una retta fede. E lo è in
nome di ciò con cui inizia ogni Sura “Nel nome di Dio
Misericordioso e Compassionevole” E' dunque sempre falso ciò che
non viene interpretato alla luce di questa incommensurabile ed infinita
Compassione e Misericordia.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Se
il Corano quindi deve essere rispettato in tutti i principi, esso
però non deve e non può sovrapporsi alle leggi dei Paesi
democratici e al pluralismo religioso, culturale e politico che esse
garantiscono a tutti. Persino un grande impero musulmano del passato,
quello Ottomano, garantiva la libertà di culto alle varie comunità
che esso includeva, e anche la loro possibilità di autogovernarsi
mediante i loro rappresentanti religiosi con il sistema dei millet,
in una convivenza di comunità e di fedi che l'Europa, con le sue
guerre di religione e la sua caccia alle streghe e agli eretici, non
conobbe mai. Tale sistema fu però interrotto dall'avvento una
repubblica turca la quale, imponendo il laicismo a tutti, ha
parallelamente, nei suo albori, anche discriminato e perseguitato
varie comunità etniche e religiose, fino alla deportazione, ma che
oggi si apre all'Europa e rappresenta il modo migliore di vivere
l'Islam in un paese musulmano</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
c'è forma migliore di prevenzione e di eliminazione dei fenomeni di
radicalizzazione e di terrorismo dell'educazione, che comprenda una
corretta conoscenza del Corano nelle scuole ed una storia non solo
dell'Europa, ma anche di altre civiltà che con essa hanno interagito
nel tempo, nel rispetto scrupoloso dei principi costituzionali e
democratici. Tale educazione, che deve essere anche linguistica, va
rivolta, in particolare alle numerose schiere di immigrati che
sbarcano ormai a centinaia nelle nostre coste, non relegandole nei
centri di raccolta o facendo loro pagare il “pizzo di stato” per
uscirne o avere una adeguata assistenza sanitaria che deve essere
rivolta a tutti perché tutti sono esposti al contagio di malattie.
Ma offendo loro l'opportunità di conoscere le nostre leggi, i nostri
costumi, lo stesso Corano che molti di loro professano ma non hanno
mai letto, la storia dei paesi da cui provengono e come hanno
interagito con l'Europa nel tempo, e soprattutto la nostra lingua.
Gli insegnanti non mancano e per questo ci vuole una precisa volontà
politica di integrazione che purtroppo manca. Però se continueranno
a mancare strutture formative che interessino e coinvolgano, saranno
sempre di più le persone che saranno preda delle ombre del web,
destinate a diventare pericolosi trogloditi e purtroppo anche
criminali mediatici.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Muhammad
Alì, al secolo Cassius Clay, che ne aveva prese e date tante,
diceva: “L'Islam non è odio: Dio non sta con gli assassini”</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Noi
possiamo replicare con Papa Francesco: “Dio non si stanca mai di
perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua
misericordia”. Perdono per la nostra ignoranza, mancanza di
solidarietà, pace e misericordia, perdono per l'odio verso il
“diverso”, per l'incomprensione di chi, in modo difforme professa
lo stesso Dio, perdono per lo schierarsi con i contendenti in guerra,
quando Dio, Allah (che è solo il suo nome in arabo) ci chiede di
schierarci per la pace, con ogni vittima dell'odio e della crudeltà,
e di non diventare assassino come altri assassini. Perdono per non
essere noi stessi, e ciò a cui, con incomparabile Amore, ci ha
destinati.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.4cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #626262;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-12573264199825343692023-10-13T06:40:00.006-07:002023-10-13T07:52:48.393-07:00NEL KIBBUTZ MUORE ANCHE IL SOCIALISMO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy2hncAoVMKVeJv76gifw0cXox5-9DZZObpPXhQHYZYrvpT1mTSqhlU_ZMhf-YyJU6qAfVeNlqH3OtaTqy48m-54JQStsUqDqGSG90PaxQfgSpf-8dKRby4tpCuq6r_ivN-Y1n0Trc5feumAmxpmu5g0zOGp7RE8Jvkj5b2aEB8eKYo7uukTvfznoT8T3q/s1200/1696950910-kibbutz.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1200" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy2hncAoVMKVeJv76gifw0cXox5-9DZZObpPXhQHYZYrvpT1mTSqhlU_ZMhf-YyJU6qAfVeNlqH3OtaTqy48m-54JQStsUqDqGSG90PaxQfgSpf-8dKRby4tpCuq6r_ivN-Y1n0Trc5feumAmxpmu5g0zOGp7RE8Jvkj5b2aEB8eKYo7uukTvfznoT8T3q/s320/1696950910-kibbutz.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Le ragioni di un giornale
socialista sono rivolte a tutelare i diritti, la libertà e la
giustizia sociale in particolare di tutte le popolazioni oppresse del
mondo, quindi in questa situazione di crisi che è di fronte ai
nostri occhi in Israele e Palestina, un giornale socialista ha il
dovere di schierarsi a fianco di tutte le vittime inermi di questo
inumano conflitto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sappiamo però anche che
esiste un internazionalismo socialista in base al quale le
associazioni socialiste dovrebbero sostenersi vicendevolmente</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il Kibbutz è una
comunità socialista, nata ben prima dello Stato di Israele agli
inizi del XX secolo, possiamo dire che Israele è nato grazie alle
comunità dei Kibbutz anche se non è rimasta fedele ai loro
principi, anzi, col tempo ha trasformato anche alcune di queste
comunità privatizzandole.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il Kibbutz deriva dalla
parola “ritrovarsi”, perché le persone che ci vivono, si
“ritrovano” proiettate in una dimensione in cui prevale, secondo
principi socialisti, la condivisione dei beni e la democrazia
diretta. Possiamo aggiungere che le prime comunità cristiane, che
erano costituite essenzialmente da ebrei, si basavano sugli stessi
principi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nel Kibbutz si cucina, si
mangia e si dorme tutti insieme, il concetto di privacy non esiste.
Persino la porta di casa è senza serratura, tanto bisogna avere
fiducia gli uni negli altri, in un modello di umanità che esalta la
collettività a scapito dell'individuo. Anche i bambini sono educati
e vivono insieme in uno spazio a loro riservato dalla comunità più
che con la loro famiglia, un po' come nella Repubblica di Platone.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il compito dei Kibbutz è
stato soprattutto quello di, mediante un duro lavoro, rendere fertili
aree semi-desertiche contrastando validamente, con varie tecniche che
si sono evolute nel tempo, il progredire della desertificazione che,
specialmente con i cambiamenti climatici, oggi minaccia da vicino
quelle terre. Oggi le tecniche sono molto evolute rispetto al
passato, ma mentre in passato le attività dei Kibbutz erano
finanziate dal Fondo Nazionale Ebraico, con il passare del tempo, in
particolare dagli anni 70 in poi del secolo scorso, a causa dei
debiti crescenti, gran parte dei Kibbutz è stata privatizza. Oggi,
ad esempio, i Kibbutz sono strutture che possono anche ospitare
turisti per condividere una esperienza di vita comunitaria in
Israele. Tuttora in Israele ci sono tra i 25 e i 270 Kibbutz, per un
totale di circa 125.000 abitanti e una percentuale per ogni Kibbutz
che varia tra le 100 e le 1000 persone.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Le comunità in genere
sono protette e limitate da recinzioni, ma chi ci vive non è
obbligato a restarci, deve solo seguire le regole comunitarie, che
sono quanto di più vicino al Socialismo sopravviva oggi dopo la
caduta dei muri e delle ideologie.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Negli ultimi anni, però,
sebbene queste comunità siano state ripopolate, le forme di
egualitarismo non sono più così rigide come una volta, gli stipendi
si sono in parte differenziati e le comunità hanno dovuto aprirsi al
mercato, con strutture ricettive, scambi economici, diventando così
delle vere e proprie aziende produttive ed innovative dotate di
tecniche all'avanguardia soprattutto nel campo agricolo, e
avvicinandosi di più al modello delle moshad che sono in pratica
delle cooperative molto simili a quelle occidentali
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Da
questa breve analisi si evince che il modello dei Kibbutz non è né
quello della destra israeliana che ha sviluppato parallelamente una
serie di privatizzazioni selvagge ed ha acuito enormemente le
differenze sociali negli ultimi tempi, né quello di Hamas, una
organizzazione fortemente gerarchizzata che porta avanti a Gaza per i
palestinesi programmi sociali solo con i pochi soldi che avanzano
dall'acquisto di armi e che provengono in gran parte da
organizzazioni di solidarietà a livello internazionale e dall'ONU.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Colpire
il Kibbutz o non tutelarlo adeguatamente ha dunque non solo una
valenza terroristica, ma anche politica, si fa così terra bruciata
di un modello di socialismo e di condivisione che è sempre più raro
oggi nel mondo e che in quella zona probabilmente risulta scomodo per
molti al potere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un
Socialista ed un padre, in particolare, non può non provare orrore
per i continui bombardamenti a cui è sottoposta la striscia di Gaza,
non può che opporsi ad ogni tentativo di deportare la popolazione
palestinese, sottoponendola alla privazione di beni vitali come
l'acqua e l'elettricità</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Chissà
perché poi per questi beni Gaza dipende continuamente da Israele e
non si è riusciti a renderla autosufficiente con tutti i miliardi
che piovono da tutto il mondo a favore dei palestinesi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come
dice giustamente Maraio, la risposta al terrorismo di Hamas “Non
può essere, e lo dico da padre, ripeto, quella di sganciare bombe
sulle teste dei bambini”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
altresì, replichiamo, la risposta non può essere solo lo “schifo”
dei terroristi che, esattamente con la stessa prassi dell'ISIS, si
accaniscono sulle teste dei bambini che vivono in una struttura in
cui non ci sono serrature alle porte.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
risposta deve essere, da socialisti, una forma chiara ed evidente di
solidarietà, se necessario anche con la presenza nei luoghi di tale
mattanza, per evidenziare che in quei Kibbutz non è stato solo
colpito un gruppo di persone, ma anche un modello politico di società
e di convivenza che ad un socialista deve essere assai caro</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Stare
con il Kibbutz e con le sue vittime, e non tanto con Netanyhau che
non è stato capace di proteggerle, vuol dire condividere e tutelare
non solo le persone, ma anche gli ideali per i quali quelle persone,
quei compagni e quelle compagne sono vissuti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una
volta David Ben Gurion affermò: “ Se avessi saputo che era
possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in
Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra di
Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa
soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico di
Israele” Ecco dunque che, oggi come allora, il migliore calcolo
storico di Israele non è annientare i figli dei suoi nemici, ma
quello di farsi carico della loro salvezza, affinché i conti della
storia possano finalmente “tornare” e non essere sempre sballati,
generando odio su odio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><b>Carlo
Felici</b></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-42962483576826800432023-10-10T07:12:00.000-07:002023-10-10T07:12:10.218-07:00CUI PRODEST?<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5-hk6MxVwqA661ygSLszNehMI3OKbRIUK8ynIg9QRenSsosiDprya8CZsMhNTS3MDI8VinGIuv16vEKPiNt3lv7qQRGJP9sUHc7F9GlZ9NxBT41n_MyNUQrDbRGY0u9fncb39ZLdRZmCr69fprnvwAhSnlEd2hEKMHbQ0g1duDQ1O4GkN3zNJvEDAVHyU/s1080/ATTACCO%20ISRAELE.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1080" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5-hk6MxVwqA661ygSLszNehMI3OKbRIUK8ynIg9QRenSsosiDprya8CZsMhNTS3MDI8VinGIuv16vEKPiNt3lv7qQRGJP9sUHc7F9GlZ9NxBT41n_MyNUQrDbRGY0u9fncb39ZLdRZmCr69fprnvwAhSnlEd2hEKMHbQ0g1duDQ1O4GkN3zNJvEDAVHyU/s320/ATTACCO%20ISRAELE.webp" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nelle tragiche incombenze
che stiamo vivendo in questo scenario di inizio millennio, in cui
pare proprio che il male più infettivo e dirompente non possa essere
debellato, soprattutto perché molti lucrano abbondantemente sui
conflitti in corso, la vittima più illustre, oltre a quelle che
indiscriminatamente vengono colpite senza pietà e con furia sempre
più disumana e distruttiva, appare la ragione umana.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Essa infatti presuppone
una capacità di analisi che vada ben oltre la scelta binaria, ben
più in là di ogni aut aut, per cogliere le cause nascoste e sottese
dei fenomeni e, oggi in particolare, delle varie guerre che si stanno
avvicendando e il cui scopo principale sembra essere durare il più a
lungo possibile, con tutto lo scenario di morte e distruzione che ne
consegue.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per quanto riguarda, in
particolare, l'ennesimo scontro tra israeliani e palestinesi che oggi
vede come novità soprattutto il numero notevole forse mai raggiunto
nella storia di Israele, di vittime ed ostaggi, presi del tutto alla
sprovvista, quello che ci occorre, per avere una visione chiara degli
eventi, è soprattutto rinunciare al manicheismo dei “buoni e dei
cattivi”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' ovvio che per molti
dei musulmani i “cattivi” sono per l'ennesima volta gli
israeliani, tanto quasi da giustificare la feroce ed aggressiva
reazione di Hamas, mentre per i sostenitori di Israele i “cattivi”
sono i terroristi di Hamas, per cui bisogna spianare Gaza</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Pochi così considerano
che non pochi “cattivi” sono ai vertici di Hamas, così come ai
vertici dello Stato israeliano. Noi siamo propensi a considerare
“buoni” solo le vittime innocenti che, come in ogni vigliacca
guerra contemporanea, sono sempre più tra i civili e sempre meno tra
i militari che usano ormai abbondantemente la robotica, in
particolare dei droni e dei missili, per fare stragi soprattutto di
gente inerme.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Cominciamo da Hamas, che
soprattutto negli ultimi tempi appare una organizzazione sempre meno
politica e sempre più militare e delirante, evitiamo la solita
definizione “terrorista” buona per tutte le stagioni che non
aiuta per niente a capire la struttura e le motivazioni e soprattutto
per conto di chi vengono messe in atto determinate azioni.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Hamas ha predicato a
lungo e tuttora predica la necessaria fine di Israele, con una
posizione condivisa, anche se ambiguamente, ormai tra i paesi
arabo-musulmani, solo dall'Iran. Ma fin qui siamo ancora in un ambito
politico. Negli ultimi tempi però l'azione di Hamas, rifiutando le
tregue, martirizzando i civili palestinesi esposti alle ritorsioni, e
in particolare con gli attacchi indiscriminati contro i civili
israeliani, assomiglia sempre di più a quella del Daesh, e per
questo non riceve più particolare sostegno dai paesi musulmani,
specialmente tra quelli che cercano di raggiungere un difficile
equilibrio di convivenza con Israele, tanto che lo stesso Hamas può
ormai contare sostenitori (ma non dichiarati) solo in Iran e in Qatar
che conserva ancora legami con i Fratelli Musulmani</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo movimento già dal
1988 nel suo statuto ha come fine dichiarato nell'articolo 12 il
seguente principio: <span style="color: #444444;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"Hamas
considera il nazionalismo (Wataniyya) come parte del credo religioso"</span></span></span>
D'altro canto lo stesso statuto in un altro articolo recita: “<span style="color: #444444;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Il Movimento di Resistenza Islamico (Hamas) deriva le proprie linee
guida dall'Islam, dal suo pensiero, dalle sue interpretazioni e dalla
sua visione della vita e dell'umanità; all'Islam si ispira per la
propria condotta e per qualunque decisione"</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora questa è
già una contraddizione lampante, perché l'Islam non è nazionalista
e non è rivolto in alcun modo a fare strage indiscriminata di gente
inerme.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sia la
<span style="color: #111111;"><i><span style="font-weight: normal;">sharī‘a</span></i></span>
che la <span style="color: #202122;"><span><i><span style="font-weight: normal;">ǧihād</span></i></span></span>
sono rivolti nell'Islam alla tutela e al perfezionamento di una
comunità religiosa più che di una nazione in senso stretto, e se
osserviamo la storia dell'Islam, vediamo che esso è progredito e si
è espanso di più in strutture che non avevano confini definiti ma
corrispondevano a imperi o califfati come zone di influenza, cosa ben
diversa dal concetto moderno di nazione.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per quanto
riguarda poi la prassi di uccidere il Corano è piuttosto chiaro in
alcuni suoi passaggi: “..e a parte il buon diritto (di autodifesa)
non uccidete nessuno di coloro che Allah ha reso sacri. Ecco quello
che vi comanda affinché comprendiate” Corano 6:151. Oppure “
Chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non
abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso
l'umanità intera” Corano 5: 32</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Del tutto
evidente, dunque, che non è legittima secondo l'Islam una prassi
volta a combattere un popolo inerme, anche se per ritorsione o
vendetta. Mentre può essere più comprensibile la prassi che in
passato adottarono alcuni stati a guida islamica per combattere
militarmente Israele, sentendosi minacciati dal suo espansionismo, il
quale per altro è avvenuto lo stesso, quando Israele si è
apprestata a combattere e anche a difendersi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Da queste
considerazioni si evince che la prassi di Hamas, non solo non è
coerente con i principi coranici, ma di fatto assomiglia sempre di
più a quella dei gruppi islamisti radicali come Daesh che colpiscono
indiscriminatamente e senza distinzioni tra obiettivi militari e
civili</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Né questo è
giustificabile solo tenendo conto delle condizioni discriminatorie e
ghettizzanti in cui sono tenuti i palestinesi, soprattutto nella
striscia di Gaza, perché evidentemente escludendo le vie politiche e
limitandosi soltanto alla opzione militare, li si espone a ritorsioni
e a massacri, sicuramente criminali e ingiustificati, ma pur
tuttavia, sempre e solo con conseguenze tragiche a loro svantaggio.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si sa bene che Hamas
utilizza molte delle risorse economiche che dalla comunità
internazionale provengono per alleviare le sofferenze del popolo
palestinese, per procurarsi armi e missili sempre più efficaci, con
il risultato che nessun benessere e nessun miglioramento ne trae la
popolazione e che Gaza è diventata un ghetto e una prigione sempre
più angusta, ma ostinarsi ad attaccare uno Stato militarmente più
potente per ottenere risultati alquanto effimeri, non è certo una
strategia costruttiva o vincente. Tale prassi è più comprensibile
però se la si inquadra in un orizzonte più vasto in cui l'azione di
Hamas tende a manifestare la debolezza di Israele e ad acuire il suo
isolamento nel contesto internazionale del Medio Oriente. Speculare
però sulla disperazione di un popolo che non ha più nulla da
perdere, se non in continuazione solo la propria vita, non è
certamente una azione politica eclatante.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Veniamo
adesso ad Israele che è governata da un premier che solo poco tempo
fa ha dovuto recarsi in tribunale per difendersi da vari capi di
imputazione, in particolare tre. Il primo riguarda il caso di aver
accettato regali dal miliardario Arnon Milchan, e dal magnate
australiano James Parker una somma corrispondente a circa 260mila
euro. Il secondo riguarda un accordo con l'editore di un quotidiano
per avere una copertura mediatica positiva in cambio di una legge che
avrebbe sfavorito il rivale di questo editore. Il terzo e più grave
concerne l'accusa di corruzione per avere negoziato, quando Netanyhau
era premier e ministro delle telecomunicazioni, con il principale
azionista del gigante Bezeq per ottenere una copertura positiva da
parte di un notiziario, in cambio di favori politici verso gli
interessi di quella società. Sua moglie nel frattempo si è
dichiarata colpevole ed ha patteggiato per una accusa di avere usato
denaro pubblico per fini privati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Dopo queste
vicissitudini, lo scorso anno Netanyahu ha vinto di stretta misura le
elezioni, contando soprattutto sul sostegno dell'estrema destra
sionista, essendo però costretto a governare con una maggioranza
risicata di cinque parlamentari, e condizionato dai partiti ultra
ortodossi, in buona sostanza dal fondamentalismo sionista. Quelli che
considerano i palestinesi una sorta di “razza inferiore”, che
mettono in atto provocazioni eclatanti e girano armati. Per mettersi
al riparo da contestazioni e ulteriori guai giudiziari, il premier
israeliano ha varato una riforma della giustizia che prevede
l'abbandono dei veti della Corte suprema su leggi e nomine da parte
dell'esecutivo. In pratica un passo decisivo per trasformare Israele
in una dittatura a sfondo nazionalista e fondamentalista con il fine
dichiarato di limitare fortemente le libertà civili e ostacolare il
processo di secolarizzazione della società israeliana. In
particolare la riforma si accanisce contro il principio di
“ragionevolezza” utilizzato dalla Corte per revocare nomine e
decisioni legislative, come nel caso di Aryeh Deri, esponente
politico ultra-ortodosso a cui è stato impedito di partecipare al
governo del premier perché si é ritenuto irragionevole nominarlo in
quanto condannato di recente per frode fiscale. In definitiva, questo
è stato un attacco frontale alla democrazia israeliana, per
sottrarre l'operato del governo al controllo della magistratura e per
negare il principio sacrosanto della divisione dei poteri,
indispensabile in ogni stato democratico moderno</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Le reazioni
della società israeliana non sono mancate e sono state anche
eclatanti, dato che gli stessi riservisti hanno minacciato di non
impegnarsi più nel loro compito se il governo avesse imposto questa
riforma</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' in questo
contesto che l'attacco di Hamas, il quale sembra aver avuto successo
come con un coltello che penetra nel burro, cosa molto sospetta per
uno Stato dotato di grandi capacità tecnologiche e con l'apparato
dei servizi segreti tra i più efficienti e preparati al mondo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il sospetto
è infatti che il premier, pur avendo avuto varie avvisaglie, si
parla addirittura di un avvertimento dei servizi segreti egiziani che
stava per accadere “qualcosa di grosso”, non abbia fatto nulla di
concreto e convincente per affrontare e prevenire questa minaccia,
dando più importanza alla situazione in Cisgiordania che al pericolo
imminente al confine con la striscia di Gaza. Più o meno come quello
che accadde alla vigilia dell'11 settembre negli USA e che dette il
via all'invasione dell'Afghanistan e alla guerra in Iraq</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora è
presto per considerare quali conseguenze su vasta scala avrà questa
che è da considerarsi, per numero di vittime ed ostaggi nelle mani
di Hamas, la giornata più nera per Israele dalla sua fondazione.
Però un dato è sicuramente certo: l'opposizione a Netanyahu è
stata tacitata in nome della sicurezza nazionale, è stato dichiarato
lo stato di guerra, che amplia i poteri del governo, tutti i
riservisti sono stati mobilitati e richiamati in vista anche di una
offensiva di terra che però non si presenta né facile né sicura,
dato il numero di ostaggi nelle mani di Hamas e data la
configurazione del territorio che impone una guerriglia quartiere per
quartiere, casa per casa e in cui le rovine dei palazzi sono le
strutture migliori in cui difendersi e colpire senza essere visti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il governo
israeliano, già criticato per quella riforma di cui si è parlato,
anche in campo internazionale, oggi si appresta a raccogliere la
solidarietà indiscussa di tutti i paesi occidentali. Di Hamas pare
che in Italia non si debba parlare se non in termini di
organizzazione terroristica, persino nelle scuole si minacciano
azioni ispettive per scongiurare una azione propagandistica. Mentre
si preparano manifestazioni di sostegno al popolo palestinese che,
per l'ennesima volta, viene colpito e martirizzato senza badare a
scrupoli in aree a densissima popolazione civile in cui vengono
colpiti ospedali, condomini, infrastrutture, e per di più vengono
bloccati tutti gli aiuti internazionali e sigillata ogni possibilità
di uscire da quella che rischia di diventare una tomba a cielo
aperto, una fossa comune, dove solo i topi che si nascondono sotto
terra possono salvarsi</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Cosa ha
ottenuto Hamas e cosa il governo israeliano?
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Hamas
sicuramente nessun vantaggio territoriale, l'azione infatti si è
esaurita in poco tempo e senza alcun consolidamento in territorio
israeliano, l'isolamento anche tra i paesi musulmani è più che
evidente, i sauditi prendono tempo, gli iraniani prendono
ambiguamente le distanze pur essendo i principali finanziatori di
Hamas, l'unico sostegno (anche se non dichiarato palesemente) pare
sia quello di certa sinistra radicale, senza se e senza ma nostrana,
in nome della sacrosanta causa del popolo palestinese.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come se, per
l'ennesima volta un male ne giustificasse un altro, come se l'eccidio
di tanti palestinesi da parte delle truppe israeliane possa essere un
fondamento valido per le atrocità ed umiliazioni messe in atto
contro la popolazione israeliana inerme, con i suoi ragazzi, con le
sue donne e i suoi bambini esposti al ludibrio mediatico globale.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E Netanyahu
cosa ci guadagna? Nell'immediato sicuramente consenso interno ed
internazionale, ma alla lunga? Lui ha già dichiarato che sarà una
lunga guerra, ed è evidente, perché gli occorre per non essere
contestato e continuare a governare senza opposizione alcuna</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma,
nonostante ciò, <span style="color: #050505;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Haaretz
quotidiano nazionale di Tel Aviv in Israele già titola: </span></span></span></span><span style="color: #050505;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“Il
disastro che si è abbattuto su Israele durante la festività di
Simchat Torah è chiaramente responsabilità di una sola persona:
Benjamin Netanyahu"</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
Italia una delle voci più ragionevoli che sembra non avere imboccato
la strada del manicheismo “buoni-cattivi” che imperversa nei
telegiornali è la Bonino, la quale, da sempre filo israeliana fa
alcune considerazioni che meritano la massima attenzione. Ella tra
l'altro dichiara: “</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">È
triste pensarlo, ma il calcolo cinico dei leader di Hamas è
verosimilmente quello che una ritorsione sanguinosa di Israele, con
tante vittime civili, torni a mobilitare le piazze arabe contro
Israele, renda implausibile politicamente, per qualsiasi governante
arabo, sostenere il ravvicinamento diplomatico con Israele, e riporti
la questione palestinese al centro dell’agenda internazionale” E
ancora: </span></span></span><span style="color: #050505;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
“</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">trovo,
come gran parte dei democratici ebrei e filo-israeliani nel mondo,
che sia un errore mortificare una democrazia vibrante come quella
israeliana con coalizioni di governo costruite tatticamente, che
includono partiti estremisti e politici xenofobi. Questi
atteggiamenti sono parte del problema</span></span></span><span style="color: #050505;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
conclusione, appare del tutto evidente che il problema non si risolve
in maniera manichea, sostenendo a spada tratta coloro che si ergono a
“campioni dei palestinesi” e che operano con metodologie più
terroristiche che militari, né sostenendo Israele senza se e senza
ma, solo perché aggredita.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
essa il governo di coalizione che si appresta ad affrontare la crisi
dovrà risultare una seria opportunità per valutare non solo
l'interesse della sopravvivenza dello Stato di Israele che non è
certo messo seriamente in discussione dalle armi di Hamas e dal suo
operato, ma soprattutto sul futuro e sulla efficienza della sua
democrazia, affinché non risulti uno Stato fondamentalista tra i
vari altri dell'area, con l'unica conseguenza della guerra e
dell'impoverimento permanente della sua popolazione, già in atto con
la caduta libera della moneta israeliana</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Gli
Usa d'altra parte, sono presenti nell'area, ma stavolta è molto
difficile che stacchino una cambiale in bianco, con la crisi ucraina
tuttora aperta e di difficilissima soluzione. Cina e Russia stanno a
guardare ma è evidente che non possono che trarre vantaggio da una
crisi permanente in Medio Oriente, sia perché distoglie l'attenzione
dall'Ucraina, sia perché amplifica il loro ruolo di grandi potenze
nello scenario internazionale.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Resta
il fatto che Hamas e Netanyahu, risaltano come “i migliori nemici”,
da quando sono al potere infatti non fanno altro che rendere il loro
potere inossidabile e senza alternative, strumentalizzando la paura
del popolo palestinese e di quello israeliano e rendendo lo scenario
senza alternative a loro stessi, in un vortice di morte e distruzione
che appare senza fine</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">A
chi giova dunque tutto ciò? E a chi l'ennesima guerra in Medio
Oriente mentre l'Europa, come con l'Ucraina, rivela ancora una volta
tutta la sua dabbenaggine ed impotenza?</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ce
lo ha detto il Papa: “il terrorismo e la guerra non portano a
nessuna soluzione” e noi aggiungiamo con Teilhar de Chardin: “noi
stessi siamo il nostro peggior nemico. Nulla può distruggere
l'umanità ad eccezione dell'umanità stessa”. E' una riflessione
che non riguarda solo palestinesi ed israeliani che dovrebbero poter
convivere ciascuno in un rispettivo Stato sovrano, ma anche tutti noi
che viviamo in un habitat mondiale sempre più stretto e pericoloso</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Carlo
Felici.</span></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-43426620760436097802023-09-28T04:00:00.002-07:002023-09-28T04:14:36.584-07:00VATTELAPPESCA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBZpd0f3YvsZ_5Fz4VHc74HPY0095dxmJqwxiuDYxznpjzlqyMZ1G5nfX7R30-iK4N7UETeuEuF0RzH2IXg_CkcYgJTqzNn2gQslq5jBbbWMzlyC0FsJr41USpX525JC8ED3rPhQNLc7j90c5KOem1QIxQBvmUjp3NOyuk-9x-N7DaU0BpmXAVk2vKOosO/s640/PESCA.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="640" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBZpd0f3YvsZ_5Fz4VHc74HPY0095dxmJqwxiuDYxznpjzlqyMZ1G5nfX7R30-iK4N7UETeuEuF0RzH2IXg_CkcYgJTqzNn2gQslq5jBbbWMzlyC0FsJr41USpX525JC8ED3rPhQNLc7j90c5KOem1QIxQBvmUjp3NOyuk-9x-N7DaU0BpmXAVk2vKOosO/s320/PESCA.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lo
spot che tanto piace alla Meloni ha suscitato varie critiche e prese
di posizioni. Di per sé esso presenta due genitori separati che
hanno una bambina la quale sfugge alla mamma, in un supermercato,
mettendola in ansia, per prendere una pesca che nasconderà e darà
al papà, dicendogli, mentendo, che gliela manda la mamma.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
premier lo ha trovato “molto bello e toccante”, Ercolani ha
rimarcato che “<span style="color: #050505;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
poteva esserci modo migliore, di questi tempi, che decretare
attraverso una pubblicità che siamo felicemente alla frutta...”</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Sallusti
rimarca il fatto che è meglio avere due genitori separati piuttosto che
conflittuali, e vari esponenti della sinistra commentano dicendo che
lo spot è una mancanza di rispetto per la bambina che viene usata
per scopi commerciali oppure che non c'è riguardo per il consumatore
che, in giorni assai magri come questi, magari non riesce a
permettersi nemmeno una pesca</span></span></span></span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
pubblicità, è noto, si basa sulle indagini di mercato. Gli analisti
semplicemente osservano l'andamento del costume e della società, le
tendenze dei comportamenti, con un unico scopo: attrarre l'attenzione
del consumatore per trarne profitto mediante le vendite. </span></span></span></span></span>
</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nella
sterminata agorà mediatica in cui viviamo immersi quotidianamente e
che ci invade persino il palmo della mano, è praticamente
impossibile sottrarsi al </span></span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span><span><i><b>Peithṓ</b></i></span></span></span><span>
, così veniva definita anticamente dai Greci quella divinità che
personificava la “persuasione” specialmente nelle relazioni
amorose, poi diventata con i Romani Suada, da qui la parola italiana
suadente per definire un qualcosa che attrae e convince al tempo
stesso, a prescindere dal suo valore morale, dal fatto che sia buono
o cattivo.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Oggi,
si può dire che assistiamo al trionfo di Suada, in ogni campo,
economico, affettivo, famigliare , scolastico e soprattutto mediatico</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Suada
veicola il profitto e il profitto è l'ultimo deus ex machina che
domina il mondo odierno globalizzato, spinto da Suada, fino anche a
farci persuasi che una guerra possa essere “giusta”, ovviamente
con tutte le morti che essa può produrre in nome della “suadente”
leva di un patriottismo che, guardando la Terra solo da una distanza
satellitare, appare tanto ridicolo quanto anacronistico.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma,
tornando allo spot, l'unica cosa che davvero colpisce è la bimba,
per la tenerezza che suscita nello spettatore, il quale non può che
fare il tifo per lei, soprattutto in una realtà demenziale in cui i
genitori ammazzano i coniugi e alla fine si suicidano, magari
scrivendo poesie nei loro blog, tanto è lo scollamento tra la loro
fantasia e la realtà che devono vivere, con i suoi contrasti, le sue
delusioni, ma anche le sue speranze e la voglia di realizzarsi. Il
contrasto tra le notizie dei telegiornali e spot come questi che
tendono a dare una immagine edulcorata e consolatoria dei contrasti
famigliari è dunque tanto dirompente quanto significativa di come il
mondo pubblicitario possa essere narcotizzante e illusorio</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si
sa da sempre che ogni coppia è un caso a parte e che le separazioni
e i divorzi sono all'ordine del giorno anche per una sorta di
“pensiero debole”, il quale, con buona pace del grande filosofo
recentemente scomparso, se ha il merito di avere aperto nuovi
orizzonti di emancipazione e una pluralità di fermenti nella cultura
e nel costume popolare, ha anche aperto gli abissi della
disperazione, soprattutto per chi nella vita per una sua debolezza
intrinseca non solo di pensiero, ma soprattutto psicologica, non
riesce a “navigare a vista” affrontando con la necessaria
resilienza i marosi e gli tsunami della vita che la pubblicità
abilmente nasconde sempre o non presenta mai con la loro autentica
crudezza.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E'
inutile quindi perdersi nei falsi moralismi, considerando quello spot
che tende a celebrare il supermercato come la cattedrale della
consapevolezza dove una bimba, mediante una pesca raggiunge
l'illuminazione, condannando o incensando le buone intenzioni
sottese, e la voglia della bimba di avere una famiglia riconciliata.
Perché la realtà, anche se non vogliamo vederla perché non ci
piace, è che in famiglia ci si ammazza più che con la mafia, pur di
non riconciliarsi</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E
questo non significa essere pessimisti, ma solo realisti. Forse
dunque dovremmo dedicarci di più ad altri spot della
serie..pubblicità e progresso..affinché Suada riporti la gente dove
un tempo la portava una religione e dei sacerdoti più credibili, e
meno inquinati anche loro da scandali, anche quelli debitamente
occultati. Ma, si sa, nessuno vuole “lo Stato etico”, e tutti
sono sempre pronti a scaricare colpe su scuola e famiglia, pur
essendo entrambe una componente fondamentale dello Stato.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Chi
ci persuaderà dunque su come comportarci, in mancanza di riferimenti
etici che siano seriamente presi in considerazione e condivisi? I
mercati? E' molto probabile di sì, solo che “si vende” di più a
gente separata che consuma separatamente, piuttosto che a famiglie
che praticano una sana economia famigliare nell'interesse di tutti.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di
qui una marea di films e telenovelas con genitori single o separati e
se provi per caso a fare il contrario, magari vieni immediatamente
criticato perché vuoi fare l'apologia del matrimonio</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il
fatto è che ormai non ci sta più nulla da propagandare, tanto meno
valori etici e morali, perché appunto Suada va da sé, spinta dal
profitto e tutto ciò che non porta profitto Suada lo manda al
macero.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Torna
così alla mente la omofonia tra pésca e pèsca. Due parole che si
scrivono nello stesso modo ma hanno significati diversi, una
rappresenta un frutto, l'altra una pratica e una intenzione, quella
di portare a casa qualcosa di buono.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Così
bisogna riconoscere che nello spot in questione i due significati
tendono a confondersi, la pesca frutto diventa infatti “esca” per
quello che la bambina vorrebbe “pescare”, magari una impossibile
riconciliazione, e noi siamo portati ad ammirarla e magari a
emularla.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Vedremo
dunque supermercati affollati di bimbi che sfuggendo ai genitori
arraffano cetrioli, carciofi, zucchine e magari qualcuno più robusto
anche un cocomero (meglio evitare i pomodori con i quali si corre
qualche rischio) da regalare al papà o alla mamma separati dicendo
che glielo manda l'ex coniuge? Sperando che il tutto non si concluda
in un frullatore, non ci resta che uno sconsolato ma eloquente...
“Vattelappesca..”</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-63609035246554863542023-06-02T10:22:00.011-07:002023-06-02T10:47:13.205-07:00UN LIBRO, UNA MAGIA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXzLMIi7YMQTOrW2nzzCLkSZZjQTcD1nnkqL6UnOR9BiVyHXX_aLCOFj2_zNfGJFE2W0kcSNkkPRAO2oxthy5j1QUDfLT-ERvf2JPnCcm9WGxs_FSAwuKkuASyW3nIZoz2CtRej1TIJgkBDdn6Yb9nu0E4jz8erka-BpswT7mbXrCAWfPyxY-g2WLo-w/s1000/libro%20guerri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="733" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXzLMIi7YMQTOrW2nzzCLkSZZjQTcD1nnkqL6UnOR9BiVyHXX_aLCOFj2_zNfGJFE2W0kcSNkkPRAO2oxthy5j1QUDfLT-ERvf2JPnCcm9WGxs_FSAwuKkuASyW3nIZoz2CtRej1TIJgkBDdn6Yb9nu0E4jz8erka-BpswT7mbXrCAWfPyxY-g2WLo-w/s320/libro%20guerri.jpg" width="235" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Per Giordano Bruno Guerri
scrivere libri è una dannunziana e sportiva “fatica senza fatica”,
per cui non potremo mai parlare del suo ultimo libro solo in termini
di “ultima fatica”.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Diremmo invece che a
proposito di “d'Annunzio la vita come opera d'arte”, edito
recentemente da Rizzoli l'arte celebra se stessa.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Questo libro, infatti,
che ci accompagna nella lettura come se ci prendesse per mano e ci
incantasse con le parole e le sue immagini, è di per se stesso
un'opera d'arte, arricchito com'è da un incomparabile e suggestivo
corredo iconografico</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">La vita del Vate,
Comandante, Amante guerriero, Orbo profeta, e chi più ne ha più ne
metta, viene da Guerri mirabilmente descritta nelle sue varie fasi
come da “una moglie, una vedova” devota e fedele, lo scrive lui
stesso nell'incipit del suo bel libro</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">E' quindi con un acceso
amore e un certo struggente rimpianto che possiamo accoglierne la
lettura, come se si aprisse un sipario e scorressero davanti a noi le
scene reali e concrete della vita di d'Annunzio, scandite dalle
innumerevoli foto che alternano le pagine, e provenienti in gran
parte dall'archivio del Vittoriale di cui la “vedova regina”
Guerri è tuttora assoluta sovrana</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Sebbene l'autore abbia
già scritto altri due libri su d'Annunzio abbastanza corposi: “La
mia vita carnale” e “d'Annunzio l'amante guerriero”, questo li
supera tutti, perché i suoi vari capitoli che si aprono davanti ai
nostri occhi, sono come stanze delle meraviglie in cui si entra
timidamente e in punta di piedi, con la massima attenzione, e se ne
esce trasfigurati, con un inesausto stupore</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Tutte le fasi della vita
di d'Annunzio ci appaiono così, come in un caleidoscopio in cui il
lettore si perde e al contempo si ritrova in una magica suggestione
che si vorrebbe inesauribile.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Linguaggio e immagine si
richiamano vicendevolmente come se stessimo nel parco del Vittoriale
ad ascoltare il richiamo dei variegati uccelli che lo popolano, come
se entrassimo in ciascuno dei suoi meravigliosi ambienti e questi cominciassero a sussurrare, a parlare, non senza prima averci chiesto
sussiegosi..ma ne sarai degno?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Nel libro le varie foto
del Vate, da puer fino alla canities morosa, passando per il miles
invictus e l'insatiabilis amans, si alternano accompagnate da quelle
delle sue numerosissime donne, in una periocoresi elegante e
visionaria, una danza cadenzata dal suono scandito dal ritmo di un
tempo che sembra sia davvero “immotus nec iners”, fermo nella
fissità dell'immagine ma mai inerte nello spirito della narrazione
con cui realtà, letteratura e immaginazione si fondono in una
sontuosa sinfonia diacronica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Scrive infatti Guerri a
conclusione della sua “fatica senza fatica”: “- l'espressione
è il mio modo unico di vivere- ha scritto . Specialmente al
Vittoriale, Gabriele ha potuto vivere , appunto, “esprimendosi”,
con una totalità che non ammette interpretazioni, amalgamando la
forma e il contenuto, rovesciando la plateale esibizione della sua
esistenza di istrione e di genio nella quotidiana definizione del
proprio essere e della propria interiorità, nell'ininterrotta
scrittura di se stesso.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Il consiglio dunque che
ci sentiamo di dare al lettore è quello di trascorrere una bella
vacanza in prossimità del Vittoriale, portarsi il libro e leggerlo
lì, in un tutt'uno di suggestioni interiori ed esteriori, in un
susseguirsi di echi, di immagini e di parole che, nel teatro
recentemente portato a compimento, forse trovano il luogo più magico in
cui amalgamarsi</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">D'Annunzio scrisse: “Ecco
che non più sono un grande artista ma divenuto io sono una grande
opera d'arte”, e in effetti in quel luogo in cui magia e misticismo
sfrenatamente esistenziale si confondono, la presenza del Vate è
costante, quasi visibile, come solo un mago riesce a fare eternandosi
nello “spiritus loci”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Sentirete così, in quel microcosmo delle meraviglie, riecheggiare perenne la leggenda del
Comandante, di quel “d'Annunzio mago”,
sciamano del vivere inimitabile..</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">Carlo Felici</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-70528388968159158832023-05-13T07:58:00.014-07:002023-05-15T00:03:00.158-07:00NOI NO!<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEe4okwFoUOuuAYYtFMBo8dPxRfcSsWQF7GT1RPHlXBPVhzwhakb-SEcxQ_9MxGX_4pK874lvZJjgURI81PTqv4NEMkZpVp-V_nECR7IswPqx0jNNgf_uJffXMzYzRQ-3r9YWPNPgAXYEHVVy0Q4R3LQB7jskjagz61CIl4GTyJhGw9oe1C9OOsasoaA/s1600/libro%20nenni.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEe4okwFoUOuuAYYtFMBo8dPxRfcSsWQF7GT1RPHlXBPVhzwhakb-SEcxQ_9MxGX_4pK874lvZJjgURI81PTqv4NEMkZpVp-V_nECR7IswPqx0jNNgf_uJffXMzYzRQ-3r9YWPNPgAXYEHVVy0Q4R3LQB7jskjagz61CIl4GTyJhGw9oe1C9OOsasoaA/s320/libro%20nenni.jpg" width="240" /></a></div><br /><p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quando
scrissi la <a href="https://www.avantionline.it/linchiesta-i-mandanti-e-il-monito/">storia</a> del primo dopoguerra in Italia, in occasione del
centenario del biennio rosso, e fu pubblicata a puntate on line sull'Avanti!, auspicai la ristampa di un libro cruciale per
intendere come il fascismo si affermò, e decisivo per ricordare cosa
ha rappresentato e quali metodi ha usato per mantenersi al potere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Fu scritto
da Pietro Nenni in esilio e lui volle che fosse uno strumento di
denuncia di Mussolini e dei suoi metodi, oltre che del rinnegamento
delle origini del Duce, all'estero, in un' epoca, i primi anni 30 del XX
secolo, in cui il consenso intorno a lui si stava allargando sia in
Italia che altrove. Mussolini ci teneva molto alla sua
“presentabilità” internazionale, tanto da mettere in particolare
nel mirino delle sue scellerate azioni repressive anche gli esuli, i
quali finirono non a caso vittime delle sue trame omicide, come i
fratelli Rosselli, salvo poi lavarsi le mani e attribuirle
all'eccessivo zelo di altri fascisti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ebbene, questo libro che andrebbe adottato e letto in tutte le
scuole per far capire ai giovani come tuttora non si può non essere
antifascisti, finalmente è stato ristampato e si spera possa essere
disponibile presto per un largo pubblico.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una lode e
un ringraziamento particolare dunque è da rivolgersi alla Fondazione
Nenni, alla Arcadia Edizioni e alla UIL che ha patrocinato
l'edizione, così come a coloro che hanno presentato il libro in una
assemblea svoltasi nella sede di questo sindacato a Roma, in
particolare al<span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">giornalista
Giuseppe Vernaleone che ha moderato l'incontro e poi anche a coloro
che sono intervenuti: il giornalista della Stampa, Fabio Martini;
Antonio Tedesco, direttore scientifico della Fondazione Nenni, che ha
curato la pubblicazione dell’opera; il prof. Giancarlo Monina
ordinario presso l’università Roma Tre; Marzio del Grosso Colonna,
amministratore delegato dell’Arcadia Edizioni; Pierpaolo Nenni,
nipote di Pietro Nenni.</span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'ultima
edizione del libro di Nenni in Italia risaliva all'immediato
dopoguerra, chi è così fortunato da avere quella copia si renderà
conto anche della qualità “povera e fragile” della carta di
allora, quando essa era anche un bene prezioso e di difficile
reperibilità, la sovraccoperta dell'edizione del 1945 riprende l'immagine di copertina
dell'edizione tedesca del 1930, mentre la recente ristampa riprende
la copertina dell'edizione originaria francese dello stesso anno. In
quel periodo si volle infatti che il libro circolasse abbondantemente
in Europa per smascherare il volto “perbenista” e rassicurante
che il fascismo tendeva a presentare oltre confine. Il titolo
originario: “Sei anni di guerra civile in Italia” fu volutamente
cambiato nella edizione in tedesco destinata ad un Paese che di lì a
poco sarebbe stato travolto dalla dittatura nazista e fu: “
Todeskampf der Freiheit” erroneamente tradotto con “Agonia della
libertà” ma che più propriamente vuol dire “Lotta fino alla
morte per la libertà” Agonia più comunemente in tedesco si dice
Qual o Agonie, lo stesso significato può avere anche Todeskampf,
però la sua etimologia ci riporta meglio a cosa allora Nenni volesse
far capire ai tedeschi che avevano già letto il “Mein kampf” di
Hitler e che nel 1930 ancora non avevano però sperimentato la sua
spietata e criminale dittatura. Todeskampf è unione di Tode che vuol
dire morte e di Kampf che è la lotta, un titolo quanto mai azzeccato
per un Paese in cui la libertà stava per soccombere e in cui si
voleva almeno una lotta significativa prima della sua morte.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questa
digressione filologica non sembrerà sterile osservando che quel
regime nazista che si affermò dal 1933 volle senza esitare proprio
in quell'anno mettere all'indice quel libro tanto provocatorio e
sfacciato, per chi aveva fatto carriera imitando Mussolini e che
addirittura sbeffeggiava il titolo della sua “bibbia demoniaca”,
quasi gli volesse replicare: se tu hai la tua battaglia noi avremo la
nostra per la libertà sino alla morte. Le copie reperite furono
quindi bruciate pubblicamente in piazza assieme a quelle di tanti
altri libri che come sempre ogni regime liberticida ritiene di dover
eliminare, se oggi qualcuna ne permane, è da conservarsi come
preziosa reliquia..</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Possiamo
quindi ritenere che la ristampa di questo libro sia una
“Resurrezione”, rispetto non solo ad allora, ma a tutti quegli
anni trascorsi senza che potesse circolare nemmeno in Italia, pur
essendo altre opere di Nenni già state ristampate. E ci auguriamo che esso
non debba essere relegato oggi nell'ambito di pochi studiosi apostoli di libertà
che scrivono magari “gridando” nel deserto affollatissimo del
web, ma che trovi un ampio pubblico di lettori nella società e
soprattutto nella scuola, non solo in Italia, ma anche in Europa.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lascio
alle belle introduzioni di Fabio Martini e di Antonio Tedesco
l'illustrazione del contesto storico e dettagliatamente della
rilevanza europea del libro, a me che ho scritto anche una storia di
<a href="https://www.avantionline.it/la-rossa-luna-fiumana/">Fiume</a> rivoluzionaria, interessa in particolare la lettura di un
capitolo di questo libro di Nenni che ho potuto leggere solo nella recente edizione integrale. Me ne rammarico, altrimenti avrei anche affrontato questo
argomento e lo avrei menzionato nel mio libro di prossima uscita che
raccoglie tutte le puntate di quella mia storia edita on line, perché
effettivamente Nenni fu, come egli stesso dichiara, a Fiume nel
settembre del 1920, dovrò quindi aggiungere ad esso una piccola ma
significativa appendice.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nel
capitolo “La marcia dannunziana di Fiume” che ritengo molto
importante, troviamo “due Nenni” mescolati in uno, e solo chi
conosce il prima e il poi, rispetto a Fiume e a Nenni, può riuscire
ad identificarli.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Troviamo
il giovane entusiasta che si trova a Fiume e si lascia suggestionare
da quella atmosfera festosa e trasgressiva, il quale riconosce che
alla radice dell'impresa c'è “la passione patriottica di un popolo
(..) tradito dai suoi alleati e derubato dei suoi frutti della
vittoria pagata con seicentomila morti e un milione di mutilati e
invalidi”, che rivive il clima tra il frenetico e l'indiavolato
nell'immagine del Comandante il quale “Si trasformava allora in
politico o in diplomatico (..) mandava messaggi e ambasciate; aveva
rapporti con i croati, con gli ungheresi, perfino con i bolscevichi
(..) Passava dai soldati alle donne, dalle donne alla politica,
dalla politica alle lettere, dalle lettere alla musica o
all'architettura”, in una concitazione febbrile. Che aveva
“interesse per la classe lavoratrice, aveva pubblicato una “carta
del lavoro” anche, vero codice di uno stato corporativo”. E che
“la “verve” indiavolata di d'Annunzio toccava i vertici della
perfezione”...Qui il giovane “entusiasta” Nenni non capisce che
la Carta era una Costituzione innovativa né l'uomo socialista maturo
nomina mai l'altrettanto socialista rivoluzionario De Ambris.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">D'altra
parte infatti, troviamo in questo capitolo, che si mescola tra le righe anche il Nenni maturo e
diremmo pure “maturato socialista” il quale, soprattutto col
senno di poi e dichiarando che, benché d'Annunzio non abbia mai
fondato il fascismo e si sia anche opposto ad esso, definendolo anche
“schiavismo agrario”, sviluppa un parallelismo sulla base del
socialismo dominante di allora, tra fascismo e movimento fiumano,
ritenendo che sotto entrambe le vesti si celasse quel nazionalismo
reazionario che poi il fascismo stesso avrebbe reso la base fondante
del suo ventennale regime, e che la stessa marcia rivoluzionaria che
d'Annunzio sognava altro non sarebbe stata che il prologo della
marcia su Roma di Mussolini</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E'
importante considerare ciò perché in seguito gran parte degli
intellettuali antifascisti adottarono questo punto di vista
soprattutto col “senno di poi”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Che
quel “poi” fosse davvero posdatato lo dimostrano i fatti. Nenni
fu a Fiume, lo dice chiaramente, forse per un breve periodo,
perché nel 1919-20 egli era ancora aderente ai Fasci di
Combattimento e repubblicano, e per di più “corrispondente
viaggiante” (inviato speciale) de “Il Secolo”. Fu proprio
durante il viaggio del 1920 che lo portò anche in Georgia al seguito del
senatore conservatore Ettore Conti, che Nenni entrò in contatto col
mondo sovietico, passando ufficialmente da repubblicano a socialista militante
l'anno successivo. Siamo dunque propensi a credere che anche l'esperienza fiumana, sostenuta da molti repubblicani e socialisti rivoluzionari di allora, abbia contribuito a far maturare la sua scelta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Evidentemente
nel 1930, in cui doveva per forza liberarsi da questo passato
ingombrante, ma pur sempre frutto di una limpida passione giovanile,
fu portato a rivedere quell'impresa sotto altre forme, anche perché
lo stesso Avanti! nel 1931 su posizioni massimaliste, arringava Nenni
come “<span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Repubblicano,
guerraiolo arrabbiato, fascista, comunisteggiante, riformista, egli è
un poco la riproduzione – in proporzioni ridotte – di Mussolini»</span></span></span>
E Togliatti addirittura: “fascista della prima ora”, mentre lo
stesso anno il comunista Giuseppe Dozza dal giornale l'Humanité
sparlava di lui in termini di: <span style="color: #202122;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">«provocatore
politico, un fascista camuffato, un agente del nemico nelle file
della classe operaia»</span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Capiamo
così meglio la genesi e l'importanza di questo libro non solo per
condannare il fascismo in Europa, ma per sgomberare ogni ombra di
dubbio sulla fede socialista e indubitabilmente antifascista di
Nenni, ben prima che andasse anche lui a combattere il fascismo sul
campo di battaglia in Spagna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Capiamo
il motto che lo accompagnò per il resto della sua vita: NOI NO! Il
quale voleva segnare un abisso incolmabile tra l'antifascismo e il fascismo nemico giurato al contempo di ogni democrazia e di
ogni forma di socialismo. Per cui o si sta da una parte o dall'altra.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E
lo dobbiamo intendere anche noi, mediante la straordinaria lezione di questo
grande padre della Patria, la cui storia ci affascina ancor di più
quanto maggiormente siamo in grado di comprendere, anche nei
dettagli, la sua drammatica e variegata vicenda biografica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ci
sarebbero tanti altri aspetti, che però lasciamo scoprire al
lettore, da evidenziare in questo libro straordinario, così come di
Nenni di cui ho un indelebile ricordo in vita e anche negli
struggenti funerali e nella commemorazione di Craxi il 3 gennaio
1980, quando erano presenti, tra gli altri, anche Pertini, il
socialista spagnolo Gonzales e Soares per l'Internazionale
Socialista</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ricordo
coi miei vent'anni il grido di Signorile: <span style="color: #606569;">“</span><span style="color: #606569;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ora
Nenni viene restituito alla sua famiglia, ma egli vive nei socialisti
italiani e di tutto il mondo. Salutiamolo col saluto con il quale lo
abbiamo sempre salutato nel tempo delle sue e delle nostre lotte:
Viva Pietro Nenni!”</span></span></span><span style="color: #606569;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Con
questo libro a cui auspichiamo possano seguirne altri, pubblicando
tutta la sua opera, dunque la memoria di Nenni si fa ancora vita,
monito ed insegnamento e ci accompagna ancora in tempi in cui il NOI
NO! conserva quanto mai intatto tutto il suo valore, per tutelare la
fatica, il dolore e i sacrifici che produssero la nostra Costituzione
e per ricordarci come sia il caso anche, persino dopo quasi 80 anni, di tenercela
stretta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-25187932859493008972023-05-02T09:23:00.020-07:002023-05-02T23:44:32.834-07:00L'IRRIDUCIBILE VELLEITARIO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyJyzkYi0zaqwlk3gYndSPp2YSIRZZCYjSBRmyEHWhE-EU_gyIxmMy0Ydxi78b6FNhwBPITwFesPK3nXUcXXgGeIafD5Cyy63u85VPtQKSsnUyDrm85rD7NFSjXOPsJOOjmb1cDMx3IxJI-upRKRNL0qepPzO6chY3BzsbzGWiwRHw3oG1NfOZw6dXpg/s656/Vinciguerra.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="328" data-original-width="656" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyJyzkYi0zaqwlk3gYndSPp2YSIRZZCYjSBRmyEHWhE-EU_gyIxmMy0Ydxi78b6FNhwBPITwFesPK3nXUcXXgGeIafD5Cyy63u85VPtQKSsnUyDrm85rD7NFSjXOPsJOOjmb1cDMx3IxJI-upRKRNL0qepPzO6chY3BzsbzGWiwRHw3oG1NfOZw6dXpg/s320/Vinciguerra.jpeg" width="320" /></a></div><br /><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">A
latere nella discussione sull'antifascismo che è stata svolta in
occasione del 25 aprile, ci sembra opportuno occuparci di una vicenda
che smaschera tante ipocrisie nel merito di t</span><span style="font-family: georgia;"><span>ale questione, facendoci
capire che cosa è veramente oggi lo Stato italiano.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In
Italia c'è rimasto un unico fascista “irriducibile” a credere
nel nulla del fascismo (perché il fascismo è morto nel 1945), o
meglio, a restare fedele ai suoi sogni giovanili nutriti dal
disprezzo per una democrazia profondamente e ferocemente ipocrita.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il
suo nomen omen paradossalmente racchiude tutta la sua battaglia
donchisciottesca che poi tanto donchisciottesca non è.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>Si
chiama Vincenzo Vinciguerra, combatte tuttora la sua guerra ma è
quasi impossibile che la vinca. E' in carcere, come ergastolano, da
circa 43 anni, il più vecchio d'Italia, non si è mai pentito, dopo
essere stato condannato per la strage di Peteano ed il tentato
dirottamento di un aereo a Ronchi dei Legionari. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Potrebbe
essere libero da tempo, se si fosse pentito o se si fosse lasciato
“coprire” dallo Stato, ma lui ha deciso di continuare una guerra
contro quello stesso Stato che lui non ha mai riconosciuto e che ha
tentato di usarlo, magari per poi disfarsene, come è successo in
tante occasioni con vari soggetti durante la stagione della strategia
della tensione.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Vinciguerra
si è sempre dichiarato fascista in guerra contro la democrazia che
nella sua mente è una millantatura, sia perché l'Italia non è mai
uscita da una servitù economica e militare verso la NATO e i poteri
atlantisti, sia perché la “democrazia” di questo Stato sempre a suo
parere, ha promosso e coperto stragi e misfatti, assoldando criminali
e coprendoli con reiterati depistaggi. Tanto è che non esiste forse
al mondo un Paese in cui crimini così efferati non abbiano ancora
dei mandanti riconosciuti e condannati, e questo non è un parere ma una tristissima realtà</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Era
partito infatti un depistaggio anche per il suo crimine, da parte
della stessa Arma dei Carabinieri che lui aveva colpito con una
autobomba, ma lui si è autodenunciato vanificandolo, con il preciso
intento di continuare in carcere una guerra iniziata da fuori.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Altri
personaggi di quella stagione nefasta hanno già ottenuto i benefici
di legge sebbene siano stati condannati a vari ergastoli più di lui,
ma lui no. Vinciguerra se non può vincere la sua guerra, ha deciso
di combatterla sino alla fine, ovviamente la “sua” fine, perché
è molto improbabile che lo Stato che lui ha ritenuto di combattere
finisca con la sua vita.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lui
dice però che la sua guerra vi ha aperto crepe significative, e
questo è storicamente e giuridicamente provato, dato che è la
stessa Magistratura a confermare le sue dichiarazioni che coincidono
con l'esito delle indagini svolte.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Vinciguerra
cominciò ad subodorare di essere stato incastrato, quando gli
proposero nei primi anni 70, di assassinare Rumor con la complicità
della sua scorta, e dato che il leader democristiano era al potere al
momento della strage di Bologna, l'intento era quello di dare la
colpa a gruppi anarchici e favorire una svolta autoritaria.
Vinciguerra pensò bene che non si poteva combattere lo Stato con la
complicità del medesimo, e di conseguenza non si lasciò incastrare,
e da allora decise di agire da</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> solitario.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Le
sue azioni però furono mirate e non accettò mai di colpire vittime
civili , ma solo di avere obiettivi militari, discostandosi da quella
galassia neofascista che lui, in tutti questi anni in cui ha scritto
vari libri, rilasciato dichiarazioni alla Magistratura, partecipato a
interviste televisive, ha sempre sostenuto essere cooptata dai
servizi segreti italiani, con lo scopo di stabilizzare e rafforzare
il potere e rendere impossibile ogni alternativa ad esso. In buona
sostanza, come feroce braccio armato di uno Stato profondamente
carente di trasparenza, credibilità e sovranità.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per
cui la stragrande maggioranza dei movimenti neofascisti era manovrata
da servizi segreti nostri e americani in funzione anticomunista, nel
perdurare dell'esistenza del più grosso partito comunista d'Europa
che è sempre stato incapace sia di essere concretamente indipendente
sia di mettere in atto il ben che minimo intento rivoluzionario, e
per di più pervicacemente attaccato formalmente per decenni ad una
falsa identità marxista leninista, essendo concretamente dedito al
consociativismo, e sempre ostinatamente incapace di assumere una
identità pienamente socialista e democratica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come
si è già detto, Vinciguerra avrebbe potuto sparire nell'anonimato,
magari all'estero dove si era rifugiato durante la sua latitanza,
assieme ad altri suoi camerati transfughi, presso le sanguinarie
dittature sudamericane di allora o presso il perdurante e agonizzante
regime franchista in Spagna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
la sua battaglia contro lo Stato comportava anche quella contro i
suoi complici deviati, per cui Vinciguerra ha preferito continuare da solo,
smascherando conseguentemente, durante gli interrogatori a cui è
stato sottoposto, non solo le complicità dei suoi camerati, manovali
stragisti, ma anche quella di tale “fiamma tricolore” che allora
spesso faceva da tramite tra la manovalanza e le strutture dei
servizi segreti dello Stato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Grande
burattinaio di quel periodo, che è stato pure premiato con l'elezione
a Presidente della Repubblica persino coi voti dei comunisti, fu
Cossiga, che spesso, prima di affrontare le sue responsabilità
probabilmente più ampie e complesse dei manovali del terrore di quel
periodo nell'oltretomba, ha sovente dichiarato non solo di
prendersele tutte, ma ha persino suggerito la stessa metodologia
repressiva a chi dovesse trovarsi nelle stesse condizioni oggi, in
varie interviste. Forse ora ci è ben chiaro come sia difficile in
questo Paese in cui a chi governa l'impunità è garantita, arrivare
ai mandanti delle peggiori efferatezze. Cossiga riteneva o meglio
voleva che la parentesi fosse chiusa in fretta e furia con il crollo
del muro di Berlino e la fine del partito comunista in Italia, ma,
osservando la storia con il senno di poi, vediamo bene che l'esigenza
di mettere l'Italia “sotto tutela” economica, politica,
geostrategica e militare non si è mai esaurita. Non solo continua tuttora, ma anzi oggi a governare il nostro Paese è quella stessa fiamma
tricolore, almeno nel simbolo che per questo ci</span><span style="font-family: georgia; text-align: left;"> risulta
profondamente indigesto, che allora era, per stessa ammissione di
Vinciguerra, contigua alla manovalanza neofascista con la duplice
funzione di terrorizzare e stabilizzare, anche se i protagonisti di
allora ormai sono spariti o morti. Fini lo sapeva bene e per questo
volle liberarsi di quel simbolo nefasto che pare però gli sia
sopravvissuto non a caso politicamente, come una ciliegina su una
torta rancida.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
storia del neofascismo italiano non è complessa, ma abbastanza
semplice per chi la vuol osservare. I reduci di Salò furono
indirizzati dallo stesso ultimo Mussolini della Repubblica Sociale
verso Nenni, ex compagno di gioventù di Mussolini, con intenti
socialisteggianti fuori tempo massimo. Nenni, per ovvie ragioni, li
respinse, allora essi si rivolsero al Partito Comunista che in parte
li accolse, la storia dei “camerati rossi” e di Stanis Ruinas è
ben nota. A quel punto i servizi segreti americani cominciarono a
preoccuparsi, nell'immediato dopoguerra, che intenti anticapitalisti
e antiamericani rossi e neri si sommassero e potessero persino dare
origine a cambiamenti rivoluzionari e geostrategici. Di conseguenza,
con i loro referenti in Italia, finanziarono abilmente chi potesse
“infiammare” i neocamerati e riportarli alla sacrosanta lotta
contro il comunismo, creando al contempo una rete paramilitare,
chiamata Gladio, in grado di attivarsi in qualsiasi momento e
coordinare una strategia della tensione tale da impedire al PCI
l'avvicinamento al potere, e al contempo per stabilizzare un “regime
democratico” senza possibilità di alternanza politica, ma solo
dotato di una certa sua dialettica interna. Non al punto però da mettere
in discussione l'assunto generale che l'Italia non può essere un
paese pienamente autonomo, indipendente e sovrano.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I
neofascisti parlamentari ed extraparlamentari collaborarono e furono
pienamente protagonisti di questo servaggio di cui Vinciguerra è
diventato pienamente cosciente, tanto da decidere, lui fedele al
fascismo che aveva combattuto gli Alleati e la democrazia, di
combattere la sua guerra da solo, soprattutto per smascherare le
millantature di quell'ambiente dove egli stesso era cresciuto e che
aveva tentato di manovrarlo, diremmo fino ad oggi, in cui forse è
ancora più contento di ieri di stare in carcere per non condividere
il trionfo governativo di quella stessa fiamma tricolore che lui ha
sempre considerato la quinta colonna dello Stato atlantista, e la più
grossa artefice della millantatura della indipendenza e sovranità
dell'Italia, di un patriottismo inesistente che oggi spedisce armi
anche da rottamare e porterei dove il “grande capo” comanda.
Tanto che se da una parte ci appare assurdo che un uomo così
coraggioso e per certi versi dotato di un suo singolare "onore" debba marcire in carcere, dall'altra tirarlo fuori
sembrerebbe fargli il più grave torto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E'
chiaro alla luce di tutto ciò che anche certo antifascismo odierno,
non quello storico, si intenda, che si celebra il 25 aprile oppure
omaggiando Matteotti che ne fu vittima illustre, ma pretestuoso e
strumentale perché utile solo ad autolegittimarsi, sia un fantasma tanto velleitario ed inesistente quanto
consustanziale alla negazione di ogni qualsivoglia sovranismo o
patriottismo possibile che non sia quello delle celebrazioni storiche
del passato.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E'
tanto assurdo infatti proclamarsi antifascisti in assenza di concreto
e sostanziale fascismo, perché il neofascismo, come abbiamo detto e
come Vinciguerra conferma non è che una espressione dell'atlantismo,
solo un'altra faccia dello stesso neoliberismo che tende a governare
il mondo occidentale e non solo, quanto definirsi fascisti, perché l'unico
fascista rimasto che non sia nei libri di storia pare sia Vinciguerra
nella sua perdurante velleità perché, essendo nato nel 1949, non è mai
vissuto durante il fascismo</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
cruda realtà è che per noi in Italia il "divide et impera" è l'unica
dottrina che regna sovrana e sovranista, l'unica che ci è consentita
come negazione di una Patria che non ci deve appartenere. Chi davvero
ha provato a scardinarla..Mattei..Moro..Craxi..ma anche coraggiosi
magistrati come Falcone e Borsellino, o giornalisti come Pecorelli,
scoperchiando certi intrecci con i liquami segreti di certi apparati
dello Stato, collusi anche con una manovalanza mafiosa sovente usata
nella stessa maniera di quella neofascista, è stato ammazzato senza
tanti scrupoli, nella piena convinzione di una perdurante impunità dei
vertici di ogni istituzione di una Italia che già Dante definiva più
di sette secoli fa “serva e di dolore ostello”, mentre il soldato
Ryan continua a guardarci sorridendo e sussurrando: “meritalo se
sei capace”.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-56684393216518176532023-04-26T02:17:00.017-07:002023-04-26T06:38:40.797-07:00UNA LETTERA NON ANCORA ANTIFASCISTA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkXP3slzmfViyQqTNIoU_pHKoSrF80glL2OKakl2Xs6JSRkciEuqyVti5GIddg4AE5rQ-lKS0c516SIk03IP0wyY-pMeJWqnOK5ZssFSzjS2Xv0yePGw4he1rKPHmNuYt_1MOdQj4Lcq-Y9AWvbe0yaINqp4zW-aZ0EZLAVMHMgKfsBPSeluTSQDP1Xw/s1140/libert%C3%A0.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="592" data-original-width="1140" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkXP3slzmfViyQqTNIoU_pHKoSrF80glL2OKakl2Xs6JSRkciEuqyVti5GIddg4AE5rQ-lKS0c516SIk03IP0wyY-pMeJWqnOK5ZssFSzjS2Xv0yePGw4he1rKPHmNuYt_1MOdQj4Lcq-Y9AWvbe0yaINqp4zW-aZ0EZLAVMHMgKfsBPSeluTSQDP1Xw/s320/libert%C3%A0.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
lettera di Giorgia Meloni per il 25 Aprile appare tanto “politicamente
corretta” quanto un po' sbiadita e, nella velleità di accontentare
tutti, rischia di non accontentare nessuno, tanto che si è pure
fatta scavalcare dall' “immortale” Berlusconi che ha dichiarato
senza mezzi termini: “Resistenza straordinaria alla base della
Costituzione”, facendo così terra bruciata dei meloniani che
avevano improvvidamente detto che pure i fascisti avevano scritto la
Costituzione..forse ipotizziamo del regno di Bengodi.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Cominciamo
col dire, non se ne offenda il Capo dello Stato, che celebrare il 25
Aprile all'altare di una Patria dominato dalla figura di un monarca,
i cui successori fecero sparare alla folla affamata e spalancarono le
porte al fascismo, la cui Costituzione era lo Statuto Albertino,
anche con tutto il rispetto per il Milite Ignoto e per tutte le
vittime che sacrificarono la vita per una Patria che le mandò al
macello, non è proprio il massimo della coerenza con il valori
costituzionali.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Poteva
andar bene per il centenario della fine della Grande Guerra, potrebbe
per il 4 novembre, come data che sancisce la compiutezza del nostro
Risorgimento e la festa della Patria finalmente unita anche se pare
che nel suo centenario le autorità italiane abbiano quasi voluto
nascondere questa ricorrenza allora celebrata molto in sordina.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Luogo
ben più adatto sarebbe stato quello in cui gli italiani e i romani
celebrano il 25 Aprile ogni anno e cioè Porta S. Paolo, dove si
accese la miccia della Resistenza Italiana, e in mezzo alla gente che
lì si riunisce ogni anno. Ma la Meloni forse ha ancora timore del
“popolo della Resistenza”..</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In
ogni caso, la sua lettera prende sì le distanze si spera definitive
dal fascismo, evocando la svolta di Fiuggi di 30 anni fa, più che
altro dovuta ad un personaggio come Fini che, dopo avere definito il
fascismo come “male assoluto” non si vide più nella compagine
politica della destra, ma con i soliti distinguo tipici di certa
parte, della serie...dopo continuò la guerra civile, dopo ci furono
le foibe...dopo ci fu l'uso del fascismo come “arma di esclusione di
massa”.. Ma quale massa ci verrebbe da chiederci, se i nostalgici
del regime sono sempre stati una minoranza in Italia, e lo è, dati
alla mano, rispetto alla maggioranza dei cittadini elettori astenuti, anche quella percentuale di votanti pur rilevante che ha consentito a
questo governo di governare?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Naturalmente
tutto questo tralasciando il fatto fondamentale che fu proprio il
varo di quella Costituzione nata dalla Resistenza a porre una pietra
tombale sugli strascichi della guerra civile.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
la Meloni ha ripreso il solito motivo della libertà in senso
parziale e strumentale, preferendo riferirsi al Berlusconi del 2009
anziché a quello di oggi che già abbiamo citato, e facendo anche
riferimento alla risoluzione del Parlamento Europeo che equipara di
fatto nell'ambito del totalitarismo, il fascismo con il comunismo,
commettendo, in nome del consenso dei Paesi dell'Est, un grossolano
errore storico.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non
c'è bisogno di essere comunisti né luminari in storia, per essere
consapevoli del contributo dell'Armata Rossa alla fine della seconda
guerra mondiale e alla liberazione dal nazifascismo, ma tornando a
casa nostra, sarà bene ripetere alcune cose essenziali:</span></p>
<ol>
<li><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
Costituzione Italiana è fondata sulla democrazia, sulla libertà e
sulla giustizia sociale, valori che il fascismo aveva calpestato.
Non c' è nulla di fascista nella nostra Costituzione che, per
questo, è antifascista. Essa è l'erede diretta della Costituzione
mazziniana e garibaldina della Repubblica Romana del 1849 e sotto
certi aspetti (vedasi articolo 49), anche della Carta del Carnaro. A
cui si sono aggiunti i valori del socialismo del XX secolo e della
dottrina sociale cattolica.</span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">2) Nessun fascista contribuì a
scriverla, ma molti comunisti che avevano combattuto e vari perso la vita
per liberare il nostro paese, insieme ad altri di diverso
orientamento, ne resero possibile la redazione contribuendo
attivamente alla sua promulgazione.</div><div style="text-align: justify;">3) Se essa condanna ogni
forma di autoritarismo, essa è antifascista ma non è
anticomunista, tanto che non consente la formazione di un nuovo
partito fascista ma consente l'esistenza di partiti dichiaratamente
comunisti, purché essi accettino il confronto e il pluralismo
democratico ed elettorale. Pertanto ogni equiparazione di
antifascismo ad anticomunismo è impropria storicamente e civilmente
in base ai valori costituzionali.</div></span><p></p>
</li></ol>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I
comunisti italiani hanno pagato, nonostante taluni si ostinino a
ritenere combattessero solo per realizzare uno Stato stalinista, il
prezzo di sangue più elevato durante la Lotta di Liberazione, è
comprensibile anche se non giustificabile, quindi, che siano stati
portati dall'odio e dal risentimento anche a feroci e disumane
ritorsioni, ma, e sarà il caso di ricordarlo bene, pur avendo armi e
uomini, non protrassero la guerra civile come in Grecia, ma
collaborarono attivamente a creare la nostra Costituzione accettando
in tutto e per tutto le regole della democrazia, cosa che i
neofascisti con le stragi perpetrate fino ai primi anni '80 del
secolo scorso, si guardarono bene dal fare, mai una formazione
comunista anche settariamente deviata sparse bombe nel mucchio
lacerando indiscriminatamente carni innocenti, nel corso della nostra
storia democratica.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo per ribadire che equiparare fascismo e comunismo in Italia
non solo è un falso storico ma corrisponde ad un rinnegamento dei
valori costituzionali e democratici, e poi anche perché legittimarsi
dando tutte le colpe ad un soggetto politicamente “morto” almeno
in Italia, data l'irrilevanza dei vari gruppuscoli comunisti rimasti
nel nostro paese nella compagine extraparlamentare, non ci pare una
operazione particolarmente eclatante anche dal punto di vista
meramente politico.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
lo scopo strumentale è evidentemente un altro, e cioè dichiarare
che i “comunisti cattivi” ci sono ancora e hanno barbaramente
attaccato un paese libero e democratico come l'Ucraina che per questo
va riempita di armi.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora,
a prescindere dal fatto che Putin, il quale riesuma l'URSS solo "pro
domo sua autocratica”, tutto è fuorché comunista, persino il
partito comunista russo, prima che fosse costretto dalla ferrea
putiniana sentenza di censura e condanna per tutti coloro che non lo seguono
nella sua sciagurata avventura bellica, aveva preso le distanze
dall'attacco all'Ucraina, ribadendo che la Russia si doveva limitare
a difendere solo le popolazioni orientali di lingua e cultura russa
fortemente discriminare dagli ucraini dal 2014.
</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo
va riconosciuto e detto, ripeto senza fare propaganda comunista,
anche perché l'errore più grosso dei comunisti, così come dei
socialisti “rancorosi”, è stato ed è sotto molti aspetti,
restare da una parte legati al marxismo-leninismo, e dall'altra al
craxismo, anche dopo il crollo del muro di Berlino che divideva non
solo l'Europa, ma anche i socialisti dai comunisti. Ebbene, dopo quel
crollo, sarà opportuno ribadirlo a chiare lettere, la divisione tra
socialisti e comunisti non ha più senso. Perché una sinistra
moderna e concretamente alternativa alla destra che ancora stenta a
riconoscersi nell'antifascismo, non può che essere accomunata tutta
non solo da quel valore e dalla tutela dei diritti umani, ma
soprattutto nella libertà e nella giustizia sociale e oggi anche
ambientale, praticando questi principi nella società civile e nelle
lotte sociali purtroppo spente in nome dei vincoli di bilancio
europei, di quella stessa Europa che pratica queste equiparazioni e
millantature storiche e sociali, ed è incapace di essere protagonista in un vero processo di pace.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">In
ultimo vogliamo soffermarci sull'ambiguità di un termine usato dalla
Meloni, </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">la
quale parla di “una certa «concezione proprietaria» della lotta
di Liberazione uno dei fattori che le impedivano di diventare
patrimonio condiviso da tutti gli italiani.”</span></span></span></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
francamente non capiamo di quale proprietà si tratti, anche perché
la lotta di Liberazione dette origine nella Costituzione anche
all'articolo 42 in cui si specifica che persino la proprietà privata
ha uno scopo “sociale”, cito: “..</span></span></span><span style="color: #202124;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
proprieta' privata e' riconosciuta e garantita dalla legge, che ne
determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di
assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.</span></span></span><span style="color: #202124;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span>
</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
Lotta di Liberazione è di conseguenza “proprietà socialmente
utile” di tutti i cittadini italiani, basta solo dichiararsi senza
se e senza ma “antifascisti”, perché anche senza arrivare a
definire il fascismo come fece molto coraggiosamente Fini: “male
assoluto”, in quanto i mali purtroppo nella storia tendono non solo
a ripetersi, ma spesso anche a peggiorare, per riconoscersi tutti
nell'antifascismo basta solo ricordare quando il Presidente più
amato dagli italiani: Sandro Pertini, disse di rispettare, pur da non
credente, la fede di ciascuno anche a costo della propria vita, ma
alla domanda: “Rispetta anche la fede politica dei fascisti?”
Rispose seccamente: “No, questa la combatto con altro animo, il
fascismo per me non può essere considerato una fede politica, sembra
assurdo quello che dico ma è così, infatti il fascismo a mio avviso
è l'antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con
le vere fedi politiche, non si può parlare di fede politica parlando
del fascismo perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la
pensavano come lui, chi non era fascista era oppresso e quindi non si
può parlare di fede politica che opprime le fedi altrui, io combatto
ma sul terreno democratico..”</span></span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, Times, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: medium;">In
poche parole il fascismo nasce come negazione della libertà e come
assassinio di coloro che la difendevano con i loro scritti, con la loro testimonianza ed in Parlamento, dunque se si
vuole essere davvero liberi non si può non essere antifascisti</span></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'anno
prossimo si celebrerà il centenario della morte di Giacomo
Matteotti, vedremo se Giorgia Meloni sarà presente a ribadire
finalmente il “suo” antifascismo assieme a quello di tutti gli
italiani liberi e democratici.</span></span></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-59085428529582146272023-04-22T02:16:00.004-07:002023-04-22T08:45:28.484-07:00IL TEMPO DELLA VITA<p><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjytNf1SXIMK_VBOgpKbJqmO_MFFQcZ6idmMKeqg2eEf7jGBonSi5DFXjmMIQP115PpQwEXgd4AevmXulN_zXAXlvunS5YxTHt1oqPED6ePFBzNIsgfJSXdPN6ydcehgFttMAjndRn9H9M-iV_H3q8Xs0jiT0ucdz2jEmDyJCNxj5jzvzdXc91b1D7BCA/s1600/Cavour.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1074" data-original-width="1600" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjytNf1SXIMK_VBOgpKbJqmO_MFFQcZ6idmMKeqg2eEf7jGBonSi5DFXjmMIQP115PpQwEXgd4AevmXulN_zXAXlvunS5YxTHt1oqPED6ePFBzNIsgfJSXdPN6ydcehgFttMAjndRn9H9M-iV_H3q8Xs0jiT0ucdz2jEmDyJCNxj5jzvzdXc91b1D7BCA/s320/Cavour.jpeg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I venti di
guerra non solo non accennano a diminuire ma vengono alimentati anche
in luoghi a noi meno famigliari, lontano dal nostro continente.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Bisogna dire
che l'Italia non fa assolutamente nulla per spegnerli, ma si allinea
ed esegue, con questo governo molto più che con i precedenti, tanto
che il famigerato sovranismo, ormai, per le decisioni prese in campo
militare e per l'inerzia sostanziale ad arginare i fenomeni
migratori, fa spaparanzare dalle risate.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Se poi
aggiungiamo a questo le sparate sulla “sostituzione etnica” le
minchiate su Via Rasella e sul fatto che la Costituzione non è
contro il fascismo, abbiamo davvero l'apoteosi della cretineria
politica, mai vista prima di ora, potremmo dire dall'unità d'Italia</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Che questo
governo, nonostante i consensi elettorali, sia espressione di una
minoranza del popolo italiano, forse prima delle elezioni incazzata
contro le perduranti tecnocrazie, è palese, se non altro per lo
straripante astensionismo che ha accompagnato in fretta e furia
l'ultima consultazione elettorale, che questo governo sia
l'espressione di una politica di “galleggiamento” non affatto
dissimile da quelli che lo hanno preceduto, è lapalissiano
osservando i suoi provvedimenti. Che l'Europa picchi meno, ma solo
per ora, su di noi sulla questione della sostenibilità del debito e
di come spendiamo i soldi del recovery, è un fatto che dipende
soprattutto dal nostro inossidabile allineamento su posizioni
filoatlantiste, filoucraine e adesso pare pure anticinesi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma..potremmo
dire..fino a quando? E soprattutto un governo di cosiddetti patrioti
che dipende in tutto e per tutto da quanto si allinea alle posizioni
americane, fino a che punto potrà conservare i consensi di cui ora
si vanta?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Indubbiamente
l'opposizione politica è tale che non poche ambiguità
l'accompagnano, soprattutto non c'è una linea politica definita da
parte della segreteria del PD sulla stabilizzazione del lavoro, sulla
guerra in corso, sull'invio di armi e su quale iniziativa tanto
sbandierata poi l'Europa dovrebbe intraprendere per porre fine al
conflitto</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' del tutto
evidente che le grandi potenze mondiali hanno intrapreso un confronto
muscolare per stabilire se l'egemonia soprattutto del dollaro dovrà
perdurare oppure dovrà aprirsi una nuova stagione multipolare in cui
soprattutto la Cina sarà destinata a svolgere un ruolo di primo
piano nello scacchiare mondiale</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'obiettivo
USA si delinea con sempre maggiore chiarezza: depotenziare l'euro
come moneta internazionale, rendere l'Europa molto più dipendente
energeticamente e militarmente dagli USA, allontanare sempre di più
la Russia dall'Europa, e accentuare il confronto con la Cina che,
soprattutto in Sud America negli ultimi anni ha intrapreso accordi
commerciali con vari paesi sostenendo la loro valuta e contrastando
così le mire egemoniche USA in quel continente che gli stessi Stati
Uniti consideravano, fino a qualche decennio fa, il cortiletto di
casa</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In questo
panorama che vede solo la Francia dare un timido segnale di vitalità
e di indipendenza, specialmente sulla questione di Taiwan, la
posizione geostrategica dell'Italia assume un ruolo cruciale, non
solo per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, ma anche come
snodo Sud-Nord per l'approvvigionamento di materie prime e per i
flussi migratori</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Del tutto
risaputo ed evidente che nel nostro paese ci sono basi militari NATO
con armamenti atomici, i quali sono controllati strettamente anche
per la manutenzione, solo da militari USA, in questo frangente così
critico, non si vede un barlume di iniziativa italiana per esprimere
una politica autonoma realmente a sostegno degli interessi nazionali,
che magari comporterebbe un ruolo di mediazione con la Cina per
accorciare la via verso la pace, un ruolo da protagonista nel
Mediterraneo, un impegno attivo anche per la pace in Medio Oriente,
una azione più decisa per avere rapporti più fruttuosi e risolvere
le crisi nel continente africano, e infine soprattutto una voce
determinante per rivedere accordi come quello di Dublino che
giustamente sono stati definiti “preistorici”. Da questo punto di
vista, i fantasmi dei grandi politici che abbiamo avuto in passato,
ci stanno bastonando giorno e notte anche se non li sentiamo e anche
se, come Mattei, Moro e persino Craxi sono stati condannati ad una
misera fine.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>La Wilma al
potere però è prevalentemente indaffarata a passare “la clava”
a zio Sam, tanto che la nostra migliore portaerei si appresta a
lasciare le acque per altro non molto tranquille del Mediterraneo,
solcate da tempo da navi e sommergibili russi, per andare
nientepopodimeno che a spaventare la Cina di fronte a Taiwan, come se
fossimo di fronte più o meno ad una replica della guerra dei Boxer
che poi altro non erano che patrioti in lotta contro il colonialismo
dei narcotrafficanti di oppio in Cina. Ebbene, anche allora noi,
partecipammo a quella prima “operazione di polizia internazionale”
con la prosopopea di difendere i valori cristiani, mentre in Cina si
pretendeva di equiparare i vescovi ai governatori generali, tanto che
lo storico britannico Peter Fleming ha scritto: <span style="color: #202122;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">«L'effetto
di questo provvedimento sull'opinione pubblica cinese può essere
valutato approssimativamente immaginando quale sarebbe stata la
reazione britannica se nel XIX secolo fosse stato annunciato nel
bollettino di Corte che gli stregoni più anziani dovevano essere
considerati pari ai governatori nell'ordine delle precedenze.»</span></span></span></span>
</span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' del tutto
evidente che questo allineamento supino in politica internazionale,
assieme alle uscite periodiche di varie cariche istituzionali che
riecheggiano certa retorica del ventennio che fu, non lasceranno
indifferenti tutti coloro che si sono astenuti dal votare alle scorse
elezioni.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">IL Movimento
Cinque Stelle che ha perso le elezioni, ma che ha continuato a
mostrare una certa vitalità, su tali questioni appare sicuramente
meno ambiguo del PD, anche se in sede amministrativa locale continua
ad essere penalizzato per incapacità organizzativa ed inesperienza,
e nonostante i sondaggisti contigui al PD diano questo partito in
crescita dopo l'elezione della nuova segretaria, la vera incognita
delle elezioni future sarà non tanto l'avvicinamento del PD a FdI,
ma piuttosto quando il M5S saprà risalire la china ed essere
competitivo verso il PD. E' del tutto evidente che la Schlein è
stata eletta proprio per contrastare questa rimonta, per fare
concorrenza, sul piano movimentista al M5S, più che per essere una
seria antagonista della Meloni, che gode pure dell'ospitalità di un
sindacato come la CGIL che ha messo in cantina e chiuso a chiave il
conflitto sociale, sale di ogni democrazia socialmente avanzata e non
narcotizzata dai poteri di turno</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Abbiamo già
detto che il M5S con Conte appare sicuramente meno ambiguo su varie
questioni: l'invio di armi, il sostegno alle lotte dei lavoratori
anche sul campo, la tutela dei valori costituzionali, e soprattutto
una politica favorevole al multilateralismo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il governo
Conte cadde per una questione geostrategica molto importante che
consisteva nella sua apertura alla “Via della Seta” che prevedeva
accordi commerciali con la Cina che, nel tempo, sarebbero stati
reciprocamente molto vantaggiosi, sia per le nostre esportazioni sia
per il sostegno alla nostra moneta e al nostro debito. Ma
evidentemente questo lo ha capito e interpretato meglio Macron di
Draghi e della Meloni che non hanno mostrato un minimo di interesse
per incrementare tale prospettiva</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora l'invio
della nostra portaerei Cavour al largo delle coste di Taiwan, quindi,
non ha tanto lo scopo di difendere quell'isola che i cinesi, tra
l'altro, non credo vogliano seriamente attaccare, quanto piuttosto
dimostrare che la loro forza militare e tecnologica è
vertiginosamente cresciuta rispetto al passato, e quindi è degna del
massimo rispetto. Essa ha piuttosto lo scopo di seppellire
definitivamente quegli accordi che il governo Conte aveva stabilito
con la Cina per avvicinarla agli interessi del nostro Paese, ed
evidentemente anche affinché l'Italia avesse un ruolo commerciale
ulteriore in un grande Paese la cui economia continua ad avere ritmi
di crescita che restano unici al mondo</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Si spara e
si sbandierano navi e cannoni, ma l'attenzione resta sempre al
portafoglio, agli interessi economici e oggi in gioco seriamente ci
sta il ruolo del dollaro come moneta egemone negli scambi commerciali
soprattutto di materie prime</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il quadro
geostrategico però oggi è tale che mentre Europa e USA
rappresentano una minoranza dell'umanità sempre più ripiegata e
chiusa in se stessa, con velleità di dominio globale, dall'altra
parte, dal Sudamerica all'Africa fino all'Asia, ci sono popoli sempre
più largamente numerosi ed insofferenti verso le politiche
neocoloniali occidentali</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In questo
quadro si dovrebbero prendere in considerazione solo politiche di
reciproco vantaggio, non esasperando guerre, conflitti e speculazioni
commerciali, ma considerando piuttosto quello che è più necessario
ad un mondo sovrappopolato con risorse alimentari ed energetiche in
diminuzione, altrimenti si fa la fine dei topini in gabbia che si
mordono tra loro, con l'unico risultato di rimetterci tutti</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'apocalisse
nucleare purtroppo è sempre incombente, ma anche a volerlo prendere
in considerazione, facendo i debiti scongiuri o affidandosi alla
misericordia dell'Altissimo, il futuro, dopo un confronto nucleare
generalizzato, non sarebbe certo quello dei popoli meno numerosi con
spazi più ristretti, ma piuttosto quello di stati continentali con
maggiore margine di sopravvivenza</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In questo, è
del tutto evidente, che l'Europa, con la sua civiltà millenaria,
sarebbe il continente maggiormente penalizzato e destinato a sparire
dalla storia, e con tutta la “sua storia”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>E' urgente
pertanto che si svegli prima di subito per difendere se stessa prima
che la pace nel mondo, che sia pertanto la Francia a suonare la prima
fanfara e a cantare di nuovo “</span><span style="color: #202122;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Marchons! Soyons
libres jusqu'au dernier soupir”, non va inteso come un moto di
arroganza ma come un segnale da ascoltare con la massima attenzione,
lo stesso che hanno lanciato i lavoratori francesi in lotta per il
“tempo della vita” più che per quello della pensione</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">E
il tempo è adesso, per unire tutti i popoli d'Europa per la pace, il
lavoro, l'ambiente e soprattutto per il “tempo della vita”, non
sia più quindi “carpe diem” il motto che sveglia le coscienze ma
“carpe vitam” prima che ci venga scippata strombazzando “Andar
pel vasto mar!”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202122;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">
</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-15007064055250142812023-03-27T05:25:00.007-07:002023-03-31T10:37:29.797-07:00LA TORTURA E' LA FORZA DELL'IGNORANZA<p> </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy5MxsaztUGJrpUy-fKuESnkPmVyq6JcOHyawfMMv3rA7tryOJIOQNXt9t5ajHf5zW7oYR2CfUfLmDWQg7ESdagOWycvfIX0oeKLGXZ11do48huvzFbWznJCkH7Jz0XBkQ-RpYwm6xo2o2pHm8VEhXwfC40bSB1V_Hl0DYqcphjZUfSCxUaIRs8zFRvw/s275/tortura.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy5MxsaztUGJrpUy-fKuESnkPmVyq6JcOHyawfMMv3rA7tryOJIOQNXt9t5ajHf5zW7oYR2CfUfLmDWQg7ESdagOWycvfIX0oeKLGXZ11do48huvzFbWznJCkH7Jz0XBkQ-RpYwm6xo2o2pHm8VEhXwfC40bSB1V_Hl0DYqcphjZUfSCxUaIRs8zFRvw/s1600/tortura.jpg" width="275" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E'
notizia recente la proposta di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia
per abolire gli articoli di legge che hanno introdotto in Italia,
dopo un lungo e travagliato percorso parlamentare, il reato di
tortura.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>Sarà
bene ricordare nello specifico tali articoli di legge. </span><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'</span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>articolo
613-bis c.p.</b></span></span></span></span></strong><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;">
</span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">punisce
con la reclusione</span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>
da 4 a 10 anni </b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">chiunque,
con </span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>violenze
o minacce gravi </b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ovvero
agendo con crudeltà </span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>cagiona
acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico </b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a
persona privata della libertà personale o affidata alla sua
custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza ovvero
che si trovi in situazione di minorata difesa, se il fatto è
commesso con più condotte ovvero comporta un</span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;">
</span></span></span></span></strong><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>trattamento
inumano e degradante </b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">per
la dignità della persona. Vi sono poi aggravanti previste per
l'abuso di potere da parte di pubblici ufficiali, lesioni gravi e
morte in conseguenza di violenze per tali lesioni.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'articolo
</span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span face="Titillium Web, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><b>613-ter
punisce invece</b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span face="Titillium Web, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
l'</span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span face="Titillium Web, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><b>istigazione
del pubblico ufficiale a commettere tortura</b></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span face="Titillium Web, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
</span></span></span></span></span><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
particolare, è prevista la </span></span></span></span></span><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>reclusione
da sei mesi a tre anni</b></span></span></span></span></strong><strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></strong><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">per
pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che,
nell'esercizio delle funzioni o del servizio, istiga in modo
concretamente idoneo altro pubblico ufficiale o altro incaricato di
un pubblico servizio a commettere il delitto di tortura, se
l'istigazione non è accolta ovvero se l'istigazione è accolta ma il
delitto non è commesso. </span></span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">E'
del tutto evidente che questi articoli, che sono giunti dopo episodi
particolarmente cruenti ed efferati di violenza da parte di alcuni
esponenti delle Forze dell'Ordine, per altro poi condannati, come a
Genova o nel caso della morte di Cucchi, sono una conquista di
civiltà che in Italia giunge ora ma che appartiene alla stessa
tradizione culturale e giuridica dell'Italia, pur non avendo purtroppo trovato
prima una giusta formulazione</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Fu
infatti Cesare Beccaria nella sua famosissima opera “Dei delitti e
delle pene” che si scagliò contro la pena di morte e di tortura
ben prima che in Europa si affermassero le idee di tolleranza e
divisione dei poteri con l'Illuminismo e la Rivoluzione Francese.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Egli
ritenne, in particolare, che la tortura e la pena di morte non
fossero solo crudeli, ma soprattutto inutili sia per la scoperta
della verità sia perché il reo prendesse coscienza del male
commesso.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Citiamo
alcuni brani della sua famosissima opera: “Ma quali saranno le pene
convenienti a questi delitti? La morte è ella una pena veramente
utile e necessaria per la sicurezza e pel buon ordine della società?
La tortura e i tormenti sono eglino giusti, e ottengon eglino il fine
che si propongono le leggi? Qual è la miglior maniera di prevenire i
delitti? Le medesime pene sono elleno egualmente utili in tutt’i
tempi? Qual influenza hanno esse su i costumi? Questi problemi
meritano di essere sciolti con quella precisione geometrica a cui la
nebbia dei sofismi, la seduttrice eloquenza ed il timido dubbio non
posson resistere. […] Dalla semplice considerazione delle verità
fin qui esposte egli è evidente che il fine delle pene non è di
tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un
delitto già commesso. Può egli in un corpo politico, che, ben lungi
di agire per passione, è il tranquillo moderatore delle passioni
particolari, può egli albergare questa inutile crudeltà stromento
del furore e del fanatismo o dei deboli tiranni? Le strida di un
infelice richiamano forse dal tempo che non ritorna le azioni già
consumate? Il fine dunque non è altro che d’impedire il reo dal
far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne
uguali. Quelle pene dunque e quel metodo d’infliggerle deve esser
prescelto che, serbata la proporzione, farà una impressione più
efficace e più durevole sugli animi degli uomini, e la meno
tormentosa sul corpo del reo.”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Sappiamo
che attualmente questi principi sono stati universalmente acquisiti
con la Convenzione dell'ONU, e che lo stesso Commissario per i
diritti umani del Consiglio d'Europa già quando vennero emanati in
Italia quegli articoli, pose all'attenzione del nostro Paese la
necessità che tali norme fossero ancora più aderenti ai principi
della Corte Europea dei diritti dell'uomo e con la Convenzione delle
Nazioni Unite sulla tortura – UNCAT. </span></span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nonostante
ciò, il nostro attuale premier, già nel 2018 si espresse contro
quegli articoli di legge, rilevando la necessità di </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Abolire
il </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;">reato</span></span></span></span><strong><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></strong><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">di
</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;">tortura</span></span></span></span><strong><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></strong><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”</span></span></span></span></span><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Poi forse constatata l'abnorme assurdità di tale affermazione che
riconoscerebbe implicitamente nelle mansioni della polizia quella di
torturare gli indagati, cosa infamante per le stesse Forse
dell'Ordine, corresse il tiro specificando che quegli articoli di
legge andavano modificati.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ora
che FdI è al governo questo intento dovrebbe concretizzarsi in base
ad una proposta di legge che tende a modificare o ad abolire quegli
articoli in base alle seguenti motivazioni: </span></span></span></span></span><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“</span></span></span></span></span><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">se
non si abrogassero gli articoli 613-bis e 613-ter “</span></span></span></span></span><em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">potrebbero
finire nelle maglie del reato in esame comportamenti chiaramente
estranei al suo ambito d’applicazione classico, tra cui un rigoroso
uso della forza da parte della polizia durante un arresto o in
operazioni di ordine pubblico particolarmente delicate o la
collocazione di un detenuto in una cella sovraffollata</span></span></span></span></span></em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #222222;"> <span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
ancora: “</span></span></span></span></span><em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">gli
</span></span></span></span></span></em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;">appartenenti
alla polizia penitenziaria rischierebbero quotidianamente denunce per
tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri<b style="font-weight: bold;"> </b></span></span></span></span><em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e
della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi
e totalmente sproporzionate</span></span></span></span></span></em><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">In
buona sostanza si ammette non solo che la polizia ha necessità in
certi casi non di mettere solo qualcuno in condizioni di non nuocere,
ma di agire con crudeltà e causare acute sofferenze, perché questo
è solo ciò che punisce il reato di tortura, ma anche che si hanno
carceri sovraffollate e invivibili, e non si vuole fare nulla per
ovviare a questa palese barbarie.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">In
pratica ad una barbarie se ne aggiunge un'altra, supponendo che la
sola impunità per una repressione con tutti i mezzi, inclusa la
crudeltà e la violenza tesa a infliggere acute sofferenze, possa
essere giustificata senza che la legge vi possa porre un freno.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Invece
di aprire un serio dibattito sulla invivibilità del sistema
carcerario italiano, su ciò che si possa fare per trovare pene
alternative volte al recupero e al serio reinserimento dei condannati
(dato che questo è lo scopo della carcerazione secondo i principi
costituzionali), su come le carceri possano essere ampliate e rese
più vivibili, o almeno tali da non farle sembrare uno zoo, si
propone di abolire un principio di civiltà di cui il nostro Paese
dovrebbe vantarsi perché proprio qui da Cesare Beccaria fu elaborato più di
due secoli fa.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Inutile
sottolineare che solo le più feroci dittature o le democrature
(democrazie che governano con l'esercizio della violenza contro le
masse popolari), hanno bisogno di tali strumenti che usano e di cui
abusano a loro arbitrio e purtroppo anche a loro piacimento. Regimi
fascisti sudamericani, dittature comuniste nell'Europa Orientale
hanno fatto largo uso di questi strumenti con il KGB, la Gestapo,
l'Ovra, persino la CIA a Guantanamo</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Se
pertanto questi articoli di legge vanno migliorati, sarà opportuno
farlo secondo le indicazioni del Commissario dei diritti umani del
Consiglio d'Europa, più che in base alle proposte dei fantaccini
della Meloni</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
buona sostanza,</span></span></span></span></span><span style="color: #212121;"><span face="Titillium Web, sans-serif"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span><span style="color: #212121;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">il
Commissario ha fatto notare che le nuove norme dovrebbero comportare
pene adeguate per i responsabili di atti di tortura o pene e
trattamenti inumani o degradanti, comportando un effetto di seria
deterrenza e dovrebbe essere assicurata una punibilità per questo
reato non soggetta a prescrizione, né che sia possibile emanare in
questi casi misure di clemenza, amnistia, indulto o sospensione della
sentenza.</span></span></span></span></span><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Le
Forze di Polizia hanno bisogno di professionalità, di preparazione e
di mezzi adeguati, a partire dalla benzina per le loro auto (parrà
banale ma è così in molti casi), per esercitare il loro difficile
compito, non di essere degradate al ruolo di “pitbull” feroci di
un sistema fondato sulla degradazione dell'individuo che subisce le
pene e che esercita la stessa repressione dei reati.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Diceva
Beccaria: “</span></span></span></span></span><span style="color: #212529;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
verità, che difficilmente si scopre in un uomo tranquillo, tanto
meno si scoprirà in chi è in preda alle convulsioni del dolore”</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #212529;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Se
alla Meloni sta davvero a cuore la verità, se lo rilegga bene,
anziché dedicarsi alle letture horror o a quelle fantasy.</span></span></span></span></span><span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #222222;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-44097507410313629442023-03-16T03:30:00.010-07:002023-03-16T06:19:29.663-07:00IL VERO PESO DI UN MINISTRO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL5xPkQK3RvDRG73SBih6HTo35AepTK-wJjpONqa8rCIIXTmZK1ATx9ps5If4Thy_3aSGBzPo8sGOyTbNdNViialdzc_2GhJFCYg-oMKZwY6_BbqO_tCgnuXPeuCm0ObH9DeW2QVrw4gA0mYo72sieM7ixThgvOo6Lk1-A7r2t6M56Xy0YUL9poboXKQ/s310/Crosetto%20militari.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="162" data-original-width="310" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL5xPkQK3RvDRG73SBih6HTo35AepTK-wJjpONqa8rCIIXTmZK1ATx9ps5If4Thy_3aSGBzPo8sGOyTbNdNViialdzc_2GhJFCYg-oMKZwY6_BbqO_tCgnuXPeuCm0ObH9DeW2QVrw4gA0mYo72sieM7ixThgvOo6Lk1-A7r2t6M56Xy0YUL9poboXKQ/s1600/Crosetto%20militari.jpeg" width="310" /></a></div><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La
notizia che il “gruppo” Wagner, che altro non è che un insieme
di mercenari pagati dal governo russo, o meglio da quegli oligarchi
che ancora sono fedeli a Putin per combattere in Ucraina, avrebbe
messo una taglia di ben 15 milioni, circa 150.000 euro al Kg, considerata il "peso", sul nostro Ministro della Difesa, non è da
sottovalutare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Di
conseguenza, ben vengano ulteriori misure di protezione e di
prevenzione di eventuali attentati a danno della sua persona o del
suo staff.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quando
si tira fuori però una notizia del genere, che indirettamente chiama
in causa non una singola persona, ma tutto il Governo di cui il
ministro Crosetto fa parte, e conseguentemente l'Italia che esso
rappresenta, bisogna evitare di essere allarmisti e generici, perché
comunque, un attentato, nelle sue modalità attuative, potrebbe anche
coinvolgere svariati cittadini italiani come “danni collaterali”
ed è un fatto molto serio</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ne
sappiamo abbondantemente qualcosa in merito alle stragi che sono
avvenute in passato e senza nemmeno essere precedute da “notizie di
intelligence” come questa, di cui la fonte certa, come è ovvio, resta segreta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I
russi d'altra parte hanno già risposto alle dichiarazioni di
Crosetto in merito al coinvolgimento del gruppo Wagner, che, sarà
bene ricordarlo, non è l'Armata Rossa, fatta da un popolo mobilitato
per difendere la sua Patria, ma solo da un insieme di soldati al
soldo di chi li paga meglio. Ebbene, tale “gruppo” (usare termini
come brigata o divisione sarebbe impropriamente “nobilitarlo”) ha
già risposto al nostro ministro con una affermazione che,
effettivamente, ha un senso concreto e suona più o meno così:
“abbiamo altro da fare”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In
effetti il gruppo Wagner è impantanato a Bakhmut da parecchio tempo,
sembra sia anche a corto di armi e di munizioni, tanto che ne
richiede in continuazione al governo russo che però non pare
incentivarlo abbastanza affinché raggiunga risultati rapidi,
efficaci e definitivi. Il solo risultato, per ora, è il controllo
parziale della città e una perdita innumerevole di vite dei suoi
componenti</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In
tale situazione alquanto critica, racimolare ben 15 milioni di euro
non per incrementate armamenti e soldati, ma per colpire un ministro
italiano che ha solo detto che il gruppo Wagner spinge in mare i
barconi con i migranti diretti verso le nostre coste, ci appare
quanto meno una notizia tutta da verificare, ma sicuramente non tale
da portarci ad abbassare la guardia</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sicuramente
però spendere 15 milioni di euro per potenziare armamenti e soldati
a Bakhmut darebbe, nell'ottica di tale gruppo mercenario, maggiori
risultati, per stessa ammissione dei suoi componenti che reclamano
aiuti in continuazione.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come
abbiamo già detto in Ucraina non è in atto una “Grande Guerra
Patriottica” né è mobilitato un esercito di popolo come l'Armata
Rossa per tutelare non solo un territorio ma anche precisi valori
ideologici</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lì
si combatte per soldi, e in base ai soldi. Lo fanno gli ucraini,
pagati dagli occidentali, perché respingano i russi e non soltanto
difendano il loro territorio ma si preparino anche a spartirlo con
gli interessi delle grandi multinazionali che non vedono l'ora di
mettere le mani sulle risorse minerarie ambientali e sulla manodopera
ucraina. Lo fanno i russi che hanno lo stesso obiettivo che un tempo
si chiamava imperialista e neocolonialista, ma che oggi è facilmente
identificabile con la brama dei loro oligarchi di utilizzare e
ridurre natura e uomini ucraini a merce per scopo di profitto</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per
questo Putin anziché dotarsi di un sistema fiscale che consenta allo
Stato non solo di distribuire ricchezza, ma anche di far fronte alle
crisi politiche interne e internazionali, fa appello agli oligarchi,
che altro non sono che ex appartenenti alla nomenklatura di potere
sovietica, divenuti ricchissimi con il commercio all'estero delle
materie prime e che hanno investito una marea di capitali all'estero,
affinché riportino questi capitali in Patria per combattere per lui.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ebbene,
pare che questi oligarchi non abbiano come scopo la difesa della
Patria né sovietica né putiniana, ma solo il loro arricchimento,
quindi investono e spostano repentinamente capitali ovunque nel mondo
ci siano paradisi fiscali oppure opportunità di investimenti e di
lucro, in poche parole combattono pro domo sua, per se stessi, e per
il loro profitto più che per una Patria che non hanno più e forse
non hanno mai avuto. La conseguenza è che questo loro spostamento
veloce di capitali che sono molto rilevanti e che nessuno ha mai
osato toccare, ora sta mettendo in crisi anche gli istituti
finanziari e le banche di un certo rilievo, anche se non ancora
quelle centrali, preoccupate più che altro di un continuo e
demenziale rialzo dei tassi e del costo del denaro, il quale non farà
altro che impoverire il continente europeo, privandolo di opportunità
e di investimenti e facendo crescere il debito.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora
in tutto questo quadro, la notizia di 15 milioni che verrebbero spesi
per colpire un nostro ministro, che se vogliamo dirlo con parole
povere, agli oligarchi e alla Russia fa un emerito baffone, sarà
sicuramente allarmante ma è tutta da approfondire e in completa
segretezza, anziché essere affidata all'allineato sistema
amplificatorio dei media italiani con tanto di fanfara.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non
molto tempo fa, la Meloni diceva addirittura di voler mandare i
nostri soldati in Libia, se altri non lo avessero fatto, una sua
intervista parla chiaro. <a href="https://www.youtube.com/watch?v=JSBjF7Jd1Yc">https://www.youtube.com/watch?v=JSBjF7Jd1Yc</a></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In
campagna elettorale ha parlato più volte di blocco navale sulle
nostre coste, e non riesce a chiamare in causa nemmeno la Marina
Militare per il tracciamento delle rotte clandestine che conducono al
nostro Paese.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Adesso
ci troviamo con un ministro in difficoltà che non ottiene risultati
e quello che vorrebbe, per beghe interne al governo su chi si debba
fregiare dei risultati della lotta all'immigrazione clandestina.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E
invece della risoluzione del problema che ha generato una delle più
colossali e disumane tragedie in mare, a fronte di una triplicazione
degli sbarchi, rispetto all'anno scorso, in una situazione in cui
viene prospettata all'opinione pubblica da una parte l'emergenza
bellica e dall'altra la solita impotenza europea a trovare una
soluzione condivisa per distribuire quote di migranti e assicurare
l'assistenza in mare, o persino intervenire, come diceva la Meloni in
Libia, magari contrastando direttamente con un contingente europeo il
gruppo Wagner, sempre ammesso che ci sia, ebbene che si fa? Si
agitano pericoli, di cui non si sa con precisione né la portata né
le conseguenze</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
un ministro, in tali già critiche contingenze, non farebbe meglio a
tacere e a dire soltanto a cose fatte: “abbiamo sgominato il gruppo
Wagner che agiva in Libia e preparava anche un attentato contro la
mia persona”. Insomma dopo avere ottenuto risultati credibili</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Anche
perché diramare notizie del genere, anche ammesso che siano
credibili, non fa che avvantaggiare chi pone in atto le minacce, e
per di più disorientare l'opinione pubblica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>C'è
un motto latino che recita: </span><strong><span><span>Unicuique
suum tribuere, alterum non laedere</span></span></strong><strong><span style="color: #333333;"><span><span>
</span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dare
a ciascuno il suo, non danneggiare gli altri.</span></span></span></span></span><span><span>
</span></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo
vuol dire affrontare le cose come si deve a seconda dei problemi
specifici che si presentano e non danneggiare in primis la propria
credibilità...perché sappiamo come è finita la storia del
pastorello e del lupo. E qui pare anche che di lupi non ce ne sia uno
solo..</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il peso specifico, la consistenza di un ministro è dato solo dalla sua capacità di svolgere bene il suo compito, senza clamore e con risultati concreti da offrire all'opinione pubblica, non dai pericoli che agita intorno a sé</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">PS</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E' notizia dell'ultimo minuto, dopo quello che ho scritto, che il Ministro in questione dichiara: </span></span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"non mi sento minacciato e sono certo che non ci siano taglie o altro su di me"</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Molto bene, avrà allora modo di concentrarsi meglio sul suo lavoro, auguri.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo
Felici</span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-14686646693258379342023-03-14T05:28:00.006-07:002023-03-14T05:35:18.953-07:00WAGNER E LA CAVALCATA IN MARE<p style="text-align: justify;"><br /></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDF6VgqR7mFNjwkMFCMQ51nSTHK1P5_-lCQ--Yt1ULAZv_dBxOtNx3wM6k4J41Jjts-xLvA7VFUycCdXrE-wI9aZNso7na_dgbfvcN0_7xIzK9I0fljJbUq9s4Ckzoz_r8jnJ4iiXXXSVDmx_EXsyp5A5FZSvwwrGlrUdGBtNRd5douDYzxgifSazEQ/s275/naufragio%20migranti.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDF6VgqR7mFNjwkMFCMQ51nSTHK1P5_-lCQ--Yt1ULAZv_dBxOtNx3wM6k4J41Jjts-xLvA7VFUycCdXrE-wI9aZNso7na_dgbfvcN0_7xIzK9I0fljJbUq9s4Ckzoz_r8jnJ4iiXXXSVDmx_EXsyp5A5FZSvwwrGlrUdGBtNRd5douDYzxgifSazEQ/s1600/naufragio%20migranti.jpeg" width="275" /></a></div><br />
<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La destra, che più destra non si può nemmeno con il riconteggio, diremmo parafrasando un vecchio slogan pubblicitario, perché i sondaggi la danno tuttora vincente anche per la debolezza di una sinistra divisa e per l'astensionismo crescente, ha da sempre fatto della sua bandiera la lotta all'immigrazione clandestina e la difesa dei confini, evocando persino “il Piave che mormorò”</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Oggi, piuttosto, credo che siano a mormorare sempre di più i suoi elettori che hanno visto salire la percentuale degli immigrati clandestini, addirittura del triplo rispetto ai dati dello scorso anno quando questo governo non era ancora insediato.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ricordiamo che la Meloni era quella che invocava il blocco navale della Marina militare lungo le coste italiane e nelle rotte dei trafficanti di esseri umani. Poi, una volta al governo, cosa ha fatto? Oltre a voler fare la prima della classe per l'invio di armi in Ucraina, ha scartato l'ipotesi di un coordinamento con la Marina Militare, l'unica dotata di strumenti tecnologici di alta precisione per l'individuazione di imbarcazioni che attraversano il Mediterraneo, a causa di mere beghe interne e semplicemente perché Salvini avrebbe ricoperto un ruolo di secondo piano assieme non soltanto al ministro dell'Interno, ma anche a quello dei Trasporti, di cui si è dovuto accontentare lui, il mitico “difensore dei confini”</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lo stesso Crosetto che ha dovuto rinunciare a tale compito che sarebbe stato perfettamente in linea con le promesse elettorali, anche se sicuramente non avrebbe bloccato nulla, ma solo assicurato una maggiore prevenzione delle sciagure in mare, oggi scarica la colpa della sua retromarcia non sugli alleati di governo, ma su una fantomatica azione “multinazionale” del reparto militare Wagner utilizzato dai russi in Ucraina, che nemmeno riesce a conquistare del tutto e da parecchio tempo Bakhmut, impantanato com'è nella sua parte orientale, e non si sa bene se perché a corto di iniziativa o di munizioni</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Così, in questa difficile sua operazione militare, non avrebbe niente di meglio da fare che andare a preparare barconi da spedire o dirottare in Italia, evocando una sorta di “guerra ibrida”</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora, il termine ibrido sembra derivi dal latino hybrĭda che vuol dire “bastardo”, cioè dato dall'incrocio di due componenti non omogenee, usato per auto che, ad esempio, funzionano ad elettricità e a benzina.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Non sappiamo quanto possa essere ibrida una formazione militare che, non riuscendo a sfondare i quartieri di una città, sia talmente potente da sfondare le resistenze marittime dell'Italia, ma sicuramente sappiamo quanto è ibrido un governo che da una parte predica il blocco navale e dall'altra non riesce nemmeno ad utilizzare la Marina Militare per il tracciamento delle rotte marittime clandestine.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E che per giunta esclama per bocca della sua premier di voler perseguire i trafficanti “per tutto l'orbe terracqueo” mancava solo che aggiungesse.. “di cielo, di terra e di mare” o “popolo italiano, corri alle sponde!”</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Comunque, ironia a parte, di panzane se ne sentono molte come quella di andare a prenderli con le nostre navi e poi distribuirli nei vari Paesi europei, che sono molto meno accoglienti di noi, specialmente nel Nord Est dell'Europa, dove accolgono più facilmente i profughi ucraini perché hanno molte più affinità culturali e religiose di coloro che vengono dall'Africa o dal Medio Oriente.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma qui non è tanto una questione di religione, cultura, o di etnia, quanto piuttosto di squilibri sociali, economici e di guerre.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'Europa è del tutto impotente rispetto alla risoluzione di tali questioni che ruotano attorno ad essa, procede in ordine sparso e sciovinista, vedasi per esempio la Francia che controlla le rotte migratorie in Africa molto più di altri e specialmente della fantomatica divisione (prima solo gruppo, poi compagnia poi promossa a divisione da Crosetto) Wagner.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma ovviamente, come faceva comodo ai tempi di Berlusconi che vedeva comunisti uscire anche dalla tazza del water, oggi fa comodo veder piovere mercenari putiniani tutte le volte che scende sabbia dal cielo.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Attendiamo quindi prove certe dai satelliti militari, o almeno da quelli metereologici di tale incombente nubifragio, se non si è capaci di prevenire il naufragio</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un sistema efficace però per scoraggiare gli sbarchi ci sarebbe: Quello di andare vicino alle coste libiche e gridare con i megafoni come vengono trattati o muoiono annegando in mare i migranti che cercano di arrivare in Italia, in quali condizioni pietose si trovano nei campi di raccolta, sotto quale forma di schiavismo vengono utilizzati per raccogliere pomodori o altro, come la prostituzione o forse anche il traffico clandestino di organi utilizza un materiale umano senza limiti e sempre più abbondante</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come l'Europa si sia specializzata nella riduzione della povertà degli esseri umani a merce per trarne il maggior profitto</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma forse per questo non basterebbe nemmeno la Marina Militare, ci vorrebbero anche i sistemi satellitari che entrando in tutte le “case del globo terracqueo” accompagnassero tali informazioni con la colonna sonora delle Valchirie di Wagner.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-45109827650360506672023-03-09T03:26:00.010-08:002023-03-12T01:31:22.985-08:00DA KRUSCIOV A PUTIN. LA ROVINOSA FINE DELL'URSS<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfz0YVecCadQ7-xwzAntRQklH8b-wUN2Dz4bXzszkm8dNzOo-nv9Olh-mEZDMMn4rrkb3uRC2teog3danFlzqzA_CBvKKuIxUWSbyT1KlA_r_-B-0db0yOXPLQ_3j5d2Zy1dMLtSlmy6Y61WjYB9yTz4hl2z3J0EHG3MrjF5ZJbExtzcJyLj9tdw8ARg/s1280/bandiera%20rossa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfz0YVecCadQ7-xwzAntRQklH8b-wUN2Dz4bXzszkm8dNzOo-nv9Olh-mEZDMMn4rrkb3uRC2teog3danFlzqzA_CBvKKuIxUWSbyT1KlA_r_-B-0db0yOXPLQ_3j5d2Zy1dMLtSlmy6Y61WjYB9yTz4hl2z3J0EHG3MrjF5ZJbExtzcJyLj9tdw8ARg/s320/bandiera%20rossa.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La premessa necessaria di questo scritto che vuole analizzare le cause vere dell'implosione dell'Unione Sovietica, e che è un po' l'epilogo di un altro articolo su Stalin, è che chi scrive non è comunista, ma non perché il comunismo, nella sua accezione ideologica e nell'esempio straordinario di emancipazione popolare, sia da rigettare, ma semplicemente perché oggi non esistono condizioni storiche, sociali ed economiche tali da poterlo, almeno nell'immediato, riproporre. Anche se gli ideali e i valori socialisti sono tuttora vivi e vegeti. Tuttavia è da rigettarsi in maniera netta e sdegnata l'equiparazione del comunismo con il nazifascismo, operata persino in sede UE, e con la complicità di quasi tutte le forze politiche italiane, una equiparazione che lo stesso Thomas Mann respinse nettamente.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Scopo di questo scritto è dimostrare, come quello precedente era sottrarre la figura di Stalin a improprie strumentalizzazioni, demonizzazioni o agiografie, che il comunismo, nella sua versione più popolare ed espansiva marxista-leninista, ha cominciato a suicidarsi con Krusciov, principale accusatore di Stalin, e nella sua lenta eutanasia ha continuato a farlo per altri quasi 40 anni, snaturandosi completamente e perdendo per questo di credibilità e popolarità.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Abbiamo già mostrato che il rapporto di Krusciov su Stalin è completamente falso, sulla base delle ricerche di un autorevole storico americano come Furr e soprattutto in seguito alla analisi dei documenti desecretati dopo la fine dell'URSS. Vediamo ora con quali conseguenze.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il XX congresso dell'URSS ha rappresentato una vera e propria rottura con i principi del marxismo-leninismo perché ha completamente rimosso l'esercizio diretto del potere da parte della classe proletaria (Stalin ammetteva anche non iscritti al partito nella gestione di importanti strutture dello Stato), in nome di “uno Stato di tutto il popolo” che però si riduceva ad essere gestito soltanto dai fedelissimi della casta al potere. In tale Congresso si rinnegò il ruolo di “avanguardia cosciente” e di guida del partito comunista, in nome di un non ben definito “partito di tutto il popolo” formalmente comunista ma sostanzialmente deideologizzato e rispondente alle direttive dei suoi capi. Si decretava inoltre in buona sostanza, la fine dell'esperienza rivoluzionaria in nome di una prassi gradualista e riformista che anziché ridurre la presenza dello Stato, la rese molto più pesante e burocratica, e diremmo anche selettiva negli intenti della classe dirigente al potere.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Economicamente e politicamente venne avviato un sostanziale ritorno al capitalismo, con riforme che esaltavano il criterio del profitto come scopo principale della produzione e parametro di valutazione di ogni azienda. La prima conseguenza di ciò fu la perdita di ogni potere in ogni luogo di produzione tanto dell'assemblea dei lavoratori, che degli organismi di controllo operaio e un radicale mutamento dell'organizzazione del lavoro. La seconda fu la nascita di una nuova borghesia, favorita anche dall'incremento degli incentivi materiali, che costituì poi l'ossatura della nomenclatura di potere. Venne distrutto il sistema di pianificazione generale, demandando alle singole regioni la possibilità di pianificare la loro crescita, acquisendo ulteriore autonomia (emblematico il caso dell'Ucraina), e con ciò generando forti squilibri tra le Repubbliche Sovietiche che saranno la base della futura disgregazione.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span>La liberalizzazione, la fine del collettivismo nelle campagne, gli investimenti in zone improduttive, lo sfruttamento indiscriminato dei beni naturali generarono disastri idrogeologici, un calo della produzione generale e l'esigenza di nuove importazioni agricole persino dagli USA, come fu palese nel 1963, anno di grande carestia. Ci fu una riforma del sistema dell'istruzione che nella sostanza favorì le classi dirigenti più agiate le quali, grazie a specifici atti legislativi, ottennero sempre maggiori privilegi, nei settori più nevralgici dello Stato come quello politico, militare, della ricerca, ministeriale e nei Servizi segreti. Per loro p</span><span>ensione più alta, costo degli affitti ridotto alla metà, uso gratuito dei mezzi pubblici, villeggiatura e cure termali gratis e via dicendo.</span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I lavoratori, d'altra parte, videro una contrazione dei salari e problemi crescenti sul piano occupazionale e per l'approvvigionamento di beni alimentari. Ogni forma di protesta, che nonostante tutto ci fu, venne tacitata e brutalmente repressa, anche mobilitando l'esercito.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In seguito, con Breznev, solo apparentemente fu mostrato soprattutto all'estero di voler resistere all'imperialismo e riprendere la dottrina staliniana, ma solo come fumo negli occhi dell'opinione pubblica, nella sua cruda sostanza più propriamente la “dottrina Breznev” si dimostrò come una forma più subdola di colonialismo e socialimperialismo. In buona sostanza, come ebbe a rilevare anche Che Guevara in un suo famoso discorso ad Algeri, l'URSS acquistava e vendeva merci ai paesi come Cuba nella sua orbita, non con scambi paritari, ma a prezzi di mercato. E anche il Vietnam fu aiutato nel suo sforzo bellico solo in funzione di contenimento geostrategico, ma poi abbandonato al suo disastroso destino economico e sociale</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La cosiddetta "dottrina Breznev'' fu quindi l'attuazione di una politica socialimperialista di aggressione ed espansione. Essa aveva come capisaldi le teorie "della sovranità limitata''; "della dittatura internazionale''; "della comunità socialista''; "della divisione internazionale del lavoro''; "degli interessi coinvolti''. Breznev, come abbiamo detto,</span><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> acquistava e vendeva ai paesi satelliti merce a prezzi di mercato, rifilando loro macchinari obsoleti Questo, lo confermò</span><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> anche il Che ad Algeri e gli costò l'esilio, è colonialismo non internazionalismo proletario</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In base alla dottrina marxista-leninista sui rapporti tra gli Stati socialisti e secondo i principi dell'internazionalismo proletario è necessaria uguaglianza e completa parità nelle relazioni tra Stati, che è fondata sull'appoggio e l'assistenza reciproci. Sul non ingerirsi negli affari interni dei paesi “fratelli” rispettando al contempo sia la loro integrità territoriale, che la loro sovranità e indipendenza nazionale. In buona sostanza sul mutuo aiuto sia tra gli Stati socialisti, che fra questi e i paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina, per promuovere lo sviluppo armonico e progressivo di ciascuno, a partire dalle condizioni specifiche ambientali e sociali di ognuno, senza imporre un' unica dottrina economia a tutti, esportata dall'URSS, come accadeva nei paesi satelliti dove le classi dirigenti ricevevano un apposito manuale, sempre lo stesso da applicare in ogni contesto, quasi fosse un “catechismo economico” da imporre a tutti. Questa dottrina evidentemente mirava più alla spartizione del modo in aree di influenza egemonica che all'emancipazione dei popoli dall'imperialismo.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La conseguenza fu che lo scontento e la scollatura dalle classi popolari fu sempre più netta, generando sempre più aperto dissenso, e così la gloriosa Armata Rossa che aveva restituito speranza e libertà ai popoli oppressi dal nazifascismo, fu trasformata in uno strumento di aggressione, di repressione e di oppressione. Emblematici gli interventi prima in Ungheria, poi in Cecoslovacchia e infine in Afghanistan che hanno generato una sempre maggiore disaffezione del popolo verso la nomenclatura al potere, un inadeguato sviluppo industriale e tecnologico, una sempre più forte dipendenza dell'URSS dal mercato estero per l'approvvigionamento alimentare e infine una degenerazione dei rapporti sociali e morali che ha spinto l'URSS verso l'abisso della disgregazione. Verso le mafie, verso il saccheggio delle immense materie prime da parte di oligarchi senza scrupoli, verso la perdita della stessa identità sovietica come “modello umano” e archetipo di una nuova umanità laboriosa, solidale e unita nella sua missione emancipatrice, in nome dell'individualismo e di un nazionalismo sempre più sciovinista che ripiega verso memorie sovietiche solo in funzione strumentale e per dare un contentino al popolo. Una depravazione che accomuna la Russia e i paesi in cui il capitalismo senza regole sta distruggendo occupazione, beni comuni, e Stato Sociale oltre che la stessa identità morale e civile dei cittadini che ripiegano verso forme confusionarie di populismo e di demagogia sovranista</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In conclusione, possiamo quindi affermare che, dopo la morte di Stalin una lunga scia degenerativa accomuna i suoi successori e dà sempre più forza e fiato gli antagonisti dell'Unione Sovietica, decomponendone al contempo l'identità, la forza e la sua compattezza, fino alla ingloriosa fine. E nonostante il tentativo di ribaltare la storia messo in atto dalle vulgate dei media pilotati dal capitalismo imperialista occidentale secondo cui Stalin era il cattivo e gli altri hanno almeno cercato di rimediare l'irrimediabile. Mentre gli altri: Krusciov, Breznev, Andropov, Cernienko e Gorbaciov e aggiungiamo a questi ultimi Eltsin e l'attuale caudillo, autocrate, sciovinista e neozarista Putin che solo a parole dice di rimpiangere l'URSS e si affida oggi tuttavia al patriottismo di oligarchi che accumulano enormi ricchezze sfruttando risorse che appartengono al popolo russo e che da sempre le hanno investite a proprio vantaggio all'estero, non sono stati che i suoi becchini. Ora più che mai, con l'aggressione armata, e non con la semplice difesa di popoli che una volta erano fratelli, e che avrebbero dovuto essere dotati prima ancora che di armi o di classi dirigenti corrotte, di una autentica coscienza socialista internazionalista e proletaria.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Perché è la coscienza che vince tutte le guerre e protegge da quelle altrui, in quanto ha come sua luce suprema solo il bene comune, la giustizia, la libertà e la pace.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><b>Carlo Felici</b></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-67032118417172830832023-03-08T07:02:00.003-08:002023-03-08T07:06:00.429-08:00CARLO ROSSELLI E LA RIVOLUZIONE SOVIETICA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipRxoNf0GnllXuy3Unt2ad5CS9FnZzt9gDqckIumNRTXclurz6yFOqj33E_5zncqCpsUdZmqGAS_NZQNf41ynOCqiK1Z4I3HQ6zuT84aBQu5WdOOhSNzo1OjmsosrmssnibhfYFYWH3uJ1Qe9b8TZg1QyvH6BghQx_BdIJM4KpIHz3fMzJUBV0n7-H-Q/s295/carlo_rosselli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="295" data-original-width="220" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipRxoNf0GnllXuy3Unt2ad5CS9FnZzt9gDqckIumNRTXclurz6yFOqj33E_5zncqCpsUdZmqGAS_NZQNf41ynOCqiK1Z4I3HQ6zuT84aBQu5WdOOhSNzo1OjmsosrmssnibhfYFYWH3uJ1Qe9b8TZg1QyvH6BghQx_BdIJM4KpIHz3fMzJUBV0n7-H-Q/s1600/carlo_rosselli.jpg" width="220" /></a></div><br /><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Vorrei
offrire come spunto di riflessione un lungo brano di Carlo Rosselli,
in particolare a coloro che “lo tirano per la giacchetta” volendo
farne un ispiratore di non so quale politica socialista liberale che
guarda al centro ed è inossidabilmente anticomunista.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo
brano risale al 1932 ed è contenuto nel volume I degli Scritti
dall'Esilio pubblicati da Einaudi, esso in parte è stato da me già citato, ma nella sua integrità, ci dà un'idea precisa di cosa pensasse Carlo
Rosselli della Russia Sovietica della rivoluzione e conseguentemente anche di Stalin che allora vi era al potere. Certamente va storicamente
contestualizzato, in particolare nel riferimento alla economia
collettivistica, però dimostra palesemente che Carlo Rosselli non
solo non era anticomunista, ma nemmeno un sostenitore del capitalismo
senza se e senza ma.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Lo
presento “sine glossa”, senza commento perché non ne ha bisogno.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il
titolo è emblematico.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">“<span style="font-size: medium;">Non
rinunciamo a discutere</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il
nostro stato d'animo di fronte alla rivoluzione è complesso e non si
presta a definizioni monosillabiche. Non possiamo aderirvi senza
riserve sostanziali, ma non possiamo neppure seguire Kautsky e i
marxisti democratici nelle loro scolastiche condanne (ancora una
volta il materialismo storico si dimostra incapace a fornire un
criterio obiettivo di giudizio). Comunque, prima di ogni
consacrazione marxista e ogni atrocità dittatoriale sta la
rivoluzione che ha distrutto l'autocrazia, che ha dato la terra ai
contadini. Questa rivoluzione la amiamo e la difenderemo. La
rivoluzione non è la dittatura di Stalin, è evidente. Ma se fossimo
posti a scegliere tra il mondo capitalista, così come ci fu rivelato
dalla guerra e dalla crisi, e il mondo bolscevico, dovremmo
risolverci, non senza angosce, per il secondo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ma
è questa un'alternativa che rifiutiamo; è questo dualismo rozzo e
brutale – Dio o il diavolo: il comunismo o il capitalismo – che
ci ripugna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tra
Dio e il diavolo stiamo semplicemente per l'uomo. Il nostro sforzo
sarà rivolto a superare il dissidio in nome di una nuova sintesi;
nel nome del socialismo penetrato dall'idea della libertà nel quale
i piani servono gli uomini e non gli uomini i piani</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Se
oggi difendiamo la rivoluzione russa è anche perché essa, malgrado
tutti i suoi errori ed orrori, rappresenta nel mondo l'economia
alternativa. La dimostrata possibilità di esistenza di una economia
collettivistica è una esperienza interessante per il genere umano.
L'economia collettivistica era sino a ieri per la scienza ufficiale
una eresia, una economia impossibile; in ogni caso una economia
statica destinata al rapido crollo per la sua impotenza a risparmiare
e accumulare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ora
si trova – venerati Maestri Molinari, Guyot, Cassel, Pantaleoni –
che il paese in cui il tasso di accumulazione è più forte è
precisamente...lo Stato dei Soviet. Per il popolo russo il problema
non è di accumulare di più, ma di accumulare meno, di costringere i
dittatori a rallentare il piano per soddisfare la fame di beni di
consumo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Accumulazione
coattiva: d'accordo. Ma poi è poi così grande la libertà di
accumulazione nella economia capitalistica? I molti sono liberi di
accumulare per i pochi, i quali soli ne godono. E in fatto di
esportazione le guerre, le crisi e le inflazioni reggono il confronto
con i decreti di Stalin</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Dopo
l'esperienza comunista il capitalismo non è più solo arbitro, non è
più solo indispensabile. La legge di sostituzione che in economia
limita il prezzo dei prodotti sostituiti, servirà a insegnare la
modestia e la prudenza ai regimi borghesi. Servirà a insegnare
l'audacia?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Speriamolo</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Eliminando
con feroce costanza le disuguaglianze economiche, impedendo con ogni
genere di persecuzione le accumulazioni particolari, la rivoluzione
russa ha spodestato il vecchio re del mondo: il denaro.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il
denaro non è più, come in Occidente, il misuratore supremo. Il
denaro non compera la Russia, e in ogni caso non assicura potenza.
Anzi, l'aver posseduto è una tara, il possedere è una condanna.
Questo capovolgimento di valori onde una nuova “nobiltà”
proletaria ne sorge è importante e probabilmente soddisfa il
messianesimo primitivo delle forre russo-cristiane (“gli ultimi
saranno i primi”)</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;">…<span style="font-size: medium;">..</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Anche
i critici del bolscevismo sono costretti ad ammettere che i dirigenti
vi hanno fatto sinora prova di una onestà e di un disinteresse
materiale che contrastano con la venalità tradizionale degli antichi
dirigenti. Condizione sine qua non non è solo l'obbedienza
gesuitica, ma la povertà”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Abbiamo
detto di non commentare ma un'ultima considerazione ci sia almeno
concessa..un Rosselli così non lo si può certo arruolare tra i
sostenitori del Job act, della demolizione dell'articolo 18,
dell'aumento del periodo di prova da 6 mesi a tre anni, della buona
scuola incentivata con l'elemosina del bonus annuale..e per amor di
decenza ci fermiamo qui.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><b>Carlo Felici</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br />
</span></p><br /><p></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-80134783329371233032023-03-08T05:13:00.006-08:002023-03-10T05:39:24.513-08:00STALIN: ALCUNE CHIARIFICAZIONI<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmM3enada_5xbDoYyQ6knq9IgNRS7Jg8o3ub7Ec4qQJbRUn_KnCUiPZ-dtAdMku4LHSUlhn9TxTrjlWXQ7IViMytfYtZZp5JVOccZVsf2NKwS6sdRYby7zPelkbDmp0eyEWEy79CTmuJFzrlcPbs8QPVk_3E4rWQivS5G-6KqVa12imGOP8eMQgro7HA/s258/Stalin%20donna.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="195" data-original-width="258" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmM3enada_5xbDoYyQ6knq9IgNRS7Jg8o3ub7Ec4qQJbRUn_KnCUiPZ-dtAdMku4LHSUlhn9TxTrjlWXQ7IViMytfYtZZp5JVOccZVsf2NKwS6sdRYby7zPelkbDmp0eyEWEy79CTmuJFzrlcPbs8QPVk_3E4rWQivS5G-6KqVa12imGOP8eMQgro7HA/s1600/Stalin%20donna.jpeg" width="258" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Aggiungo questo mio intervento sul 70° anniversario della morte di Stalin che non vuole essere una sua celebrazione apologetica ma solo un inquadrarlo meglio nel tempo in cui visse e per quello che disse e fece, in un'epoca in cui l'Unione sovietica era minacciata da forti spinte controrivoluzionarie all'interno e da attacchi da parte di varie potenze internazionali all'esterno. Nonostante ciò, essa fu in grado di elevare sensibilmente il tenore di vita del popolo e dotarsi di un potente apparato militare e industriale che in seguito le consentiranno di vincere la guerra e quella che era ritenuta allora la maggiore potenza militare del mondo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ciò fu possibile perché contrariamente a quanto si crede, Stalin sburocratizzò una struttura statale che tendeva a farsi nomenclatura, vedendo progressivamente scemare la partecipazione dei lavoratori alle assemblee, restituendo loro la partecipazione al lavoro quotidiano dell'amministrazione dello Stato.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Come avvenne ce lo spiega lo stesso Stalin: “Avviene attraverso organizzazioni sorte per iniziativa delle masse, attraverso commissioni e comitati di ogni genere, conferenze ed assemblee di delegati che si formano attorno ai Soviet, attraverso gli organismi economici, i comitati di fabbrica e di officina, le istituzioni culturali, le organizzazioni di partito, le organizzazioni dell'Unione della gioventù, le cooperative di ogni genere, ecc. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">I nostri compagni talvolta non si accorgono che intorno alle nostre organizzazioni di base del partito, sovietiche, culturali, sindacali, educative, dell'Unione della Gioventù Comunista, dell'esercito, delle sezioni femminili, e di ogni tipo brulica un vero e proprio formicaio di organizzazioni, commissioni, conferenze sorte spontaneamente, che abbracciano masse di milioni di operai, e di contadini senza partito, un formicaio che crea con il suo lavoro quotidiano, impercettibile, meticoloso, silenzioso, la base e vita dei Soviet, la fonte e la forza dello Stato sovietico”</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questa citazione ci fa capire come la forza di Stalin non consistesse tanto nella imposizione di una ferrea dittatura autocratica ferocemente portata avanti con la persecuzione sistematica degli oppositori, che per altro ci fu, nelle situazioni complesse e difficili in cui si trovò l'URSS, ma piuttosto nella sua capacità di mobilitare masse sterminate e profondamente eterogenee, per origine, etnia e cultura, senza che necessariamente fossero irregimentate dal partito, ma solo tenute unite da uno sforzo comune di emancipazione collettiva.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Stalin lo disse esplicitamente nel definire la dittatura del proletariato non uno scopo ma solo un mezzo, con queste parole: "La dittatura del proletariato non è fine a se stessa: la dittatura è un mezzo, è la via che porta al Socialismo. E che cosa è il Socialismo? Il Socialismo è il passaggio dalla società in cui esiste la dittatura del proletariato alla società senza Stato” In questo, bisogna riconoscere che era in perfetta linea con le idee di Marx, ed evidentemente intende per società senza Stato una collettività mobilitata permanentemente per la sua emancipazione e per il suo benessere condiviso, priva di classi e di contrasti sociali.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ciò nonostante, soprattutto dopo il 1937, nonostante gli sforzi e la mobilitazione collettiva che vide un intero popolo stringersi intorno alla sua guida, si accentuò la tendenza di Stalin alla autocrazia e alla sistematica persecuzione degli oppositori con episodi anche molto cruenti, ma questo fu dovuto all'incremento dei pericoli esterni collaterali a quelli interni che minacciavano l'Unione Sovietica. Nel 1925 già Francia e Germania si erano riavvicinate in funzione antisovietica, crescevano le voci per una “crociata anticomunista” delle nazioni, in Polonia ci fu un colpo di Stato che portò al potere un personaggio che ammirava Napoleone per la sua invasione della Russia e che voleva strappare l'Ucraina all'URSS, acquisendo pure un protettorato sui paesi baltici, . La Gran Bretagna ruppe le relazioni diplomatiche e commerciali con l'URSS, invitando la Francia a fare lo stesso, a Pechino l'ambasciata sovietica subisce l'incursione di truppe cinesi sobillate dalla Gran Bretagna, a Varsavia viene assassinato l'ambasciatore sovietico da un emigrato della Russia Bianca, infine a Leningrado viene fatta esplodere una sede del Partito Comunista. A ciò si aggiunge la crisi del 29 e un brusco calo della quantità di grano immessa nei mercati.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Fu a questo punto che la posizione di Bucharin e di Stalin si divaricò profondamente, mentre il primo voleva perseguire a tutti i costi una espansione rivoluzionaria in Europa tanto illusoria quanto foriera di spinte disgregatrici, Stalin invece affermava di voler consolidare la politica economica nell'URSS, procedendo a tappe forzate e mediante una capillare mobilitazione popolare, verso la collettivizzazione agricola che avrebbe garantito una produzione tale da poter finanziare lo sforzo industriale e bellico per mettere al riparo l'URSS da ogni pericolo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Indubbiamente la collettivizzazione forzata ebbe costi sociali e umani abnormi, ma già nel settembre del 1934, si volle tornare ad una legalità che comportasse l'esercizio del diritto, in una società in cui non ci fosse antagonismo di classe e in cui il popolo potesse scegliere palesemente i propri delegati a suffragio universale maschile e femminile. Stalin affermò allora di voler persino respingere gli emendamenti alla nuova Costituzione che proponevano di privare dei diritti elettorali i ministri del culto, assicurandone la libertà, così come di privarne tutti coloro che non erano in grado di esercitare un lavoro o perché "non produttivi" anziani o perché disabili, fu respinta anche la proposta di proibire le cerimonie religiose.. Promosse la necessità di far accedere ad alte cariche i senza partito, dicendo che “la nostra politica non consiste affatto nel trasformare il partito in una casta chiusa”, per questo mobilitò specialisti, ingegneri e tecnici che si riconoscevano nel suo operato ma non provenivano dalle file del partito comunista. Allo stesso tempo, promosse accanto agli incentivi morali anche quelli materiali, sostenendo che un livellamento dei salari non era conforme ad una adeguata organizzazione del lavoro, introducendo il principio della “responsabilità personale” nello svolgimento del lavoro e dei premi che ne conseguono. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">A questo punto si sviluppa un contrasto lacerante interno con Trozky che accusa Stalin di voler reprimere il movimento internazionalista proletario e di voler esercitare dei compromessi, mediante la sua burocrazia interna, con la borghesia nazionale ed internazionale, sostenendo che l'aggressione dei paesi imperialisti si può sconfiggere solo con il sostegno dei ceti proletari dei paesi aggressori.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Stalin invece è sempre più convinto che bisogna ricucire le ferite laceranti del passato, raggiungere una stabilità determinata dall'unione del partito con le masse dei lavoratori, e allo stesso tempo praticare una accorta politica di relazioni internazionali che veda l'URSS come protagonista della storia europea ma senza finalità espansionistiche.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Evidentemente questo è uno scontro mortale, che nella prospettiva di Trozky presuppone che l'aggressore tedesco possa essere utilizzato per sconfiggere, come era accaduto nel caso di Lenin, l'apparato militare di Stalin per sopprimerlo e rimuoverlo dal potere, e dall'altra invece, secondo Stalin, presuppone un contenimento temporaneo della spinta tedesca verso Est, con una spartizione delle aree di influenza, pur nella consapevolezza che lo scontro sarebbe stato inevitabile. Come è palese, la prima ipotesi, comportava una sconfitta strategica dell'URSS, la seconda una vittoria posticipata</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il diario di Goebbels conferma che i tedeschi avevano una radio clandestina che incitava alla ribellione in Russia, esortando il popolo a seguire Trozky</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Per cui Trozky rappresentava agli albori della seconda guerra mondiale un pericolo mortale per l'URSS.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Molte persone oggi ripetono il ritornello di Stalin criminale senza una adeguata conoscenza storica e decontestualizzando completamente certe teorie palesemente false che hanno cominciato a circolare su Stalin dopo la sua morte e dopo il famoso rapporto di Krusciov</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In effetti morto Stalin, Krusciov, per legittimarsi e compattare i consensi e risaltare, fece uscire un rapporto pieno di menzogne su Stalin che lo criminalizzava e che fu preso al volo da tutto il mondo anti comunista per screditare non solo Stalin, ma tutta l'URSS. Eppure i carri armati in Ungheria non li mandò Stalin ma Krusciov, Stalin non mandò truppe a reprimere dissensi popolari da nessuna parte, perché era ovunque popolarissimo anche nei paesi dell'Est. Fu Krusciov ad essere contestato, perché aveva scollato, al contrario di Stalin, la classe dirigente dal popolo, costruendo una nomenklatura, che proseguì nel tempo coi suoi successori e generò dissenso e rivolte represse con i carri armati. Ma Stalin non fece nulla di tutto ciò.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Questo ci sentiamo di dirlo come affermerebbe Tacito SINE IRA ET STUDIO, cioè senza una partigianeria di alcuna sorta e con una attenta documentazione delle fonti soprattutto sovietiche emerse con l'apertura degli archivi fino a qualche tempo fa secretati.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Carlo Felici</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> PS aggiungo infine che non sono "stalinista", sia perché l'unico stalinista è stato Stalin sia perché sono uno studioso di storia che cerca di documentarsi il più possibile, consapevole del fatto che ogni tesi storica è "perfettibile", per documentarsi su Stalin bisogna leggerlo, e in Italia pochissimi lo hanno fatto, anche perché la sua intera opera, dal 1950 è pressoché irreperibile se non sul mercato antiquario e se si è fortunati. Ultimamente sono riuscito a trovarla, e volete sapere...come erano le pagine, da 73 anni a questa parte? Intonse! Non le aveva mai lette nessuno.</span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5674533526681278151.post-64997337384096226562023-03-03T04:40:00.031-08:002023-03-05T00:25:47.167-08:00MEMENTO BAFFONE<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjftbLWpXUt2a6TPMVIvVGcB02DRv2fGW6vR_BQEabbkzhFLqLRwY4M8lcci6FgBNpQ7dcmCdEFvyQNWn9Nq_KuBov9iizHzHfB_0U1kL1QrvZ0j0yoaLU1nJ7ippwK5mdFaa6OktcbCXWNXhKnkALq5rkpfIGTLpbv49z0vT6BqHSgbzXSASFR5f6tYw/s720/Stalin.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="576" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjftbLWpXUt2a6TPMVIvVGcB02DRv2fGW6vR_BQEabbkzhFLqLRwY4M8lcci6FgBNpQ7dcmCdEFvyQNWn9Nq_KuBov9iizHzHfB_0U1kL1QrvZ0j0yoaLU1nJ7ippwK5mdFaa6OktcbCXWNXhKnkALq5rkpfIGTLpbv49z0vT6BqHSgbzXSASFR5f6tYw/s320/Stalin.jpg" width="256" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;">A
settanta anni dalla morte di Stalin non è facile tuttora fare una
analisi storica che possa ricordare questo personaggio, senza le
lenti della demonizzazione e della agiografia</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;">Dobbiamo
però considerare che egli, più di altri, tuttora in Russia e anche
altrove riscuote una notevole popolarità, e sicuramente lui, tra i
capi comunisti, ha ottenuto risultati più concreti e durevoli. Ma a
che prezzo? Ed è tutto vero ciò che ancora si dice di lui in merito
alla sua autocrazia, alla sua feroce dittatura e al suo
totalitarismo?</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;">Un
quadro storico più dettagliato e non oscurato dalla propaganda ci
porta ad essere più circostanziati, anche se in un articolo lo
spazio è piuttosto ristretto per fare una analisi precisa con
opportuni riferimenti storiografici.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;">Partiamo
citando Anna Luoise Strong, una giornalista e scrittrice statunitense
che fu a lungo in Unione Sovietica: <span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">“</span></span><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">Chi
potrà dimenticare l'Europa del 1940, quando gli eserciti francesi
crollarono in dieci giorni davanti ai carri armati di Hitler, quando
l'Europa fu minacciata da una nuova Età Oscura Millenaria? Chi potrà
dimenticare gli assalti portati a tutta l'umanità da coloro che
affermavano i diritti della Herrenrasse sulle razze inferiori
schiave, e come questi assalti si infransero contro la resistenza
degli uomini e delle donne di Stalingrado? Edificando febbrilmente,
disordinatamente anche, questi uomini e donne eressero il pilastro
che resistette quando il mondo intero vacillava: di questo l'umanità
tutta è oggi loro debitrice... nell'epoca staliniana non solo è
nato il primo Stato socialista del mondo e la potenza militare che
fermò Hitler; in essa si è sviluppata anche la base economica che
fu la premessa indispensabile alla costituzione dei nuovi stati
socialisti.. l'epoca di Stalin ha messo a disposizione dei popoli
d'Asia e d'Africa liberatisi dal dominio coloniale i mezzi che
permetteranno loro di scegliere le vie del proprio sviluppo in un
mondo economico in cui gli imperialisti non dettano più l'unica
legge”</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">E
questo già ci dà un'idea di come negli anni 30 del secolo scorso
anche oltreoceano in una America in piena crisi economica dovuta al
crollo della borsa nel '29, Stalin non fosse visto come un mostro, e
nemmeno nell'immediato dopoguerra, quando si aprivano gli inquietanti
scenari della guerra fredda.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
la questione è un'altra: perché un personaggio come Stalin che già
dal governo sovietico di Kruscev fu condannato alla damnatio
memoriae, ha mantenuto e mantiene nel mondo comunista una popolarità
così forte e nonostante gli attacchi perduranti non solo della
stampa liberale ma anche di quella comunista ispirata al trozkismo?</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">Non
è facile ripercorre la sua storia all'interno dell'URSS negli anni
in cui fu al potere in maniera obiettiva, ma sicuramente, almeno in
sintesi potremo farlo senza riproporre dei perduranti luoghi comuni,
e mediante alcuni passaggi essenziali, ovviamente per ragioni di
spazio lasciandone in ombra altri.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;">Partiamo
dalla “questione ucraina” che si pose negli anni immediatamente
successivi alla morte di Lenin e su cui si basa tuttora la “leggenda
nera” di Stalin e purtroppo ancora oggi in gran parte la propaganda
contro la Russia</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
del tutto vero che ci furono milioni di morti in Ucraina dovuti alle
scellerate politiche staliniste di collettivizzazione forzata? Quanto
c'è di vero nella cosiddetta “Holodomor”? Ebbene, parrà strano,
ma prima delle memorie giornalistiche odierne fu la propaganda
nazista che mise in piedi per screditare il governo sovietico,
l'orrore della repressione stalinista in Ucraina. Il ricercatore
canadese Douglas Tottle, nel suo libro “Fraud Famin and Fascism:
The Ukrainan Genocide Mith from Hitler to Harvard” Toronto 1967,
asserisce con una serie precisa di riferimenti storici, che il mito
della carestia programmata da Stalin per sterminare gli ucraini è un
falso storico costruito dalla propaganda nazista.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tottle
fu inizialmente accusato di propagandare tesi comuniste, il</span></span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span face="sans-serif"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">libro
di Tottle fu poi esaminato durante la seduta di Bruxelles della
commissione, tenutasi tra il 23 e il 27 maggio 1988, con
testimonianze di vari esperti. Il presidente della Commissione
internazionale di inchiesta sulla Carestia 1932-1933, composta anche
da ucraini, allora concluse che Tottle non era il solo a dubitare di
una "carestia-genocidio", alludendo al fatto che il
materiale incluso nel suo libro non avrebbe potuto essere disponibile
senza l'assistenza ufficiale sovietica.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #202122;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tra
il 1921 e il 1923 ci fu in effetti una carestia di vaste proporzioni
dovuta in gran parte agli effetti della guerra tra armate bianche e
Armata Rossa che devastò in larga parte il territorio russo ed
ucraino, il governo di Lenin cercò di porre un argine alla penuria
di alimenti con la NEP, combinando cioè l'azione dello Stato con un
certo margine di iniziativa privata, ma questa, del tutto incapace di
attuarsi con tecniche industriali moderne, non si rivelò in grado di
fornire le immense risorse necessarie per la vendita di prodotti
agricoli per ottenere le somme necessarie ad accelerare il processo
di industrializzazione che avrebbe poi reso l'URSS una effettiva
grande potenza anche sul piano militare.</span></span></span></span></span><span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Anche
un altro storico come Groven Furr sostiene che la tesi del volontario
genocidio degli ucraini da parte di Stalin non è fondata egli
afferma, in base a precise analisi storiche, che </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">ci
furono carestie nel 1924 e di nuovo nel 1928-1929, quest’ultima
particolarmente dura per la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
Tutte queste carestie avevano cause ambientali. Il metodo medievale
degli appezzamenti agricoli e dell’agricoltura contadina rendeva
impossibile una produzione agricola efficiente, per cui le carestie
erano inevitabili</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”..pertanto
“</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">i
leader sovietici, e tra essi Stalin</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">–
continua l'autore -</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">decisero
che l’unica soluzione era riorganizzare l’agricoltura sulla base
di gigantesche fattorie industriali a imitazione di alcune nel
Midwest americano, che furono deliberatamente adottate come modello”</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: large;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Evidentemente
il programma di collettivizzazione “forzata” non sarebbe riuscito
senza un consenso della popolazione, perché una popolazione
massacrata e schiavizzata non produce nulla, in realtà buona parte
dei kulaki che avevano un certo potere non solo rimasero al loro
posto, ma persino collaborarono con le autorità per spedire i
contadini medi che spesso distruggevano le derrate alimentari e
uccidevano il bestiame, in Siberia.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
2 marzo 1930 Stalin scrisse testualmente sulla Pravda che: “</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
è possibile imporre i colcos con la forza. Questo sarebbe una cosa
stupida e reazionaria. Il movimento colcosiano deve poggiare su di un
attivo sostegno da parte delle fondamentali masse dei contadini. Non
si possono trapiantare meccanicamente i modelli di edificazione
colcosiana delle regioni sviluppate nelle regioni arretrate. Questo
sarebbe stupido e reazionario. Una simile 'politica' dissolverebbe in
un sol colpo l'idea stessa della collettivizzazione</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: large;"><span style="font-style: normal;"><b>.</b></span></span></span></span><span style="color: black;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: large;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tre
telegrammi scritti nel 1932 dallo stesso Stalin ci attestano che le
sorti dell'Ucraina erano tutt'altro che indifferenti al leader
sovietico</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Li
citiamo testualmente, il primo del 24 luglio rivolto ad un importante
esponente del Partito Comunista ucraino e al capo del Governo
Sovietico: “La nostra direttiva sull'esecuzione incondizionata del
piano statale di approvvigionamento di grano è del tutto corretta.
Ma tenete presente che dovremo fare un'eccezione per le regioni più
sofferenti dell'Ucraina. Ciò è necessario non solo dal punto di
vista dell'equità, ma anche a causa della posizione particolare
dell'Ucraina, al confine con la Polonia”</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: large;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Il secondo rivolto agli stessi personaggi conferma che anche delle
unità dell'esercito erano state mobilitate per portare a compimento
tale intento, e il terzo del 16 agosto 1932 rivela una particolare
attenzione per l'Ucraina, rispetto ad altri luoghi destinati alla
collettivizzazione e lo stesso Stalin scrive: “Come risulta chiaro
dai documenti, non solo gli ucraini parleranno dei piani di
diminuzione dell'approvvigionamento statale di grano durante la
riunione del Comitato Centrale, ma lo faranno anche i caucasici
settentrionali, del medio Volga, della Siberia occidentale, del
Kazakhstan e della Bashkiria. Il mio consiglio è di soddisfare per
il momento solo gli ucraini, riducendo per loro il piano a 30
milioni; e solo come ultima scelta a 35-40 milioni” </span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Furono
le stesse autorità ucraine comuniste a dichiarare che “</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">fin
dal 25 febbraio 1933 il Consiglio dei Commissari del Popolo
(Sovnarkom) dell'URSS e il Comitato Centrale del Partito bolscevico
distribuirono in prestito all'Ucraina cibo, frumento e foraggio per
un ammontare di 35.190.000 pood (1 pood=16 kg) di grano attingendo
alle riserve accantonate e di emergenza</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
gran parte dei morti di allora fu quindi dovuta più a problemi
igienici ed ambientali (tifo soprattutto) che a denutrizione e la
propaganda antisovietica ha spesso preso spunto da foto scattate non
durante gli anni 30, ma nel corso della guerra che seguì alla
rivoluzione di Ottobre, ciò nonostante ci fu lo stesso una rivolta
in Ucraina, dovuta soprattutto a questioni che investivano la
politica più che l'economia, e cioè la necessità
dell'autogestione, in linea con le teorie di Nestor Machno e ad altre
connesse con il dissenso trozkista, e la repressione fu evidentemente
tanto brutale quanto cruciale per le stesse sorti future dell'Unione
Sovietica. Non dimentichiamo che prima di Stalin, la Russia aveva una
popolazione poverissima che a mala pena camminava con zoccoli di
corteccia di betulla, mentre negli anni 30 il tenore di vita medio in
URSS superava quello degli USA in piena crisi del '29</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ora
veniamo ad un'altra delle questioni connesse con Stalin e lo
stalinismo: la guerra di Spagna che fu il preludio della seconda
guerra mondiale. Allora l'Unione Sovietica fu l'unico Paese che
sostenne la resistenza del legittimo governo repubblicano eletto dai
cittadini contro il colpo di Stato di Francisco Franco, in tre anni
L'Unione Sovietica fornì alla Spagna repubblicana ben 648 aerei, 347
carri armati, 60 veicoli blindati, più di 1000 pezzi di artiglieria,
340 mortai, 20.000 mitragliatrici, più di mezzo milione di fucili, 3
milioni e mezzo di granate e vari altri approvvigionamenti logistici.
Evidentemente uno sforzo simile per un Paese già in grave difficoltà
economica, non poteva non avere un compenso che in gran parte ci fu
con l'oro della banca di Spagna e soprattutto non poteva durare a
lungo, specialmente se il fronte bellico minacciava di spostarsi ai
confini dell'URSS.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Purtroppo ci fu la completa indifferenza delle potenze occidentali “democratiche”
e il soverchiante intervento delle truppe nazifasciste che superò di
almeno due volte e mezzo quello sovietico, a fronte di circa 2000
uomini mandati da Stalin, Mussolini ne mandò ben 50.000, molti dei
quali convinti di andare in Africa.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
situazione già compromessa sul piano dello squilibrio bellico in una
circostanza in cui la disciplina militare dovrebbe soverchiare ogni
altra diatriba interna di tipo ideologico, fu aggravata dai notevoli
dissidi all'interno del Fronte Popolare, tanto che si ebbe una sorta
di “guerra nella guerra” tra le varie componenti in lotta contro
Franco, e questo aggiunto al mancato aiuto da parte di Francia,
Inghilterra e USA, fu fatale per la giovane ed esuberante repubblica.
Inoltre i quadri degli ufficiali sovietici venivano in gran parte da
un' Armata Rossa che non aveva dimenticato la guida di Trozky, e il
suo spiccato internazionalismo, e il rischio che in Spagna non solo
Rosselli teorizzasse: “Oggi in Spagna domani in Italia”, ma anche
qualcuno degli emissari di Trozky considerasse: “Oggi in Spagna
domani in URSS” non era affatto trascurabile. Di qui il ritiro di
Stalin che considerò la guerra di Spagna un inutile spreco di
risorse in vista di un pericolo maggiore ai confini dell'URSS e
l'epurazione di vari reduci sovietici</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Di
qui anche il patto con la Germania che Stalin inutilmente cercò di
spingere ad Ovest, con l'intento di indebolire le democrazie
borghesi, guadagnando nel frattempo tempo e terreno, ma scontando
anche la mancanza di efficaci quadri militari, o periti in Spagna o
epurati in quanto trotzkisti, ciò nonostante, più di 6.000
spagnoli, per lo più comunisti, si trasferirono in Unione Sovietica
dopo la caduta della Seconda Repubblica spagnola. Centinaia di loro
presero parte alla guerra che scoppiò nel 1941 contro la Germania
nazista</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
veniamo al patto Molotov Ribbentrop che fu una operazione sicuramente
cinica ma realistica, con cui Stalin concesse meno di quanto nello
stesso anno avevano concesso le potenze occidentali a Hitler,
ottenendo molto di più, in parole povere</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Wremena Regular, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Stalin,
ottenendo territori e guadagnando tempo, agì cinicamente ma
razionalmente. Chamberlain e Daladier, cercando di placare Hitler,
agirono immoralmente e stupidamente.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'obiettivo
di Hitler, il suo Lebensraum non era infatti l'Europa Occidentale, ma
quella Orientale, fino a conquistare non solo il granaio
dell'Ucraina, ma anche i pozzi di petrolio del Caucaso, il suo sogno
che le potenze occidentali gli riconoscessero il titolo di campione
dell'anticomunismo, di colui che lo aveva sconfitto per sempre. Ma
sappiamo bene come andò in seguito e il primo ad esserne sorpreso fu
proprio lui, che ebbe almeno inizialmente la consolazione di non
dover combattere su due fronti e che quando si illuse che il fronte
occidentale ormai fosse schiacciato, non esitò a rovesciare il
tavolo e ad intraprendere l'Operazione Barbarossa.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
veniamo quindi alla Grande Guerra Patriottica, in cui si può ben
dire che Stalin trionfò, ma la vera domanda è..sarebbe stato
possibile senza una saldatura tra lui (così tirannico, autocrate,
sterminatore) e il popolo sovietico, cioè se il popolo russo non si
fosse riconosciuto nella sua guida e avesse invece risposto, come
alcuni ucraini fecero, all'appello dei nazisti invasori per la
liberazione dal tiranno comunista?</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Evidentemente
no, e con l'Unione Sovietica, sarebbe caduta l'Europa. Ma a cosa fu
dovuta questa saldatura? Lo capiamo bene se leggiamo libri come “I
giorni e le notti” di </span></span></span></span></span><span style="color: #232323;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Simonov
Konstantin</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
che ci narra dettagliatamente l'assedio di Stalingrado.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'esercito
sovietico non prevalse solo per gli aiuti degli alleati, e per la
rigida disciplina oltre che per la tenacia patriottica, ma
soprattutto per l'opera infaticabile dei Commissari del Popolo i
quali affiancavano gli ufficiali nella lotta e nella strategia
politica oltre che militare, e spesso morivano in prima linea con
loro. 20 milioni di morti costò la guerra all'URSS e di questi ben 7
milioni furono gli ucraini che non si lasciarono suggestionare dai
rancori nazionalistici o da Hitler, mentre altri come Bandera oggi
assunto a eroe nazionale, collaborarono con i nazisti e anche nello
sterminio degli ebrei.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">I
Commissari del Popolo erano quadri di partito, il vero collante tra
esercito popolare sovietico e Stalin, senza il loro strenuo operato e
senza che lo stesso Stalin teorizzasse e si adoperasse per una
saldatura tra gruppi dirigenti e popolo, evidentemente anche con
notevoli strumenti propagandistici, la Guerra Patriottica non sarebbe
stata vinta</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
la mancanza attuale di grandi motivazioni patriottiche e ideologiche,
assieme all'assenza di tali commissari di partito tra i quadri
nevralgici dell'esercito russo è la principale debolezza della forza
militare russa odierna oltre ovviamente alla profonda scollatura tra
quadri dirigenti ricchissimi e completamente deideologizzati, i
cosiddetti oligarchi, e il popolo.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
chiave risolutiva dell'esercito sovietico che fu il vero vincitore
della Seconda Guerra Mondiale perché arrivò a conquistare mezza
Europa, è in questa affermazione cruciale di Stalin: </span></span></span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">«Il
partito non può essere solo un reparto </span></span></span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">di
avanguardia</span></i></span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Esso deve essere, in pari tempo, un reparto, una parte della classe
operaia, parte intimamente legata ad essa con tutte le fibre della
sua esistenza. Il partito è parte inseparabile della classe
operaia». «Il partito, prosegue Stalin, è una frazione della
classe, esiste per la classe e non per se stesso». Con ciò capiamo
come allora la guerra vinta fosse non solo militare, ma ideologica e
popolare, e non dovuta solo all'autoritarismo di un autocrate
totalitario.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
infatti piuttosto ridicolo credere che milioni di uomini possano
essere mobilitati solo con una disciplina imposta, perché per quanto
ferrea, essa è destinata, come nel caso di quella nazifascista, a
fallire. Se i comunisti non fossero stati anche esseri umani
pensanti, con le loro capacità e virtù unite al loro spirito di
sacrificio, l'Unione Sovietica avrebbe perso irrimediabilmente la
guerra. Il comunismo è decaduto non per mancanza di impegno, ma
soprattutto perché ha perso di vista il suo scopo vitale ed
ideologico di esistenza: la fine del capitalismo, la capacità di
adattarsi alle metamorfosi del capitalismo stesso e di combatterle
senza perdere la sua natura originaria.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
questo è anche la profonda differenza tra un Trozky che riteneva che
il partito non sbagliasse mai e invece Stalin che era pienamente
convinto che a non sbagliare mai invece dovesse essere una guida
comunista che fosse perfettamente in grado di interpretare le sfide
del presente, senza restare prigioniero del passato e senza slanci
illusori nel futuro.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Lo
disse a chiare lettere lo stesso Stalin: «Soltanto un partito che si
allontana verso il passato è condannato a perire, può temere la
luce e la critica. Noi non temiamo né l’una né l’altra, non le
temiamo perché siamo un partito che va avanti, che avanza verso la
vittoria»</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'URSS
ha cessato di esistere già dal rinnegamento con Kruscev di due
presupposti fondamentali: l'esistenza di un capo carismatico tanto
fedele ai principi ideologici del marxismo-leninismo quanto
duttilmente capace di adattarli alle sfide del suo tempo, e allo stesso tempo la garanzia del benessere e della sicurezza per il suo popolo e per quelli legati dalla stessa solidarietà internazionale
anticapitalista, nel primato del valore dell'umanità su quello del
profitto.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
trionfo del capitalismo, dall'altra parte, è stato propiziato dalla
immensa capacità espansiva legata ad un concetto di libertà
indissolubile rispetto alla corruzione necessaria per affermarlo
senza uno straccio di responsabilità collettiva, dall'illusione che
l'individuo possa ergersi sulla massa come artefice di un destino
proprio, e non invece veicolato dall'apparato tecnico ed economico a
cui appartiene senza alcuna via d'uscita.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E'
facile oggi relegare Stalin tra i perdenti e tra gli orrori della
storia, oppure nei coloriti e caricaturali episodi di Don Camillo e
Peppone, come il “baffone” che fu, e che pure nell' ”addavenì!”
non tornerà mai, senza capire il suo tempo, e come egli seppe
costruire in esso un modello di Stato e di essere umano tale da
resistere a tutti i nemici che il mondo seppe mobilitare contro di
esso. Facile soprattutto se al suo posto prevalgono i “buffoni”,
nella sua Patria come altrove, quelli che il culto della personalità
lo legano ai loro interessi privatissimi, economicissimi,
oligarchicissimi, capitalisticissimi, che hanno bisogno dei loro
valvassini o valvassori ben compensati e pagati per restargli fedeli,
anche se tra loro e il popolo ci sta un abisso, che non mobilitano i
commissari del popolo, ma le suggestioni dei media e gli apparati di
polizia militare più che politica, per restare al potere. Stalin aveva in mano l'Unione Sovietica che allora produceva il 9% del PIL mondiale ma non risulta che abbia mai fatto uso personale di tale ricchezza. Tutto restò infatti nelle mani dello Stato e del PCUS.</span></span></span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm; text-align: left;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span><span><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: medium;">Sulle cosiddette "purghe staliniane" il discorso sarebbe lungo e complesso, ma volendo evitare le cifre a senso unico e ridimensionare quanto meno il rapporto segreto di Krusciov che divenne "non segreto" solo quando a lui fece comodo diventare segretario, con la storiografia recente e in particolare con Grover Furr, che ha avuto a disposizione dopo la fine dell'URSS una enorme quantità di documenti prima non reperibili, possiamo dire che le "vulgate" sparse un po' ovunque nel merito non risultano confermate dagli stessi documenti consultati dall'autore e provenienti dagli archivi desecretati dell'Unione Sovietica. Lo stesso storico afferma nell'introduzione del suo libro che: </span><span style="font-size: medium;"><i>«Sarei stato, quindi, molto più contento se la mia ricerca fosse giunta alla conclusione che solo una parte, diciamo un 25%, delle "rivelazioni" di Krusciov su Stalin e Beria era false. Tuttavia, dato che praticamente tutte quelle "rivelazioni" che possono essere controllate sono, di fatto, delle falsità, l'onere della prova ricade più pesantemente su di me come studioso più di quanto accadrebbe normalmente.» </i>Il libro è consultabile al seguente<i> </i></span></span></span></span></span></span><span style="background-color: white; color: #202122; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: inherit;"> </span><a href="http://www.spazioamico.it/KRUSCIOV%20MENT%C3%8C_di_Grover_Furr.htm#_Toc477256647" style="font-family: inherit;" target="_blank">link</a><span style="font-family: inherit;"> </span></i></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm; text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #202122; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: inherit;"> </span></i></span></span><span style="color: #333333; font-family: georgia; font-size: medium;">E'
facile rievocare Stalin nelle riunioni dei partitucoli della sinistra comunista residuale che vanno a
intruppare nei loro asfittici proclami ideologici, che credono che un
sito web sostituisca il duro lavoro di chi conquista sul campo il
consenso delle masse, guidando le lotte nel mondo del lavoro, in
quello in cui l'eguaglianza, la pace e i beni comuni vengono
calpestati, illudendosi che le loro galassie e la loro nicchia facciano la differenza, più o meno come gli stiliti del medioevo. Quegli
eremiti che salivano sulle colonne e ci restavano a proclamare al
tempo stesso la loro verità e la loro solitudine.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Diremmo
persino banale contestarlo per chi si è assuefatto al concetto borghese di
libertà, che può consistere solo nella migliore delle ipotesi in
sesso, soldi e successo, mediamente in un lavoretto, una casetta e un
conto in banca, e nella peggiore, e sempre più diffusa oggi, nella
precarietà endemica, o ancor peggio in quella di girovagare dove ti
pare dormendo sotto un ponte.</span></span></span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Sarà il caso di ricordare, inoltre, che durante il periodo staliniano il lavoro era considerato un diritto dal quale non escludere nessuno, ed era un dovere di onorabilità provvedere a chi per età o per invalidità, non poteva lavorare. L'uguaglianza tra i sessi una norma, che prescindeva anche dall'etnia e dalla nazionalità, mentre a tutti era riconosciuto il diritto all'istruzione, alle cure mediche e ai trasporti a costi irrisori. L'orario di lavoro era ridotto a 7 ore giornaliere, con ferie e riposo settimanale garantiti, con cure termali che un tempo erano riservate solo ai nobili. Senza queste conquiste lo Stato sociale in Europa non sarebbe apparso, e ha iniziato a scomparire con la fine dell'Unione Sovietica.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Potrà
sembrare paradossale che il più feroce dittatore della
storia, lo sterminatore del dissenso, il creatore dell'inferno del
Gulag, ma anche il politico meno letto, poco prima di morire,
parlasse di libertà in questi termini e con questo appello: «La
bandiera delle libertà democratico-borghesi, la borghesia l’ha
buttata a mare; io penso che tocca a voi, rappresentanti dei partiti
comunisti e democratici, di risollevarla e portarla avanti, se volete
raggruppare attorno a voi la maggioranza del popolo. Non vi è nessun
altro che la possa levare in alto …» </span></span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Se
ci facciamo un serio esame di coscienza anche solo ricordando una
famosa canzone di Gaber in cui il ritornello ripeteva “Libertà è
partecipazione”, forse potremo più facilmente fare a meno dei
fantasmi del passato e anche degli incubi del nostro presente, magari
recuperando una bandiera finita nei sotterranei della storia.</span></span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<br /><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Palatino Linotype, Book Antiqua, Palatino, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Carlo
Felici</span></span></span></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0