Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 10 gennaio 2024

MANI TESE, VERSO DOVE?

 



Sarà bene precisarlo subito, prima di svolgere ogni ulteriore riflessione: il neofascismo italiano è stato sempre una tragica buffonata.

A spiegarlo bene e con tutti i particolari è l'unico “velleitario fascista” rimasto in Italia, Vincenzo Vinciguerra, a cui abbiamo già dedicato un articolo lo scorso maggio, tuttora in carcere perché condannato all'ergastolo, in un suo libro dal titolo: “Camerati, addio”

Diciamo “velleitario” perché, essendo nato nel 1949, lui del fascismo storico non vide nemmeno l'ombra, autenticamente “fascista”, perché se non altro, nei suoi assunti e scritti, è sempre stato coerentemente contro le demoplutocrazie e contro i loro sostenitori “atlantisti”, fino a pensare di combatterle militarmente e donchisciottescamente.

Non a caso il libro di Vinciguerra reca in copertina la fiamma del MSI, oggi perdurante nel simbolo di Fratelli d'Italia, a cui si sovrappone la bandiera USA.

Perché è del tutto evidente che il neofascismo sia moderato che terrorista, ha avuto sempre come sostenitore occulto e come, a sua volta, finalità di sostegno, l'Alleanza Atlantica, la NATO, il ferreo anticomunismo, fino alla caduta del muro di Berlino ed oltre. Ora naturalmente la finalità e antirussa, perché i poteri forti filoatlantisti hanno come scopo una divaricazione profonda tra Europa e Russia, non solo sul piano militare, ma soprattutto su quello energetico e delle materie prime. E' facile comprenderne la motivazione: una accresciuta e strettissima dipendenza militare, economica ed energetica dell'Europa dagli USA, grande potenza che rischia di essere messa all'angolo nell'egemonia mondiale, dall'alleanza tra Russia e Cina.

Di qui il conflitto in Ucraina e l'allargamento del fronte del conflitto al Medio Oriente, che rischia una ulteriore espansione su altri scenari bellici.

Il neofascismo italiano, è sempre stato inossidabilmente fedele alla strategia di guerra fredda (con folate molto calde) che ha investito il dopoguerra, come quinta colonna in Italia di servizi segreti militarizzati, a loro volta guidati in quel periodo da personalità di spicco del mondo militare ex fascista.

E ciò nonostante lo stesso Mussolini in uno dei suoi ultimi roboanti discorsi avesse proclamato che “L'antitesi Mosca-Nuova York si supera solo con la pratica e la dottrina di Roma”.

Evidentemente non spiegò quale Roma dato che di “città eterne”, nel corso della storia, ce ne sono state tante, quella antica repubblicana, quella davvero imperiale, quella universalmente cristiana, quella papalina, quella brevemente repubblicana e mazziniana, quella savoiarda e infine quella falsamente imperial-fascista..prima della Roma capitale della nostra Repubblica..e di certa mafia..

Egli evidentemente intendeva la “sua”, regalatagli e sottrattagli da un re codardo e fuggitivo, in cui Mussolini aveva cercato di rinnovare gli antichi fasti più con la cartapesta e con la retorica che con fatti e conquiste durature e concrete.

Ma il Duce, se non altro, pur essendo stato sponsorizzato nella conquista del suo governo dai “poteri forti” di allora...Massoneria, Vaticano, industriali, agrari, multinazionali petrolifere estere e via dicendo.., nell'ultimo periodo della sua sciagurata avventura politica, pur facendo da sostenitore ad un regime nazista, razzista, xenofobo e genocida, che occupava il nostro Paese e non ci avrebbe più ridato le “terre irredente” costate quasi un milione e mezzo di morti, feriti, mutilati e dispersi, cercò di recuperare fuori tempo massimo i valori del socialismo sansepolcrista, provando almeno a salvare l'apparato produttivo dell'Italia settentrionale dalla distruzione e dallo schiavismo a cui lo avrebbe sottoposto un Hitler agonizzante e in delirio da “arma segreta”.

Quelli della Repubblica Sociale Italiana erano principi sostenuti anche da coloro che erano stati autenticamente socialisti, come Bombacci, o avevano fatto una seria riflessione sul socialismo e il marxismo, come Gentile. E cozzavano frontalmente contro il neoliberismo, l'atlantismo, il capitalismo sfrenato, quello che, con buona pace di tutti i partigiani che combatterono la Lotta di Liberazione, si è poi imposto nel nostro Paese, anche in barba alla nostra Costituzione, che ormai sta stretta a molte forze politiche, e che è l'ultimo baluardo contro l'abbattimento di ogni residuo di Stato sociale, dai beni comuni, alla sanità, alla scuola, ai trasporti e così via.. Tanto che molti dei reduci della RSI chiesero di aderire al PCI, rifiutati come furono da Nenni, emblematico fu il caso di Stanis Ruinas.

Ebbene il neofascismo italiano, con la perenne sponda di un MSI che, da una parte faceva l'occhiolino ai movimenti estremisti falsamente “antisistema”, e dall'altra non vedeva l'ora di legittimarsi come forza politica parlamentare, è sempre stato la quinta colonna di tale apparato atlantista e ipercapitalista. Anche quando teorizzava di volerlo abbattere, in realtà, veniva “usato” per sostenerlo, esattamente come è stato fatto con i movimenti di estrema sinistra. La cosiddetta “strategia della tensione” infatti, ha sempre avuto come finalità non l'abbattimento dello Stato, ma piuttosto il rafforzamento dello Stato in un senso sempre maggiormente plutocratico e capitalista, senza freni e senza limiti. E questo, sarà bene ricordarlo, è avvenuto anche con la connivenza di apparati mafiosi, massonici deviati, criminali e clericali. Come avviene, in modi meno “rozzi”, in gran parte nei paesi anglosassoni, nati per fare dello Stato una espressione della società civile, la quale però ora si sta ampiamente rassegnando a subire il potere delle grandi lobbies iperattive in tutti i settori, in particolare ultimamente, in quello mediatico.

L'Italia, uscita dagli anni di piombo e dalle macerie della prima Repubblica in cui a governare erano ancora le generazioni provenienti dalla Resistenza e dalla creazione della Costituzione, è piombata velocemente nelle mani dei grandi lobbisti, primo fra tutti chi si è inventato un partito per conquistare il potere e garantire i suoi interessi, allineandosi con quelli dei plutocrati come lui sia ad Est che ad Ovest.

Tutto il neofascismo italiano, rinnegando i principi del fascismo morente che illusoriamente inseguiva i suoi sogni della prima ora, condivisi anche da socialisti rivoluzionari come De Ambris e calpestati prima della conquista del potere, tradendo la rivoluzione fiumana, ha servito questa strategia, sia con le sue frange estremiste, sia con il partito destinato a fare la sua lunga marcia nella conquista del potere, recentemente avvenuta.

Perché questo governo, è del tutto evidente, sta al potere non solo perché ha vinto le elezioni, presentandosi prima come il principale antagonista delle politiche calate dall'alto da governi tecnocratici come quelli di Monti e Draghi, per poi di fatto, realizzare tecnocraticamente le stesse misure economiche e anche più penalizzanti e restrittive, prendendo così per i fondelli il suo elettorato narcotizzato dai media occupati politicamente da giornalisti asserviti ad esso, ma sta in piedi soprattutto perché sostenuto dagli USA. I quali, si badi, soprattutto con questa amministrazione democratica, non hanno particolare simpatie per chi governa in Italia, però, in mancanza di alternative, lo considerano il referente ed alleato più servile, fedele ed affidabile. In particolare in questo momento critico in cui gli equilibri geostrategici nel Mediterraneo sono messi a rischio dai vari conflitti in corso.

C'è anche da dire che più una amministrazione USA non brilla per determinazione, forza ed autorevolezza, più è destinato a contare chi la sostiene come alleato, indipendentemente dal suo colore o valore politico, anche se, come abbiamo visto spesso in passato, gli USA fanno presto a cambiare referente in base ai loro interessi. La loro costante è solo l' “orticaria” verso governi socialisti anche se poi, in casa loro, non pochi ormai, tra i cittadini, sono coloro che vedono in un socialismo democratico e aperto alle dinamiche di mercato, ma attento alle tutele verso il cittadino, una valida alternativa al contingente; per le lobbies e le oligarchie plutocratiche però esso evidentemente resta il principale nemico.

Allora, alla luce di tutto questo, la manifestazione con le braccia tese nel saluto romano, il bonario buffetto del Presidente del Senato che a parole condanna il neofascismo e ricorda che il saluto romano non è da tutti considerato reato, così come la levata di scudi antifascista degli schieramenti politici che sono antigovernativi più che antifascisti, dato che i loro rappresentanti, poi a tali commemorazioni ci vanno come altri, il silenzio di chi è a capo del governo, le grida come quelle del pastorello della favola di “Al lupo! Al lupo” quando non ci sono più “pecore” antifasciste da proteggere, tutto questo fa amaramente sorridere, per quanto sia grottesco e senza senso. Noi dobbiamo temere ben altro

Noi dobbiamo temere in Italia una deriva Sudamericana più che il ritorno di un Mussolini in formato bonsai.

Noi dobbiamo scongiurare seriamente un completo snaturamento della Costituzione, vero baluardo per derive fascistoidi, la quale per altro fu difesa votando No, anche da Fratelli d'Italia in occasione dello sciagurato referendum renziano.

Noi oggi dobbiamo dire un NO chiaro, deciso e democratico sia contro lo sfascio dell'Italia delle cosiddette autonomie differenziate che si traducono in un banalissimo: “ogni regione si faccia gli affari suoi” e dobbiamo dirne un altro altrettanto forte e chiaro contro un autoritarismo di ritorno dato da un premierato che azzererebbe il fondamentale compito del Presidente della Repubblica di tutela di quella Costituzione che ci ha garantito ormai quasi 80 anni di Repubblica, per quanto sgangherata, tuttora libera e democratica.

Perché ambedue i progetti, oltre a snaturare la Costituzione, corrisponderebbero al motto fascista “Me ne frego”, che originariamente nacque come sprezzo del pericolo e come affermazione di audacia rivoluzionaria a Fiume, ma che poi è diventato il motto di un potere autocratico e autoreferenziale che ha agonizzato riducendo l'Italia in macerie e oggi rischia di fare lo stesso, riducendo in macerie specialmente i diritti sociali ed economici dei cittadini e il principio di eguaglianza su cui si fonda la legge.

Cerchiamo quindi di guardare in profondità a ciò che ci accade, ascoltando con attenzione le osservazioni allarmate del nostro Presidente della Repubblica, cerchiamo di individuare e contrastare quelle forze che politicamente sembrano opporsi, ma ambiguamente poi sostengono questa deriva antidemocratica, e che lo hanno già fatto in passato. Cerchiamo di mobilitarci di fronte a certi pericoli imminenti, in tutti i modi, dalle piazze reali a quelle virtuali

Quando il dito punta la luna, guardiamo la luna piuttosto che il dito, quando una mano è tesa, quindi, guardiamo il vero futuro a cui tende, più che il passato che evoca.

La verità infatti è sempre lo smascheramento delle più illusorie idiozie.

Carlo Felici.

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