La scelta di Vance come vicepresidente si presenta come la vera carta vincente di Trump il quale, dopo il mancato attentato alla sua vita, sembra vedere ormai aprirsi una autostrada in vista della sua rielezione a presidente. E pensare che fino a qualche mese fa molti, per i suoi guai giudiziari, lo davano per spacciato, mentre le sue foto che lo mostrano rialzarsi, sfuggendo anche ai servizi di protezione, con il pugno levato, mentre grida di lottare, ormai sono diventate il simbolo di chi, sfidando ogni condizione avversa si rialza e combatte fino alla fine e fino alla vittoria. Tutto questo fa parte del mito dell'eroe americano che abbiamo visto in centinaia di film western o polizieschi, il protagonista, proprio quando sta per vacillare, si rialza e assesta il colpo definitivo.
Anche la candidatura di Vance fa parte integrante di questo mito, ma solo il tempo ci darà l'opportunità di capire se è solo propaganda oppure farà la vera differenza.
Un tempo avversario di Trump, fino a definirlo “Hitler americano”, poi pentito e persuaso in tutto e per tutto a seguirlo, Vance ha mostrato con la sua autobiografia intitolata “Una elegia americana” e presto divenuta best-seller, fino ad essere trasposta in un film, che un americano povero e svantaggiato, ma determinato ed intelligente, può ancora incarnare il mito del self made man, di chi, con una ferrea volontà e credendo fermamente nei suoi obiettivi, può riuscire a conquistare le vette del successo economico e politico
La sua autobiografia ci dice di più sulle sue idee rispetto al film, e ci spiega anche le ragioni profonde del dilagare del successo di Trump soprattutto fra quei ceti svantaggiati da un modello turbocapitalista di globalizzazione che li ha costretti a vite sempre più marginali e spesso sull'orlo del fallimento o della disperazione. Cresciuto con una nonna amorevole che si è scoperto, per stessa dichiarazione di Vance, che conservava ben 19 fucili carichi in casa, ma che ha saputo garantirgli le basi formative e caratteriali per superare i problemi avuti con una madre tossicodipendente la quale, dopo essersi disintossicata ha partecipato al suo successo applaudendo al suo discorso, Vance rischia di essere “socialmente più avanzato” dello stesso Sanders.
Egli infatti non condanna né demonizza il capitalismo (di cui per altro è divenuto interprete come imprenditore di successo nella Silicon Valley) affermando come Sanders che “i miliardari non dovrebbero esistere”, ciò nonostante le sue idee sono quasi agli antipodi di certa ideologia iperliberista diffusa nel Partito Repubblicano USA, poiché ad esempio, è favorevole alla sindacalizzazione aziendale e al salario minimo, così come è contrario ai tagli alla spesa sociale e non ostile all'incremento delle tasse per il superprofitti, mostrando così di sapere interpretare una sorta di populismo più efficace di quello dello stesso Trump.
Ma non è questo l'unico asso che egli ha nella manica per contribuire al successo dell'ex presidente, Vance infatti è molto popolare presso i giovani e in alcuni Stati in bilico e cruciali per il successo elettorale come Michigan, Wisconsin, Ohio dove egli ha le sue origini, il Minnesota e la stessa Pennsylvania che quasi stava per costare la vita a Trump. Alla popolarità presso l'elettorato giovanile che si identifica in lui come un modello da imitare, proprio perché egli è partito dal nulla, si aggiunge quella di una vecchia generazione delusa dal Partito Democratico che non ha saputo difendere opportunità e posti di lavoro in quelle aree, proteggendole da una delocalizzazione speculativa e selvaggia.
A ciò si aggiunga il fatto che Vance è apertamente schierato contro un aumento delle spese militari per sostenere l'Ucraina, è un ex marine che ha visto la guerra da vicino, e che ha criticato fortemente l'intervento americano in Iraq e in Afghanistan, ribadendo che i militari americani debbono essere utilizzati solo per proteggere gli USA.
Con un curriculum simile, Vance avrebbe potuto seriamente essere il migliore antagonista dello stesso Trump se avesse militato nel Partito Democratico, anche se il PD americano sembra avere dimenticato, un po' come la sua brutta copia italiana, le politiche sociali e quelle contro la guerra.
Invece egli è il migliore sostenitore di Trump e deve stare molto attento, se davvero Trump sarà eletto a non fare la figura dell' “utile idiota”, come di fatto è capitato a Sanders con Biden, vedendo vanificare la maggior parte delle sue proposte senza nemmeno ottenere la vicepresidenza, o come Melenchon in passato con Macron, avendolo sempre sostenuto per contrastare la Le Pen al doppio turno, e come rischia tuttora pur avendo conseguito una maggioranza relativa.
Vance che è favorevole ad una politica antitrust senza se e senza ma, e che non esista a schierarsi anche per questo contro i grossi oligopoli tecnologici, rischia di essere surclassato da un ministro dell'Economia come Jamie Dimon, amministratore delegato di uno di quegli imperi economici che sono nel suo mirino, come la JP Morgan. Trump infatti ha dichiarato che, in caso di vittoria, prenderà in considerazione Dimon come Segretario al Tesoro, tanto per dare serie garanzie a Wall Street.
In questo caso Vance verrà del tutto bypassato e vanificato, e le speranze di molti dei suoi elettori si trasformeranno ben presto in amare illusioni.
Vance d'altra parte, può contare sull'appoggio di un mondo neo tech, capace di generare con l'innovazione e l'inventiva enormi profitti, lo stesso mondo in cui egli è cresciuto a livello imprenditoriale e che ha tra i suoi massimi rappresentanti Elon Musk e David Sacks, oltre che Tucker Carlson, un uomo di punta di Fox News, tutti personaggi di un nuovo modello di capitalismo, non tanto di rapina o speculativo, ma piuttosto basato sull'originalità, la fantasia, la creatività e la capacità di offrire opportunità di crescita e di lavoro, specialmente nel settore mediatico.
Una sfida, in termini più semplici, tra passato e futuro, tra innovazione e conservatorismo, all'interno dello stesso Partito Repubblicano
Assumere la vicepresidenza, vuol dire avere il fiato sul collo del presidente, osservando ogni sua mossa da vicino, ma con uno come Trump, a tutti i livelli, significa anche il rischio di essere “fired” in ogni momento se si contraddicono le sue direttive, lo abbiamo già visto in passato con molte sostituzioni dei suoi collaboratori.
Saprà Vance, la nuova giovane stella che brilla nella bandiera americana, essere migliore di loro, e arrivare, se Trump sarà eletto, alla sua scadenza abbastanza forte da candidarsi a sua volta? Questa eventualità, è del tutto evidente, dipenderà in gran parte da quanto saprà restare in sella e domare il suo “cavallo”, attuando il MAGA non tanto con il “Make America Great Again”, ma piuttosto con il “Make Americans Great Again”.
E' questo un Rodeo alquanto rischioso in cui, sinceramente gli auguriamo di avere successo, o almeno di non uscirvi con le ossa rotte.
Carlo Felici
Nessun commento:
Posta un commento