Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

giovedì 23 febbraio 2023

LETTERE E DITTATURE




 Avendo lavorato a lungo nella scuola, non posso fare a meno di commentare i fatti di Firenze che in sintesi, si presentano così: in seguito alla contestazione, da parte di alcuni ragazzi di un liceo, di un volantinaggio non autorizzato, si è scatenato un pestaggio da parte di un gruppo di destra, con metodi fascistoidi.

A quel punto, la Preside decide di scrivere una lettera che presento in foto, lettera dai toni pacati che vuole ricordare che soprattutto la violenza che trova "indifferenti" coloro che vi assistono, ha favorito la nascita del fascismo e con esso, varie forme di totalitarismo. Soprattutto è da sottolineare il seguente passaggio: “Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza” E se si fosse fermata lì, avremmo potuto applaudirla con una standing ovation.
Poi però conclude con: “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa, ma non è andata così”
E qui ci chiediamo se onorare gli avi che difesero le frontiere, non solo contro l'oppressione straniera, nel Risorgimento e in altre epoche, persino l'inno di Garibaldi suona con "Va fuori straniero! Va fuori ch'è l'ora!" Ma anche chi onora il sangue sparso per liberare l'Italia dall'invasione nazifascista sia per caso da condannare. E per caso sbagliano oggi gli ucraini a difendere i loro confini? E in contrapposizione a quali diversi, dovremmo farlo? Magari opponendoci a quelli che diversamente dai cittadini onesti, lucrano sull'immigrazione clandestina? E con quali muri eretti sul mare?
Insomma la Preside è partita bene, ma si è persa per strada, con una conclusione che evidentemente lascia spazio a interpretazioni strumentali.
Tutto questo può sì suonare come un campanello di allarme, per scongiurare il ritorno di un'epoca in cui tanti giovani vennero inghiottiti nel gorgo della violenza da un potere inossidabile nel suo "divide et impera", ma rischia altresì di soffiare sul fuoco di una cenere e di una brace non del tutto spenta.
Soprattutto se a rinfocolare gli animi arriva un solerte Ministro che stigmatizza, in spregio alla libertà di insegnamento e di opinione, la lettera della Preside, minacciando addirittura provvedimenti di non so quale sorta.
Possiamo immaginare le conseguenze di tutto ciò...altri studenti che scendono in piazza per manifestare contro il Ministro, altri che si contrappongono loro, altri scontri, altre risse.
Il voler ribadire che, ad un secolo di distanza, il fantasma di Mussolini aleggia ancora sulla nostra Patria a che ci serve?
Spiace deludere tutti, l'unico fantasma che aleggia sul nostro Paese, è quello della ignoranza, della cafoneria, della spavalda ostentazione di sé stessi, nella violenza delle immagini prima ancora che in quella delle azioni, del cattivo gusto, dell'avere sempre ragione, per cui sparare o accoltellare un insegnante ormai rischia di diventare una triste routine. A prescindere dalle sue idee. Almeno durante il fascismo lo si faceva solo con gli oppositori del regime, gli altri che si conformavano erano rispettatissimi e ben remunerati, ma ora, a prescindere dalle idee del docente, anche un semplice docente oppositore del genitore, rischia quanto meno il ricovero ospedaliero.
Allora..il solerte Ministro e forse anche ogni buon Dirigente Scolastico invece di catechizzare la scuola o il proprio istituto, magari ergendosi a tribuni, o minacciando ritorsioni, dovrebbero semplicemente limitarsi a tutelare il lavoro dei docenti, impegnati in prima linea a difendere quello straccio di libertà e democrazia che ci è rimasto, quel rudere di decenza morale che ancora sporge dalle macerie della devastazione della scuola operata negli ultimi decenni
Bisogna solo restituire credibilità e rispetto a chi lavora e si sacrifica nella scuola, senza che essa continui ad essere una palestra di scontri ideologici che da più di mezzo secolo hanno prodotto solo devastazione culturale, spirituale e morale. E non parlo solo di stipendi, che per altro contano, ma di sacrosanto ruolo sociale.
Infine una democrazia che dopo un secolo dalla affermazione del fascismo e dopo ben ottanta anni dalla sua nascita deve ancora lottare contro il fantasma delle camicie nere, ci chiediamo...cosa ha fatto in tutto questo tempo? Cosa di credibile a livello culturale, educativo sociale, economico, politico, per evitare che qualcuno anche lontanamente ancora possa riferirsi a quella realtà che almeno storicamente appare piuttosto remota?
Crediamo fermamente nell'antifascismo così come nell'anti totalitarismo verso qualsiasi sorta di regime, di ogni colore e di ogni ideologia, o forma, persino religiosa o economica.
Ma crediamo altresì che la cultura e il suo insegnamento debbano portare dei frutti, per costruire un futuro migliore e condiviso
Se dei giovani si scontrano ancora con le stesse modalità e motivazioni di 50 anni fa, vuol dire che culturalmente in questo sgangherato paese, in tutto questo tempo non è stato prodotto nulla di veramente concreto e consolidato.
Per cui effettivamente una democrazia efficiente e produttiva dovrebbe rimuovere i ministri, presidi e persino docenti che falliscono in questo compito.
A meno che non la si voglia sostituire non tanto con un novello Duce con camicia multicolore, o persino arcobaleno, ma con una ferrea tecnocrazia, in cui non è "l'eletto" che guida, per la sua cultura d'elezione, ma "l'elettronica", il registro buro-mediatico a cui nulla sfugge, il panopticum occhiuto che entra anche nel tuo buco della serratura..per non dire altro..mediante i social.
Solo che questa dittatura che "tutto sa e tutto può" non nasce dai bordi di un marciapiede, ma nella solitudine, davanti ad uno schermo che non ci abbandona mai.

Carlo Felici. 

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