Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

sabato 6 ottobre 2018

IL TURBOCAPITALISMO SPIEGATO AI RAGAZZINI

                                                         




                                                             Carlo Felici

C'era una volta un capitalista che per far soldi aumentava l'orario di lavoro o riduceva la paga..tanto se non ci stai, qualcuno ci starà al posto suo. Con i soldi accumulati, oltre a godersi la sua vita alla faccia dei suoi lavoratori, comprava altre fabbriche e altri macchinari e produceva sempre di più..
Poi però si accorse che, nonostante tutto, le sue merci restavano invendute, perché la gente con stipendi da fame era già tanto se riusciva a campare e tornare a lavorare. E poi era anche un po' incazz..ops..arrabbiato perché ogni tanto i lavoratori scioperavano e bloccavano le sue fabbriche, chiedendo più soldi e orari più brevi
Allora decise che bisognava dare un po' di soldi a dittatori e rivoluzionari, così avrebbero fatto un bel po' di casino, ci sarebbero state guerre e lo Stato stesso gli avrebbe dato un sacco di soldi per produrre armi in gran quantità (ovviamente il furbacchione non andava in guerra ma pagava quelli che ci mandavano altri).
Una volta fatte le guerre sempre più distruttive e rovinose, poteva lucrare sulla ricostruzione e sui debiti di quelli che dovevano ripartire da zero, magari legando la loro crescita ai suoi profitti, indebitandoli sempre di più.
Trovandosi di fronte a tutti quei piantagrane che avevano alzato la bandiera rossa e creduto di fare lo stato dei lavoratori, decise un bel giorno che era ora che quella gente si svegliasse, inventò nuovi sistemi di comunicazione capaci di superare tutti i muri e di arrivare nelle case di tutti quelli che credevano ancora a quello straccio scarlatto indecente, per convincerli che la vita dalle sue parti era meglio di Bengodi. La TV satellitare fu meglio dell'arma atomica. Tutti pensarono di essere ammalati di scarlattina e scapparono dove quella padella gigante aveva fatto credere loro che sarebbero vissuti nel paese della Cuccagna.
Ovviamente appena superato il muro furono tutti irregimentati e costretti a vivere da pidocchiosi non solo accettando paghe da fame ma costringendo anche quelli che avevano scioperato ad accontentarsi pure loro di paghe da miseria.
C'era però sempre un problema: la gente comprava ancora troppo poco per tutto ciò che il capitalista produceva, anche indebitandosi o costringendo il proprio stato ad indebitarsi.
Il furbone allora, dato che ormai erano state scoperte le armi atomiche e fare guerre era sempre più rischioso anche per i suoi affari e per le sue fabbriche, decise di inventare un bel Casinò, riservato alle sue società finanziarie ormai presenti in tutto il mondo senza più regole statali di controllo (perché quelle erano solo degli imbecilli con la bandiera rossa), con cui giocare alla roulette (alla pallina dette un nome carino e assai curioso: spread) e al gioco di azzardo puntando sulla crescita dei debiti dei paesi sempre più poveri. Un paese povero dichiarava il debito e per finanziarlo aspettava le puntate degli altri
I giocatori così puntavano sui vari debiti e lui faceva il banco..ovviamente incassando sempre più degli altri. A lui non interessava né che il giocatore crepasse né che vincesse eliminando il suo debito. Il suo obiettivo era solo che le puntate salissero sempre di più e che alla fine i giocatori giocassero solo per lui, per far vincere sempre il banco.
Quando si accorse che produrre beni era insufficiente perché anche gli straricchi come lui non potevano certo comprarli tutti e accumularli all'infinito, decise di comprarsi cose indispensabili per tutti, come l'acqua, la scuola e la sanità. Mi direte..ma così comunque c'erano sempre quelli che non se li potevano comprare?
Ah..beh, che crepassero pure, tanto il mondo è sovrappopolato e poi prima di crepare ovvio che uno che ha bisogno di acqua, scuola e medico si svende tutto, quindi..conviene in ogni caso.
Con tutto ciò, non si curò mai del fatto di vivere in un pianeta dalle risorse limitate, pensando sempre che fosse al servizio suo esclusivo per produrre o speculare su beni illimitati.
Ovviamente non gli è mai importato nulla né di stati, governanti o Costituzioni, i primi ha cercato di sostituirli con stati o comunità monetarie sovranazionali, i secondi non ha mai avuto difficoltà a comprarseli ad uno ad uno (beh sì c' è sempre un testardo che dice no..ma quello lo fa fuori e via..) e le Costituzioni ovviamente ha provato e prova tuttora a farle cambiare da quei politici che si compra per ridurli di numero e abbassare anche il loro prezzo.
C'è solo un business che ancora gli sfugge ed è quello dell'aria..ma si sta attrezzando anche per quello scopo, quasi sicuramente ammazzerà metà delle specie viventi su questo pianeta, costruendo delle riserve di aria pulita per chi se lo potrà permettere ed aree invivibili e mefitiche per chi non ha soldi ed ha voluto nascere in miseria per forza.
In fondo la teologia del mercato esige, come ogni teologia, un inferno ed un paradiso che si rispetti, e rigorosamente...su quel che rimane di questa Terra.
E, in definitiva, se vai all'inferno è sempre colpa tua, perché disubbidisci al dio Mercato..fidati..
Morale
Ma forse se non ti fidi è meglio.

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