Leonardo Boff*
Una
delle affermazioni fondanti il nuovo paradigma scientifico e di civiltà
è il riconoscimento della inter-retro-relazione di tutti con tutti,
fino a formare la grande rete terrestre e cosmica della realtà. Coerentemente,
la Carta della Terra, uno dei documenti fondamentali di questa visione
delle cose, afferma: Le nostre sfide ambientali, economiche, politiche,
sociali e spirituali sono correlate e insieme possiamo formulare soluzioni includenti (Preambolo, 3).
Il
Papa Francesco nella sua Enciclica sulla cura della Casa Comune si
associa a questa lettura e sostiene che per il fatto che tutto sta
intimamente relazionato e che i problemi attuali esigono uno sguardo
aperto a tutti gli aspetti della crisi mondiale (n. 137), si impone una
riflessione sulla ecologia integrale perchè solo questa dà conto dei
problemi dell'attuale situazione del mondo. Una tale interpretrazione
integrale e olistica ottiene una spinta incalcolabile data l'autorità
con cui siamo soliti investire la figura del Papa e la natura della sua
Enciclica, indirizzata a tutta lumanità e a ciascuno degli abitanti del
globo. Non si tratta più soltanto della relazione e dello sviluppo con la
natura, ma dell'essere umano con la Terra intesa come un tutto e con
beni e servizi naturali, gli unici che possono sostenere le condizioni
fisiche, chimiche e biologiche della vita e garantire un futuro alla
nostra civiltà.
Il
tempo incalza e corre contro di noi. Per questo, tutti i saperi devono
essere ecologizzati, vale a dire, posti in relazione tra di loro e
orientati per il bene della comunità di vita. Ugualmente, tutte le
tradizioni spirituali e religiose sono chiamate a svegliare la coscienza
dell'umanità per la sua missione di essere curatrice di questa eredità
sacra ricevuta dall'universo e dal Creatore, la Terra viva, l'unica Casa
che abbiamo per abitare. Insieme con l'intelligenza intelletuale deve
venire anche l'intelligenza sensibile e cordiale e più di tutto
l'intelligenza spirituale, perchè è lei che ci mette in relazione
direttamente con il Creatore e con Cristo risuscitato che stanno
lievitando dentro la Creazione, portandola insieme con noi verso la sua
pienezza in Dio (nn.100;243).
Il
Papa cita il commovente finale della Carta della Terra, che riassume
bene la speranza riposta in Dio e nell'impegno degli esseri umani: Che
il nostro tempo possa essere ricordato per il rinascimento di un nuovo
rispetto della vita, per l'impegno forte di raggiungere la
sostenibilità, per l'intensificarsi della lotta per la giustizia, per la
pace, per l'allegria e per la celebrazione della vita (n.207).
Un
altro notevole contributo ci viene dal noto psicanalista Carlos Gustavo
Jung (1875-1961) che nella sua psicologia analitica ha dato grande
importanza alla sensibilità e che ha sottomesso a dure critiche lo
scientimo moderno. Per lui la psicologia non possiede frontiere tra
cosmo e vita, tra biologia e spirito, tra corpo e mente, tra cosciente e
incosciente, tra individuale e collettivo. La psicologia ha a che fare
con la vita nella sua totalità, nella sua dimensione razionale e
irrazionale, simbolica e virtuosa, individuale e sociale, terrestre e
cosmica e nei loro aspetti oscuri e luminosi.
Sapeva
articolare tutti i saperi disponibili, scoprendo connessioni occulte
che rivelano dimensioni sorprendenti della realtà. Noto è il dialogo del
1924-1925 che Jung ebbe con un indigeno della tribù Pueblo (nel nuovo
Messico, Usa). Questo pensava che i bianchi fossero pazzi. Jung gli
domandò perchè i bianchi sarebbero pazzi? Al che l'indigeno rispose:
Loro dicono che pensano con la testa. Ma è chiaro che pensano con la
testa - ribatté Jung Come fate a pensare, voi?. E l'indigeno,
sorpreso, rispose: Noi pensiamo qui e indicò il cuore. (Memorie, Sogni, Riflessioni, p.n. 233).
Questo
fatto ha trasformato il pensiero di Jung. Lui comprese che l'uomo
moderno aveva conquistato il mondo con il cervello ma che aveva perso la
capacità di sentire e pensare con il cuore e di vivere attraverso l'anima.
La stessa critica ha fatto il Papa quando è andato nell'isola italiana
di Lampedusa dove centinaia di rifugiati erano annegati. Non sappiamo
più sentire e piangere.
Logicamente
non si tratta ad abdicare alla ragione il che sarebbe una perdita per
tutti ma di rifiutare la diminuzione della sua capacità di
comprendere. E necessario considerare il sensibile e il cordiale come
elementi centrali nell'atto di conoscenza. Essi permettono di captare
valori e sentimenti presenti nelle profondità del senso comune. La mente
è sempre in un corpo, e pertanto sempre impregnata di sensibilità, e non
solo solo cerebralista.
Nelle
sue memorie, scrive: Esistono tante cose che mi riempiono di
soddisfazione: le piante, gli animali, le nuvole, il giorno, la notte e
l'Eterno presente negli uomini. Quanto più mi sento incerto in me
stesso, più cresce in me il sentimento del mio apparentamento con il
tutto (p.361).
Il
dramma dell'uomo attuale è aver perso la capacità di vivere un
sentimento di appartenenza, cosa che le religioni sempre garantivano.
Quel che si oppone alla religione non è l'ateismo o negazione della
Divinità. Quello che si oppone è l'incapacità di legarsi e di re-ligarsi
con tutte le cose. Oggi le persone sono sradicate, disconnesse dalla
Terra e dall'anima che è espressione della sensibilità e della
spiritualità.
Se
non riscatteremo oggi la ragione sensibile che è una dimensione
essenziale dell'anima, difficilmente ci muoveremo per rispettare il
valore intrinseco di ogni essere, per amare la Madre Terra con tutti i
suoi eco-sistemi e vivere la compassione verso chi soffre a causa della
natura e dellumanità.
*Leonardo Boff, scrittore e columnist del JB on line
Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato
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