di Alfredo Mazzucchelli
La
storia della sinistra parlamentarista e legalitaria in Italia inzia con
la costituzione del partito socialista su impulso di Andrea Costa,
1892. Due anime principali lo compongono e da subito si contrappongono,
quella riformista e quella sedicente rivoluzionaria, massimalista. La
gestione del partito da una parte è "elitaria", dall'altra la si
immagina chiaramente e decisamente centralista. 27 anni dopo, con il
colpo di stato bolscevico in Russia, la situazione si complica ancora di
più: la presa del potere da parte della corrente massimalista porterà
alla costruzione di un partito unico aderente alla terza internazionale
e via via passato da un centralismo non democratico, ad un centralismo
burocratico ( La burocratisation du monde ), per successivamente
approdare al centralismo democratico, al compromesso storico tra le
masse marxiste e quelle cattoliche, per approdare infine al centralismo
autocratico di matrice grillastra. Grillo ha finalmente svelate le sue
tattiche e la sua strategia finale: la conquista del potere politico
all'interno dello stato capitalista e condito e benedetto dai tanti
poteri forti dell'empireo finanziario e consumistico. Tempi felici per i
vampiri e tempi grami per gli aspiranti ricostruttori di Babele, ancora
una volta confusi, perdenti e smarriti in proposte stantie.
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