La natura incontaminata pare non ci sia più, sia perché la invadente
globalizzazione del pensiero unico ha ormai occupato anche gli angoli
più reconditi del pianeta, sia perché il concetto di contaminazione è
diventato, di fatto, molto labile.
Dove trovare infatti oggi un
luogo che non sia pervaso anche in piccola parte, dalle scorie della
produzione dell'apparato tecnologico, quello che tutta l'umanità
utilizza ora come una protesi ineliminabile?
Persino ai poli è arrivato l'inquinamento e in misura, solo apparentemente paradossale, maggiore che altrove.
Non
parliamo poi delle contaminazioni culturali, dato che proprio la
globalizzazione non fa altro che espandere i territori e le occasioni di
incontro-scontro tra i vari ambiti culturali, per amore o per forza. E
la forza pare purtroppo oggi ben maggiore dell'amore,
dell'intercultura, e c'è solo da augurarsi che non si unisca con la
peggiore delle contaminazioni, quella delle guerre e dei conflitti, con i
quali si riciclano persino i rifiuti tossici radioattivi, nelle armi
all'uranio impoverito.
L'uomo del futuro, ma che dico, del
presente, è già necessariamente, un essere umano contaminato per
definizione, la contaminazione già comincia a portarla nei geni.
Non
più homo sapiens ma homo contaminatus, che in latino significa impuro,
macchiato, violato dalla nascita, e destinato, come per un vero
peccato originale da scontare sulla pelle, ad affacciarsi al mondo con
il marchio della contaminazione, forse persino dal grembo materno.
Potrà
dunque solo evolversi e sopravvivere adattandosi agli habitat più
contaminati e sperando così in una ulteriore mutazione genetica.
L'homo immundus, l'uomo immondizia sarà il più evoluto.
Perciò,
non mandiamo l'esercito in Campania o in qualsiasi regione ormai
irrimediabilmente contaminata del nostro Bel Paese, perché lì sta
nascendo la nuova specie eletta, quella chiamata ad affermarsi di più
nel mondo, la specie dei monnezzari, ormai adattabili ad ogni
contaminazione e ad ogni habitat, destinati così a sopravvivere più di
altri e a dominare il mondo.
Lasciamo che il processo evolutivo
faccio il suo corso, che la monnezza penetri nel profondo del DNA di
tutti coloro che non sanno più dove mettere i loro rifiuti e che li
considerano ormai quasi una sorta di patrimonio archeologico da
consegnare alle future generazioni, magari accumulandosi accanto a più autentici siti
archeologici di altre antiche civiltà per altro sicuramente più belle
ed ecocompatibili, lasciamo che poi a macchia d'olio si espanda in
Italia, in Europa, nel mondo mediterraneo e altrove, fino raggiungere
prima, a dominare poi e infine ad impregnare tutti. E torneremo infine
ad avere il nostro imperium purgamenti. L'impero della stirpe dei
monnezzari.
Meglio lo capiremo, e prima che mai un nuovo e più
potente verbo si affermerà nel mondo, portandoci verso straordinari, più
immondi e gloriosi destini.
Ave, Italia Felix, tibi gloria purgamenti!
C.F.
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