Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

venerdì 4 marzo 2022

O COSI' O POMI'

                                                           di Carlo Felici


Lo slogan pubblicitario di una marca di pomodoro che una volta recitava: “O così o Pomì” oggi ci pare perfettamente calzante con la realtà politica che si è configurata da almeno un decennio in Italia. Il che vuol dire: o così, come si esige da chi ha messo il nostro Paese “sotto tutela” economica, oppure si va verso la “passata”, in questo caso non di pelati, ma di provvedimenti vessatori, come quelli imposti alla Grecia, lacrime e sangue, che col pomodoro hanno in comune il colore.

L'Europa oggi si compatta in nome della paura, ma non lo ha mai fatto fino in fondo in nome della giustizia e della solidarietà, non con la Grecia e tanto meno con i migranti, fedele al motto: “si arrangi” oppure: “dove sbarcano se li tengano”

La Germania ha varato in un batter d'occhio circa 100 miliardi di spese militari che, se si sa bene in quali tasche industriali finiranno, non lo si sa altrettanto a cosa davvero serviranno. Ebbene, la stessa cifra sarebbe bastata nel 2010 per “salvare” la Grecia senza imporle sacrifici che hanno scarnificato il suo popolo. Oggi si parla di frontiere aperte ai profughi e fino a ieri, per i profughi che scappavano dalla Libia, ci stavano solo i porti europei chiusi nel Mediterraneo o la morte in fondo al mare.

Ma il rischio più grosso non è l'ipocrisia di una delle tante organizzazioni internazionali che hanno costi altissimi e che rendono, in termini pratici pochissimo, come ad esempio l'ONU, quello più rilevante è che pur strombazzando contro le dittature di altri, se ne costruiscano di proprie, magari senza dittatori, ma con il ricatto permanente che, se non ci sta l'uomo della Provvidenza Europea al potere, siamo tutti destinati allo spremipomodoro: “O così o Pomì”, specialmente se le emergenze si susseguono con tempi infiniti o a discrezione di chi sta al potere.

In Italia non abbiamo un capo di Governo proveniente da una maggioranza eletta dal popolo, da circa una dozzina di anni, dai tempi del tanto vituperato Berlusconi che, bene o male, ci assicurava petrolio dalla Libia e gas dalla Russia, mi direte scendendo a patti con i dittatori? Può darsi, ma almeno senza scatenare guerre e senza mandare in rovina un popolo a forza di spremerlo di tasse.

Stiamo meglio oggi, con figure di politici che si sono susseguiti non tanto obbedendo alla sovranità popolare, ma soprattutto assecondando le direttive dei potentati economici di altri paesi?

Non facciamo in tempo ad uscire dalla pandemia che il nostro premier, a cui nessuno sa o vuole trovare una alternativa, ce ne impone un'altra per la guerra. Ma, dico, la Libia era a due passi da noi quando si è scatenata una guerra che ha devastato quel Paese come se non più dell'Ucraina, e a qualcuno per caso è venuto in mente di imporci una emergenza nazionale?

La realtà è che la classe politica, e in particolare i parlamentari, ha una paura folle delle elezioni, specialmente considerando che molti non potrebbero ricandidarsi, dato il numero più ristretto dei futuri parlamentari. Avremmo dovuto votare subito dopo il referendum istituzionale che ha modificato la loro quantità. E far eleggere a quel nuovo Parlamento più legittimato dal popolo il nuovo Presidente della Repubblica. Invece un Parlamento abbarbicato alle poltrone, in preda al panico delle elezioni, rielegge l'unico Presidente della Repubblica che, essendo già stato in carica, garantisce che nuove elezioni non ci saranno e che, pur essendo persona stimabilissima, viene eletto da un Parlamento già delegittimato da una nuova legge istituzionale che già limita il numero dei suoi componenti.

Adesso pare si debba procedere ad oltranza. Draghi, che quasi sicuramente ha dovuto ingoiare un rospo grosso come un elefante, per non essere stato eletto Presidente della Repubblica, resta al suo posto e si appresta a svolgere il ruolo dell'uomo della Provvidenza, a cui, per definizione, non esiste alcuna alternativa. E' l'ennesimo personaggio calato dall'alto che esercita il potere senza un mandato popolare, con in più, stavolta, la pretesa che senza di lui ci sta solo il diluvio. Per cui, ogni volta che si crea una frizione all'interno di una maggioranza in cui ci sta tutto e il contrario di tutto, con l'eccezione di un solo partito che, pur non essendo radicalmente diverso dagli altri, ha avuto almeno la dignità o la furbizia di opporsi..tanto gli altri si accodano e decidono lo stesso, e pertanto non rischia nulla, lui, l'uomo a cui non bisogna osare immaginare esista alcuna alternativa, ha buon gioco a dire: “Se non vi sta bene, trovatevene un altro” “O così o Pomì”

Fino al punto che il così è diventato lo stesso “Pomì”, cioè “o la spremitura o la spremitura” Lo vediamo con la legge che dovrebbe riformare il catasto, la quale, in un momento emergenziale come questo, in cui rincara tutto, in particolare a causa di una inflazione galoppante, rischia di spremere ancora di più gli italiani con altre tasse che graverebbero soprattutto su chi fa “gola” agli speculatori, calando come un avvoltoio su quelli che, magari pensionati, o orfani impossibilitati a pagarle, svenderebbero le case a famelici ricconi o, peggio a società finanziarie.

Ma non discutiamo tanto del contenuto di tale riforma quanto del metodo con cui ci viene imposta: con un voto di scarto e con il ricatto che, altrimenti, cade l'unico governo necessario e possibile.

Possiamo sottostare ad un simile ricatto permanente? A cosa si riduce una democrazia continuamente sotto l'egida di qualcuno che impone la sua presenza ed i suoi provvedimenti a colpi di fiducia e il cui motto permane essere “O così o Pomì”, e che poi diventa nei fatti e nella spremitura “O Pomì o Pomì”, perché dopo di lui ci sta solo lo tsunami?

E vogliamo poi biasimare il povero pensionato che, stufo di essere tartassato, fa una bella permuta, si compra casa in Portogallo, molto lontano dalla Libia, dalla Ucraina e dal signor Pomì e va a godersi la sua pensione rivalutata al sole? Così non paga una marea di tasse e però non contribuisce nemmeno, coi suoi acquisti, all'aumento del PIL nel nostro Paese.

La bravura di un capo di governo e ciò che lo differenzia da un autocrate o da un dittatore, è soprattutto la sua capacità di mediazione, la pazienza con cui sa coinvolgere chi gli dà la sua fiducia, persuadendolo che ciò che va condiviso non è nell'interesse di una parte o dell'altra del Parlamento o del popolo, ma di tutto un Paese, di tutto un popolo sia che voti a destra, a sinistra oppure al centro. Perché la nostra sovranità, non ce lo dimentichiamo, appartiene a noi che siamo il popolo e che la esprimiamo con il voto ai parlamentari che hanno il potere legislativo, tutti e sempre, e non sotto il permanente ricatto della fiducia, e non sotto quello della emergenza permanente, e tanto meno sotto quello di uno che minaccia che tutto crolli insieme ai filistei che gli stanno assai stretti

Se vogliamo essere credibili quando diamo armi a chi combatte una dittatura vera, vediamo di non farlo in nome di altre “mascherate” o magari beatificando chi ora si mostra come eroe e ieri perseguitava anch'egli con la galera i suoi oppositori.

La cifra di quest'epoca in cui sembra che la Storia non insegni più nulla perché tutti i suoi scolari stanno facendo sega, è l'ipocrisia, la mancanza di etica e soprattutto di coerenza. L'assuefazione alla mancanza di ragione e di umanità, per cui le morti sul lavoro accadono così come in autunno si perdono le foglie, senza aggredire seriamente le cause, le guerre si susseguono senza la capacità di prevenirle e un nemico può essere persino uno scrittore russo dell'Ottocento, e bisogna punire pure dei disabili che partecipano alle Paraolimpiadi solo perché vengono anch'essi dalla terra del nemico.

Questa è quello che “passa” sotto gli occhi di tutti, la “passata” Pomì in cui siamo immersi fin sopra gli occhi e da cui non possiamo emergere nemmeno per un'ora d'aria. Perché non ci sono alternative, perché sennò ci sta..la bomba fine di mondo.

Una bomba che anche senza detonare esploderà comunque, con altri virus, con una quantità di rifiuti che riempiono gli oceani, con un clima impazzito perché non abbiamo cura dell'unico pianeta in cui possiamo ancora sopravvivere, perché nemmeno la consapevolezza di essere esposti tutti allo stesso pericolo sanitario che non conosce confini, ci spinge a reagire con il dialogo, con gli accordi, ma replichiamo, come un idiota che sbatte continuamente la testa contro il muro, con la guerra che l'umanità avrebbe dovuto seppellire nello scorso millennio

Noi abbiamo bisogno della Terra e delle sue risorse perché non abbiamo un altro pianeta dove andare, ma la Terra non ha bisogno di noi, e anche se ci fosse qualche sopravvissuto alla bomba fine di mondo, non vivrebbe come nei film di fantascienza che vediamo al cinema o in TV, starebbe molto peggio dei nostri antenati che si rifugiavano nelle caverne, tanto da considerare la sua vita persino indegna di essere vissuta. Così il mondo sarebbe degli insetti, di qualche bacarozzo che con Dio o con un Universo di cui per fortuna non siamo mai stati né signori e né padroni, si farebbe una risata pensando..ben vi sta, non avete saputo meritarvelo. Diceva William Shakespeare: “Quiete mortale invoco, vedendo il Merito a mendicare e la vuota Nullità gaiamente agghindata.”

Ebbene, oggi anche la Nullità è nuda e la quiete può arrivare anche senza invocarla, sarà il caso di meritarci presto qualcosa di meglio.


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