Con un ricordo commosso delle vittime degli attentati terroristici di Parigi, siamo altresì consapevoli che i peggiori nemici dell'ISIS e dell'integralismo criminale sono proprio quei musulmani che si sono integrati con le
popolazioni europee, e vivono in pace accettando le regole democratiche,
lavorando e contribuendo al PIL e ai versamenti pensionistici di tutti
noi.
Solo con il loro contributo essenziale può essere sconfitto un fenomeno che si alimenta mediante la rabbia e la violenza che cresce a dismisura nella frustrazione, nella guerra e nella impossibilità di immaginare un futuro.
Le rivolte nelle banlieu francesi erano già un segnale evidente che qualcosa di grosso stava crescendo. Si è fatto probabilmente molto poco per capire, interpretare e andare incontro al disagio crescente che, alla fine, ha probabilmente innescato la miccia della situazione altamente esplosiva del tragico venerdì di Parigi, perché è impossibile immaginare un'azione del genere senza una rete di complicità all'interno della stessa capitale francese.
Il modo migliore per disinnescare sul nascere questi fenomeni è contare su una fitta rete di persone che circolano nelle comunità che sono musulmane e che parlano arabo e che non sono dalla parte del terrore, ma da quella della convivenza civile, e che possono validamente collaborare per la scoperta, la prevenzione e la repressione, è impedire che i governi agiscano impunemente intervenendo arbitrariamente a scatenare guerre dalle conseguenze disastrose ed imprevedibili, come è accaduto in Libia e in Siria. Ed è infine superare la logica dei blocchi contrapposti, collaborando validamente con chi consegue i risultati migliori contro il terrore, in questo caso la Russia.
Scatenare guerre, non capire il disagio interno e pensare solo di risolverlo con la repressione, sanzionare coloro con cui invece si dovrebbe collaborare, equivale a sputare in aria e attendere che ci ricada lo sputo in testa.
Cordoglio e consapevolezza, lucidità e capacità di reazione adeguata. Non deve prevalere lo spirito guerrafondaio, ma la capacità di scardinare dall'interno le cellule che alimentano il terrore.
Se la guerra, la xenofobia, il razzismo o il neofascismo dovessero avere la meglio, in nome della paura, la vittoria del terrorismo sarebbe totale.
Solo con il loro contributo essenziale può essere sconfitto un fenomeno che si alimenta mediante la rabbia e la violenza che cresce a dismisura nella frustrazione, nella guerra e nella impossibilità di immaginare un futuro.
Le rivolte nelle banlieu francesi erano già un segnale evidente che qualcosa di grosso stava crescendo. Si è fatto probabilmente molto poco per capire, interpretare e andare incontro al disagio crescente che, alla fine, ha probabilmente innescato la miccia della situazione altamente esplosiva del tragico venerdì di Parigi, perché è impossibile immaginare un'azione del genere senza una rete di complicità all'interno della stessa capitale francese.
Il modo migliore per disinnescare sul nascere questi fenomeni è contare su una fitta rete di persone che circolano nelle comunità che sono musulmane e che parlano arabo e che non sono dalla parte del terrore, ma da quella della convivenza civile, e che possono validamente collaborare per la scoperta, la prevenzione e la repressione, è impedire che i governi agiscano impunemente intervenendo arbitrariamente a scatenare guerre dalle conseguenze disastrose ed imprevedibili, come è accaduto in Libia e in Siria. Ed è infine superare la logica dei blocchi contrapposti, collaborando validamente con chi consegue i risultati migliori contro il terrore, in questo caso la Russia.
Scatenare guerre, non capire il disagio interno e pensare solo di risolverlo con la repressione, sanzionare coloro con cui invece si dovrebbe collaborare, equivale a sputare in aria e attendere che ci ricada lo sputo in testa.
Cordoglio e consapevolezza, lucidità e capacità di reazione adeguata. Non deve prevalere lo spirito guerrafondaio, ma la capacità di scardinare dall'interno le cellule che alimentano il terrore.
Se la guerra, la xenofobia, il razzismo o il neofascismo dovessero avere la meglio, in nome della paura, la vittoria del terrorismo sarebbe totale.
Ogni Sura del Corano inizia con la stessa frase: "In nome di Dio, compassionevole e misericordioso"
Chi uccide in nome di Dio, bestemmia Dio.
NON PRAEVALEBUNT
NON PRAEVALEBUNT
C.F.
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