Commemorare un Papa come Francesco è impresa davvero ardua per chiunque, nonostante i media ci stiano propinando in continuazione di tutto e di più su di Lui.
Sicuramente su un sito come questo, qualcuno si aspetta che si mettano in risalto i temi sociali, con i quali Papa Bergoglio si è sempre impegnato durante tutto il Suo pontificato.
Noi cominceremo col dire che non avrebbe di sicuro gradito tutto questo clamore mediatico, né che si dichiarassero da parte dello Stato Italiano, ben cinque giornate di lutto nazionale, oscurando pertanto le commemorazioni del 25 Aprile da fare “senza clamore e in sordina”, bella furbata, da parte di un governo guidato da chi nel 25 Aprile non si è mai identificato pienamente, provando addirittura ad equiparare torti e ragioni, vincitori e vinti..
Ma la cosa che stride di più è l'ostentazione di amicizia con questo Papa che si è speso fino all'ultimo per la pace e che ha detto esplicitamente di “vergognarsi” per l'aumento delle spese militari, da parte di un governo e di una Europa che hanno fatto dell'aumento delle spese militari un caposaldo del loro interventismo politico.
Di Papa Francesco, come di tutti quei grandi personaggi che hanno agito in vita senza peli sulla lingua, disturbando non pochi centri di potere e personaggi a loro intorno, si può dire che fu tanto osteggiato, quanto oggi viene celebrato, quasi in una sorta di rito esorcistico affinché non ne venga un altro come Lui
E sicuramente non ne verrà un altro come Lui, anche perché per mettere d'accordo tutto un conclave cardinalizio, aumentato a dismisura negli ultimi anni, per rappresentare tutti i Paesi del mondo, ci vorrà davvero la Grazia dello Spirito Santo
Papa Francesco sarà sicuramente ricordato per il suo coraggio, ed il suo strenuo impegno per la pace e la giustizia sociale ed ambientale, Lui è stato capace di accogliere i temi principali della Teologia della Liberazione sorti negli anni 70 in America Latina, senza radicalizzarli né ideologizzarli, ma incanalandoli saggiamente nella Dottrina Sociale della Chiesa.
Ovviamente questo non solo ha suscitato molti malumori nelle sale vaticane, ma anche parecchia avversione da parte di chi non ha mai avuto “orecchie per sentire”
Papa Francesco ha riconosciuto lo Stato Palestinese, parlando di genocidio a Gaza, non ha avuto mezzi termini per rimarcare come la NATO “abbaiasse ai confini con la Russia” e per questo, lo Stato Israeliano ha addirittura ritirato le sue condoglianze, nonostante la protesta di alcuni suoi ambasciatori, aggravando così il suo isolamento nel contesto internazionale ed evidenziando la sua miseria morale
Papa Francesco era considerato un conservatore quando cominciò a diffondersi la Teologia della Liberazione in America Latina, ritenuta a torto una appendice religiosa del castrismo ma, una volta diventato Papa, ha sicuramente accolto molti dei suoi temi principali, in particolare l'opzione preferenziale per i poveri e la tematica ecologico-ambientale, sicuramente in collaborazione con il teologo brasiliano Leonardo Boff, la sua enciclica “Laudato si'” ne è uno specchio molto fedele.
Papa Francesco non è stato un “socialista”, anche perché la Chiesa gerarchica e tuttora fondata su una monarchia pressoché assoluta, dotata anche se minimamente, ancora di potere temporale, non può esserlo, e tanto meno può esserlo il suo capo che ovviamente non può neanche diventare repubblicano e democratico, lo abbiamo già visto dai tempi della Repubblica Romana del 1849, fatta bombardare con la “benedizione” di un Papa che si dichiarò poi infallibile ed è stato pure recentemente fatto santo.
Ma sicuramente Papa Bergoglio ha accolto in pieno temi ormai abbandonati dalla stessa cosiddetta sinistra che di recente non si è nemmeno vergognata di equiparare il nazismo a quel comunismo che liberò l'Europa da Hitler a costo di più di 20 milioni di morti, dimenticando che Stalingrado venne ben prima della sbarco in Sicilia ed in Normandia, e che i campi di sterminio vennero liberati per la prima volta dall'Armata Rossa. Per questo, ma anche per molto altro, che ha avuto solo come conseguenza in Italia l'affermarsi di un governo erede storicamente di chi antifascista non è mai stato, la parola “sinistra” dovrebbe essere cancellata dal nostro vocabolario, in nome di un Socialismo che, come vediamo tuttora in Spagna e non solo, ancora ha molto da dire.
Papa Francesco ha parlato chiaramente di “una struttura ingiusta” fondata sul “primato del denaro che collega tutte le esclusioni”, e basata sulla rapina perché “rende schiavi, ruba la libertà” “mitizza il progresso infinito e l'efficienza incondizionata”.
E che cosa è questa struttura se non un capitalismo senza freni e senza misura, abbandonato alla sua corsa sfrenata verso il suo esclusivo auto-potenziamento che macina inesorabilmente popoli, individui, interi Stati e ovviamente ogni tipo di opposizione, riducendola al silenzio con la violenza quando cerca di organizzarsi e protestare, quando una fabbrica viene miseramente smontata e delocalizzata, mandando per strada tutti i sui lavoratori i quali, se protestano, vengono pure pestati dalle forze di polizia. Cosa è questa struttura se non quella che priva interi stati, di servizi sociali fondamentali come l'assistenza sanitaria, la scuola, i trasporti, privatizzandoli e lasciandoli alla fruizione di chi solo può permetterseli con il proprio denaro? Cosa se non quella che non esita a mettere al primo posto la guerra e gli armamenti, al di sopra di ogni diplomazia ed azione umanitaria?
Papa Francesco ha avuto il coraggio di affrontare la lotta globale contro questa struttura con le sole armi del suo pacifico e sorridente pontificato
Ha detto chiaramente che «Non serve una politica per i poveri, ma una politica dei poveri». E questo era proprio il nucleo centrale della Teologia della Liberazione che questo Papa è riuscito a fare entrare nella dottrina ecclesiastica senza che ne divenisse il fulcro ideologizzante
Ovviamente non mancano le critiche, da parte di chi lo ritiene tuttora un protagonista della globalizzazione con i suoi processi perversi di migrazioni senza misura che riducono il costo del lavoro e portano a nuove schiavitù salariali, o di chi lo considera un Papa che ha svuotato piazza San Pietro per la pandemia, chiudendo le chiese, sostituendo l'acquasantiera con il gel antisettico, e persino di chi ritiene che abbia portato sull'altare di Cristo la politica anziché i temi religiosi e mistici. E inoltre da parte di chi evidenzia che non ha fatto poi molto per emancipare le donne nella Chiesa, o gli omosessuali, o le coppie di fatto, non modificando in alcun modo il Catechismo della Chiesa Cattolica, tuttora legato dottrinalmente al suo predecessore, il quale persiste come la colonna portante dell'istituzione cattolica. Pur avendo Papa Bergoglio lottato, memore delle sue esperienze nelle favelas, sempre per riconoscere la dignità delle persone più emarginate, pur essendosi egli schierato sempre dalla loro parte, la sua concezione della stessa teologia ed azione della Chiesa, non è ancora entrata nella sostanza e nelle strutture portanti della stessa istituzione cattolica, e per di più non ha fatto aumentare il numero delle persone che frequentano la Chiesa o la Comunione sacramentale.
Il successore di Papa Bergoglio dovrà capire bene che per incrementare la credibilità della Chiesa e la sua efficacia pastorale, non basteranno le dichiarazioni di intenti, i bei discorsi, le apparizioni o i viaggi plateali, ma bisognerà intervenire nelle strutture stesse istituzionali della gerarchia vaticana, da tempo immemore inamovibili, per timore di ulteriori disgregazioni o scismi
Non è più tempo di praticare l' “ut unum sint” solo con le parole o con l'esempio. Il primo Francesco non si mise contro la Chiesa come i catari e gli albigesi, perché sapeva che non avrebbe avuto scampo, ma è tuttora ricordato in un bellissimo dipinto, come colui che seppe rimediare al crollo imminente di tutta la struttura della Chiesa stessa, o almeno colui che la avvertì molto tempo prima del pericolo che avrebbe corso secoli dopo quando la protesta non avrebbe potuto più essere arginata.
Papa Francesco, nonostante abbia dovuto necessariamente presentarsi non con le vesti del Poverello di Assisi, che visse in una Porziuncola costruita con la sue mani senza nemmeno aver preso i voti ecclesiastici, ma solo agendo con il suo esempio e dichiarando di non volersi separare dalla Chiesa del suo tempo, ma con quelle, comunque di un Capo di Stato, dotato di potere temporale e istituzionale, credo abbia cercato di avvertire la Chiesa di questo pericolo imminente che addirittura , secondo una antica profezia, porterebbe il prossimo suo successore ad essere l'ultimo Papa.
E' vero sì che “morto un Papa se ne fa un altro” sempre ed è altrettanto vero che l'Azione dello Spirito nella storia umana, non segue le profezie ma solo il suo principio fondante, cioè la perfezione, l'armonia e la universale costruzione basata sull'Amore, cioè Dio stesso
Ma è altrettanto vero che senza ristrutturazioni architettoniche che superino il logorio dei tempi, la intera struttura prima scricchiola, poi crolla, e il sintomo maggiore di questo crollo imminente è la fuga stessa dei suoi abitanti dal suo interno
Quindi credo che seriamente il prossimo Papa dovrà riflettere innanzitutto su quante persone vanno ancora in chiesa e perché lo fanno. Il predecessore di Papa Francesco era convinto che la Chiesa fosse fatta da “pochi ma buoni” ma Papa Francesco ha predicato ovunque l'apertura a tutti costi verso chiunque, tranne forse che nella pandemia, ora il nuovo Papa dovrà ben riflettere ed operare affinché non gli edifici ma la stessa struttura architettonico istituzionale e dottrinale possa essere veramente accogliente per i fedeli della Chiesa del Terzo Millennio
Il mondo di oggi non solo ha perso l'innocenza, ma addirittura ha paura della stessa innocenza, perché non c'è nulla di più eversivo rispetto ad una innocenza che riconosce il male a prima vista. Eppure è l'innocenza che ha sempre cercato Cristo e per questo ci ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso» il bambino è il simbolo stesso di un essere umano capace di riconoscere il male a prima vista, senza essere ancora condizionato dalla sua educazione, cultura o persino dalla sua religione
Per questo in un Occidente autoreferenziale che gira sempre intorno al suo profitto, non nascono più tanti bambini, per questo è necessario che si rifletta su come educarli a progettare un mondo nuovo che li aiuti a mantenere la loro innocenza, indispensabile per combattere ed emendare il male
Forse il prossimo Papa dovrà pertanto riflettere sulla principale preghiera del cristiano che temiamo Papa Francesco abbia vanamente modificato, lasciando sostanzialmente intatto l'errore
Non si dice più “non ci indurre in tentazione”, ma “non abbandonarci alla tentazione” come se un Padre amorevole potesse tentarci o addirittura abbandonarci. No, il senso e la lettura originaria del Padre Nostro è “non lasciare che la tentazione entri in noi”, quindi la traduzione migliore è “proteggici dalla tentazione”, “aiutaci nella tentazione” Non è la paura ma il bisogno vitale di Dio, non timor Dei sed Amor Dei che ci salva
E la tentazione è sempre il dubbio, l'esitazione, la mancanza di consapevolezza. Aiutare qualcuno operando in Grazia di Dio, vuol dire dunque non fornirgli una stampella assolutrice, ma renderlo più consapevole, accogliendolo con Amore fraterno, senza giudicare se sia in linea o no con il Catechismo della Chiesa Cattolica, una prigione dottrinale dorata per una Buona Novella che abbatte tutte le prigioni ed è sempre viatico di Via, Verità e Vita.
Carlo Felici