di Thomas Sankara
Parigi, 5 febbraio 1986, Prima conferenza internazionale sull’albero e la foresta (estratti)
La
mia patria, il mio Burkina Faso è senza dubbio uno dei pochi paesi al
mondo che ha il diritto di definirsi un concentrato di tutte le calamità
naturali di cui il genere umano soffre tuttora, alla fine di questo
ventesimo secolo.
Otto
milioni di burkinabé hanno interiorizzato questa realtà in 23 terribili
anni. Hanno visto morire le madri, i padri, i figli e le figlie,
decimati da fame, carestia, malattie e ignoranza. Con gli occhi pieni di
lacrime hanno guardato prosciugarsi stagni e fiumi. Dal 1973 hanno
visto il loro ambiente deteriorarsi, gli alberi morire e il deserto
invaderli a passi da gigante. Secondo le stime, ogni anno il deserto
avanza nel Sahel di 7 chilometri.
(…)
Signore e Signori, siamo qui nella speranza che vi impegniate in una
lotta dalla quale non saremo certo assenti, noi che siamo sottoposti ad
un attacco quotidiano e crediamo che il miracolo dell’inverdimento possa
nascere dal coraggio di dire le cose come stanno. Sono venuto per
unirmi a voi per deplorare i rigori della natura. Sono venuto anche per
denunciare quegli uomini che con il loro egoismo sono la causa della
sfortuna del prossimo. Il colonialismo ha saccheggiato le nostre foreste
senza nemmeno lontanamente pensare a lasciarle o a ripristinarle per il
nostro domani.
Continua
impunita nel mondo la distruzione della biosfera con attacchi selvaggi e
assassini alla terra e all’aria. E non lo diremo mai abbastanza fino a
che punto spargano morte tutti questi veicoli che vomitano fumi. Coloro
che hanno i mezzi tecnologici per trovare i colpevoli non hanno
interesse a farlo, e coloro che hanno quest’interesse mancano dei
necessari mezzi tecnologici. Dalla loro hanno solo la propria intuizione
e la propria ferma convinzione. Non siamo contro il progresso, ma
vogliamo che il progresso non sia condotto in modo sregolato e nella
criminale dimenticanza dei diritti altrui. Vogliamo affermare che la
lotta contro l’avanzata del deserto è una lotta per la ricerca di un
equilibrio fra esseri umani, natura e società. Come tale, è prima di
tutto una battaglia politica, il cui esito non può essere lasciato al
destino.
La
creazione in Burkina di un Ministero dell’acqua, collegato a quello
dell’ambiente e del turismo, è segno della nostra volontà di porre
chiaramente sul tavolo i problemi, per trovarne soluzioni.
(…)Ecco
perché il Burkina ha proposto e continua a proporre che almeno l’1%
delle somme colossali destinate alla ricerca di forme di vita su altri
pianeti sia destinato a finanziare la lotta per salvare gli alberi e la
vita. Non abbandoniamo la speranza che il dialogo con i "marziani" possa
farci riconquistare l’Eden; ma riteniamo nel frattempo, come abitanti
della terra, di avere il diritto di rifiutare un’alternativa limitata
alla sola scelta fra inferno e purgatorio.
Così
formulata, la nostra lotta in difesa degli alberi e delle foreste è in
primo luogo una lotta popolare e democratica. Poiché lo sterile e
costoso agitarsi di un manipolo di ingegneri ed esperti forestali non
risolverà nulla! Né le coscienze commosse di una quantità di forum ed
istituzioni, per quanto sinceri e lodevoli possano essere, rinverdiranno
il Sahel, se non abbiamo fondi per scavare pozzi di acqua potabile
profondi cento metri, mentre c’è tutto il denaro necessario a scavare
pozzi di petrolio profondi 3.000 metri! Come diceva Karl Marx, chi vive
in un palazzo non pensa alle stesse cose, né allo stesso modo, di chi
vive in una baracca. Questa lotta per difendere gli alberi e la foresta è
prima di tutto una lotta contro l’imperialismo. Perché l’imperialismo è
il piromane delle nostre foreste e delle nostre savane.
(…)Sì,
il problema della foresta e degli alberi è esclusivamente questione di
equilibrio e armonia tra individui, società e natura. È una scommessa
possibile; non ci tiriamo indietro di fronte all’enormità del compito e
non sviamo dalla sofferenza degli altri perché la desertificazione non
ha più frontiere.
Da:
http://thomassankara.net/spip.php?article389&lang=fr
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http://thomassankara.net/spip.php?article389&lang=fr
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