Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

giovedì 9 maggio 2024

9 MAGGIO, GIORNATA DI QUALE VITTORIA?

 



Sebbene la firma della capitolazione del Reich nazista fosse avvenuta a Berlino il 9 maggio 1945, essa entrò in vigore retroattivamente dalle ore 23,01, ora dell'Europa centrale, che equivale alle 01, 01 del 9 maggio, ora di Mosca.

Sono passati 79 anni da quel momento decisivo della Seconda Guerra Mondiale, e l'Europa sembra quasi aver dimenticato il suo passato, vedendo risorgere al suo interno forme di nazionalismo,  antisemitismo, e di neonazismo e neofascismo che, soprattutto appropriandosi dei mezzi di comunicazione, cercano, soprattutto agitando, così come ieri il pericolo bolscevico, oggi quello russo, di consolidare il proprio potere

Eppure l'Europa, anche grazie al sacrificio di 27 milioni di sovietici, non ha mai vissuto, in epoca moderna, un periodo più lungo di pace che, dalla caduta del muro di Berlino, si è reso, prima con le guerre nella ex Jugoslavia, oggi con quella in Ucraina, sempre più fragile e precario.

Oggi più di ieri la russofobia si è fatta, a tutti i livelli, dalle gare sportive alle università, persino più forte dell'antibolscevismo di un tempo. Così come la stretta contro chi dissente rispetto alla guerra in corso, in Russia, è persino più oppressiva in vari casi di quella che veniva messa in opera un tempo contro il dissenso degli oppositori al governo sovietico.

Molti si chiedono oggi cosa potrà accadere se Putin sfonderà le difese ucraine, dilagherà in Europa? Avremo di nuovo cosacchi che si abbeverano alle fontane di S. Pietro? Ma i cosacchi di un tempo, sarà bene ricordarlo, erano ucraini..

Molti così hanno dimenticato cosa poteva accadere se Hitler avesse sfondato a Stalingrado e l'Unione Sovietica fosse stata sconfitta.

Tutte le sue armate sarebbero state trasferite contro gli angloamericani che avrebbero fatto la fine degli italiani a Caporetto. I campi di sterminio sarebbero dilagati in tutta Europa, le risorse alimentari ed energetiche russe avrebbero consentito di unire il Mediterraneo sotto la croce uncinata.

Si sa, la fantapolitica non sostituisce la storia, e la storia è quella davanti ai nostri occhi.

Oggi la giornata della vittoria si celebra in Russia molto più in sordina e con toni meno trionfalistici rispetto al passato, soprattutto non è condivisa con altri rappresentanti di altre nazioni che pur contribuirono alla disfatta del nazifascismo.

E soprattutto non abbiamo più una classe politica ed una Europa unita in nome dell'opposizione al fascismo, addirittura equiparato al comunismo.

Ricordiamoci però molto bene che gli sbarchi in Sicilia e in Normandia degli alleati avvennero più di 6 mesi dopo la vittoria sovietica a Stalingrado e mentre l'Armata Rossa avanzava a passi da gigante verso Berlino, raggiungendola prima degli alleati.

Molti governi europei non sono consapevoli che oggi il popolo russo, un po' per la propaganda, un po' per convinzione, è veramente persuaso di dover combattere una nuova Guerra Patriottica come quella del passato, per evitare che la propria nazione venga accerchiata dalle armi nucleari della NATO.

Molti quindi non considerano che, così come in questi due anni, la Russia non è stata scalfita dalle sanzioni e ha trovato nuovi mercati per le sue materie prime soprattutto in Oriente, in Sudamerica e in Cina, di contro l'Europa ha visto calare il PIL, fino quasi alla recessione, e pagare sempre di più le risorse energetiche con la crescita conseguente dell'inflazione.

C'è però una sostanziale differenza rispetto al passato. Il sistema comunista prevedeva una rete internazionalista di rapporti politici ed economici, spesso basata anche su scambi ineguali e tali da garantire all'Unione Sovietica l'egemonia sui Paesi satelliti, ma tale però al contempo da impedire conflitti economici e militari all'interno della propria rete di influenza, garantendo comunque una rete di servizi, magari non efficientissimi ma utile in ogni caso alla maggioranza dei cittadini dei Paesi dell'intero blocco sovietico, per vivere dignitosamente.

Oggi, tuttavia, con l'estendersi dei nazionalismi, spesso contigui a quello emerso in Russia, la forbice tra ricchi e poveri è destinata sempre di più a tagliare risorse per coloro che sono così spinti verso l'indigenza, mentre allo stesso tempo fenomeni di corruzione e malavitosi contigui al potere nazionalista, emergono con sempre maggiore virulenza.

Putin, da ex funzionario del KGB, è solito dire: "Chi non rimpiange l'URSS non ha cuore, chi la vuol rifare non ha cervello"

E già questa frase dice tutto su chi vive separando cuore e cervello al punto da non considerare le conseguenze dei suoi bombardamenti rovinosi su quello che un tempo era lo stesso popolo sovietico.

Ma la questione è un'altra, ed è che finché questa guerra continuerà, Putin avrà buon gioco a mantenersi al potere, contando sul consenso dei russi impauriti dalla incombenza della NATO, dal terrorismo internazionale e da una situazione di instabilità politica che potrebbe portare alla stessa disgregazione della Russia. 

Quindi molti, in Russia oggi, anche se sono contrari alla guerra, di fatto la sostengono obtorto collo, in mancanza di alternative e garanzie di maggiore integrità per quella che tuttora considerano la loro Patria.

E noi pensiamo che interrompendo l'inno russo per una atleta che ha vinto una competizione sportiva internazionale o vietando lo studio di Dostoevskij nelle università, il popolo russo possa considerare di avere molti amici in Europa se saprà liberarsi da Putin?

Stiamo andando verso elezioni europee inutili, specialmente esaltando i cosiddetti "Stati Uniti d'Europa" che sono una caricatura inesistente dei veri Stati Uniti rimasti, una superpotenza in decadenza che vede oggi milioni di suoi cittadini dormire per strada, e al contempo assiste all'arricchimento stratosferico di personaggi che lucrano sulle speculazioni e sul nulla virtuale, magari comprandosi persino gli yacht giganti sequestrati agli oligarchi russi, o che preparano nuove forme illusorie di propaganda mediatica grazie all'uso della cosiddetta Intelligenza Artificiale

Ma una vera Intelligenza che non può fare a meno di rapportarsi con la sfera umana dei valori etici e di quelli affettivi, non sarà mai artificiale. Perché sarà sempre basata su una esperienza concreta e reale del mondo e di ciò che vive in esso, non su una proiezione illusoria di esso.

Stiamo per votare un Parlamento Europeo che è persino riuscito ad equiparare nella sua condanna nazismo e comunismo, cioè mettendo sullo stesso piano la giustizia sociale e l'eguaglianza tra uomo e donna, con la supremazia della razza dell'uomo bianco ariano su tutto fino alla sottomissione e allo sterminio dei diversi, azzerando e misconoscendo quindi non solo il sacrificio di 27 milioni di cittadini sovietici comunisti, ma anche il loro contributo alla vittoria sul nazismo...tanto nazismo e comunismo sono la stessa cosa...no?

E' quindi del tutto evidente che una Europa che azzera la memoria storica e celebra se stessa stravolgendo lo stesso passato che l'ha resa possibile, non solo è inutile ma persino dannosa.

Mi si dirà che non vi è alternativa ad essa se non nel rigurgito dei nazionalismi riemergenti, ma la replica a questo è fin troppo facile

Noi abbiamo bisogno di una Europa protagonista di pace e benessere non solo in essa, ma capace di promuoverlo in tutto il mondo. E per rifarla bisogna azzerate i grandi feudatari soprattutto finanziari di questa, con tutti i loro vassalli, valvassori e valvassini, come fecero un tempo i Comuni contro un impero fatiscente e vessatorio, come i patrioti di ogni paese europeo nella “Primavera dei Popoli” del 1848, come i patrioti-partigiani fecero contro il Reich nazifascista.

Con un nuovo '68, se necessario, e soprattutto con tanti giovani in movimento decisi più che mai a spezzare le catene della loro marginalizzazione, del loro precariato, e della loro mancanza di futuro, ripiegati oggi su piccole ombre, che come un braccialetto elettronico, segnano il tempo della loro schiavitù mediatica nel palmo della loro mano.

In poche parole una Europa basata sulla speranza, non sulla paura della guerra totale.


Carlo Felici




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