Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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sabato 27 settembre 2014

Il sostegno di Leonardo Boff a Dilma

 
 
 
                                  di Leonardo Boff , teologo e scrittore.
 
Riconoscendo gli obiettivi raggiunti e gli errori degli ultimi 12 anni del governo Lula-Dilma e vedendo in anteprima i progetti politici presentati dai partiti di opposizione, sono convinto che il progetto animato dal  PT con Dilma rimane ancora il più adeguato alla situazione brasiliana. Anche solo per questo il mio voto è per Dilma Roussef.
 
Ma ho altre ragioni da offrire alla riflessione.
 
La prima si riferisce a un qualcosa di magnitudine storica innegabile. A partire dal 2002 con Lula e i suoi ancorati allo zoccolo duro della società, si è fatto per la prima volta in Brasile una rivoluzione democratica e pacifica.
 
È necessario dirlo chiaramente:  Quello che è avvenuto non è stata soltanto alternanza di potere, ma alternanza di classe sociale. Le classi dominanti, che lungo la storia hanno occupato lo Stato, garantendo più i propri privilegi che i diritti di tutti, sono state  appiedate:  private dello  Stato e della stanza dei bottoni. Un rappresentante delle classi subalterne, Lula, arriva a essere Presidente e  realizza una vera rivoluzione nel senso che Caio Prado Junior dà al termine nel  suo  classico La rivoluzione brasiliana (1996): Rivoluzione significa "trasformazioni capaci di assecondare le aspirazioni delle grandi masse che mai erano state considerate nel modo giusto; la rivoluzione che porta la vita del paese verso un nuovo destino".
 
Non possiamo negare che milioni hanno visto le loro aspirazioni prese sl serio e che oggi il destino del Brasile è un altro. Può darsi che non piaccia alle classi dominanti che sono state sconfitte dal voto. Da uno Stato neoliberale e privatista, che si allineava con il  neoliberalismo dominante, siamo passati a uno Stato repubblicano, Stato che mette la res pubblica, la cosa pubblica, il sociale, al centro della sua azione. Da ciò la centralità che il governo Lula-Dilma ha dato ai milioni da secoli mantenuti ai margini - si tratta di 36 milioni - inseriti nella società organizzata.
Questa conquista storica non può andare perduta. Rimane da consolidarla e approfondirla. Coloro che un tempo mangiavano caviale si devono abituare a mangiare carne seccata al sole o baiao de dois [carne cotta col riso]. È per consolidare questa rivoluzione che io voto Dilma.
 
La seconda ragione consiste nel garantire le due rivoluzioni che sono avvenute: una rumorosa e un'altra silenziosa. Quella rumorosa sono state le molte politiche sociali che tutti ammettono. Queste sono visibili nelle moltitudini che hanno cominciato a usufruire dei benefici minimi di una società moderna. La notizia ha fatto il giro del mondo ed è servita da punto di riferimento per molti altri paesi.
Ma c'è stata anche una rivoluzione silenziosa: le varie università federali create un po' dappertutto nel paese e decine di scuole tecniche e corsi professionali che hanno abilitato milioni di persone. Questa politica di educazione deve essere ancora estesa, moltiplicata e migliorare in qualità. Per questa ragione il mio voto va a Dilma.
 
Una terza ragione è la crescita attraverso la moltiplicazione dei posti di lavoro. È vero che la nostra crescita è piccola ma mai si è mantenuta la disoccupazione a livelli così bassi, 5% dei lavoratori. Nel mondo, data la crisi neoliberale, esistono nella zona dell'euro 102 milioni di disoccupati: crescita zero, o irrisoria.
La nostra generazione ha visto cadere due muri, quello di Berlino nel 1989 e quello di Wall Street nel 2008. Abbiamo resistito a tutte e due cadute: non abbiamo perso l'ideale del socialismo democratico né siamo stati costretti a disoccupazione o alla rinuncia alle politiche sociali. I salari in questi 12 anni sono saliti del 70% sopra l'inflazione. Per questo la mia preferenza per Dilma.
 
Una quarta ragione: in qualche settore del PT c'è stata corruzione. Non è roba di adesso, ma viene da anni lontani. Bisogna riconoscerla giudicarla e condannarla: mai in nessun momento è stata accusata la Presidente Dilma di corruzione. Mai lei ha accettato di approvare progetti che recassero danno al popolo brasiliano. E’ sempre stata fedele al popolo, point d’honneur della sua gestione.
Lotteremo per vincere. Non per vincere e basta. Ma per consolidare quello che avevamo vinto, per andare avanti e migliorare in molti punti, specificamente, in quelli che sono stati gridati per le strade a giugno del 2013. Riassumendoli si chiedeva: vogliamo una democrazia partecipativa, nella quale i movimenti sociali possano aiutare a discutere, pensare e decidere le migliori strade specialmente per i più vulnerabili. Ciò implica una migliore educazione, più salute, trasporti decenti, risanamento ambientale, cultura dove il popolo possa mostrare quello che sa e partecipare che a quello che si fa nelle varie regioni del Brasile.
Dobbiamo avanzare nella riduzione della diseguaglianza, nella sostenibilità ambientale, della riforma agraria, nella protezione delle terre indigene e nella cultura generalizzata. Con la cultura si supera la mentalità puramente consumista e materialista e si crea uno spazio per quello che solo l'uomo può realizzare: creatività nelle arti, nella musica, nel teatro, nel cinema, nelle lettere e in altri campi in cui la cultura si esprime. Nella cultura si rivela più chiaramente l'anima di un popolo. Sono certo che Dilma farà tesoro di questi punti.
 
Perché questo avvenga con più sicurezza, voto Dilma.
 
Stiamo assistendo all'alba di una nuova civiltà, biocentrata alla quale devono servire economia, politica e cultura. Il Brasile ha tutte le condizioni per essere uno dei primi a inaugurare questa nuova fase della storia. Con Dilma sarà più facile percorrere questo cammino.
Per questo io voto di Dilma.

Traduzione di Romano Baraglia

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