La lettera di Giorgia Meloni per il 25 Aprile appare tanto “politicamente corretta” quanto un po' sbiadita e, nella velleità di accontentare tutti, rischia di non accontentare nessuno, tanto che si è pure fatta scavalcare dall' “immortale” Berlusconi che ha dichiarato senza mezzi termini: “Resistenza straordinaria alla base della Costituzione”, facendo così terra bruciata dei meloniani che avevano improvvidamente detto che pure i fascisti avevano scritto la Costituzione..forse ipotizziamo del regno di Bengodi.
Cominciamo col dire, non se ne offenda il Capo dello Stato, che celebrare il 25 Aprile all'altare di una Patria dominato dalla figura di un monarca, i cui successori fecero sparare alla folla affamata e spalancarono le porte al fascismo, la cui Costituzione era lo Statuto Albertino, anche con tutto il rispetto per il Milite Ignoto e per tutte le vittime che sacrificarono la vita per una Patria che le mandò al macello, non è proprio il massimo della coerenza con il valori costituzionali.
Poteva andar bene per il centenario della fine della Grande Guerra, potrebbe per il 4 novembre, come data che sancisce la compiutezza del nostro Risorgimento e la festa della Patria finalmente unita anche se pare che nel suo centenario le autorità italiane abbiano quasi voluto nascondere questa ricorrenza allora celebrata molto in sordina.
Luogo ben più adatto sarebbe stato quello in cui gli italiani e i romani celebrano il 25 Aprile ogni anno e cioè Porta S. Paolo, dove si accese la miccia della Resistenza Italiana, e in mezzo alla gente che lì si riunisce ogni anno. Ma la Meloni forse ha ancora timore del “popolo della Resistenza”..
In ogni caso, la sua lettera prende sì le distanze si spera definitive dal fascismo, evocando la svolta di Fiuggi di 30 anni fa, più che altro dovuta ad un personaggio come Fini che, dopo avere definito il fascismo come “male assoluto” non si vide più nella compagine politica della destra, ma con i soliti distinguo tipici di certa parte, della serie...dopo continuò la guerra civile, dopo ci furono le foibe...dopo ci fu l'uso del fascismo come “arma di esclusione di massa”.. Ma quale massa ci verrebbe da chiederci, se i nostalgici del regime sono sempre stati una minoranza in Italia, e lo è, dati alla mano, rispetto alla maggioranza dei cittadini elettori astenuti, anche quella percentuale di votanti pur rilevante che ha consentito a questo governo di governare?
Naturalmente tutto questo tralasciando il fatto fondamentale che fu proprio il varo di quella Costituzione nata dalla Resistenza a porre una pietra tombale sugli strascichi della guerra civile.
Ma la Meloni ha ripreso il solito motivo della libertà in senso parziale e strumentale, preferendo riferirsi al Berlusconi del 2009 anziché a quello di oggi che già abbiamo citato, e facendo anche riferimento alla risoluzione del Parlamento Europeo che equipara di fatto nell'ambito del totalitarismo, il fascismo con il comunismo, commettendo, in nome del consenso dei Paesi dell'Est, un grossolano errore storico.
Non c'è bisogno di essere comunisti né luminari in storia, per essere consapevoli del contributo dell'Armata Rossa alla fine della seconda guerra mondiale e alla liberazione dal nazifascismo, ma tornando a casa nostra, sarà bene ripetere alcune cose essenziali:
- La Costituzione Italiana è fondata sulla democrazia, sulla libertà e sulla giustizia sociale, valori che il fascismo aveva calpestato. Non c' è nulla di fascista nella nostra Costituzione che, per questo, è antifascista. Essa è l'erede diretta della Costituzione mazziniana e garibaldina della Repubblica Romana del 1849 e sotto certi aspetti (vedasi articolo 49), anche della Carta del Carnaro. A cui si sono aggiunti i valori del socialismo del XX secolo e della dottrina sociale cattolica.2) Nessun fascista contribuì a scriverla, ma molti comunisti che avevano combattuto e vari perso la vita per liberare il nostro paese, insieme ad altri di diverso orientamento, ne resero possibile la redazione contribuendo attivamente alla sua promulgazione.3) Se essa condanna ogni forma di autoritarismo, essa è antifascista ma non è anticomunista, tanto che non consente la formazione di un nuovo partito fascista ma consente l'esistenza di partiti dichiaratamente comunisti, purché essi accettino il confronto e il pluralismo democratico ed elettorale. Pertanto ogni equiparazione di antifascismo ad anticomunismo è impropria storicamente e civilmente in base ai valori costituzionali.
I comunisti italiani hanno pagato, nonostante taluni si ostinino a ritenere combattessero solo per realizzare uno Stato stalinista, il prezzo di sangue più elevato durante la Lotta di Liberazione, è comprensibile anche se non giustificabile, quindi, che siano stati portati dall'odio e dal risentimento anche a feroci e disumane ritorsioni, ma, e sarà il caso di ricordarlo bene, pur avendo armi e uomini, non protrassero la guerra civile come in Grecia, ma collaborarono attivamente a creare la nostra Costituzione accettando in tutto e per tutto le regole della democrazia, cosa che i neofascisti con le stragi perpetrate fino ai primi anni '80 del secolo scorso, si guardarono bene dal fare, mai una formazione comunista anche settariamente deviata sparse bombe nel mucchio lacerando indiscriminatamente carni innocenti, nel corso della nostra storia democratica.
Questo per ribadire che equiparare fascismo e comunismo in Italia non solo è un falso storico ma corrisponde ad un rinnegamento dei valori costituzionali e democratici, e poi anche perché legittimarsi dando tutte le colpe ad un soggetto politicamente “morto” almeno in Italia, data l'irrilevanza dei vari gruppuscoli comunisti rimasti nel nostro paese nella compagine extraparlamentare, non ci pare una operazione particolarmente eclatante anche dal punto di vista meramente politico.
Ma lo scopo strumentale è evidentemente un altro, e cioè dichiarare che i “comunisti cattivi” ci sono ancora e hanno barbaramente attaccato un paese libero e democratico come l'Ucraina che per questo va riempita di armi.
Ora, a prescindere dal fatto che Putin, il quale riesuma l'URSS solo "pro domo sua autocratica”, tutto è fuorché comunista, persino il partito comunista russo, prima che fosse costretto dalla ferrea putiniana sentenza di censura e condanna per tutti coloro che non lo seguono nella sua sciagurata avventura bellica, aveva preso le distanze dall'attacco all'Ucraina, ribadendo che la Russia si doveva limitare a difendere solo le popolazioni orientali di lingua e cultura russa fortemente discriminare dagli ucraini dal 2014.
Questo va riconosciuto e detto, ripeto senza fare propaganda comunista, anche perché l'errore più grosso dei comunisti, così come dei socialisti “rancorosi”, è stato ed è sotto molti aspetti, restare da una parte legati al marxismo-leninismo, e dall'altra al craxismo, anche dopo il crollo del muro di Berlino che divideva non solo l'Europa, ma anche i socialisti dai comunisti. Ebbene, dopo quel crollo, sarà opportuno ribadirlo a chiare lettere, la divisione tra socialisti e comunisti non ha più senso. Perché una sinistra moderna e concretamente alternativa alla destra che ancora stenta a riconoscersi nell'antifascismo, non può che essere accomunata tutta non solo da quel valore e dalla tutela dei diritti umani, ma soprattutto nella libertà e nella giustizia sociale e oggi anche ambientale, praticando questi principi nella società civile e nelle lotte sociali purtroppo spente in nome dei vincoli di bilancio europei, di quella stessa Europa che pratica queste equiparazioni e millantature storiche e sociali, ed è incapace di essere protagonista in un vero processo di pace.
In ultimo vogliamo soffermarci sull'ambiguità di un termine usato dalla Meloni, la quale parla di “una certa «concezione proprietaria» della lotta di Liberazione uno dei fattori che le impedivano di diventare patrimonio condiviso da tutti gli italiani.”
E francamente non capiamo di quale proprietà si tratti, anche perché la lotta di Liberazione dette origine nella Costituzione anche all'articolo 42 in cui si specifica che persino la proprietà privata ha uno scopo “sociale”, cito: “..La proprieta' privata e' riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.”
La Lotta di Liberazione è di conseguenza “proprietà socialmente utile” di tutti i cittadini italiani, basta solo dichiararsi senza se e senza ma “antifascisti”, perché anche senza arrivare a definire il fascismo come fece molto coraggiosamente Fini: “male assoluto”, in quanto i mali purtroppo nella storia tendono non solo a ripetersi, ma spesso anche a peggiorare, per riconoscersi tutti nell'antifascismo basta solo ricordare quando il Presidente più amato dagli italiani: Sandro Pertini, disse di rispettare, pur da non credente, la fede di ciascuno anche a costo della propria vita, ma alla domanda: “Rispetta anche la fede politica dei fascisti?” Rispose seccamente: “No, questa la combatto con altro animo, il fascismo per me non può essere considerato una fede politica, sembra assurdo quello che dico ma è così, infatti il fascismo a mio avviso è l'antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche, non si può parlare di fede politica parlando del fascismo perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui, chi non era fascista era oppresso e quindi non si può parlare di fede politica che opprime le fedi altrui, io combatto ma sul terreno democratico..”
In poche parole il fascismo nasce come negazione della libertà e come assassinio di coloro che la difendevano con i loro scritti, con la loro testimonianza ed in Parlamento, dunque se si vuole essere davvero liberi non si può non essere antifascisti
L'anno prossimo si celebrerà il centenario della morte di Giacomo Matteotti, vedremo se Giorgia Meloni sarà presente a ribadire finalmente il “suo” antifascismo assieme a quello di tutti gli italiani liberi e democratici.
Carlo Felici
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