di Carlo Felici
La pochezza di argomenti e la mancanza
di originalità, in questa tristissima campagna elettorale, viziata
già in partenza dall'ennesima legge incostituzionale, dato che
impedisce ancora una volta all'elettore di scegliersi l'eletto e
lo costringe a votare il pacco riempito dai capibastone dei partiti,
ha però un minimo comune attuale denominatore: la massonofobia
La caccia cioè al massone infiltrato
nella lista, quasi fosse la serpe più velenosa del paradisiaco ed
autoreferenziale giardino dei già eletti propinati all'elettore in
lista unica. Una volta, nel famigerato ventennio, esisteva una sola
lista unica nera di partito con nomi bloccati, adesso ne esistono
varie. E noi ancora andiamo a fare le manifestazioni antifasciste...
Evidentemente bisogna evocare un nemico
comune da scongiurare e magari a cui imputare tutto il male possibile
di una democrazia malata di corruttele e di poteri autoreferenziali,
per coprire le vere responsabilità, e soprattutto per non parlare di
concrete alternative.
Il massone di oggi è come l'ebreo di
ieri, l'appestato sempre pronto, da sbattere sulla colonna infame del
capro espiatorio.
Come sappiamo, il primo maestro
dell'antimassoneria fu Mussolini, in questo perfettamente coerente,
sia nel periodo in cui fu socialista, e cioè nel 1914, quando spinse
il suo partito a votare per l'incompatibilità tra Socialismo
Italiano e Massoneria, accompagnato per altro dalla III
Internazionale radunata a Mosca nel 1922 con lo stesso intento, sia
quando, andato al potere anche con l'aiuto di una Massoneria che si
illudeva di portare con Mussolini ordine in un Paese che rischiava
ante guerra già il conflitto civile, la ripagò mettendola fuori
legge dopo il delitto Matteotti nel 1925, per avere carta bianca nel
restituire il potere temporale al papa, in cambio del consenso
definitivo dei cattolici. Nonostante ciò, la Massoneria fu
protagonista della Resistenza, della stagione della Costituente e,
negli anni del dopoguerra, subì la censura dei più grandi partiti
che si spartirono consociativamente il potere per più di 40 anni: la
DC che ovviamente ereditava dal Vaticano la scomunica per i massoni,
ed il PCI che la mutuava da Mosca mantenendo il divieto di
affiliazione alle logge massoniche.
Lo scandalo della P2 negli anni 70-80
impresse infine il marchio definitivo di infamia su una Massoneria
che in realtà conosceva quella loggia dal 1877 con personaggi che
furono tra i protagonisti del nostro Risorgimento come: Carducci,
Filopanti, Labriola, Saffi, Zanardelli e probabilmente anche Crispi.
Rinacque solo nel dopoguerra, ma senza attività di rilievo fino
all'arrivo di Gelli
Quando alla fine essa divenne oggetto
delle indagini della Magistratura, la documentazione reperita fu
piuttosto irrilevante rispetto ai fini dell'inchiesta, che mirava a
dimostrare un complotto massonico contro lo stato democratico. In
realtà, molto probabilmente, quella loggia serviva l'intento
opposto, anche se guidata da uno che fece sempre professione di
fascismo in vita sua, e cioè mirava a preparare una struttura di
coordinamento in grado di attivarsi con altre forze territoriali e
reagire prontamente nel caso i comunisti avessero conquistato il
consenso elettorale maggioritario nel Paese.
Concretamente il materiale scoperto
allora dagli inquirenti, a detta dello stesso Gelli, includeva un
brogliaccio con nomi misti tra aderenti e personaggi che lui stesso
aveva intenzione di contattare. La vera documentazione sepolta sotto
ritagli di giornale sfuggì alla Magistratura e sempre a detta dello
stesso Gelli, pare fosse poi stata spedita addirittura in Uruguay..ma
chi ci crede?
Tutto ciò comunque bastò per
sollevare un tale baccanale mediatico e inquisitorio di immani
proporzioni, la cui eco non si è ancora spenta tanto che tuttora,
quando si vuole demonizzare la Massoneria, lo spettro della
P2 appare puntualissimo in punta di ogni penna e di ogni
pennivendolo.
La P2 finì più ad opera della stessa
Massoneria, che si rese conto del danno immane che stava subendo,
piuttosto che ad opera del buon Spadolini, divenuto nel frattempo
Presidente del Consiglio.
Verso la P2 si scatenarono gli strali
di quasi tutti i partiti, non solo della democristiana Tina Anselmi,
ma anche del MSI, che la definì costola della partitocrazia, e
ovviamente dello stesso PCI che ne stigmatizzava il target
anticomunista, quasi in una bizzarra sinonima tra anticomunismo e
antidemocrazia.
Fatto sta che, alla fine, di rilevanze
penali ne emersero ben poche, anzi, lo stesso Gelli fu riabilitato nientepopodimeno che dalla Corte
Europea dei Diritti dell'Uomo con sede a Strasburgo il 19 Ottobre del
1999, la quale condannò lo Stato Italiano alle scuse previo
risarcimento di 20 milioni di lire più 2 di spese processuali, per
avere violato l'articolo 6 paragrafo 1 della Convenzione Europea dei
Diritti dell'Uomo. Più o meno stessa sorte è toccata a Craxi con
una Corte Europea che espresse condanne simili, ma ovviamente noi
diamo retta all'Europa solo quando si tratta di spread.
Oggi più o meno tutto il panorama
politico ancora evoca quei fantasmi, con il probabile intento di non
parlare d'altro...lavoro, scuola, rapporto con l'Europa, va tutto
bene purché tu non sia massone. Per il Movimento di Grillo, che pare
a sua volta una massoneria deviata per quanto copre il suo verticismo
e la sua vena settaria, la Massoneria vera è diventato il nemico
numero 1, dato che si è scatenata in quel partito anche la caccia al
massone in sonno reticente, quello cioè che non si è svegliato
nemmeno per dire: c'era una volta quel che c'ero..ma è del tutto
evidente che chi vorrebbe essere alfiere della trasparenza e della
democrazia, poi, alla fine, si rivela discriminatorio e arrogante
come se non più degli altri..e non si fa mancare nemmeno un bel
“rincoglioniti” rivolto a tutti noi italiani, non si fa davvero
mancare nulla..
E gli altri non sono certo da meno..il
cattolico Cardini, in una intervista prima dice che la Massoneria ha
creato lo Stato, poi dice che lo minaccia, beh..trovi almeno la
maniera di accordarsi con se stesso, il PD Mattiello
dice "sarebbe il caso che la massoneria riflettesse su come
dover cambiare se stessa nel momento in cui non si tratta piu' di
opporsi a regimi liberticidi, ma si tratta di esistere all'interno di
sistemi democratici e repubblicani". E ci si chiede di cosa stia
parlando. Sta parlando davvero di Massoneria, in cui per entrare
bisogna prima ancora di giurare su una appartenenza, firmare un
impegno di rispetto assoluto delle leggi della Costituzione? Se parla
di questo, allora di quale opposizione si può mai blaterare? Sono
questi i legislatori che vorrebbero legiferare su ciò che ignorano?
Basta poi un giuramento a impedire il mancato rispetto della
Costituzione, se i primi a violarla sono proprio coloro che
legiferano e che giurano su di essa prima di legiferare, governando il
Paese con i loro decreti legge?
Sappiamo
bene che la Massoneria, specialmente italiana, non è una congrega di
“anime belle” ma quanti massoni sono stati condannati con
sentenza definitiva rispetto ad altri membri di partito o persino
preti? Vogliamo dunque squadernare anche gli elenchi delle parrocchie
o degli iscritti ai vari partiti..così tanto per non rischiare? Il
confronto tuttora non regge suo piano dell'onestà, ce ne sono ancora
troppo pochi per far pendere la bilancia contro i massoni..
Però,
nonostante questo, chi presiede la commissione antimafia ha messo la
Massoneria nel suo principale mirino: la Bindi pontifica dal suo
scranno sentendosi in
dovere
di ricordare in proposito che “in base alla Declaratio de
associationibus massonicis” non esiste conciliabilità fra adesione
alla chiesa cattolica e alla massoneria, che per i credenti cattolici
resta proibita. E ci ricorda pure che di recente Papa Francesco ha
respinto le credenziali di un ambasciatore perché iscritto alla
massoneria.
Resta
solo da capire che commissione sia quella in realtà, se di indagine
civile e costituzionale oppure se inquisitoria facente le veci del
Santo Uffizio.
Purtroppo
a questi attacchi reiterati da ormai 3 secoli, in Italia si
aggiungono i mali endemici del nostro popolo, più intento a
massacrarsi da solo che a farsi massacrare da altri, e per questo
perennemente in lotta con se stesso..Mario e Silla, pompeiani e
cesariani, Ottaviano e Marco Antonio, guelfi e ghibellini, savoiardi
e repubblicani, fascisti e comunisti e via dicendo saltando
ovviamente tante altre “amene” e perduranti guerre civili.. La
Massoneria non fa eccezione nel suo ambito, con le sue faide interne,
le sue scissioni, le sue macro e micro logge, i suoi assetti
paramassonici, dove evidentemente si può infiltrare di tutto e di
più
Se
dunque, per trarre le conclusioni da tutto ciò, dobbiamo
inevitabilmente reagire all'ennesimo tentativo di trovare un facile
capro espiatorio ai mali perduranti e cronicizzati di un intero
Paese, altresì è necessario richiamare l'ambito massonico più che
al dovere dell'Obbedienza a quello dell'Ordine, e cioè ad una Regola
generale che, come quella degli antichi Ordini Cavallereschi, vincoli
tutti
preservando l'intera comunità dagli arbitri e dalle devianze.
Dice
bene il Gran Maestro Luigi Pruneti: "A
proposito: l'Ordine Massonico Tradizionale rifiuta di fregiarsi con
il termine OBBEDIENZA perché nel corso della storia questo
sostantivo è stato interpretato, abusato, forzato e manipolato
arrivando - a volte - a far confondere i fratelli per frati, i
dignitari per guardie carcerarie, la libertà per tirannide e gli
uomini per schiavi obbligati a non vedere, a non ascoltare e
soprattutto a non ragionare, delegando tale funzione al capo supremo,
il cui pensiero, nel caso ne possedesse uno, sarebbe da considerarsi
per i sudditi - proni e fedeli - dogma e verità rivelata"
Ricordiamoci bene che, nel percorso massonico, il capo supremo resta
soprattutto la libera coscienza di ciascuno da perfezionare affinché,
con ciò, essa stessa contribuisca a perfezionare il mondo che la
circonda. Ad essa sempre e soprattutto dobbiamo la nostra vera
obbedienza.
E
poi, in fondo, lo diceva anche Don Milani: “L'Obbedienza non è più
una virtù”, e quanto ai giuramenti, ricordiamoci sempre che tutte
le volte che diciamo un sì o un no, ne facciamo uno, assumendo una
responsabilità che determina precise conseguenze e che, per questo,
è ben più di un atto formale.
Forse
così riusciremo a scoprirci meno "primitivi" e più “fratelli e sorelle” di come e
quanto certi istituti vorrebbero “monopolizzare”, chiese o logge
che siano.
Perché
noi, in definitiva, siamo sempre quello che pensiamo, diciamo e
facciamo e soprattutto, concretamente, risultiamo dalla
corrispondenza coerente di questi tre fattori, sempre ed ovunque.
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