Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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martedì 6 ottobre 2015

ECOLOGIA OGGI: SCOMMESSA PER LA VITA



Leonardo Boff*

Pochi pensatori nel campo dell’ecologia tentano di andare alle radici dell’attuale crisi ecologica globale. Uno dei più rinomati è sicuramente il messicano Enrique Leff con il suo libro più recente: A aposta pela vida: imaginação sociológica e imaginários sociais nos territórios ambientais do Sul (uscirà a breve, per i tipi dell’'Ed. Vozes)”. Oltre che pensatore e ricercatore, è stato per vari anni Coordinatore della Rete di Formazione Ambientale per l’America Latina e i Carabi nel Programma delle N. U. per l’'Ambiente. Ha accumulato molte esperienze che serviranno e servono di base per la sua produzione intellettuale.
Enfatizza la preoccupazione filosofico-sociale, perché il suo interesse è decifrare i meccanismi che ci hanno portato alla crisi attuale e come potremo uscirne bene. Pertanto, studia le cause metafisiche (la concezione dell’essere e della realtà), epistemologiche (i modi di conoscere) secondo le diverse ontologie (determinazioni sociali, politiche, culturali e del mondo della vita, tra le altre). Svolge un lavoro minuzioso di ricostruzione dell’ecologia sociale e della ecologia politica: come sono sorte e si sono sviluppate davanti alla crescente crisi ecologica, specialmente di fronte al riscaldamento globale. Questa parte è rilevante per chi volesse conoscere i meandri del discorso ecologico nelle sue differenti tendenze. 

La domanda che attraversa tutto il suo testo, denso, ricco di riferimenti bibliografici di varie scienze e tendenze, si concentra in questa questione: come stabilire le condizioni adeguate alla vita in un mondo diventato insostenibile?
La risposta richiede due impegni:
Il primo è la demolizione dei presupposti equivoci della modernità con la sua razionalità tecnico-scentifica-utilitaristica e volontà di dominare tutto: territori, popoli, natura e processi di vita; realizza questo lavoro con un’argomentazione serrata citando le autorità filosofiche e scientifiche più serie, sempre salvaguardando ciò che è irrinunciabile ma denunciando questo tipo esacerbato di razionalità che ha portato a una crisi di civiltà globale con processi insostenibili e ostili alla vita, che all’estremo, potrebbero condurre a un collasso della nostra civiltà.
Il secondo consiste nella creazione di una nuova coscienza e il senso di un destino comune Terra-Natura-Umanità. E’ la parte più creativa. Lo aiuta la teoria della complessità e del caos; discute il senso della sostenibilità come principio di vita e di imperativo della sopravvivenza. Interroga le varie teorie sull’origine della vita e sostiene la tesi di F. Capra secondo il quale la vita avrebbe origine dal metabolismo tra materia e energia, che generano reti autogenerative che liberano i flussi della vita.
Scrive in dettaglio i diversi modi di rifare e di appropriarsi della natura, rispettando i suoi ritmi e cicli.
Opponendosi al paradigma vigente dell’appropriazione privata della natura e dei flussi vitali in funzione dell’arricchimento, sapendo soltanto modernizzare senza ecologizzare i saperi, postula varie immaginarie alternative di organizzare la Casa Comune, d’accordo con le differenti culture, nelle quali l’identità e la differenza sono lavorate in forma integrativa. Valorizza soprattutto il contributo andino del “bien vivir”. Più che una filosofia di vita è una metafora di un mondo in armonia con il Tutto. Il sumak kawsay (bien vivir) ingloba pratiche sociali nelle quali si esprimono le relazioni dei popoli con il cosmo, con il loro territorio, con i loro ecosistemi, le loro culture e le loro relazioni sociali.
La parte finale ci comunica grande speranza: la crescita a livello mondiale attraverso innumerevoli movimenti e esperienze locali, che rivelano la capacità delle popolazioni di resistere alla ragione economica, strumentale e utilitaristica vigente. I paesi centrali che oramai hanno sfruttato praticamente quasi tutti i loro servizi e beni naturali tentano di ricolonizzare soprattutto l’America Latina, per farne una riserva di questi beni per se stessi. Nella nostra visione latino americana tali “bontà della natura” come dicono i nativi costituiscono la base per i diritti della natura e della Terra vista intesa come Pachamama, per i diritti culturali e ambientali, che concretizzano altre modi di abitare la Casa Comune e di trarre beneficio da tutto quello che la Pachamama ci offre per vivere in armonia.
Qui compare una nuova scommessa per la vita, che non la minaccia, ma si prende cura di lei, le crea le condizioni di permanenza sulla faccia della Terra e le garantisce le condizioni per co-evolversi e costituirsi in un patrimonio da trasmettere agli eredi, le generazioni che verranno dopo di noi.
Questo libro di Leff è una manna per coloro che una volta svegliati alla crisi ecologica, non si rassegnano davanti alle strategie di dominazione dei potenti, ma resistono e inventano nuove forme di convivenza, di produzione, di consumo e di cura e rispetto per tutti gli esseri, specialmente per la grande e generosa Madre Terra.
E’ un libro necessario, che va nella linea esposta con grande forza dal papa Francesco nella sua enciclica sulla cura della Casa Comune.

*Leonardo Boff, scrittore, filosofo, teólogo,Columnist del Jornal do Brasil

Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato

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