La vita del governo Letta sembra appesa
ad un filo, ma in realtà il filo che lega questo governo al
precedente è meno sottile di quanto si possa credere o supporre e nonostante le tanto sbandierate velleità di voler apportare alcune
modifiche al massacro sociale operato con la riforma Fornero.
Il cosiddetto decreto del “fare” si
appresta ad avere un effetto tanto “minimalista” che, al
confronto, un'opera di Beckett come En
attendant Godot appare
davvero come la migliore rappresentazione del
programma di governo, specialmente considerando tutto ciò che si è
detto di voler fare e che è stato o rimandato o mai nemmeno preso in
considerazione.
Mesi
buttati ad accapigliarsi soprattutto su IMU e IVA, con l'unico misero
risultato di aver fatto di 4 miliardi da reperire solo un'arma di
squallido ricatto verso un paese prostrato dalla recessione,
dall'impoverimento e soprattutto dalla disoccupazione.
Con
un centrosinistra che minacciava in continuazione il ripristino
dell'IMU se fosse caduto Letta e un centrodestra che, a sua volta ha
minacciato e poi messo in atto (probabilmente per finta) le
dimissioni in blocco se non fosse stata garantita a Berlusconi la
salvezza dai suoi guai giudiziari.
Quattro
miliardi usati come una clava agitata sulla testa degli italiani..che
ha già finito per fare dolorosi bernoccoli in abbondanza con
l'aumento automatico dell'IVA seguito alla dipartita dei ministri del
centrodestra e al mancato varo del decreto che avrebbe potuto, non
scongiurarla, ma solo rinviarla a Gennaio, come dire: giusto in tempo
per posticipare il ricatto a dopo l'arrivo di Babbo Natale..
Una
incredibile farsa sta pietosamente occupando la scena politica
nostrana, con dichiarazioni demenziali da parte di tutti, compreso
qualche esponente di sinistra (maddeché?) che sembra addirittura
preferire Monti a Letta..
Tutto
questo accade senza minimamente intaccare i privilegi di chi in
questo paese si è distinto più per servilismo, inefficienza,
corruzione e smania di potere, piuttosto che per il vero servizio
prestato alla comunità.
Abbiamo ben 13 miliardi di pensioni d'oro che, ridotte alla modica somma di 5000
euro al mese, quando di media quella della stragrande maggioranza
degli italiani si aggira intorno ai 1000, frutterebbero circa 7
miliardi di risparmio, e cioè quasi il doppio di ciò che
occorrerebbe per scongiurare IMU e Iva messe insieme.
Ma
no, anzi, si infierisce sui più deboli con il perdurare di norme
demenziali e discriminatorie oltre che ferocemente antisociali ed
inumane, come quella che prevede, in base alla riforma-sanguisuga Fornero, che i donatori di sangue, i disabili con legge 104 o coloro
che li assistono e persino i genitori che hanno deciso di restare volontariamente con i figli, debbano essere schiavizzati e costretti a
lavorare più del dovuto per "recuperare" il tempo dei permessi fruiti se vogliono avere una pensione normale,
altrimenti ne avranno una irrimediabilmente decurtata.
C'è
da chiedersi se un governo nazista sarebbe stato capace di fare
tanto, sicuramente uno fascista non lo avrebbe fatto, dato che fu
proprio Mussolini ad abbassare l'età pensionistica in Italia.
Questa
sarebbe l'Europa del progresso e della solidarietà sociale? Della
democrazia dei diritti umani con cui si arriva persino a bacchettare
Cuba?
No,
questo è un sistema assolutista e rigidamente plutocratico, in cui
anche coloro che si dicono “socialisti europei” sono complici di
tiranniche azioni crudelmente antisociali nei confronti dei popoli
più poveri e verso i più deboli tra i più poveri. Sono altresì responsabili
della chiusura degli ospedali, delle scuole, delle mense scolastiche
e persino delle università perite sotto la scure degli implacabili
tagli.
Pare infatti, addirittura, che uno dei principali sponsor di Letta sia proprio il
socialista europeo Shulz
Qualcuno
forse sta anche progettando una nuova strategia della tensione,
magari infiltrando i soliti falsi terroristi “stabilizzatori”
nelle file dei movimenti di protesta, per alzare il livello dello
scontro ed impedire sul nascere ogni forma di eventuale dissenso o,
soprattutto, che esso si saldi, a macchia d'olio, in una nuova “primavera dei popoli
europei”, in un nuovo 1848.
Non
si illudano i tecnocrati europei, sarà solo questione di tempo, ma,
con il perdurare di questo assolutismo monetario e soprattutto con
l'irrigidirsi di questa feroce indifferenza sociale, nuovi patrioti
sorgeranno e saranno implacabili, e non ci sarà nulla in grado di
fermarli, così come non ci fu nulla che impedì di sconfiggere lo
strumento più avanzato di repressione poliziesca e militare
predisposto dopo il Congresso di Vienna: la Santa Alleanza.
I
patrioti mazziniani furono considerati terroristi prima di essere
riconosciuti come eroi, lo stesso Mazzini fu costretto a morire in
clandestinità, dallo stato sabaudo massacratore del Meridione.
Così,
chi oggi minaccia e imprigiona il dissenso o lo tortura in carcere,
prima o poi, farà la fine degli sgherri di allora.
Si
va infatti configurando una realtà sociale fatta di paesi, in primis
il nostro, in cui più del 40% dei giovani è condannato alla
disoccupazione cronica e non ha altra alternativa che prostituirsi al
migliore offerente, nella stragrande maggioranza dei casi corrotto,
criminale ed in combutta con amministratori e governanti altrettanto
infami, beceri e corrotti.
Questi
giovani, prima o poi, capiranno, come lo capirono un tempo i loro
avi, scrivendolo sui loro neri stendardi, che bisogna necessariamente
poter vivere lavorando o saper morire combattendo.
Persino
questo papa ha saputo raccogliere e rilanciare il grido dei disperati
della terra e delle masse emarginate delle società votate al
monoteismo mammonico dei mercati, gridando senza mezze misure:
“Comandano
i soldi! Comanda il denaro! Comandano tutte queste cose che servono a
lui, a questo idolo. E cosa succede? Per difendere questo idolo si
ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono gli anziani
perché in questo mondo non c’è posto per loro! Alcuni parlano di
questa abitudine di "eutanasia nascosta", di non curarli,
di non averli in conto… "Sì, lasciamo perdere…". E
cadono i giovani che non trovano il lavoro e la loro dignità. Ma
pensa, in un mondo dove i giovani - due generazioni di giovani - non
hanno lavoro. Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non
hanno dignità! E’ difficile avere dignità senza lavorare. Questa
è la vostra sofferenza qui. Questa è la preghiera che voi di là
gridavate: "Lavoro", "Lavoro", "Lavoro".
Una
preghiera che però può anche diventare facilmente un grido di
battaglia.
Non
vogliamo la violenza, sappiamo altresì che è socraticamente meglio
subire il male piuttosto che esercitarlo o diventarne complici e
allora, se questo è vero, concretamente, dovremo anche dedurne il
fatto che quando il male continua ad essere esercitato con l'esigenza
di un voto finto, dovuto ad una legge elettorale antidemocratica e
palesemente oligarchica, è un imperativo categorico considerare di
non doversi rassegnare a ciò che si vorrebbe far credere “male
minore”, ma è piuttosto indispensabile non diventare complici ed
esecutori di quel male.
Con
quel “male elettorale” infatti si concede a parlamenti feroci di
legiferare crudelmente contro chi è più debole ed indifeso. Meglio
dunque non lasciarsi “contagiare”
Chi
può dunque preghi, chi non può, lotti e lo faccia senza alcuna
paura né requie..nonostante il desolante panorama politico e la perdurante
desertificazione di ogni iniziativa autenticamente rivoluzionaria ed
innovatrice, i segnali di vitalità ci sono anche quando i media
asserviti al potere vogliono farli sembrare “eversivi”.
Dobbiamo legittimamente difenderci da quella violenza che è intrinseca ad un sistema inumano, il quale procede con fredda
determinazione. Con esso si manifesta l'arcano
e l'orrore, oggi rappresentato dalla volontà di potenza con la quale
si pretende di eternizzare un contingente votato alla dismisura e
alla distruttività che ne consegue, quasi che il tempo stesso fosse
destinato ad essere schiavizzato, con i più poveri e deboli della
terra, con i giovani e gli anziani, con il passato e il futuro
dell'umanità, aggiogandolo ad un presente senza speranza, inchiodato
al rigore di una assoluta mancanza di alternative.
Il
rivoluzionario però (perché oggi in Europa è tempo impellente di
autentici rivoluzionari) non ha fretta né paura: né di torture, né
di morte o di carcere, e tanto meno di vecchiaia o di malattia.
Come
scriveva infatti Carlo Rosselli: “Dalla
calma risoluta del rivoluzionario si misura la sua forza. Egli è
tanto sicuro della bontà della sua causa che accetta con serenità
il trascorrere degli anni e anche la propria morte prima che la
battaglia sia vinta, nella certezza che altri la proseguiranno”
Egli dunque non teme nemmeno il tempo.
Per
un autentico rivoluzionario infatti il “principio speranza” non
si esaurisce mai, esso è consustanziale al tempo e alla sua stessa
vita, che gli appare così come un perenne debutto.
E
ciò che oggi accade per coloro che non abbandonano mai tale
principio è appunto un “debutto”
Ce
n'est qu'un debut, continuons
le combat
C.F.
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