Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

venerdì 2 giugno 2023

UN LIBRO, UNA MAGIA

 




Per Giordano Bruno Guerri scrivere libri è una dannunziana e sportiva “fatica senza fatica”, per cui non potremo mai parlare del suo ultimo libro solo in termini di “ultima fatica”.

Diremmo invece che a proposito di “d'Annunzio la vita come opera d'arte”, edito recentemente da Rizzoli l'arte celebra se stessa.

Questo libro, infatti, che ci accompagna nella lettura come se ci prendesse per mano e ci incantasse con le parole e le sue immagini, è di per se stesso un'opera d'arte, arricchito com'è da un incomparabile e suggestivo corredo iconografico

La vita del Vate, Comandante, Amante guerriero, Orbo profeta, e chi più ne ha più ne metta, viene da Guerri mirabilmente descritta nelle sue varie fasi come da “una moglie, una vedova” devota e fedele, lo scrive lui stesso nell'incipit del suo bel libro

E' quindi con un acceso amore e un certo struggente rimpianto che possiamo accoglierne la lettura, come se si aprisse un sipario e scorressero davanti a noi le scene reali e concrete della vita di d'Annunzio, scandite dalle innumerevoli foto che alternano le pagine, e provenienti in gran parte dall'archivio del Vittoriale di cui la “vedova regina” Guerri è tuttora assoluta sovrana

Sebbene l'autore abbia già scritto altri due libri su d'Annunzio abbastanza corposi: “La mia vita carnale” e “d'Annunzio l'amante guerriero”, questo li supera tutti, perché i suoi vari capitoli che si aprono davanti ai nostri occhi, sono come stanze delle meraviglie in cui si entra timidamente e in punta di piedi, con la massima attenzione, e se ne esce trasfigurati, con un inesausto stupore

Tutte le fasi della vita di d'Annunzio ci appaiono così, come in un caleidoscopio in cui il lettore si perde e al contempo si ritrova in una magica suggestione che si vorrebbe inesauribile.

Linguaggio e immagine si richiamano vicendevolmente come se stessimo nel parco del Vittoriale ad ascoltare il richiamo dei variegati uccelli che lo popolano, come se entrassimo in ciascuno dei suoi meravigliosi ambienti e questi cominciassero a sussurrare, a parlare, non senza prima averci chiesto sussiegosi..ma ne sarai degno?

Nel libro le varie foto del Vate, da puer fino alla canities morosa, passando per il miles invictus e l'insatiabilis amans, si alternano accompagnate da quelle delle sue numerosissime donne, in una periocoresi elegante e visionaria, una danza cadenzata dal suono scandito dal ritmo di un tempo che sembra sia davvero “immotus nec iners”, fermo nella fissità dell'immagine ma mai inerte nello spirito della narrazione con cui realtà, letteratura e immaginazione si fondono in una sontuosa sinfonia diacronica.

Scrive infatti Guerri a conclusione della sua “fatica senza fatica”: “- l'espressione è il mio modo unico di vivere- ha scritto . Specialmente al Vittoriale, Gabriele ha potuto vivere , appunto, “esprimendosi”, con una totalità che non ammette interpretazioni, amalgamando la forma e il contenuto, rovesciando la plateale esibizione della sua esistenza di istrione e di genio nella quotidiana definizione del proprio essere e della propria interiorità, nell'ininterrotta scrittura di se stesso.”

Il consiglio dunque che ci sentiamo di dare al lettore è quello di trascorrere una bella vacanza in prossimità del Vittoriale, portarsi il libro e leggerlo lì, in un tutt'uno di suggestioni interiori ed esteriori, in un susseguirsi di echi, di immagini e di parole che, nel teatro recentemente portato a compimento, forse trovano il luogo più magico in cui amalgamarsi

D'Annunzio scrisse: “Ecco che non più sono un grande artista ma divenuto io sono una grande opera d'arte”, e in effetti in quel luogo in cui magia e misticismo sfrenatamente esistenziale si confondono, la presenza del Vate è costante, quasi visibile, come solo un mago riesce a fare eternandosi nello “spiritus loci”

Sentirete così, in quel microcosmo delle meraviglie, riecheggiare perenne la leggenda del Comandante, di quel “d'Annunzio mago”, sciamano del vivere inimitabile..


Carlo Felici

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