Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

giovedì 25 gennaio 2024

CIRILLO E IL TORMENTONE SULLA CASA

 




Ogni tanto e specialmente nei periodi di magra e di crisi economica, si riaffaccia il tormentone della tassa sulla casa. Questa volta a riproporlo è Cyrille Schwellnus, responsabile del desk Italia dell‘Ocse e principale autore dell’Economic survey sulla Penisola pubblicato martedì. 

In sintesi e in buona sostanza e anche secondo indicazioni già pervenute prima della elezione di questo governo, in Italia bisogna spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio, specialmente immobiliare, per aiutare i ceti più poveri sgravandoli proprio dalle tasse sullo stipendio. La ricetta naturalmente include, non solo la reintroduzione dell'IMU sulla prima casa (Quo usque tandem abutere.. patientia nostra?), ma anche una maggiore tassazione sulle eredità e sugli affitti. Tutto questo per “ampliare l’accesso alla nuova prestazione di assistenza sociale (Assegno di inclusione – Adi), anche alle persone con prospettive molto deboli sul mercato del lavoro”, in buona sostanza per promuovere l'ennesima misura assistenziale che è destinata a sottrarre al mercato del lavoro altre persone magari occupabili, ma considerate deboli non si sa in base a quale criterio.

 Insomma una riedizione del reddito di cittadinanza che, se esteso, è come un gatto che si morde la coda, infatti non incrementa la produttività ma fa crescere enormemente il debito, proprio quello che si vorrebbe abbattere con queste ulteriori proposte di patrimoniali che ovviamente includono anche l'aumento degli estimi catastali.

In Italia sappiamo che il vero problema è un altro, ed è il  gap relativo all’Irpef pagata da autonomi e imprese, che è sempre stato il più consistente. La propensione al gap tuttavia ultimamente è scesa, dal 69,3 a un comunque preoccupante 67,2% 

Un altro problema è quello relativo alla tassazione delle multinazionali, sul quale però si sta già facendo qualcosa che non è ancora sufficiente ma è meno che niente, come in passato Dal 2024 infatti le multinazionali nell'Unione europea con un fatturato superiore a 750 milioni di euro dovranno versare un'aliquota minima effettiva del 15%. Addio ai paradisi fiscali per i big, mentre per l'Italia potrebbero arrivare circa 3 miliardi di gettito in più all'anno e 70 miliardi per tutti i 27 dell'Ue. 

Un ulteriore aspetto interessante è che questo provvedimento rende necessaria l'applicazione della tassazione effettiva pure nei casi in cui sia stata delocalizzata la società madre rispetto alla UE in paesi a bassa tassazione che non applicano la minimum tax. Resta la questione delle regole internazionali sulla ripartizione degli utili societari delle multinazionali più redditizie che, specialmente nel settore mediatico, operano senza una presenza fisica.

Il quotidiano “Sole 24 ore” ci informa che “Tra i principali paesi dell’area dell’euro, nel 2022 ha sorpreso al rialzo la crescita del Pil in particolare dell’Italia, pari al 3,7 per cento − dato superiore alla media Ue − e della Spagna, mentre è risultata ben al di sotto delle previsioni del Programma di stabilità del 2022 nel caso della Germania.”  La cosiddetta “locomotiva di Europa” si è sostanzialmente fermata, diremmo soprattutto per effetto della crisi nell'Europa dell'Est il cui bacino di esportazioni e importazioni, in particolare di materie prime, per la Germania è sempre stato di importanza vitale. Una volta era addirittura il suo “Lebensraum”, il suo “spazio vitale” e di questo furono particolarmente consapevoli quei governi tedeschi che svolsero saggiamente la loro “Ostpolitik”, in particolare quello a conduzione socialdemocratica di Brandt, la quale ebbe poi il suo culmine con il crollo del muro di Berlino e la unificazione. Il governo attuale tedesco sembra la negazione di questo passato, più sensibile ai venti di guerra che a una seria opera di pacificazione e di mediazione per concludere il conflitto ucraino. C'è comunque da esser certi che più a lungo tale guerra durerà e più la Germania andrà verso una lunga recessione.

Lo spostamento delle rotte di approvvigionamento energetico dalla direttrice Est-Ovest a quella Sud-Nord in Europa ha sicuramente avvantaggiato l'Italia, di questo ancora non ci rendiamo pienamente conto ma è uno dei motivi per cui, anche di fronte al nuovo conflitto in Palestina, la nostra situazione economica per ora regge, anche se la crescita per il nuovo anno in corso è incerta ed è prevista in diminuzione.

Se questa è la situazione di fronte alla quale ci troviamo non senza ulteriori incognite rappresentate da un nuovo teatro di scontri nel Mar Rosso, di vitale importanza per le importazioni energetiche dell'Europa e dell'Italia, e anche per i rapporti con la Cina, la quale sicuramente agirà per non essere danneggiata, noi italiani dobbiamo concentrarci su altro, rispetto a nuove tasse sul patrimonio immobiliare.

Dobbiamo incrementare la stabilizzazione del lavoro e soprattutto aumentare gli stipendi, cioè fare emergere il lavoro nero, combattendo il precariato e allo stesso tempo potenziando il potere d'acquisto delle famiglie e dei pensionati che sono tuttora coloro che maggiormente aiutano i giovani in condizioni di precarietà e disoccupazione.

La generazione di coloro che nel dopoguerra, a prezzo di immani sacrifici e partendo da zero, ha garantito la crescita del nostro Paese, fino a farlo diventare negli anni 80 a conduzione socialista, una delle economie prevalenti al modo, è in esaurimento. Quella generazione ha investito risorse specialmente su quello che considerava essere un bene primario: la casa, non solo per sé, ma anche per i propri figli e la propria famiglia. Molti giovani, essendo in condizioni di precariato o di disoccupazione, possono giovarsi di questo patrimonio ereditato dai genitori per sopravvivere, gravarlo di ulteriori tasse li porterebbe solo a svenderlo. Ed è del tutto evidente che, in particolare nelle grandi città, esso diverrebbe facile preda di fameliche società immobiliari e di speculazioni anche nel mercato estero

Alla luce di tutto ciò quindi l'appello di Cyrille Schwellnus ci appare come il richiamo dell'avvoltoio che gira intorno alla sua preda prima di gettarvisi sopra.

E' del tutto evidente che, finché la cosiddetta sinistra inseguirà i diktat che, come in passato, con le politiche delle lacrime e sangue hanno dissanguato la Grecia e impoverito l'Italia con misure draconiane, non tornerà ad essere credibile e a governare, finché inseguirà politiche assistenziali e non saprà mettere in campo proposte credibili sulla stabilizzazione del lavoro e su una seria politica salariale e industriale, lascerà il campo alla destra. Tempo fa la sinistra aveva fatto proposte inverse, che comportavano addirittura l'abolizione dell'IMU, in cambio di una tassazione sui grandi patrimoni oltre i due milioni di euro. 

Adesso si adeguerà alle richieste degli avvoltoi dell'Ocse che tutto ci dicono fuorché qualcosa di serio sulla concorrenza, le liberalizzazioni dei servizi e delle professioni, il dualismo del mercato del lavoro e le infrastrutture, sulla produttività del lavoro, sulla disoccupazione e l'inattività giovanile che forse si vuole risolvere con un reddito fittizio ricavato dall'aumento della tassazione sugli immobili?

Il mercato immobiliare andrebbe invece detassato per favorire permute, acquisti e vendite che lo valorizzerebbero alquanto, dato che il nostro è tra i più belli e preziosi al mondo

Non si danno maggiori risorse ai più poveri, facendo diventare più poveri coloro che sono più ricchi, ammesso e non concesso che sia ricco chi possiede, con il diritto primario di abitare, la sua prima casa che il solerte Cirillo vorrebbe tassare.

Li si fa diventare più ricchi offrendo loro maggiori opportunità di lavoro e di crescita per competere al meglio delle loro capacità e dei loro meriti.

La sinistra ha perso miseramente le elezioni proprio continuando ad agitare questi spauracchi sulla casa, e se come al solito farà da cassa di risonanza a direttive che provengono da istituti alieni al nostro tessuto sociale ed economico, senza mettere in campo proposte originali e socialmente avanzate specialmente su lavoro e politica industriale, senza puntare con grandi mobilitazioni sulla difesa dell'unità e integrazione nazionale e della democrazia parlamentare, potete starne certi, anche se la Meloni dovesse mettersi il fez in testa, continuerà a governare indisturbata.


Carlo Felici





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