Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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mercoledì 30 marzo 2022

SI SVUOTINO GLI ARSENALI, SI COLMINO I GRANAI



                                           di Carlo Felici

Si era in piena guerra fredda quando il Presidente Sandro Pertini, in un messaggio di fine anno che segnava lo spartiacque tra gli anni settanta e gli anni ottanta, si rivolgeva agli italiani e ad un mondo ancora fortemente diviso tra blocchi contrapposti dicendo: “L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame”

Pertini è tuttora una icona per un Partito Socialista che non è più quello di allora e che si accinge oggi a varare un incremento di spesa che porterebbe lo Stato italiano a investire in armi più di quanto spendesse allora l'Italia con tutte le caserme in funzione per la leva obbligatoria.

La somma dovrebbe raggiungere il 2% del PIL, con un incremento di circa 15 miliardi, passando così dai 23 miliardi ai 38 miliardi di euro, che corrispondono ad una spesa di 104 milioni al giorno, ovviamente sottratti ad altri settori nevralgici dello Stato. Essi equivalgono più o meno a quanto lo Stato ricava dalla intera tassazione sugli immobili e si capisce così perché Draghi, da buon ragioniere, ci tenga tanto alla riforma del catasto.

Ormai tutto procede in maniera emergenziale, tranne garantire i diritti di coloro che in emergenza ci sono davvero, infatti contemporaneamente a tali misure è stato negato, in regime di pandemia perdurante, il proseguimento del lavoro a distanza per chi ha gravi disabilità o si prende cura di disabili gravi. Mancano le coperture, si dice, e poi si scopre che vengono varati fondi non solo per armamenti ma persino per i canili, segno evidente che, per questo governo, alcune categorie di persone contano meno dei cani.

Ma veniamo al dunque, cioè alla verifica della necessità di questo incremento di spesa, considerando se davvero esso si mostra indispensabile.


Attualmente, con le spese previste nei vari bilanci degli stati membri, la NATO ha già una potenza militare enormemente superiore a quella degli avversari geopolitici che le si contrappongono, con le tecnologie di guerra che sono le più aggiornate. Senza prenderli in esame, uno ad uno, i 30 paesi NATO spendono oggi circa 1.100 miliardi di dollari. Se osserviamo infatti Cina, Russia e India, sommando le loro spese militari, arriviamo ad appena 390 miliardi, che sono quasi la metà di quanto nella NATO spendono i soli Stati Uniti e cioè circa 778 miliardi di dollari l'anno.

Confrontando queste cifre, e non tanto quelle che riguardano i singoli paesi europei, si capisce bene dove va a parare questo incremento di spesa.

Ma prima che lo scopo sia del tutto evidente, vediamo quanto spendono insieme solo Francia, Germania, Italia e Regno Unito per la difesa e ci accorgiamo che la somma supera di ben tre volte quella della Russia, quindi è già più che sufficiente a tutelare i loro territori. Ma, si badi, in media essa è inferiore a quanto spendono gli Stati Uniti, ed è qui il punto.

Gli Stati Uniti vogliono mantenere la leadership nella NATO spendendo di meno e facendo spendere di più agli europei. L'incremento della spesa militare non è dunque né una questione di sicurezza per l'Europa né di autonomia ma semplicemente di contributi.

E' ovvio che in una dimensione in cui l'Europa fosse capace di avere un suo esercito autonomo con un governo unitario della politica internazionale, tutto ciò sarebbe comprensibile, ma nelle condizioni attuali, l'incremento di spesa appare piuttosto una manovra speculativa a vantaggio di quelle lobbies che producono armi e tendente ad alleggerire il bilancio delle spese militari americane.

L'Italia, già da sola, con i suoi 28,9 miliardi spende più di quanto spende Israele con 21,7 miliardi, pur essendo uno Stato perennemente in guerra, e più di stati ben più grandi come l'Australia (27,5), il Canada (20,8) o il Brasile (19,7).


Questa follia sta portando governi socialisti a sostenere il riarmo in maniera indiscriminata, come accade ad esempio in Germania dove l'incremento della spesa corrisponde ad una somma di 100 miliardi che, da sola, sarebbe bastata a salvare la Grecia a suo tempo da una cura lacrime e sangue. A proposito, la Grecia è uno dei paesi che in Europa spende di più per armamenti sebbene non sia tra i più ricchi.

Il quadro generale europeo, a ben vedere, assomiglia molto a quello di una rinnovata guerra fredda che minaccia il calore solo per tornare a sottomettere meglio i paesi europei, e il perdurare della guerra in Ucraina non può che favorire questa perversa dinamica. Questo paese, infatti, con il prosieguo del conflitto non appare tanto destinato alla liberazione, ma piuttosto a perdere ancora più territori rispetto a prima della guerra, esso rischia infatti di essere tagliato fuori dal Mar Nero se non addirittura diviso in due come era il Vietnam e come è tuttora la Corea.

I paesi europei, rallentando il processo di crescita, stanno già sviluppando una maggiore dipendenza dagli USA e questo non potrà che ridimensionare o comunque fortemente ritardare il processo di costruzione di una Federazione Europea, così come non potrà che indebolire la forza della valuta unitaria europea. Infine l'incremento delle spese militari in ciascuno Stato, senza un coordinamento generale, rischia di ostacolare se non di compromettere gli stessi rapporti tra stati europei.

Pensiamo ad esempio alla Francia che nemmeno troppo velatamente ambisce a guidare le Forze Armate europee e che guarda, memore della sua esperienza storica, con sospetto al riarmo tedesco con la segreta speranza che poi passi sotto la sua guida, e crediamo forse che i tedeschi si faranno mettere sotto controllo, specialmente dopo avere speso tanto, dalla Francia?


Oppure consideriamo quanto siano in crescita e si stiano rafforzando i movimenti ultranazionalisti in Europa e se, puta caso, essi arrivassero a governare vari stati europei, crediamo forse che l'incremento dei loro arsenali tornerebbe vantaggioso per il mantenimento della pace in Europa?

La sinistra in Italia cominciò a sparire dagli anni novanta quando si allineò all'incremento di spese militari del governo Prodi, oggi ha avuto un sussulto di dignità, tutto da verificare, opponendosi a tale provvedimento, quando è quasi sparita. Conte che aveva già incrementato di 5 miliardi tale spesa, ora fa retromarcia cercando disperatamente di ridare slancio alla sua leadership e al suo movimento, dopo essere stato riconfermato presidente, magari ipotizzando di guidare l'opposizione in vista di elezioni anticipate. Strano destino per un partito che aveva stravinto le elezioni e che tuttora è il partito di maggioranza relativa.

Ci sono poi quelli non si fermano nemmeno di fronte al ridicolo, ed evocano i partigiani e la Resistenza dopo quasi 80 anni trascorsi da quando non esistevano armi atomiche e dimenticando che la Resistenza senza gli Eserciti, l'Aviazione e la Marina degli Alleati sarebbe stata spazzata via in un batter d'occhio. Francamente, con tutta l'ammirazione possibile per gli eroici partigiani che aumentarono di numero in maniera direttamente proporzionale alla avanzata delle truppe Alleate, vorrei vedere che fine avrebbero fatto se questi ultimi si fossero limitati a dar loro armi senza invadere contemporaneamente il nostro territorio.


Ma tornando all'Italia, noi rischiamo, con una spesa aggiuntiva di 104 milioni al giorno per armamenti, di compromettere una crescita già messa a dura prova dal perdurare della pandemia e soprattutto dalla  assenza continua di politiche sul lavoro ed industriali, che il ragionier Draghi non sembra voler prendere assolutamente in considerazione. Eh già le fanno i politici veri queste cose..

Ma tornando a Pertini, chiediamoci seriamente perché volesse svuotare gli arsenali e colmare i granai, ebbene ce lo spiega lui stesso : “Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve nella libertà di morire di fame”. Pertanto, a stomaco vuoto, anche un popolo rimpinzato di armi, è destinato a vedere la sua libertà come un miraggio sempre più lontano.


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