Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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mercoledì 21 dicembre 2016

Caro fratello, amico dei poveri



Queste sono le parole lette durante la Messa prima del funerale di don Paulo Evaristo Arns, venerdì 16 dicembre 2016, nella cattedrale di São Paulo.

"Caro fratello, amico dei poveri e mio amico, mio maestro e promotore della mia vita di teologo, don Paulo Evaristo Arns.
Morire non è morire.  È attendere una chiamata di Dio. Dio l’ha chiamata ed è andato felice ad incontrarlo. Lì avrà trovato, sono sicuro, le migliaia di poveri, rifugiati, torturati e uccisi difesi e protetti da lei, e coloro per i quali rischiò la propria vita..
Non dimenticherò mai il tempo di Petropolis, nei primi anni '60 del secolo scorso, quando praticavamo insieme nel fine settimana la pastorale di periferia nel quartiere Itamarati, il suo amore per i poveri delle colline, il suo amore verso i bambini.
Non ho mai finito di ringraziare per il coraggio con cui ha preso la difesa della teologia della liberazione e mia, nel dialogo che abbiamo avuto con l'allora cardinale Joseph Ratzinger, subito dopo l'interrogatorio a cui sono stato sottoposto a Roma. In mia presenza, e con il cardinale Don Aloysio Lorscheider, ha detto che la teologia che noi teologi facevamo in favore dei poveri e con loro era buona per le comunità e significava un bene  per la chiesa locale che doveva essere difeso dai loro pastori. Questo significava la sua presenza a Roma.
Sempre mi incoraggiò e mi sostenne nella mia attività teologica. Guardo fino ad oggi, come un sacramento, il biglietto che mi lasciò in mano prima di salire sulla nave che mi portava a studiare in Europa.
"Caro confratello frei Leonardo: Voglio che tu sappia questo: noi vogliamo dare il meglio perché la Chiesa in Brasile ha bisogno del meglio. Tu sai anche che sei stato inviato per conto di Dio. Vivi e studi grazie a Lui e per Lui.  Nisi Dominus aedificaverit domum, in vanum aedificant eam qui laborant. Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. "
Voglio essere fedele a questo mandato per il tempo che mi è concesso, per un lavoro utile al servizio della fede e alla liberazione dei sofferenti di questo mondo, alla salvaguardia della vita e alla protezione della Madre Terra.
Se è vero ciò che ha detto il poeta “che morire è chiudere gli occhi per vedere meglio", così ora, caro don Paolo, starà vedendo Dio, che sempre servì, faccia a faccia, condividendo la festa con tutti i liberati e benedetti in cielo.
Con le mie preghiere davanti al Signore, e con nostalgia, le chiedo che da lì con il Padre e Madre di bontà guardi a tutti noi e ci aiuti a seguire l'esempio luminoso che lei ci hai lasciato.
Il suo ex allievo e amico
Leonardo Boff " 
Petropolis 15 dicembre 2016.

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