Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

martedì 24 maggio 2022

COME E' UMANO, LEI...



La recente visita di Draghi ad una scuola ci fa pensare ad un leader che, messo sul letto di Procuste da una classe politica incapace di accordarsi su una guida politica e presidenziale, tant'è che ha rieletto lo stesso Presidente della Repubblica precedente, cerca disperatamente di conquistare un po' di popolarità, perché la stessa classe politica che gli concede da una parte la fiducia, dall'altra gli crea continuamente problemi con i suoi disaccordi e i suoi distinguo.

E così Draghi si rivolge direttamente alla gente, sperando di conquistare un po' di popolarità anche a costo di ridimensionare la sua algida figura di burocrate adatto a tutte le stagioni.

Parla della sua famiglia, dei suoi figli, ha accanto sua moglie che, finora, nessuno aveva mai visto accompagnarlo in una sua pubblica apparizione, mostra insomma il suo lato umano...verrebbe da replicare come Fantozzi: “come è umano Lei..”

Ehi già perché Draghi, pur riconoscendo il valore e la straordinaria funzione degli insegnanti non ha fatto nulla per favorirli, né un rinnovo di contratto, né un incremento di stipendio per adeguarlo almeno alla media europea. E lo stesso con gli studenti, infatti tuttora perdura la pratica assurda dell'alternanza scuola lavoro che ha già fatto varie vittime tra i giovani senza che alcun provvedimento sia stato preso almeno per garantire loro un'assicurazione sugli infortuni, se non per abolirla del tutto come sarebbe meglio.

Ma in altri campi la situazione non migliora di certo, dato che le vittime adulte nel mondo del lavoro costituiscono tuttora uno stillicidio quotidiano quasi paragonabile ad una guerra disumana.

E così, di fronte a tante famiglie che stentano a sbarcare il lunario, di fronte ad una povertà crescente che da una parte ha incrementato il divario tra ricchi e poveri in Italia, e dall'altra a quasi azzerato l'ascensore sociale (sotto quello vero ci crepano i lavoratori), Draghi mostra una oleografica immagine di “buon padre di famiglia”, con i figli ben sistemati negli stessi istituti finanziari in cui lui ha fatto carriera.

Ma, dico io, ci penserà almeno una volta ai tanti figli di disoccupati e precari, si renderà conto, prima di dormire, che l'Italia ha un decremento demografico pauroso a causa di giovani tuttora condannati alla precarietà endemica o a vivere continuamente aiutati dalle pensioni dei genitori, perché senza mezzi per farsi una famiglia propria?

Si accorgerà che aumentando la tassazione su un bene primario come la casa rischia di colpire anche anziani, pensionati e figli che hanno ereditato quell'unico bene per sopravvivere?

Non potendo più barcamenarsi tra un veto e l'altro, e nell'inerzia più totale ora cerca da una parte più popolarità e dall'altra Bruxelles che gli dia man forte con il suo permanente ricatto sui fondi destinati al risanamento, magari sperando che la gente non si renda conto che quei soldi che l'Europa sembra concederci sono solo quelli che le abbiamo versato durante lunghi anni di sacrifici a cui non si vede tuttora una fine.

Il segretario generale della Fiom-Cgil dichiara che “in Italia c'è un clamoroso vuoto di politica industriale, il ministro Giorgetti è invisibile. Intervenga Draghi o sarà mobilitazione”

Potremmo replicargli che per una politica industriale, ci vuole innanzitutto una politica, un ruolo politico che sappia dare indirizzi nell'interesse generale di un Paese, e un leader politico che abbia innanzitutto la fiducia del cittadini perché votato in elezioni che si chiamano per questo politiche, e in questo Paese continuamente bisognoso di tutori, come se fosse un malato grave quasi terminale, manca da più di dieci anni.

Sono morti 30 anni fa due grandi Magistrati che erano consapevoli dei rischi che correvano perché sapevano benissimo quali interessi abnormi andassero a ledere negli intrecci tra mafia, politica, servizi segreti italiani ed esterni, e hanno comunque continuato il loro lavoro etiam spes contra spem et usque ad finem, anche contro ogni speranza e fino alla loro fine, per dare un buon esempio che si sperava potesse almeno suscitare un sussulto di dignità, da parte dell'opinione pubblica. E in parte c'è stato. Ma l'opinione pubblica purtroppo non è lo Stato, che tuttora farraginoso nelle sue leggi e provvedimenti, non riforma se stesso per rendersi più credibile e per avere una maggiore fiducia da parte dei cittadini. Per fare una esempio spicciolo, dato che le morti in famiglia stanno aumentando più di quelle dovute alla criminalità e sono dovute principalmente all'uso di coltelli da cucina, ebbene lo Stato ne consente la libera vendita esattamente come un machete o una roncola, mentre magari sequestra un rottame della Prima Guerra Mondiale, considerandolo un'arma.

Se non si formano famiglie e non nascono bambini, se nelle famiglie che si sono formate nascono sempre maggiori conflitti che purtroppo sfociano non di rado nei donnicidi (li chiamo così perché ridurre il ruolo di una donna a quello di una femmina, mi pare alquanto infamante), in un Paese che ospita tra l'altro una delle maggiori autorità morali del globo: il Papa, non c'è solo un problema di recessione economica incombente, ma ci sta un pauroso vuoto di valori morali e politici.

Perché in uno Stato continuamente guidato da tecnocrati, che ne assicurano solo il funzionamento e la stabilità, la tecnica, come in ogni suo apparato, non ha valori. Il suo unico scopo valido è infatti incrementare sé stessa con un potere perdurante e indiscutibile, che è ormai indissolubilmente legato al profitto.

Draghi è stato definito da alcuni un socialista liberale. Ma il padre nobile del Socialismo Liberale che lo “inventò” in Italia allora con obiettivi a suo dire rivoluzionari, lo definisce in tale modo: “Il Socialismo (Liberale), colto nel suo aspetto essenziale, è l'attuazione progressiva di libertà e di giustizia tra gli uomini: idea innata che giace, più o meno sepolta dalle incrostazioni dei secoli, al fondo d'ogni essere umano; sforzo progressivo di assicurare a tutti gli umani la possibilità di vivere la vita che è degna di questo nome, sottraendoli alla schiavitù della materia e dei materiali bisogni che oggi domina ancora il maggior numero; possibilità di svolgere liberamente la loro personalità, in una lotta contro gli istinti primitivi e bestiali e contro le corruzioni di una civiltà troppo preda al demonio del successo e del denaro”. Chiediamoci seriamente se questo “demonio”, dagli anni in cui scriveva Carlo Rosselli, ha diminuito o incrementato il suo potere, e potremo renderci conto di quanto anche le sue idee siano state travisate se non addirittura distorte. In particolare nella concezione del Liberalismo.

Egli infatti fa una netta distinzione tra Liberalismo Socialista e Liberalismo borghese, quando scrive che: “Il liberalismo borghese tenta di arrestare il processo storico allo stadio attuale, di eternare il suo dominio, di trasformare in privilegio quello che fu un tempo un diritto derivante da una incontestabile opera rinnovatrice; e si oppone all'ingresso sulla scena della storia delle nuove forze sociali prementi. Col suo dogmatico attaccamento ai principi del liberalismo economico (proprietà privata, diritto di eredità, piena iniziativa in tutti i campi, lo Stato organo di polizia e di difesa) ha come imprigionato lo spirito dinamico del liberalismo entro lo schema transeunte di un sistema sociale. Il liberalismo è invece per definizione storicista e relativista, vede nella storia un perpetuo fluire, un eterno divenire e superamento; nulla è più repellente alla sua essenza della stasi, della immobilità, della categorica certezza, della fede nel possesso di verità assolute, definitive che contraddistingue i liberali borghesi”

Alla luce di queste citazioni tratte dal famoso libro di Carlo Rosselli: “Socialismo Liberale”, chiediamoci seriamente se i principi del Socialismo da lui esplicitati corrispondano davvero all'opera di questo governo, se i grandi privilegi delle multinazionali vengono intaccati tassandoli invece di tassare beni di primaria importanza come la casa, se nuove forze giovanili sociali emergano nel tessuto politico ed economico italiano, invece di essere condannate ad un destino di precarietà permanente o persino alla morte prima ancora di potersi inserire lavorativamente nella società, se le categorie più deboli, come i disabili, abbiano davvero le risorse per condurre una vita degna di essere vissuta, e fino a che dura la loro vita già duramente messa alla prova.

Se in definitiva le “verità assolute” del mercato, di fronte alle quali persino le Costituzioni degli Stati sovrani chinano il capo rinunciando così ad ogni autorevolezza e credibilità, possano essere messe in discussione, se un governo è disposto ad accogliere le istanze che provengono dalla società, dai sindacati e dalle forze politiche che la rappresentano, oppure preferisce procedere a colpi di fiducia minacciando in continuazione che dopo di lui ci sta solo “il diluvio”

Solo ponendoci seriamente queste domande sapremo se siamo davvero governati da chi ha legittimità a farlo o siamo di fronte ad una nuova forma più subdola di assolutismo, quella per cui “discutete pure di quello che volete” ma alla fine decidiamo noi, perché altrimenti non si può fare, con la conseguenza che è pure inutile discutere.

Sarà bene concludere con un appello alla coscienza di ciascuno che chiama in causa la responsabilità di noi tutti, una frase significativa ed estremamente attuale di Carlo Rosselli: “Non si nasce, ma si diventa liberi. E ci si conserva liberi solo manifestando attiva e vigilante la coscienza della propria autonomia e costantemente esercitando le proprie libertà”

E chi ha orecchie per intendere intenda..

Carlo Felici

Nessun commento:

Posta un commento