di Leonardo
Boff
Il
Natale rappresenta sempre un'occasione per ritornare al cristianesimo
originario. In primo luogo, esiste il messaggio di Gesù: l'esperienza di Dio
come padre, con tratti di madre, l'amore incondizionato, la misericordia e
l'abbandono totale a un sogno: il regno di Dio. In secondo luogo, esiste il
movimento di Gesù: di quelli che senza aderire a nessuna confessione o dogma, si
lasciano affascinare per la sua saga generosa e radicalmente umana e lo tengono
come valore di riferimento. In terzo luogo, ci sono le teologie su Gesù, già
contenute nei Vangeli, scritti 40/50 anni dopo la sua esecuzione sulla croce. Le
comunità soggiacenti a ciascun evangelo, elaborarono la loro interpretazione
sulla vita di Gesù, il suo comportamento, i suoi conflitti con le autorità, la
sua esperienza di Dio e sul significato della sua morte e
resurrezione.
Nel
frattempo coprono la sua figura com tante dottrine, che diventa difficile sapere
qual era il Gesù storico, vissuto tra di noi. Infine esistono le chiese, che
tentano di portare avanti l'eredità di Gesù. Tra queste la Chiesa cattolica, con
la rivendicazione di essere l'unica vera guardiana del suo messaggio e
interprete esclusiva del suo significato. Tale pretesa rende praticamente
impossibile il dialogo ecumenico e l'unità delle chiese, se non mediante la
conversione. Oggi la tenenza consiste nell'affermare che nessuna chiesa può
appropriarsi di Gesù. Lui appartiene all'umanità e rappresenta un dono offerto
da Dio a noi in qualsiasi quadrante. Prendendo a riferimento la Chiesa
Cattolica, notiamo che nella sua storia millenaria, due tendennze – tra altre
minori - hanno fatto molta strada. La prima si fonda molto sulla colpa, sul
peccato e sulla penitenza. Su tali realtà volteggia lo spettro dell'Inferno, del
Purgatorio e della paura.
Effettivamente
possiamo dire che la paura sia stata uno dei fattori fondamentale nella
penetrazione del Cristianesimo, come ha dimostrato Delumeau nel suo classico
Paura in Occidente (1978). Il metodo ai tempi di Carlo Magno era: o ti
coverti o verrai passato a fil di spada. Leggendo i primi catechismi fatti in
America Latina, come il primo di frei Pedro de Cordoba, Doctrina Christiana(1510
e 1544) si vede chiaramente questa tendenza. Si comincia com una descriziane
idilliaca del cielo, una terrificante dell'Inferno, dove stanno tutti i vostri
antenati, padri madri, nonni, parenti e dove andrete anche voi se non vi
convertirete. Settori dell'attuale chiesa maneggiano ancora oggi le categorie
della paura e dell'Inferno.
Un'altra
tendenza più contemporanea e – penso – più vicina a Gesù, enfatizza la
compassione e l'amore, la giustizia originale e il fine buono della creazione,
intendendo che la storia della salvezza avviene dentro la storia umana e non
come alternativa ad essa. Da qui appare un profilo di Cristianesimo più gioviale
in dialogo con le culture e con i valori moderni.
La
festa del Natale si riallaccia a questa ultima tendenza del cristianesimo.
Quello che si celebra è un dio-bambino, che piagnocula tra una vacca e un
asinello, che non fa paura e non giudica nessuno. E' bene che i cristiani
tornino a questa figura. Archetipicamente essa rappresenta il PUER AETERNUS,
l'eterno bambino, che in fondo non abbiamo mai tralasciato d'essere. Una delle
migliori alunne di C.G.Jung, Marie-Louise von Franz, ha analizzato nei dettagli
questo archetipo nel suo libro Puer Aeternus (Paoline, 1992) esso
possiede una certa ambiguità. Se mettiamo il bambino dietro di noi, questo
rilascia energie regressive di nostalgia di un mondo che è passato e che non è
stato completamene superato e integrato. Continuiamo a essere infantili. Ma se
mettiamo il bambino davanti a noi, allora egli suscita in noi rinnovamento di
vita, innocenza, nuove possiblità di azione in direzione del futuro.
Insomma
sono questi i sentimenti che vogliamo incrementare in questo Natale, in mezzo a
una situazione buia della Terra e dell'umanità. Sentimenti da cui ancora avremo
futuro e che possono salvarci, perchè la stella è maganima e il puer è eterno e
perché lui si è incarnato in questo mondo e non permetterà che affondi del
tutto. In lui si è manifestata l'umanità e la giovialità del Dio di tutti i
popoli. Tutto il resto è vanità.
Leonardo
Boff ha scritto O Sol da Esperança: Natal, Histórias, Poesias e
Símbolos
(Mar
e Idéias, Rio 2007).
Traduzione:
Romano Baraglia
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