Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 21 marzo 2018

A LIVORNO, RITORNO AL FUTURO







                                                  di Carlo Felici

Carissime compagne e compagni,
impossibilitato da gravosi impegni ad essere con voi a Livorno, vi invio questo mio messaggio di incoraggiamento, con alcune mie considerazioni su ciò che, a mio avviso, può e deve contare per rendere il Socialismo Italiano ancora vivo e presente.
Chiariamo subito una questione, che deriva anche dall'ultimo esito elettorale: l'atomozzazione dei socialisti italiani ha raggiunto in questa ultima occasione i suoi livelli più bassi e grotteschi, oltre che direi ridicoli. Sostanzialmente i socialisti oggi rimasti in Italia e, chi più o chi meno, aventi come partito di origine il PSI, si sono divisi in tre: una componente è andata a sostenere una lista populista di sinistra insieme ai comunisti e ai centri sociali: Risorgimento Socialista. Un'altra componente fortemente critica verso il PSI ha cercato di inserirsi nella lista dei fuoriusciti dal PD e guidata da Grasso, alcuni con risultati inconcludenti e altri con l'unico risultato di farsi espellere dal PSI. E infine la terza, restando nel PSI, ha messo (è il caso di dirlo letteralmente) INSIEME una lista con Verdi e prodiani, la quale, a sua volta, alla ricerca di un impossibile riscatto identitario, non ha avuto che un misero risultato da prefisso telefonico magari buono solo per ET..nel suo disperato tormentone..telefono..casa, forse il peggiore di tutte, l'unico socialista eletto tuttavia risulta oggi il segretario del PSI, che è stato sostenuto nel suo collegio dal PD. Ed è quindi lui il vero ET (Extra Trombati).

La chiamavano trinità ed ebbe come unico risultato l'azzeramento delle candidature e delle liste socialiste e l'autopromozione a senatore del segretario del PSI. Il quale, cosciente sia del suo risultato sia del fatto che il PSI ormai è legato mani e piedi alla sua sorte, ha rassegnato le dimissioni, sapendo benissimo che sarebbero state respinte. D'altronde come negare che il PSI oggi sopravvive solo grazie al successo della sua candidatura?
Ma il PSI, ormai lo sanno anche i bimbi dell'asilo, non è il Socialismo Italiano, e quindi, carissime compagne e compagni, dovremmo chiederci seriamente dove sta il Socialismo Italiano e se davvero lo possiamo trovare da qualche parte, o paragonarlo a qualcosa che ancora esiste nel mondo.
A quest' ultimo quesito potremmo rispondere che solo nei paesi anglosassoni, paradossalmente, sebbene per tanto tempo in essi sia stato respinto in condizioni marginali, oggi è tale da manifestare in pieno tutta la sua vitalità, mentre in quelli europei e mediterranei è in piena decadenza.
Questo vuol dire un fatto certo che i cosiddetti socialisti dell'Europa senza se e senza ma, dovrebbero considerare seriamente. Il Socialismo non è ancora al potere ma si rafforza di più fuori che dentro l'Europa, in Inghilterra con Corbyn, negli USA con Sanders e in Sudamerica con vari leaders che pur sopravvivono alla morte di Chavez e di Castro, con intenti e prospettive dichiaratamente socialisti. La UE e con essa il FMI, la Troika, la NATO e tutte quelle strutture sovranazionali che hanno imposto in Europa il primato dell'economia sulla politica, è di fatto antisocialista, impedisce a priori politiche keynesiane, rende vano in partenza ogni eventuale new deal europeo che possa sforare necessariamente i parametri di Maastricht e tende continuamente a mettere il cappio al collo dello spread a qualsiasi governo che possa minimamente immaginare un assetto diverso da quello contingente il quale sta portando, in nome del monetarismo ad oltranza, un intero continente verso la xenofobia populista e verso nuove forme di nazionalismo.
In tal modo, risulta del tutto evidente che l'euro è servito soprattutto alla Germania a far pagare ad un intero continente i costi della sua riunificazione, e a tutti i popoli dell'eurozona la stabilità monetaria e la supremazia economica continentale della nazione tedesca. Tutto ciò con una Germania in cui la socialdemocrazia è completamente asservita agli interessi nazionali e all'oltranzismo monetario, senza per altro curarsi né delle prospettive internazionali, né di una autentica e più proficua redistribuzione delle risorse nella stessa Germania soprattutto tra Est e Ovest.
E' quindi evidente che il Socialismo che non è condizionato da questi fattori eurocentrici risulta più libero, credibile ed autentico, tale cioè da raccogliere larghi consensi.
Nella UE invece, facendo da puntello permanente alle politiche neoliberiste, esso è stato del tutto screditato ed è quindi in calo verticale di consensi. In Germania sopravvive abbracciato strettamente al potere, ma con esso sta lentamente affondando nelle stesse sabbie mobili che si è costruito, una elezione dopo l'altra.
La sinistra in Italia non esiste più e le opposizioni populiste sono ormai nelle stanze del potere, l'Italia anticipa, come in altre epoche storiche, ciò che progressivamente avviene poi in tutta Europa.
La storia non si ripete, ma ha i suoi corsi e ricorsi, per cui attualmente siamo di fronte ad un forte ricorso nazional-populista che non promette nulla di buono, ma che, in ogni caso, è ancora in gran parte da vedere nella sua attuazione, pur essendo ormai diventato ineluttabile.
Per reagire a tutto ciò, in senso autenticamente socialista, non è possibile tornare indietro di 100 anni ad una ragione positivista turatiana che oggi non solo non esiste più, ma risulta del tutto antistorica, avendo già dimostrato di esserlo già 100 anni fa durante la prima guerra mondiale.
E' infatti già assodato che allora, senza nulla togliere al ruolo svolto da Turati tra la fine dell'800 e i primi del 900, avevano più ragione i Corridoni, i Labriola, e soprattutto i Rosselli, ma non sto a dilungarmi in ulteriori considerazioni storiche che per altro ho già svolto.
Oggi, carissime compagne e compagni, è necessario un salto di qualità e per far questo anche una sorta di esame di coscienza critico da parte delle tre componenti socialiste rimaste che analizzo nello specifico.
Risorgimento Socialista coglie meglio di tutti questa aporia imprescindibile tra Europa e Socialismo, non si può sviluppare il Socialismo in questa Europa che è di fatto nettamente antisocialista, però non riesce ad uscire dal piccolo recinto residuale di una sinistra che ancora procede per slogan, per riesumazione di antifascismi inconcludenti (guardiamo quanti voti hanno preso i movimenti neofascisti, praticamente la stessa percentuale irrisoria della sinistra in coma profondo), con programmi desueti che richiamano alla necessità dello stato sociale senza se, senza ma e però anche senza risorse, rincorrendo più o meno gli stessi parametri e nello stesso spazio elettorale di chi è ormai già fuori da questo schema, ed ha già sviluppato il suo populismo “puro” senza rottami ideologici: la Lega e Il M5S. A voler occupare uno spazio già occupato, si rischia di avere solo il consenso di quell'ombelico che ci si limita a contemplare in continuazione.
I Socialisti in Movimento, credendo che la vittoria referendaria del No rappresentasse un vero e proprio spartiacque politico, anche nella sinistra, hanno creduto erroneamente che, in nome di esso, si potesse costruire un nuovo partito di sinistra in chiave alternativa al Partito Democratico, trascurando però completamente alcuni fattori. Il primo, e cioè il fatto che Liberi e Uguali non è un partito ma una lista elettorale costruita non mediante un autentico dissenso politico dal PD (infatti molti dei suoi appartenenti votarono i peggiori e più antisociali provvedimenti di Monti), ma soprattutto per garantire una presenza parlamentare a coloro che Renzi aveva deciso di depennare dalle sue liste elettorali. Il secondo è che ormai la sinistra non fa più alcuna presa sull'elettorato, che è in grado di riconoscerla anche se si maschera dietro un magistrato e dietro uno slogan, dal quale non a caso manca la fraternità, senza la quale, la libertà e l'uguaglianza sono solo una presa per i fondelli. Che non può che mancare tra chi ha votato la legge Fornero, il Job act, la buona scuola e via dicendo..insomma tra coloro che fino a ieri erano in uno schieramento tutt'altro che fraterno e solidale. Il terzo, infine, è che quello schieramento, che di rosso oltre che forse un po' di vergogna aveva solo il simbolo, è stato percepito come potenzialmente collateralista, e cioè pronto, alla prima occasione, non solo a sostenere un eventuale centrosinistra a guida PD, ma persino a rientrare nel PD qualora la pietra dello scandalo renziano fosse stata rimossa
Ci spiace per i socialisti che si sono illusi di ricollocarsi in questa ben misera prospettiva politica, ma è andata male...molto male.
E veniamo infine alla terza componente, quella dei naufraghi aggrappati al relitto della scialuppa. Eh, sì perché il PSI non è più nemmeno una scialuppa di salvataggio, dato che quest'ultima si è schiantata contro gli scogli dell'esito referendario, verso i quali il suo segretario l'ha portata incautamente, prendendo posizione per il Sì e trascurando del tutto il fatto che ciò non solo sarebbe stato fallimentare ma, per di più, avrebbe aperto una spaccatura profonda nella chiglia del PSI, tale da farlo affondare definitivamente. Oggi abbiamo quindi solo un suo relitto su cui c'è seduto solo il suo segretario ET (Extra Trombati) mentre gli altri, in mare aperto, gli restano aggrappati per non restare dispersi e affondare miseramente. Magari ululando ancora alla luna...: solo nel PSI si è socialisti!.. temiamo che non ci siano più nemmeno i chiari di luna ad ascoltarli.
Nel suo cupio dissolvi però, il PSI aveva avuto una bella intuizione che, se supportata da tempo con un vero progetto politico rilanciato con convegni, nel web, magari anche con altri strumenti mediatici, e con sperimentazioni territoriali, avrebbe potuto avere e meritare ben altro successo.
Unire l'ambientalismo ed il socialismo, con intenti democratici, non solo in una misera listarella elettorale dell'ultima ora, tanto per stare INSIEME, ma soprattutto per creare un programma ed un progetto politico Ecososocialista Democratico che avrebbe potuto essere il vero futuro della sinistra, e senza avere per altro bisogno della sinistra in quanto tale con la sua scia infinita di fallimenti.
Mettere al primo posto questione sociale e questione ambientale, come vado dicendo da tempo, quasi voce che grida nel deserto, per creare posti di lavoro insieme alla valorizzazione di un ambiente non solo naturale ma anche artistico tra i migliori del mondo. Pensiamo per esempio a quanti posti di lavoro si possono creare rinnovando l'impianto idrico italiano, quanti nella tutela del patrimonio boschivo, quanti nella dotazione di impianti ad energia solare, quanti nella digitalizzazione e nella promozione delle bellezze artistiche
Per fare questo però ci vogliono risorse e una grande pulizia della mente e della società
Non si può innovare rischiando al contempo di buttare tutto nell'ennesimo pozzo senza fondo delle mafie e della corruzione. Quindi Ecosocialismo anche per una autentica pulizia sociale della società e non solo polizia, specialmente quando ci accorgiamo che anche questa è prigioniera di vecchie logiche repressive stabilizzati. Lo stesso vale per la Magistratura. La pulizia, intesa come integrità ed ecologia sociale applicata a tutti i rami della società, a partire da quello educativo.
Dal punto in cui siamo, carissime compagne e compagni, possiamo solo risalire, perché temo che più in basso non si possa scendere, più in basso ci sono solo le illusioni onanistiche, le fantasmagoriche pippe sul rinnovamento della sinistra con nuove sorti e progressive, il miraggio delle future Epinay che pure in Francia portarono alla presidenza un socialista sciovinista europeo che da giovane era nella Cagoule e da vecchio fu fiero oppositore di un autentico socialista come Thomas Sankara.
Dimentichiamo anche l'illusione della rinascita identitaria in un secolo ed in un millennio in cui i giovani che votano per la prima volta a stento sanno che cosa significa la parola socialista, e meno che mai sanno cosa è stato, non dico Turati o Pertini, ma persino Craxi.
Il socialismo del pannolone adatto solo ad ultrasessantenni, scusate se lo dico in maniera così impietosa, val bene solo per una prece, e se ne sentono di infinite nel web...come tanti lugubri lamenti funebri
Mettiamoci in testa che un autentico progetto socialista deve andare oltre gli steccati dei parametri europei, avere coraggio, guardare ai paesi anglosassoni dove non è schiavizzato dal ricatto del debito, essere coniugato con una economia sociale di mercato in cui i profitti non servono per mire speculative ma sono equamente distribuiti ed il sistema fiscale alimenta lo stato sociale senza sprechi e corruttele. Deve ridurre il ruolo della burocrazia, essere orientato verso l'innovazione tecnologica ed il decentramento, premiare il merito, ma sostenere l'indigenza, tutelare servizi e beni comuni e mettere tutti nelle stesse condizioni di opportunità, promuovere la scuola della ricerca e della collaborazione per primati di equipe.
Essere commisurato alle risorse ambientali e culturali del nostro Paese. E soprattutto essere basato sulla capacità di mobilitazione permanente.
Lo aveva già inventato nei suoi principi fondamentali ed umanistici colui del cui ritratto erano piene le prime sedi del Partito Socialista già dal 1892, ed era Garibaldi, in lui, infatti, socialista ed ecologista erano tutt'uno, essere patriota e internazionalista erano un'unica vocazione, etica ed impegno politico indissolubili, popolo ed esercito una cosa sola.
Mi dispiace carissime compagne e compagni di non essere lì in camicia rossa, ma vi assicuro che la prossima volta non ve la farò mancare.
Non è facile indossarla, bisogna meritarsela giorno dopo giorno, anche quando scende la notte come oggi, ma si ha sempre fede nel Sol dell'Avvenire.



2 commenti:

  1. Questo compagno è un combattente, ed io se verrò a Livorno, lo proporrò come Presidente del nascente Partito Socialista Unito, con la vocazione a difendere i lavoratori, i deboli, i perseguitati da una Legge Vecchia ed obsoleta che non garantisce all Donne di vivere serenamente, specialmente quelle che sono sottoposte a Stolking. Infine un pensiero ai non Socialisti che hanno svenduto un patrimonio storico, ideologico ed hanno usato il simbolo del garofano rosso per due posti in questo Parlamento ove la Sinistra non è rappresentata, se non da ex DC, poi Margherita, poi Ulivo, infine PD. Tacco di Ghino.

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  2. Grazie per aver apprezzato e per la candidatura, io sono solo "uno della compagnia", come avrebbe detto Labriola, che mi è sempre piaciuto più di Turati
    Carlo Felici

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