L'Omosessualità è sempre esistita nella storia umana, esiste persino nel mondo animale, per cui, in base ciò dovrebbe essere considerata "normale", oppure semplicemente un modo come un altro di vivere la propria sessualità.Nel mondo antico in Grecia era addirittura associata alla philìa quasi che fosse una forma di amore di coppia da prediligere, persino in senso educativo. Non era così presso gli etruschi che per altro non discriminavano socialmente l'omosessualità e per i romani che vi si adattarono solo assimilando la cultura greca. In tutte le altre culture antiche, persino in quella celtica, era in uso parallelamente ai rapporti bisessuali ed eterosessuali senza particolari problemi.Con lo Stoicismo e soprattutto con il Cristianesimo e con tutte le religioni monoteiste, l'omosessualità è diventata un peccato contro natura, una sorta di abominio L'Ebraismo si esprime infatti così con Levitico 18:22: "con un uomo non giacerai come si giace con una donna: è un abominio!"Nel Nuovo Testamento troviamo: "Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. (Romani 1,24-28.32)"E nell'Islam il Corano riferendosi alla vicenda di Lot, ci illustra vari passaggi contro l'omosessualità e, tra questi, il seguente: "«E rammenta Lot allorché disse al suo popolo: "Voi davvero commettete nefandezze che non commise mai creatura alcuna prima di voi! V'accostate voi dunque agli uomini e vi date al brigantaggio e nelle vostre riunioni commettete azioni turpi?". E l'unica risposta del suo popolo fu: "Portaci dunque il castigo di Dio se sei davvero sincero!".» (Corano 29:28-29).Possiamo dunque dire che essa non è solo una predisposizione della natura del singolo essere umano, ma anche una scelta di cultura e civiltà, e allo stesso tempo che le tre grandi civiltà del Libro la escludono dal loro orizzonte di valori. Un ebreo, un musulmano e un cristiano non possono dunque essere omosessuali, e se lo sono, almeno non devono palesarlo.Ora, di fronte alla domanda a La Russa: "Cosa faresti se tuo figlio fosse omosessuale?" E alla risposta: "Mi dispiacerebbe, più o meno come se fosse milanista (e La Russa è interista), ma soprattutto di fronte alle reazioni stizzite delle varie associazioni gay che hanno replicato: "Una squadra si sceglie, l'omosessualità no", ci viene da piegarci in due dalle risate...non troppo perché non si sa mai..Immaginiamo infatti Rivera, in calze e minigonna tirare il gol del 4 a 3 contro la Germania, oppure che al momento della nascita, il neonato se ne esca dalla mamma sventolando la manina e ammiccando al dottore...cose piuttosto surreali. A parte gli scherzi, la realtà è che si nasce tutti uguali con un sesso "generalmente" predisposto dalla natura, salvo i casi non molto comuni in cui effettivamente la natura fantasiosamente attribuisca fattezze di un genere e sesso di un altro genere. Ma le scelte di vita e soprattutto di rapporti umani e sentimentali, soprattutto nella crescita adolescenziale, sono sicuramente un prodotto della cultura, dell'educazione e della sensibilità di ciascuno, più che della nascita.Non si nasce innamorati, lo si diventa, così come non si scelgono i rapporti come si sceglie una squadra di calcio, se non altro perché chi è omosessuale, bisessuale o eterosessuale non indossa una pelle diversa dagli altri come una casacca sportiva, ma conduce la stessa vita e ha gli stessi rapporti civili, di comunità, educativi e di lavoro oltre che famigliari rispetto a tutti gli altri.Quindi, a meno che non faccia una precisa scelta religiosa e culturale, che è degna del massimo rispetto, ma non può essere imposta a nessuno, vive nei suoi rapporti umani e sessuali una sua "normalità" come tutti gli altri, la quale comporta sia la non discriminazione che la non ostentazione, comporta cioè la necessità del rispetto "da e per" qualcuno più che l'orgoglio di essere qualcosa. E rispetto vuol dire "riconoscere" diritti e anche doveri, a prescindere dalle tendenze sessuali o culturali. Guai infatti ad una pseudociviltà che esalta i diritti e non sa riconoscere i doveri, perché sono due facce della stessa medaglia che identifica la vera civiltà.La vera domanda infine è...quale è la nostra civiltà? Quella laica libertaria o libertina che dir si voglia? Quella cristiana? Giudaica? Musulmana? La risposta peggiore sarebbe...non abbiamo nessuna civiltà e nessun rispetto...nemmeno per noi stessi.
Carlo Felici.
giovedì 23 febbraio 2023
QUALE CIVILTA' DI "GENERE"?
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