I venti di guerra non solo non accennano a diminuire ma vengono alimentati anche in luoghi a noi meno famigliari, lontano dal nostro continente.
Bisogna dire che l'Italia non fa assolutamente nulla per spegnerli, ma si allinea ed esegue, con questo governo molto più che con i precedenti, tanto che il famigerato sovranismo, ormai, per le decisioni prese in campo militare e per l'inerzia sostanziale ad arginare i fenomeni migratori, fa spaparanzare dalle risate.
Se poi aggiungiamo a questo le sparate sulla “sostituzione etnica” le minchiate su Via Rasella e sul fatto che la Costituzione non è contro il fascismo, abbiamo davvero l'apoteosi della cretineria politica, mai vista prima di ora, potremmo dire dall'unità d'Italia
Che questo governo, nonostante i consensi elettorali, sia espressione di una minoranza del popolo italiano, forse prima delle elezioni incazzata contro le perduranti tecnocrazie, è palese, se non altro per lo straripante astensionismo che ha accompagnato in fretta e furia l'ultima consultazione elettorale, che questo governo sia l'espressione di una politica di “galleggiamento” non affatto dissimile da quelli che lo hanno preceduto, è lapalissiano osservando i suoi provvedimenti. Che l'Europa picchi meno, ma solo per ora, su di noi sulla questione della sostenibilità del debito e di come spendiamo i soldi del recovery, è un fatto che dipende soprattutto dal nostro inossidabile allineamento su posizioni filoatlantiste, filoucraine e adesso pare pure anticinesi.
Ma..potremmo dire..fino a quando? E soprattutto un governo di cosiddetti patrioti che dipende in tutto e per tutto da quanto si allinea alle posizioni americane, fino a che punto potrà conservare i consensi di cui ora si vanta?
Indubbiamente l'opposizione politica è tale che non poche ambiguità l'accompagnano, soprattutto non c'è una linea politica definita da parte della segreteria del PD sulla stabilizzazione del lavoro, sulla guerra in corso, sull'invio di armi e su quale iniziativa tanto sbandierata poi l'Europa dovrebbe intraprendere per porre fine al conflitto
E' del tutto evidente che le grandi potenze mondiali hanno intrapreso un confronto muscolare per stabilire se l'egemonia soprattutto del dollaro dovrà perdurare oppure dovrà aprirsi una nuova stagione multipolare in cui soprattutto la Cina sarà destinata a svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiare mondiale
L'obiettivo USA si delinea con sempre maggiore chiarezza: depotenziare l'euro come moneta internazionale, rendere l'Europa molto più dipendente energeticamente e militarmente dagli USA, allontanare sempre di più la Russia dall'Europa, e accentuare il confronto con la Cina che, soprattutto in Sud America negli ultimi anni ha intrapreso accordi commerciali con vari paesi sostenendo la loro valuta e contrastando così le mire egemoniche USA in quel continente che gli stessi Stati Uniti consideravano, fino a qualche decennio fa, il cortiletto di casa
In questo panorama che vede solo la Francia dare un timido segnale di vitalità e di indipendenza, specialmente sulla questione di Taiwan, la posizione geostrategica dell'Italia assume un ruolo cruciale, non solo per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, ma anche come snodo Sud-Nord per l'approvvigionamento di materie prime e per i flussi migratori
Del tutto risaputo ed evidente che nel nostro paese ci sono basi militari NATO con armamenti atomici, i quali sono controllati strettamente anche per la manutenzione, solo da militari USA, in questo frangente così critico, non si vede un barlume di iniziativa italiana per esprimere una politica autonoma realmente a sostegno degli interessi nazionali, che magari comporterebbe un ruolo di mediazione con la Cina per accorciare la via verso la pace, un ruolo da protagonista nel Mediterraneo, un impegno attivo anche per la pace in Medio Oriente, una azione più decisa per avere rapporti più fruttuosi e risolvere le crisi nel continente africano, e infine soprattutto una voce determinante per rivedere accordi come quello di Dublino che giustamente sono stati definiti “preistorici”. Da questo punto di vista, i fantasmi dei grandi politici che abbiamo avuto in passato, ci stanno bastonando giorno e notte anche se non li sentiamo e anche se, come Mattei, Moro e persino Craxi sono stati condannati ad una misera fine.
La Wilma al potere però è prevalentemente indaffarata a passare “la clava” a zio Sam, tanto che la nostra migliore portaerei si appresta a lasciare le acque per altro non molto tranquille del Mediterraneo, solcate da tempo da navi e sommergibili russi, per andare nientepopodimeno che a spaventare la Cina di fronte a Taiwan, come se fossimo di fronte più o meno ad una replica della guerra dei Boxer che poi altro non erano che patrioti in lotta contro il colonialismo dei narcotrafficanti di oppio in Cina. Ebbene, anche allora noi, partecipammo a quella prima “operazione di polizia internazionale” con la prosopopea di difendere i valori cristiani, mentre in Cina si pretendeva di equiparare i vescovi ai governatori generali, tanto che lo storico britannico Peter Fleming ha scritto: «L'effetto di questo provvedimento sull'opinione pubblica cinese può essere valutato approssimativamente immaginando quale sarebbe stata la reazione britannica se nel XIX secolo fosse stato annunciato nel bollettino di Corte che gli stregoni più anziani dovevano essere considerati pari ai governatori nell'ordine delle precedenze.»
E' del tutto evidente che questo allineamento supino in politica internazionale, assieme alle uscite periodiche di varie cariche istituzionali che riecheggiano certa retorica del ventennio che fu, non lasceranno indifferenti tutti coloro che si sono astenuti dal votare alle scorse elezioni.
IL Movimento Cinque Stelle che ha perso le elezioni, ma che ha continuato a mostrare una certa vitalità, su tali questioni appare sicuramente meno ambiguo del PD, anche se in sede amministrativa locale continua ad essere penalizzato per incapacità organizzativa ed inesperienza, e nonostante i sondaggisti contigui al PD diano questo partito in crescita dopo l'elezione della nuova segretaria, la vera incognita delle elezioni future sarà non tanto l'avvicinamento del PD a FdI, ma piuttosto quando il M5S saprà risalire la china ed essere competitivo verso il PD. E' del tutto evidente che la Schlein è stata eletta proprio per contrastare questa rimonta, per fare concorrenza, sul piano movimentista al M5S, più che per essere una seria antagonista della Meloni, che gode pure dell'ospitalità di un sindacato come la CGIL che ha messo in cantina e chiuso a chiave il conflitto sociale, sale di ogni democrazia socialmente avanzata e non narcotizzata dai poteri di turno
Abbiamo già detto che il M5S con Conte appare sicuramente meno ambiguo su varie questioni: l'invio di armi, il sostegno alle lotte dei lavoratori anche sul campo, la tutela dei valori costituzionali, e soprattutto una politica favorevole al multilateralismo.
Il governo Conte cadde per una questione geostrategica molto importante che consisteva nella sua apertura alla “Via della Seta” che prevedeva accordi commerciali con la Cina che, nel tempo, sarebbero stati reciprocamente molto vantaggiosi, sia per le nostre esportazioni sia per il sostegno alla nostra moneta e al nostro debito. Ma evidentemente questo lo ha capito e interpretato meglio Macron di Draghi e della Meloni che non hanno mostrato un minimo di interesse per incrementare tale prospettiva
Ora l'invio della nostra portaerei Cavour al largo delle coste di Taiwan, quindi, non ha tanto lo scopo di difendere quell'isola che i cinesi, tra l'altro, non credo vogliano seriamente attaccare, quanto piuttosto dimostrare che la loro forza militare e tecnologica è vertiginosamente cresciuta rispetto al passato, e quindi è degna del massimo rispetto. Essa ha piuttosto lo scopo di seppellire definitivamente quegli accordi che il governo Conte aveva stabilito con la Cina per avvicinarla agli interessi del nostro Paese, ed evidentemente anche affinché l'Italia avesse un ruolo commerciale ulteriore in un grande Paese la cui economia continua ad avere ritmi di crescita che restano unici al mondo
Si spara e si sbandierano navi e cannoni, ma l'attenzione resta sempre al portafoglio, agli interessi economici e oggi in gioco seriamente ci sta il ruolo del dollaro come moneta egemone negli scambi commerciali soprattutto di materie prime
Il quadro geostrategico però oggi è tale che mentre Europa e USA rappresentano una minoranza dell'umanità sempre più ripiegata e chiusa in se stessa, con velleità di dominio globale, dall'altra parte, dal Sudamerica all'Africa fino all'Asia, ci sono popoli sempre più largamente numerosi ed insofferenti verso le politiche neocoloniali occidentali
In questo quadro si dovrebbero prendere in considerazione solo politiche di reciproco vantaggio, non esasperando guerre, conflitti e speculazioni commerciali, ma considerando piuttosto quello che è più necessario ad un mondo sovrappopolato con risorse alimentari ed energetiche in diminuzione, altrimenti si fa la fine dei topini in gabbia che si mordono tra loro, con l'unico risultato di rimetterci tutti
L'apocalisse nucleare purtroppo è sempre incombente, ma anche a volerlo prendere in considerazione, facendo i debiti scongiuri o affidandosi alla misericordia dell'Altissimo, il futuro, dopo un confronto nucleare generalizzato, non sarebbe certo quello dei popoli meno numerosi con spazi più ristretti, ma piuttosto quello di stati continentali con maggiore margine di sopravvivenza
In questo, è del tutto evidente, che l'Europa, con la sua civiltà millenaria, sarebbe il continente maggiormente penalizzato e destinato a sparire dalla storia, e con tutta la “sua storia”
E' urgente pertanto che si svegli prima di subito per difendere se stessa prima che la pace nel mondo, che sia pertanto la Francia a suonare la prima fanfara e a cantare di nuovo “Marchons! Soyons libres jusqu'au dernier soupir”, non va inteso come un moto di arroganza ma come un segnale da ascoltare con la massima attenzione, lo stesso che hanno lanciato i lavoratori francesi in lotta per il “tempo della vita” più che per quello della pensione
E il tempo è adesso, per unire tutti i popoli d'Europa per la pace, il lavoro, l'ambiente e soprattutto per il “tempo della vita”, non sia più quindi “carpe diem” il motto che sveglia le coscienze ma “carpe vitam” prima che ci venga scippata strombazzando “Andar pel vasto mar!”
Carlo Felici
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