Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 4 settembre 2013

La barbarie d'azzardo





A costo di sembrare impertinente oppure indifferente, per me l'immagine emblematica della crisi siriana non è quella dei “gasificati”, ma piuttosto quella del senatore Mc. Cain che, mentre il Senato delibera sull'eventuale intervento armato degli USA in Siria, se ne sta stravaccato a giocare a videopoker.
Per carità, nulla da invidiare ai senatori nostrani, che si sdraiano addormentandosi sui sedili o i cui concerti “pianistici” sono famosi al mondo e persino negli oceani, per non parlare poi degli straordinari incontri di pugilato, su cui ormai si tuffano pure gli allibratori
Questa, che vi piaccia o no, è la “democrazia” (il maddeché è superfluo), o meglio la maschera grottesca con cui un regime, ormai planetario, cerca in maniera sempre più ridicola di nascondersi per continuare a contare sulla complicità delle addomesticate masse votanti.
Sulla crisi siriana sono stati versati fiumi di inchiostro, per cui queste brevi note non pretendono certo di offrire la migliore chiave di lettura dell'ennesima impresa neocolonialista che l'Occidente, a guida inossidabilmente USA, si accinge ad intraprendere.
L'ambizione resta evidentemente quella, dal Kosovo, alla Libia ed ora verso la Siria, passando per Israele, di rendere il Mediterraneo un lago americano, con solidi e fedeli approdi, specialmente lungo le nostre coste italiane, in un perdurante clima di guerra d'azzardo in cui si rialza la posta in gioco in continuazione e sempre si più.  E' lo stesso gioco d'azzardo che orienta i meccanismi speculativi dei mercati oppure le società di rating. La foto del senatore americano che gioca a videopoker nel Senato ne è l'immagine più efficacemente simbolica ed emblematica. E' il saloon della democrazia
L'unico intoppo, per questo progetto che non è altro che la prosecuzione di una guerra perdurante di conquista, intervallata solo dalla rottura del muro condominiale tra est e ovest, ma con l'obiettivo sempre più dichiarato di estendere il Vallo Atlantico da Nord a Sud, è oggi un altro Stato che, pur essendo oggi a guida socialista, nutre ambizioni analoghe nel Mediterraneo: la Francia.
E' quindi arduo decidere se condannare il presidente Hollande per avere rinnegato ogni minima moralia socialista con il suo perdurante anelito neocolonialista e guerrafondaio, perfetta prosecuzione di quello del governo conservatore che lo ha preceduto nell'intervento in Libia, oppure applaudirlo perché l'unico in grado di competere ancora nel Mediterraneo contro lo strapotere USA.
Noi che evidentemente continuiamo a preferire il socialismo di Pascoli a quello di Labriola, almeno nelle posizioni che riguardarono la politica internazionale, siamo tuttora per una condanna netta e senza riserve.
Anche perché con essa condanniamo allo stesso tempo un Partito Socialista Europeo del tutto inesistente, impotente ed inutile, specialmente nella capacità di mediare ed affermare, a livello continentale, politiche che mettano al primo posto la pace, la diplomazia e la solidarietà tra i popoli, impedendo concretamente derive nazionaliste e guerrafondaie.
Non crediamo tuttavia, con spirito pienamente libertario, che per spegnere l'incendio che rischia di trasformare il Mediterraneo in un lago di sangue, in particolare con le migrazioni bibliche che seguono alle perduranti guerre, si possano o debbano esaltare pompieri come Russia, Cina o Iran, e non per sottilizzare sulla loro carta di identità, ma semplicemente per il fatto che essi stessi non hanno alcuna intenzione di esercitare quel ruolo di spegni incendio.
Le recenti crisi internazionali hanno infatti dimostrato che quelle che appaiono solo ad occhi distratti come potenze antagoniste, sono in realtà perfettamente inserite nella dinamica globale del turbocapitalismo e traggono anch'esse vantaggi dai conflitti, in termini di vendita di armi, sfruttamento delle materie prime ed espansione dei mercati speculativi.
Nell'antitesi tra Socialismo e barbarie, Russia, Cina ed Iran non esprimono dunque la prima opzione ma la seconda, e se poi coniughiamo, come è necessario, il Socialismo con l'imperativo categorico di salvare la Terra per salvare l'umanità, ciò è ancora più evidente.
Da questo punto di vista le carte in regola le hanno di più certi governi Sudamericani, o almeno la tendenza in atto in alcuni degli stati Sudamericani, non tutti, se infatti prendiamo ad esempio l'Ecuador che è seriamente orientato a vendere 3 milioni di ettari di foreste pluviali alle compagnie petrolifere cinesi per ripagare i suoi debiti. Una barbarie che equivale ad una guerra alla natura e ad i popoli indigeni che la popolano.
Noi, dunque, nella diatriba siriana, non siamo affatto tentati di sostenere il dittatore Assad, tanto meno il lupo famelico americano o i falsi pompieri che strillano solo per alzare il prezzo della loro altrettanto famelica indifferenza come Russia e Cina.
Noi restiamo dalla parte del silenzio dei popoli innocenti, vilipesi, martoriati e trucidati, sia quando restano nella loro patria dilaniata, sia quando sono costretti a scappare, naufragando in un mare di disperazione.
Noi restiamo convinti che la ragione principale di un Ecosocialismo che sa validamente contrastare la barbarie globalizzata nella riduzione dell'essere umano e della natura a merce per fini di profitto, consista ancora e principalmente nel “fare la guerra alla guerra”, in ogni luogo ed in ogni tempo.
Che sia tuttora la molla principale di una rivoluzione necessaria e globale e sempre più impellente per salvare la Terra e l'Umanità dal completo annientamento e dalla totale desertificazione, da combattere con ogni mezzo comunicativo e pratico.
Il Comandante Chavez ci ha lasciato in eredità un messaggio chiaro e preciso con queste testuali parole: Se vogliamo salvare la Terra e l’Umanità dal cambiamento climatico dobbiamo prima farla finita con il capitalismo”, precisando che “il cambiamento climatico è l’effetto e non la causa del sistema capitalistico”.
Questa è la vera espressione di un Ecosocialismo che contrasta la barbarie, questa la bussola non per un unico paese, ma per l'intera umanità.
Guerre e devastazioni ambientali ormai procedono di pari passo e sono a tutti gli effetti già guerre atomiche; ridicolo pensare di condannare le armi chimiche quando si usano in continuazione armi all'uranio impoverito che contaminano permanentemente ambienti, persone e persino soldati belligeranti.
Chi oggi ancora si ostina a scrivere nel suo simbolo una parola come “sinistra” che non significa più nulla perché di fatto non rappresenta concretamente tali obiettivi, e contemporaneamente mette al primo posto l'allargamento delle intese (anche in questo caso in perfetto stile da pompiere del nulla) che servono solo per passare dalla zuppa con il piattino di lenticchie al pan bagnato nelle lacrime dei lavoratori, non ha capito un accidente della dicotomia Socialismo o barbarie, e forse farebbe meglio di gran lunga a sostituire la bussola con l'astrolabio, se non altro per rialzare un tantinello la testa..



C.F.

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