Aggiungiamo la nostra firma a quella di coloro che hanno già sottoscritto questa bella lettera.
Caro Papa Francesco, sei solo in Vaticano, ma non sei affatto solo nel mondo, ed il destino di un Cristiano è "essere nel mondo ma non del mondo"
C.F.
Leonardo Boff e tanti altri..
Caro Papa Francesco,
Siamo
molti in America Latina, in Brasile e in Caraibe e altri parti del
mondo che seguiamo preoccupati la stretta opposizione e gli attacchi che
ti fanno minoranze conservatrici potenti dentro e fuori della Chiesa.
Assistiamo perplessi a qualcosa di inusitato negli ultimi secoli: la
ribellione di alcuni cardinali conservatori contro il tuo modo di
condurre il Sinodo e, soprattutto, la Chiesa Universale.
La
lettera strettamente personale, a te diretta, è trapelata alla stampa,
come era successo prima con la tua enciclica «Laudato Si’», violando i
principi di un giornalismo etico.
Tali
gruppi conservatori pretendono un ritorno al modello di Chiesa del
passato, concepita come una fortezza chiusa piuttosto che come “un
ospedale di campagna con porte aperte ad accogliere qualsiasi persona
che bussi”; Chiesa che dovrà “cercare e accompagnare l’umanità di oggi
non a porte chiuse il che tradirebbe se stessa e la sua missione e,
invece di essere un ponte, diventerebbe una barriera”. Queste sono state
le tue parole coraggiose.
Gli
atteggiamenti pastorali del tipo di Chiesa proposto nei tuoi discorsi e
nei tuoi gesti simbolici si caratterizzano per l’amore caloroso, per
l’incontro vivo tra persone e il Cristo presente tra noi, per la
misericordia senza limiti, per la “rivoluzione della tenerezza” e per la
conversione pastorale. Questa implica che il pastore abbia “odore di
pecora” perché convive con lei e l’accompagna lungo tutto il percorso.
Ci dispiace che tali gruppi conservatori sappiano al massimo dire no. Vorremmo ricordare a questi fratelli le cose più ovvie del messaggio di Gesù. Lui non è venuto a dire no. Al contrario Lui è venuto a dire sì. San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi ci ricorda che “Il Figlio di Dio è stato sempre sì…perché tutte le promesse di Dio sono sì in Gesù” (2 Cor. 1,20).
Nel
Vangelo di San Giovanni lui afferma esplicitamente: “Se qualcuno viene a
me io non lo mando via” (Gv. 6,37). Poteva essere una prostituta, un
lebbroso, un teologo pavido come Nicodemo: accoglieva tutti con amore e
misericordia.
La
caratteristica fondamentale del Dio di Gesù, “Abba”, è la sua
misericordia illimitata (Lc. 6,36) e l’amore preferenziale per poveri,
malati e peccatori (Lc.5,32; 6,21). Più che fondare una nuova religione
con fedeli devoti, Gesù è venuto a insegnarci a vivere e a realizzare il
messaggio centrale del Regno di Dio, i cui beni sono: amore,
compassione, perdono, solidarietà, fame e sete di giustizia e l’allegria
di sentirsi tutti figli e figlie amati da Dio.
I
tentativi di delegittimare la tua maniera di essere Vescovo di Roma e
Papa della Chiesa universale dirigendo la Chiesa più con la carità che
con il Diritto Canonico, più con la collegialità e la cooperazione che
con l’uso solitario del potere sacro non approderanno a nulla, perché
niente resiste alla bontà e alla tenerezza delle quali ci dai uno
splendido esempio. Dalla storia abbiamo imparato che dove prevale il
potere, sparisce l’amore e si estingue la misericordia, valori centrali
della tua predicazione e della predicazione di Gesù.
In
questo contesto, di fronte alla nuova fase planetaria della storia e
alle minacce che pesano sopra il sistema-vita e il sistema-Terra
coraggiosamente additate nella tua Enciclica «Laudato Si’» sulla “Cura
della Casa Comune” vogliamo serrare le file intorno a te e mostrare il
nostro intero appoggio alla tua persona, al tuo ministero, alla tua
visione pastorale e aperta di Chiesa e alla forma carismatica con la
quale tu ci fai sperimentare nuovamente la Chiesa come un focolare
spirituale. E sono tanti di altre chiese e religioni e del mondo
secolare che ti appoggiano e ti ammirano per il Tuo modo di parlare e
agire.
Non
è senza significato che le grandi maggioranze dei cattolici vivano
nelle Americhe, in Africa e in Asia, dove si constata una grande
vitalità e creatività, il dialogo con differenti culture, che mostrano
vari volti della stessa Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica è oggi una
chiesa del Terzo Mondo, dato che soltanto il 25 % dei cattolici vive in
Europa. Il futuro della Chiesa si gioca in queste regioni dove soffia
fortemente lo Spirito.
La
Chiesa Cattolica non può rimanere ostaggio della cultura occidentale,
che è una cultura regionale per quanto grandi siano i meriti che ha
accumulato. C’è bisogno che si disoccidentalizza e si apra al processo
di mondializzazione che favorisce l’incontro delle culture e dei cammini
spirituali.
Caro
Papa Francesco: tu partecipi un po’ al destino del Maestro e degli
Apostoli, anche loro incompresi, calunniati e perseguitati.
Ma
stiamo tranquilli perché sappiamo che tu accetti tali tribolazioni
nello spirito delle Beatitudini. Tu le sopporti con umiltà. Tu chiedi
perdono per i peccati della Chiesa e continui sulle orme del Nazareno.
Vogliamo
stare con te, appoggiarti nella tua visione evangelica e liberatrice di
Chiesa, darti coraggio e forza interiore perché prendiamo coscienza,
nelle parole e nei gesti, della Tradizione di Gesù fatta di amore, di
misericordia, di compassione, di intimità con Dio e di solidarietà verso
l’umanità sofferente.
Infine,
caro Papa Francesco, continua a mostrare a tutti che il Vangelo è una
proposta buona per tutta l’umanità, che il messaggio cristiano è una
forza ispiratrice per la “la cura della Casa Comune” e generatrice di
una piccola anticipazione di una Terra riconciliata con se stessa, con
tutti gli esseri umani, con la natura e soprattutto con il Padre che ha
mostrato avere caratteristiche di Madre di infinita bontà e tenerezza.
Alla fine, che possiamo dire insieme: “Tutto è molto buono” (Gn 1,31).
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