giovedì 9 maggio 2013
Spettacolarizzazione dell’attentato di Boston: far dimenticare l’eventuale fine della specie
di Leonardo Boff
Non indignarsi e non condannare l’attentato perpetrato a Boston con due morti e centinaia di feriti vuol dire che uno non è umano, che non ha un briciolo di solidarietà e di compassione. Questo non ci dispensa dal dovere di essere critici. C’è stata una spettacolarizzazione mondiale dell’attentato con obiettivi occulti che bisogna scoprire. Molti sono gli attentati che avvengono in questo mondo, specialmente in Afghanistan e in Iraq sotto gli occhi di truppe nordamericane e alleate. Sempre con tanti morti e centinaia di feriti. Quasi nessuno dà importanza a questo fatto, banalizzato al punto da farlo apparire come qualcosa di naturale.
Molti pensano: si tratta di terroristi o amici di terroristi che non si rassegnano all’occupazione occidentale. Che s’ammazzassero. Ma cerchiamo di capirci: sono esseri umani come quelli di Boston. È il metro di valutazione che è differente. Sappiamo perché.
Dobbiamo stare attenti al significato politico-ideologico della spettacolarizzazione dell’attentato di Boston. È una forma per sviare l’attenzione mondiale di questioni molto più fondamentali: primo, lo stato di terrore che la potenza nordamericana sta imponendo internamente ai suoi cittadini e al mondo intero. Con questo tradisce la cosa migliore che avesse: la difesa dei diritti fondamentali. Non ha chiuso Guantanamo e nemmeno ha ratificato strumenti internazionali importanti come il Trattato di Roma, la Corte Penale Internazionale e nemmeno la Convenzione Americana dei Diritti Umani (patto di San José di Costa Rica). Non vogliono che siano portati in tribunale le violazioni e gli attentati che i loro agenti perpetrano in giro per il mondo per la sicurezza dell’impero centrale.
Ma a causa della ininterrotta occupazione dei media mondiali (la Globo aveva traslocato con armi e bagagli da quelle parti) a proposito dell’attentato, i “signori del mondo” vogliono sviare l’attenzione dalla seconda questione, questa sì, con conseguenze funeste e che può colpire tutti: la minaccia della fine della specie umana.
Primo, questi “signori” hanno devastato per secoli il pianeta al punto che non potrà da sé solo recuperare la sua sostenibilità. Attraverso eventi estremi, ci dimostra che i limiti sono stati sorpassati. In seguito, nell’ansia di accumulare illimitatamente e dominare il processo di pianetizzazione dell’umanità, hanno montato una macchina di morte che minaccia la vita sulla Terra e può portare allo scontro finale e decisiva per la specie umana.
Scienziati famosi a livello mondiale e i più seri teorici dell’ecologia richiamano l’attenzione a questa minaccia reale. Una sola cosa sappiamo, quando e come esattamente avverrà. Ma ipotizzando che il corso degli altri fattori resti invariato, quella sarà fatale. Michel Serres, rinomato filosofo francese dell’ecologia l’ha già detto: dopo Hiroshima, Nagasaki, ora Fukushima, l’umanità ha scoperto un nuovo tipo di morte: la morte della specie. Sì, come Gorbaciov non si stanca di ripetere: possiamo distruggere tutta la specie umana, senza lasciare nessuna testimonianza, con le armi chimiche, biologiche e nucleari che già abbiamo costruito e abbiamo immagazzinato. Sicurezza? Non è assoluta. Ricordiamoci Three Islands, Chernobyl e Fukushima.
Dunque: la nostra specie realmente si è mostrata il Satana della Terra: ha imparato a essere omicida (uccide i suoi simili), etnocida (quanti popoli autoctoni non sono stati liquidati?), ecocida (ha devastato interi ecosistemi ); adesso può essere anche specicida (induce la propria specie al suicidio).
Il sistema imperiale vive cercando capri espiatori (prima i comunisti, poi i sovversivi, adesso i terroristi, gli immigrati…è chi ancora?) sui quali ricade il desiderio mimetico e collettivo della vendetta. E così si autoassolve da colpe e da errori. Ma principalmente fa di tutto perché questa minaccia mortale alla specie umana non sia ricordata e si trasformi in una coscienza mondiale pericolosa.
Nessuno accetta passivamente un verdetto di morte. Si va a lottare per garantire la vita e un futuro comune. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di una governance globale, che esige la rinuncia alla volontà imperiale che pensa solo a perpetuare il suo ruolo invece dipensare al Bene Comune della madre Terra e dell’umanità.
Per quanto tempo i potenti nasconderanno la situazione drammatica che pesa su di noi dopo l’attentato di Boston, sia pure manipolato? Magari ci svegliassimo tutti, semplicemente perché non vogliamo morire ma vivere e sprizzare vita.
Leonardo ha scritto Proteggere la Terra-aver cura della vita: come sfuggire alla fine del mondo, Record 2011.
Traduzione di Romano Baraglia – romanobaraglia@gmail.com
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento