Leonardo Boff
Teologo/Filosofo
Il
corrotto ama l’oscurità e ha in abominio la luce. Egli sa quanto sia riprovevole
ciò che pratica. È a questo punto che entra in azione la coscienza.
Sono state fatte innumerevoli interpretazioni del fatto
della coscienza. Hanno tentato di derivarla dalla società, dai super-ego delle
tradizioni e dalle religioni, dal risentimento davanti ai forti e altri
tentativi ancora. I manuali di etica riferiscono infinite
discussioni sulla origine, natura e statuto della coscienza. Tuttavia per quanto
si tenti di farne un sottoprodotto di altre realtà, essa rimane istanza
irriducibile e ultima.
Essa possiede la natura di una voce interiore che non
può essere messa a tacere. Un esempio: nel 310, l’imperatore romano Massimiano
ordinò la decimazione di un plotone di soldati cristiani perché, dopo la
battaglia, non si erano prestati a sgozzare degli innocenti. Prima che avvenisse
l’esecuzione, lasciarono una lettera per l’imperatore: «Siamo tuoi soldati e
abbiamo le armi in mano. Tuttavia, noi preferiamo morire piuttosto che uccidere
innocenti e poi dover convivere con la voce della coscienza ad accusarci»
(Passio Agaunensium).
Il 3 febbraio 1944 scrive un altro
soldato, tedesco e cristiano, ai suoi genitori: «Sono stato condannato a
morte perché mi sono rifiutato di fucilare prigionieri
russi indifesi. Preferisco morire piuttosto che portarmi dietro tutta la vita la
coscienza carica del sangue di innocenti. Siete stata voi, madre mia, che mi
avete insegnato a seguire sempre prima di tutto la voce della coscienza e
soltanto dopo gli ordini degli uomini» (Letzte Briefe zum Tode Veruteilter).
Quale potere possiede questa voce interiore al punto di
vincere la paura naturale di morire e accettare di essere ucciso? Essa
ammonisce, giudica, premia e castiga. A ragione Socrate e Seneca testimoniavano
che la coscienza è “Dio dentro di te, insieme a te, con te”. Kant, il grande
maestro del pensiero etico, diceva che “La coscienza è un tribunale interno
davanti al quale pensieri e atti sono giudicati inappellabilmente”. È
stato questo grande filosofo a introdurre una chiara distinzione tra
prezzo e dignità. Ciò che ha prezzo può essere sostituito con qualche cosa di
equivalente; tuttavia esiste una istanza in noi che sta al di sopra del prezzo e
che, per questo, non ammette nulla che possa sostituirla: questa è la dignità
umana”, fondata sulla consapevolezza che l’essere umano è un ‘fine’ in se stesso
e che non può mai servire da mezzo per qualunque altra cosa”.
Il cattivo e il corrotto si nascondono senza che nessuno
li cerchi e fuggono senza che nessuno li insegua. Da dove gli vengono questa
paura e questo timore? Chi è costei che vede i soldi nascosti e per i quali non
esistono casseforti segrete né codici per aprirle? Per lei non ci sono segreti
tra quattro pareti di un palazzo o in una oscura stanza di albergo. Il corrotto
sa e sente che la coscienza è maggiore di lui stesso e lui non ha potere su di
essa. Non l’ha fatta lui. Né può distruggerla. Lui può disobbedire ai suoi
imperativi. Negarla. Violentarla. Ma ciò che non può è metterla a tacere.
Perché siamo interessati a conoscere i tormenti che la
cattiva coscienza infligge al cuore e alla mente di quel corrotto che ha sviato
i soldi pubblici, che si è appropriato dei risparmi dei lavoratori e degli
anziani e che, sfrontato, ha dovuto inventare bugie su bugie per nascondere le
sue malefatte. Ma non c’è nulla di nascosto che un giorno non sarà rivelato.
Anche se assolto in un tribunale, perché ha contrattato avvocati abili a tessere
racconti così logici che possono coprire i suoi delitti e convincere i
magistrati, lui non riesce a sfuggire al tribunale interiore che lo condanna.
Una voce lo perseguita, che vada pure dove gli pare, accusandolo di essere
indegno di se stesso, incapace di guardare con occhi limpidi la moglie e i figli
e conversare con cuore aperto con gli amici. Un’ombra la accompagna e gli ruba
l’irradiazione che nasce dalla bontà originaria di una coscienza serena e
felice. La vita lo maledice perché ha tradito la verità, ha violato la sua
dignità e si è fatto spregevole davanti alla sua stessa
coscienza.
Tradotto da Romano
Baraglia
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