Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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giovedì 21 dicembre 2017

In un momento della storia, al centro di tutto ci sta una donna Leonardo Boff*


Leonardo Boff*

              La festa del Natale è tutta concentrata sulla figura del Bambino Divino (puer aeternus), Gesù, il Figlio di Dio che decise di abitare tra di noi. La celebrazione del Natale va oltre questo aspetto. Se ci limitiamo soltanto a Lui, cadiamo nell’errore teologico del cristomonismo (solo Cristo conta) dimenticando che esistono anche lo Spirito e il Padre che sempre operano insieme.
              Occorre mettere in risalto la figura di sua madre, Miriam di Nazareth. Se lei non avesse detto il suo “Si”, Gesù non sarebbe nato e non ci sarebbe il Natale.
              Siccome tutti noi siamo ancora ostaggi dell’era del patriarcato, questo ci impedisce di comprendere e valorizzare quello che dice il Vangelo di Luca rispetto a Maria: “Lo Spirito Santo verrà sopra di te e l’energia (dìnamis) dell’Altissimo farà una tenda sopra di te. Per questo che il Santo generato sarà chiamato Figlio di Dio“( Luc 1,35).
              Le traduzioni comuni che risentono di una lettura mascolina, dicono “La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. L’originale greco non è questo che ci suggerisce. Letteralmente si afferma : “L’energia (dinamis) dell’Altissimo pianterà la sua tenda su di te (episkiàsei soi)”. Si tratta di un modismo linguistico ebraico per significare “Abitare non in modo passeggero ma definitivamente” su di te, Maria. La parola che si usa è skené che significa tenda. Piantar la tenda su qualcuno (epi-skiàsei), come afferma il pezzo, significa: a partir da adesso Maria di Nazareth sarà portatrice permanente dello Spirito. Lei è stata “spiritualizzata”, vale a dire lo Spirito fa parte di Lei.

              Curiosamente la stessa parola skenè (tenda) l’evangelista Giovanni la applica all’incarnazione del Verbo. “E il Verbo si fece carne e piantò la sua tenda fra di noi (eskènosen, è lo stesso verbo di base)”, vuol dire abitò definitivamente tra di noi.
              Qual è la conclusione che deduciamo da tutto questo? Che la prima persona divina inviata al mondo non fu il Figlio, la seconda persona della Santissima Trinità. Fu lo Spirito Santo. Che è il terzo nell’ordine della Trinità e primo nell’ordine della Creazione, cioè lo Spirito Santo. Il ricettacolo di questa venuta fu una donna del popolo, semplice e pia come tutte le donne contadine della Galilea, di nome Miriam o Maria.
              Accogliendo la venuta dello Spirito, Lei fu elevata all’altezza della divinità dello Spirito. Per questo con ragione dice l’evangelista Luca: ”Per questo (diò òti) ossia a causa di ciò, il Santo generato sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35).
Soltanto qualcuno che sta all’altezza di Dio può generare un Figlio di Dio. Maria per questa ragione sarà divinizzata allo stesso modo che l’Uomo Gesù di Nazareth che fu assunto dal Figlio Eterno e così fu divinizzato. E’ il Figlio Eterno, incarnato nella nostra realtà umana che celebriamo nel Natale.
              Ecco che in un momento della storia il centro è occupato da una donna, Miriam di Nazareth. In Lei sta operando lo Spirito Santo che abita in Lei e che sta creando la Santa Umanità del Figlio di Dio. In Lei sono presenti due persone Divine: lo Spirito Santo e il Figlio Eterno del Padre. Lei è il tempio che ospita tutti e due.
              La Madonna di Guadalupe tanto venerata dal popolo messicano, con tratti meticci, appare come una donna gravida con tutti i segni della gravidanza della cultura nauatl (degli aztecas). Tutte le volte che vado in Messico mi mescolo alle moltitudini che la accorrono e visito la bella immagine di stoffa della Guadalupe. Vestito da frate, varie volte ho domandato a un pellegrino qualsiasi “Hermanito, tu adoras a la Virgen de Guadalupe?” e ricevevo sempre la stessa risposta: ”Si, frailecito, cómo no voy adorar a la Virgen de Guadalupe? Sí que la adoro”.
              Il devoto rispondeva con tutta ragione, perché in questa Donna sono ospitate le due Persone Divine, il Figlio che cresceva nella sue viscere per mezzo dello Spirito Santo che abitava in Lei e tutte e due, essendo Dio, possono e devono essere adorate. E Maria è inseparabile da loro, per questo merita la stessa adorazione. Da qui è nata la ispirazione del mio libro, uno dei più letti, “O rosto materno de Deus” (Il volto materno di Dio).
              Sempre mi sono lamentato della maggioranza delle donne, anche teologhe, non abbiano affrontato ancora la parte Divina presente in Maria per opera dello Spirito Santo.Rimangono unicamente con il Cristo, Uomo divinizzato.
              Il Natale sarà più completo se insieme al Bambino che trema di freddo nella mangiatoia, mettiamo sua Madre che lo culla sostenuta dal suo sposo, il buon Giuseppe. Anche lui meriterebbe una riflessione speciale, cosa che ho già fatto in queste pagine del Jornal do Brasil: la sua relazione con il Padre Celeste.
              In mezzo alla crisi del nostro paese c’è ancora una Stella come quella di Betlemme a darci speranza.

*Leonardo Boff è Columnist do JB online e ha scritto Il Rosto materno de Deus, Vozes, 11 edizioni nel 2012.

Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato. 

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