Le cronache di questi
giorni sono state focalizzate su due discorsi importanti, uno è
quello del Presidente Mattarella, l'altro quello del Vicepresidente
americano Vance.
Il denominatore comune di
questi discorsi è l'Europa, difesa a spada tratta da Mattarella che
ne ha lodato la storia e la imprescindibilità come modello di pace e
di integrazione tra popoli, avendo garantito quasi 80 anni di pace
tra gli Stati più rissosi e guerrafondai del mondo, parlando tra
l'altro di “Cooperazione
e non competizione. Fraternità laddove regimi e governi avevano
voluto seminare odio”
Il Presidente ha anche lodato le opportunità giunte con la
globalizzazione affermando che essa
“ha
prodotto un livello di integrazione internazionale e di crescita
senza precedenti nel corso della storia. Miliardi di persone sono
uscite dalla povertà. Scambi di conoscenze e opportunità sono
aumentati esponenzialmente, il progresso scientifico ha compiuto
passi in avanti impensabili e ha permesso applicazioni pratiche in
ogni settore della vita umana”
Il discorso è proseguito
con alcune domande cruciali: “L’Europa
intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui
altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di
politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria
civiltà?
Può accettare di
essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la
prospettiva di un “vassallaggio felice”. Bisogna scegliere:
essere “protetti” oppure essere “protagonisti?”
Purtroppo però il
passaggio tanto enfatizzato, per la reazione russa è stato quello
con un paragone storico a dir poco alquanto azzardato, Mattarella
infatti, in una parte del suo discorso in cui ricorda un periodo
della storia d'Europa in cui prevalse il criterio della dominazione
anziché quello della cooperazione, generando guerre di conquista, in
particolare con il progetto del Terzo Reich, afferma testualmente che
“L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura”.
Questa dichiarazione è sicuramente sbrigativa e decontestualizzata
sia diacronicamente che sincronicamente, anche se ogni invasione di uno Stato sovrano è da condannare fermamente, soprattutto quando comporta un numero esorbitante di vittime civili.
Cominciamo col dire
che Terzo Reich e URSS adottarono sicuramente un criterio di
cooperazione che facilitò la nascita del conflitto mondiale con il
patto Molotov Ribbentrop, finalizzato però ad una dominazione non
tanto dell'Europa tutta, ma di quella orientale inizialmente.
Questo patto
consentì per quasi due anni alla Germania di giovarsi di derrate
alimentari e materie prime necessarie per invadere il resto d'Europa,
sconfiggere la Francia e costringere l'Inghilterra ad avere un
bisogno vitale degli Stati Uniti. Fu solo dalla primavera inoltrata
del 1941 che Hitler ruppe quel patto scellerato e attaccando la
Russia, andò incontro alla sua fine.
Nessuno poteva
pensare allora che l'URSS avrebbe resistito alle armate naziste che
penetrarono in una Ucraina anche compiacente, come un coltello nel
burro, anche a costo di più di 25 milioni di morti che sacrificarono
le loro vite affinché il mondo conoscesse anche l'orrore di
Auschwitz.
Quell'Armata Rossa
per prima liberò l'Europa dall'orrore nazista, e lo sbarco in
Sicilia e in Normandia avvennero ben dopo la vittoria che a tutti
sembrava impossibile dei russi a Stalingrado. Quei russi combattevano
per la “Santa Russia” più che per una ideologia, tanto che
quella guerra viene tuttora ricordata in Russia come “grande guerra
patriottica”, è quindi comprensibile che paragonare la Russia al
Terzo Reich possa essere considerato “blasfemia” verso una “santa
Patria” e oltraggioso verso più di 25 milioni di morti immolatisi
non tanto per Stalin ma soprattutto per quella “santa causa”
Demonizzare la
Russia fino a paragonarla al Terzo Reich esattamente come il pietoso
tentativo di equiparare la svastica nazista alla Falce e Martello, in
una corbelleria storica senza eguali, dimostra non soltanto una
penosa conoscenza della storia, ma anche una arrogante velleità di
manipolarla, né più e né meno di come fanno certi regimi
totalitari
Questa Europa di cui
tanto ci si prodiga nel lodare “le magnifiche sorti e progressive”,
ma forse sarebbe meglio “prograssive” dato che, come abbiamo
visto con la Grecia, non si fa scrupolo di ingrassare anche sulle
miserie altrui, quanta pace ha saputo garantire non solo nel mondo ma
anche al suo interno? Pensiamo alla ex Jugoslavia, al Kosovo, a
Cipro, all'Irlanda, ai Paesi Baschi, persino alla Catalogna, e ai
numerosi e perduranti fenomeni sciovinisti e terroristi al suo
interno.
Pensiamo, ma pare ci
abbia già pensato un Vance anche con qualche velleità di
presbiopia, a come il politically correct sia divenuto ferrea legge e
disciplina soprattutto nell'addomesticamento dei media, tutti uguali,
che ormai nascondono il dissenso soprattutto quando genera scontri ad
opera delle classi sociali più disagiate
Citiamo
alcuni passaggi non riportati dai media del discorso di Vance: “lo
scorso ottobre, solo pochi mesi fa, il governo scozzese ha iniziato a
distribuire lettere ai cittadini le cui case si trovano all’interno
delle cosiddette zone di accesso sicuro. Avvertendoli che anche la
preghiera privata all’interno delle proprie case può costituire
una violazione della legge. Naturalmente, il governo invita segnalare
qualsiasi concittadino sospettato di reato di pensiero. In Gran
Bretagna e in tutta Europa, la libertà di parola, temo, è in
ritirata.”... “Ora siamo al punto in cui la situazione è
diventata così grave che lo scorso dicembre la Romania ha annullato
i risultati delle elezioni presidenziali sulla base dei fragili
sospetti di un’agenzia di intelligence e delle enormi pressioni dei
suoi vicini continentali....”Ma
se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di
migliaia di dollari di pubblicità digitale da un paese straniero,
allora non era molto forte fin dall’inizio.”
In effetti in America si può udire tutto e il contrario di tutto, ma
alla fine la democrazia emerge comunque, ancora non sappiamo se e con
quanto margine avesse vinto Biden le elezioni, ma di sicuro sappiamo
che Trump le ha stravinte. E nessuno ha avuto il minimo dubbio nel
merito.
Negli
USA la polizia che compie abusi viene sbattuta senza pietà in prima
pagina, e anche nei media. Da noi non bastano nemmeno le denunce di
coloro che vengono umiliati e malmenati, purtroppo in certi casi fino
alla morte per fare emergere subito la verità.
E
non parliamo di fenomeni non meno eclatanti avvenuti in Grecia,
Germania, Francia ed altri paesi durante le proteste di massa in
piazza e soprattutto per tutelare la vita e la dignità di chi ha
abitato sino ad ora in Palestina. Ma su questo anche gli USA sono
ampiamente reticenti.
Se
vogliamo davvero apprendere la lezione della storia non facciamo
paragoni assurdi, né in senso diacronico mettendo sullo stesso piano
svastica e falce e martello, né in senso sincronico, lasciando
intendere che siamo tornati al 1938, se non altro perché manca un
altisonante Duce con la pretesa di cartapesta di fare l'arbitro della
pace.
Oggi
manca tutta una Europa che ha rivelato palesemente la sua impotenza e
pochezza in ambito internazionale nel corso di tutte le crisi
avvenute negli ultimi 35 anni, dalla caduta del muro di Berlino, mai
l'Europa è riuscita all'unisono a imporre una pace e nemmeno ad
accreditarsi seriamente per una efficace mediazione, vedendo al suo
interno vanificarsi il futuro stesso delle sue giovani generazioni,
ridotte a stipendi da fame e a un destino da nomade itinerante, per
qualche soldo in più, con l'aggravante di non essersi presa cura del
suo debito collettivo né di avere rimesso ai Paesi più poveri i
loro debiti. E l'Europa cristiana ancora prega dicendo “Rimetti a
noi i nostri debiti così come noi li rimettiamo ai nostri debitori”?
Per
forza che ha ormai bisogno di imporre i suoi assurdi veti anche sulla
sua stessa identità storica e persino sui presepi a scuola...Non era
evidentemente una congrega di affaristi che si adattano a qualsiasi
evenienza per trarne profitto sia in pace che in guerra, ciò che
pensavano i padri fondatori di una cittadinanza europea. Non era
certamente una Europa che ha rinunciato da tempo ai criteri di
Libertà e Giustizia Sociale, lasciando intrappolare i media dalle
sue classi dirigenti e lasciando marcire i suoi servizi pubblici e
sociali con privatizzazioni selvagge e speculative.
Ora
questa Europa che una volta sembrava avere una grande testa e piedi
d'argilla, vede chinare anche il suo bel testolone che pende e si
scuote ormai perso nella sua demenziale impotenza. Le grandi
locomotive d'Europa non sanno più che pesci prendere, fino a ieri
sostenitrici della guerra ad oltranza per respingere la Russia, dopo
che hanno lasciato incancrenire la situazione ucraina dal 2014,
ignorando gli eccidi, l'incendio della casa dei sindacati ad Odessa
con tutti i suoi morti bruciati vivi, i bombardamenti nelle zone
russofone, ad opera dell'esercito di Kiev e delle milizie neonaziste.
Ecco sig. Presidente Mattarella si ricordi per cortesia che le uniche
bandiere con croce uncinata durante questa guerra, hanno sventolato a
fianco dell'esercito ucraino in quel Paese, spianando interi villaggi
ben prima che intervenisse l'esercito russo, anche con bandiere rosse
e falce e martello, ma ovviamente, nulla a che vedere con una Armata
Rossa che avanzava a furor di popolo senza milizie mercenarie.
Ora
i tanti detrattori del “nuovo sceriffo in città” devono fare i
conti con l'unico che può assicurare la pace sia in Europa che in
Palestina, anche se con il rischio di trasformare Gaza in un mega
resort, meta privilegiata di tutte le mafie come un tempo era Cuba
C'è
una alternativa, cara e vecchia Europa? Sai trovarla? Sai fare
giustizia con la tua politica e il tuo esercito più del nuovo
sceriffo in città con il tuo Settimo Cavalleggeri o sudi sette
camicie solo per restare a guardare? O non riesci nemmeno a battere
un colpo per far vedere che ci sei? Non parliamo poi del nostro
governo, prima in tanta fregola di assistere al giuramento del “nuovo
sceriffo”, e ora completamente snobbato sui dazi e costretto a
barcamenarsi tra un allineamento europeo e una genuflessione allo
sceriffo. E questo sarebbe il Paese di Garibaldi e Mazzini...ma anche
di Moro, Craxi, Berlinguer, La Malfa e Andreotti? Quando votavi chi ti
rappresentava e la percentuale era di più dell'80%, e oggi è meno
della metà?
Un
Paese nella terra di mezzo del Mediterraneo, dimezzato in prestigio
ed importanza e ridotto a mezza sega nel contesto internazionale, coi
giovani che girano l'Italia e l'Europa in cerca di un job, un
lavoretto a meno di mille euro al mese, dove in famiglia ci si scanna
e i figli li fanno soprattutto gli immigrati
IL
buon Monicelli diceva: “Quello che in Italia non c’è mai stato,
una bella botta, una bella rivoluzione che non c’è mai stata in
Italia… c’è stata in Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è
stata in Russia, c’è stata in Germania, dappertutto meno che in
Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo
che è sempre stato sottoposto, 300 anni che è schiavo di tutti”.
Il
fatto è che qui i “rivoluzionari” alla fine si rivelano o comici
o affaristi e te li compri con quattro soldi. Molto lontano è il
tempo in cui si moriva per amor di Patria e di libertà, con Mazzini
e Garibaldi sui bastioni di Roma, troppo lontano per sentirsi davvero
“Fratelli di Italia”. E' stato deturpato pure l'ultimo anelito di
un giovane poeta guerriero, ridotto a slogan per uno dei tanti
partiti abbarbicati al potere che si tengono dentro anche ministri
rinviati a giudizio
Così
è morta anche la speranza, ma è un bene, sempre richiamando alla
mente le parole del Maestro Monicelli: “la speranza di cui parlate
è una trappola, una brutta parola, non si deve usare. La speranza è
una trappola inventata dai padroni. La speranza è quella di quelli
che ti dicono che Dio…state buoni, state zitti, pregate che avrete
il vostro riscatto, la vostra ricompensa
nell’aldilà.
Intanto, perciò, adesso, state buoni: ci sarà un aldilà. Così
dice questo: state buoni, tornate a casa. Sì siete dei precari, ma
tanto fra 2 o 3 mesi vi riassumiamo ancora, vi daremo il posto. State
buoni, andate a casa e…stanno tutti buoni. Mai avere speranza ! la
speranza è una trappola, una cosa infame inventata da chi comanda.”
Ecco
forse bisognerebbe insegnare a scuola, come prima cosa, a perdere la
speranza e finirla di fare gli imbonitori, perché perdere la
speranza magari è anche meglio di avere una coscienza di classe,
perché perdere davvero ogni speranza rende ciascuno pronto a tutto,
cosciente che davvero non ha più nulla da perdere.
Carlo
Felici