Intervento all'Assemblea Costituente del Risorgimento Socialista del 28/11/2015
Carissime compagne e compagni,
non ho molto da dire oggi, oggi
piuttosto ho molto da festeggiare, perché finalmente vedo compiuta
un'opera per cui ho lottato insieme a molti di voi da vari anni, almeno sette.
Quel che avevo da dire, in gran parte
l'ho già detto nelle precedenti riunioni di marzo e di ottobre, in merito a quel
che dobbiamo lasciare alle nostre spalle: il mondo degli zombies di
un socialismo che, non solo non esiste più e che è stato crocifisso
nei vari job act, deforme costituzionali (come le chiama il compagno
Besostri), deforme elettorali, sfasciamento definitivo della scuola e
in tutto ciò che ha reso l'unico partito socialista che, fino ad ora
è esistito in Italia, un misero valvassino del partito che è
riuscito dove Berlusconi ha sempre fallito, ma che ora, squilla pure
le trombe di guerra e rulla i suoi tamburi, per mezzo del suo organo
l'Avanti, ridotto al ruolo di tamburino delle nuove guerre a venire.
Roba che Matteotti si rigirerà sicuramente nella tomba come una
trottola.
Ma ho anche già detto quello a cui dobbiamo andare
incontro: il recupero e l'innovazione dei nostri valori di sempre,
legati al mondo del lavoro, della scuola, della tutela dell'ambiente,
della pace, dei servizi e dei beni pubblici e comuni, e pure,
vorrei sottolienare, perché questo nostro nome è emblematico, al
rilancio di una Patria che in Europa stia in piedi e non in ginocchio
a prendere ordini economici dalla Germania e militari dagli Stati
Uniti.
Ci sono infatti questioni patriottiche che i
Socialisti devono seriamente considerare e che, altrimenti,
restaranno retaggio di una destra beceramente xenofoba, guerrafondaia
e timocratica.
La difesa di una cultura, di una
tradizione, di una storia e di una vita italiana, il controllo dei flussi
migratori, integrando chi fugge da guerre e da catastrofi naturali,
ma respingendo chi si insinua per portare terrore, morte e
distruzione oppure segue soltanto le rotte tracciate dalle mafie
transnazionali, la tutela del cittadino che ha tutto il diritto di
essere difeso nei suoi beni più cari da una Magistratura e da Forze di Polizia adeguate e
con mezzi efficienti e che non subiscono tagli umilianti, e che non può
essere bastonato e ammazzato, specialmente se è debole, anziano ed
indifeso nelle sue pareti domestiche, ma ha tutto il diritto di
difendersi e di essere difeso. E poi, la questione fiscale e tributaria, dato che una Europa che
non sa darsi, dopo quella monetaria, una unione fiscale, militare e
politica, è destinata a fallire i suoi scopi.
Un'Europa a senso unico fiscale, tale da strozzare sempre di più i paesi e le categorie di persone più deboli non è degna di esistere.
E' solo questione di
tempo. E in previsione di ciò non bisogna lasciarsi sorprendere.
Per questo, il mio auspicio va verso un
Socialismo aggregante di una Sinistra che non sia più ruota di
scorta, a livello nazionale e locale, di un partito che è
configurato per gestire e mantenere il potere a tutti i costi e che,
in nome di ciò, essendo ormai il perno di un sistema corrotto e corruttore in metastasi, non ha esitato a fare i peggiori accordi con quella
stessa destra che aveva sempre demonizzato e combattuto.
Abbiamo bisogno di lottare, specialmente per
restituire il futuro a giovani generazioni devastate dalla precarietà
endemica e dalla desertificazione sociale, che non avranno nemmeno
uno straccio di pensione, che non saranno in grado di farsi una
famiglia, che sono ancora costrette, senza alcun reddito da lavoro o di cittadinanza a farsi mantenere dai genitori fin oltre i trent'anni, e
che, invece dovrebbero essere il cuore pulsante di un cambiamento
necessario e impellente, abbiamo la necessità urgente di un partito che faccia
seriamente la differenza. Che crei cioè le basi di una seria
alternativa di sistema, rimettendo al centro e al primo posto il
ruolo dello stato e dei suoi operatori liberandoli dal cancro di una
corruzione endemica che toglie risorse vitali alla comunità italiana per una
somma di circa 70 miliardi di euro l'anno.
Il partito che vogliamo costruire al plurale ha bisogno di avere le idee chiare e, conseguentemente, di saper
andare diritto al suo scopo.
Lotta senza quartiere alla corruzione e
alle mafie di ogni genere, potenziando tutti i mezzi necessari a
questo scopo, rilancio del ruolo culturale, politico e sociale del
patrimonio dell'Italia come casa e bene comune culturale, economico e
ambientale. L'Italia deve tornare al primo posto nell'educazione,
nella politica amministrativa e nel ruolo svolto nei rapporti
internazionali. Giustizia sociale, eliminando sprechi, privilegi,
rendite parassitarie, e soprattutto i vitalizi: vero e prorio
schiaffo in faccia al popolo che soffre, che si sacrifica e che vede
sempre di più i suoi diritti stravolti e negati.
Questa è l'era di una nuova
Resistenza, perché, di fatto, stiamo vivendo una nuova forma di
fascismo, anche più subdolo e non meno feroce sotto vari aspetti di quella di un tempo.
Un fascismo che non ha bisogno di manganelli, ma che li lascia, o per incuria o per mancanza di adeguate strutture di repressione, usare
ai ladri che entrano nelle nostre case impunemente e che se ti
azzardi a reagire, vai tu in galera e non loro, è un sistema che usa lo stato e, più del fascismo lo disgrega dall'interno e, se non sei dalla
sua parte, ti lascia senza futuro e senza lavoro, ed è tale anche a livello internazionale che, se non accetti
di sottometterti alla regola numero uno del mercato e
dell'allineamento geostrategico, taglia i rubinetti finanziari,
riducendo interi popoli alla fame e alla prostituzione, come sta
accadendo in Grecia.
Basta, cari compagni con le sinistre
sinistrate, fintamente contestatrici e poi, all'atto pratico
complici, suddite ed acquiescenti come se non di più delle destre.
Lo stesso vocabolo sinistra, nel cuore e nella mente degli italiani
non suscita più nulla se non rabbia, compassione e un disgusto per
tanta ipocrisia. Basta con il bestemmiare il nome del Socialismo
associandolo ai ladri di regime e al partito che rinnega gli stessi
candidati votati dai suoi elettori: Bersani, Marino..forse tra poco
anche Crocetta, personaggi buoni per abbindolare gli elettori, e da
trombare appena si scostano dagli interessi della ditta.
La nostra non è una ditta, ma un
grande movimento di idee e di prassi politica che ha inventato la sinistra in Italia e per questo
non ha nemmeno bisogno di chiamarsi di sinistra.
L'auspicio è dunque quello che, con il
nostro contributo e con quello di coloro che vorranno condividerlo,
rinasca un autentico Socialismo largo e plurale, le cui ragioni ci
stanno tutte, ma che attendono solo di essere divulgate, spiegate,
condivise e soprattutto vissute con esempi dati in prima persona, e
presto, per dimostrare che questo popolo che, nei momenti più intensi
e difficili della sua storia, a partire dal Risorgimento e
continuando con la Resistenza, è ancora capace di farsi valere e di
creare liberamente il suo destino.
Vorrei concludere questo mio intervento
con una frase di Tiziano Terzani:
“Il socialismo
ha cominciato a perdere
la faccia
– e probabilmente anche la fiducia in se stesso – il giorno in
cui ha deciso di garantire dei privilegi ai non-socialisti
e, invece di dare orgoglio
e dignità
ai suoi cittadini,
ha dato loro il complesso di inferiorità dinanzi
agli stranieri.”
E' ora, cari compagni, che ritroviamo
la nostra dignità e che risorgiamo assieme a tutti i cittadini di
questa nostra Patria comune
Viva l'Italia!
Viva il Socialismo!
Carlo Felici
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