Proprio nel giorno in cui un carrozzone di governo in cui c'è
di tutto e pure il suo contrario, almeno apparente, si insedia e giura
su quella Costituzione che avrebbe dovuto almeno ricordare a tutti che
la sovranità popolare resta la base della nostra democrazia, in una
mattinata in cui, in spregio ad essa e ad ogni eventuale volontà
popolare di cambiamento, si decide di continuare ad oltranza, non solo
con lo stesso presidente della Repubblica, ma anche con la stessa
“ammucchiata” trasversale di partiti, di prima delle elezioni, ebbene
arriva un pazzo squilibrato e disperato (così dicono), con una pistola
dalla matricola abrasa, guarda caso proprio come quella dei killer della
criminalità organizzata, a sparare a due poveri carabinieri, di guardia
nella piazza.
Pare volesse uccidere, ma non ha ucciso, pare
volesse suicidarsi, ma non si è suicidato, pare infine volesse
contestare, ma, di fatto, sta dando alla casta e ai suoi vassalli,
valvassori e valvassini, il pretesto per annientare ogni eventuale forma
di sacrosanta protesta popolare.
Le giaculatorie degli scherani
di questa pietosa difesa ad oltranza del contingente autoreferenziale,
quelle dei media a loro asserviti, si sprecheranno nelle prossime ore
nell'amplificare le grida e le invettive contro i seminatori di
odio, contro gli evocatori delle tempeste, ovviamente trascurando del
tutto le vere cause dello scatenamento della tempesta sociale in atto
nel nostro paese, che già ha provocato numerosissime vittime e
tantissimi suicidi, i quali non hanno avuto di certo quel risalto
mediatico ed il fulgore della prima pagina che questo attentatore
sbucato dal nulla sembra stia avendo oggi.
Sono gli stessi carabinieri a rimarcarlo quando dicono: “"La gente non ne può più e se la prende con noi".
Già..ma
quale “gente”? Siamo davvero sicuri che la “gente” che se la prende con
il primo carabiniere che gli arriva a tiro sia proprio quella che
soffre di più ed è più disperata? Siamo davvero sicuri che un individuo
così possa provenire dalle file di quei poveracci massacrati in galera
oppure manganellati a sangue quando provano a difendere il loro salario ed
il loro posto di lavoro, occupando una fabbrica o sbarrando una strada?
Ci
sono troppe coincidenze in questo atto criminoso che si vuole venga
liquidato con la disperazione e con la follia (forse anche perché alle
favole sugli anarco-insurrezionalisti non crede più nessuno) che non
tornano.
Il “pazzo” spara indisturbato ben sei colpi ed i
carabinieri non rispondono al fuoco (per alcuni meno male perché così
nessun altro si è fatto male) lui spara sei colpi, ma il caricatore di
quella 7.65 ne può contenere di più, almeno otto e, guarda caso, lui
però ne aveva messi solo sei e li finisce tutti, così non riesce a
suicidarsi prima che lo gettino a terra. Per fortuna non uccide ma
ferisce, in maniera non letale, infine i fotografi inquadrano persino la
sua arma rimasta a terra, con il caricatore tolto accanto ad essa
(ovviamente dubitiamo che l'abbia lasciata lì proprio lui in tal modo),
ha la matricola abrasa, esattamente come quelle che si reperiscono
clandestinamente magari con qualche contatto con i malavitosi.
I
risultati di questa tragica rappresentazione sono essenzialmente due: il
primo è che molti avranno il pretesto per dare addosso ai cosiddetti
“seminatori di violenza” da qualsiasi parte provengano, forse ancora di
più se saranno sospettati di provenire da un mondo di disperati aizzati
da abili pifferai, il secondo è che i luoghi del potere saranno ancora
più blindati, impenetrabili ed impermeabili a qualsiasi tentativo di
contestazione popolare, a qualsiasi manifestazione di dissenso anche e
soprattutto organizzata democraticamente.
Le forze di polizia di
una Repubblica democratica fondata sul lavoro, sono evidentemente
costituite da lavoratori, i quali hanno per altro non solo il dovere di
difendere le istituzioni civili, ma anche il sacrosanto diritto di
svolgere un mestiere con la piena fiducia dei cittadini e con tutti i
mezzi che a loro spettano. Non dimentichiamo quindi che la loro
sovraesposizione e il fatto che essa determini vittime nei loro reparti,
dipende inesorabilmente dalla mancanza di mezzi adeguati e dai tagli di
cui essi sono vittime, così come lo sono altri preziosi settori dello
Stato: scuola, sanità, trasporti e via dicendo..ovviamente anche perché
quelle indispensabili risorse vengono buttate per l'acquisto di
bombardieri difettosi, per il perdurare di missioni militari senza fine
(e con altrettante vittime) o con opere faraoniche di cui il normale
cittadino italiano può benissimo fare a meno, o in miriadi di apparati
corrrotti.
Non dimentichiamo che nell'ultima manifestazione delle
forze di polizia a piazza delle Cinque Lune, venne denunciato, tra
l'altro, il fatto che NEGLI ULTIMI 10 ANNI I FONDI DESTINATI ALLE INDAGINI ANTIMAFIA SONO STATI PRATICAMENTE DIMEZZATI.
CON LE ULTIME MANOVRE I VARI GOVERNI HANNO DISPOSTO UN TAGLIO DI OLTRE 13 MILIONI DI EURO A FRONTE DI UN TOTALE DI 20 MILIONI.
CON LE ULTIME MANOVRE I VARI GOVERNI HANNO DISPOSTO UN TAGLIO DI OLTRE 13 MILIONI DI EURO A FRONTE DI UN TOTALE DI 20 MILIONI.
E'
del tutto evidente che in Italia i problemi più grossi che impediscono a
questo paese ed ai suoi abitanti di competere alla pari rispetto ad
altri paesi più evoluti in Europa, sono dovuti alla stretta collusione
tra politica e criminalità, la stessa che muove un giro di affari di
circa 70 miliardi l'anno e che è alla base della gran parte del mancato
introito fiscale necessario per impedire ulteriori tasse e manovre da
perdurante salasso ai danni dei cittadini comuni.
Tutti sanno che
questo paese è stato a lungo tenuto alla catena da una stretta
collusione tra servizi segreti deviati, apparati corrotti della
massoneria, mafie di vario genere, manovalanza neofascista, politici
corrotti e compiacenti, e servizi segreti esteri, una volta perché si
aveva la scusa dell'anticomunismo, oggi per garantire l'oligarchia
dominante ed i suoi privilegi strettamente collusi con quelli della
criminalità organizzata.
Da circa 45 anni la violenza
indiscriminata in questo paese è sempre servita per stabilizzare un
sistema di governo, spesso strumentalizzando disperazione e settarismo,
ma, in ogni caso, rendendo impossibile ogni alternativa al potere
contingente.
Non sappiamo quanti siano gli italiani che, in tutto questo tempo, non sono rimasti a dormire davanti alla TV ed hanno almeno imparato qualcosa.
Non sappiamo quanti siano gli italiani che, in tutto questo tempo, non sono rimasti a dormire davanti alla TV ed hanno almeno imparato qualcosa.
Possiamo solo augurarci che almeno capiscano
che la disperazione e la rabbia non si affrontano mai da soli, con il
piglio del giustiziere solitario o con quello dell'ultimo samurai votato
all'estremo sacrificio.
Noi che siamo gli eredi dei Di Vittorio,
dei Buozzi e dei Brodolini, continuiamo a credere che l'ingiustizia, la
corruzione, la sopraffazione e la sacrosanta protesta popolare devono
essere messe in campo collettivamente, mediante quelle organizzazioni
che dovrebbero avere il compito di tutelare i diritti e non svenderli ai
sacerdoti del mercato speculativo globale.
Se essi si sono dunque macchiati di simonia, che vengano pure mandati all'inferno che meritano.
Che
si costruiscano altre e più efficaci strutture di rappresentanza e di
lotta seriamente impegnate a svolgere il loro compito più autentico e
concreto
Questo governo è solo il frutto della disperazione di una casta che non sa più cosa inventarsi pur di restare al potere, persino a costo di ignorare e disprezzare la volontà del popolo.
Questo governo è solo il frutto della disperazione di una casta che non sa più cosa inventarsi pur di restare al potere, persino a costo di ignorare e disprezzare la volontà del popolo.
E' un fortino assediato, una sorta di Fort Apache di una politica arrogantemente fallimentare.
Per
combatterla e vincerla definitivamente non serve certo andare allo
sbaraglio e tanto meno autodistruggersi, o men che mai restare
imbrigliati nella solita rete dell'imbambolamento mediatico collettivo,
occorre piuttosto unirsi tutti e seriamente, operai, disoccupati, agricoltori,
precari, lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, esodati,
cassintegrati, imprenditori seri ed onesti, poliziotti, carabinieri,
magistrati, e persino ufficiali e soldati..
Unirsi ed agire
presto, ma senza lanciare troppi messaggi nella piazza o nel web, essere
concretamente e subitaneamente insieme: tutti per uno e uno per
tutti..e soprattutto farla finita..una volta per tutte.
C.F.
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