La proposta di Ferrero per una nuova sinistra italiana

Le
politiche del governo Monti aggravano la crisi sociale, la recessione e
alimentano la drammatica perdita di posti di lavoro, ormai molto al di
sopra della media europea. Politiche tese a salvaguardare i poteri forti
con una spiccata connotazione antipopolare e antioperaia che
conferma il carattere “costituente” di un nuovo regime, incarnato dalle
misure strategiche dei provvedimenti presi che vanno dalla manomissione
dell’articolo 18 alla “controriforma” delle pensioni al pareggio di
bilancio in Costituzione fino all’approvazione del Fiscal Compact.
Questi provvedimenti vanno oltre la situazione contingente e
predeterminano – se non aboliti – il quadro in cui agiranno i governi
dei prossimi anni, una vera e propria ipoteca sul futuro.
Il governo
ha quindi tracciato una strada di destra destinata a perdurare negli
anni, indipendentemente dalla presenza di Monti, ma ai provvedimenti già
assunti e votati da PD, PDL e UDC.
L’intreccio tra la paura e il
carattere necessitato delle ricette, taglia ogni discussione e impedisce
un confronto nel merito dei provvedimenti fino a criminalizzare
qualunque posizione dialettica si esprima, anche utilizzando la
distruzione di ogni credibilità della politica, Un vero e proprio
“bonapartismo” economico, che, oltre a produrre recessione e distruzione
dei diritti sociali e del welfare, corrode in profondità la democrazia.
Il superamento e la sconfitta delle politiche di Monti non può essere
affidato al centro sinistra, che è indisponibile a mettere in
discussione le scelte sin qui operate, a partire dall’articolo 18, dal
pareggio di bilancio e dall’applicazione del Fiscal Compact.
Occorre quindi proporre una prospettiva politica di uscita dalla crisi
che è: economica, sociale, culturale e morale consapevoli che questo
significa riportare il paese nella democrazia, superando lo stato di
eccezione con cui oggi il governo giustifica le sue scelte presentate
come obbligate.
La campagna referendaria, che rappresenta, sia la
nostra principale azione politica e organizzativa nei prossimi mesi, sia
la parte fondamentale del programma politico con il quale presentarsi
al Paese è un’impresa politica importante, che coinvolge il complesso
delle forze che si sono opposte, da sinistra, alle politiche del governo
Monti, sia sul piano politico che sociale, ed è a partire da questa
condivisione che la Federazione della sinistra chiede a tutti i soggetti
impegnati nei referendum, di costruire unitariamente l’alternativa di
programma e di Governo in grado di rivolgersi al Paese ed in particolar
modo a chi subisce pesantemente gli effetti delle politiche del governo
Monti.
Proprio a partire dai temi dei referendum: sui diritti
dei lavoratori – ripristino dell’articolo 18 ed abolizione dell’articolo
8– a cui si aggiunge quello per cancellare la riforma delle pensioni,
per impedire la svendita del patrimonio pubblico, la campagna per il
reddito minimo garantito, rappresentano i punti fondamentali per un
programma ed una coalizione di sinistra e di alternativa. Le elezioni
regionali in Sicilia, sulle quali dovremmo produrre un approfondimento,
soprattutto per quanto attiene all’astensione di massa dal voto, ci
consegnano una prima riflessione: o si è in grado di produrre una proposta
credibile, che parli direttamente alle condizioni di vita delle
persone, che proponga un terreno comune di battaglia per la difesa ed il
rilancio dei diritti e della democrazia, una visione sul mondo capace
di interpretare i sentimenti diffusi delle persone e in grado di
proporre un terreno di proposta politica percepita come utile e
necessaria. Il nostro risultato elettorale si colloca dentro questa
cornice. Certamente ha pesato il cambio in corsa del candidato alla
presidenza, e, tuttavia il risultato complessivo ci indica che se
avessimo presentato una sola lista avremmo eletto una delegazione di
consiglieri, da qui la necessità di produrre maggiore unità e non meno,
perché la sua stessa percezione, forse, avrebbe potuto essere più
credibile. Tuttavia è evidente che anche la nostra formazione non è
stata in grado di produrre un’ipotesi di cambiamento come invece è
accaduto per le elezioni a Palermo e Napoli.
Per questo
proponiamo la costruzione di una coalizione politica che possa diventare
uno schieramento elettorale di tutte le forze politiche, sociali e
associative che si oppongono da sinistra al governo Monti. Proponiamo
che la Federazione della sinistra lavori per trasformare le forze
referendarie e la coalizione elettorale siciliana in un vero e proprio
schieramento politico nazionale in vista delle prossime elezioni
politiche. La nostra proposta politica che si rivolge in primo luogo a
Sel, all’IdV, ad Alba e al complesso delle forze associazionistiche,
sociali e culturali disponibili, alle forze che hanno organizzato la
manifestazione del 27 ottobre, è finalizzata a costruire un ampio polo
di alternativa che si ponga l’obiettivo di governare il paese su un
programma antitetico a quello imposto da Monti e dalle politiche
europee. Si tratta di rovesciare le politiche di austerità e questa
prospettiva di radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali
non è presente nella posizione del PD. E’ quindi necessario, per la
prossima tornata elettorale, uno schieramento politico ed elettorale
alternativo,che avanzi una proposta di governo finalizzata ad uscire
dalla politiche neoliberiste a partire dalla non accettazione del Fiscal
Compact e delle fondamenta neoliberiste e monetariste dei trattati di
Maastricht e Lisbona. Al di la delle modifiche della legge elettorale
avanziamo quindi la proposta di dar vita ad uno schieramento di
alternativa per il governo del paese e l’uscita dalle politiche di
austerità.
Riteniamo necessario unire la sinistra. Il nostro
obiettivo è la costruzione di un effettivo spazio pubblico della
sinistra, che faccia i conti fino in fondo con la critica della politica
e sia portatore di una forte critica dell’economia politica. Occorre,
da subito, uscire da ogni politicismo per avviare, all’interno
dell’attuale fronte di opposizione, a partire dalla Federazione della
sinistra, un processo costituente di sinistra e di alternativa e di dare
vita ad una nuova stagione politica basata sulla democrazia
partecipata. Questo è l’obiettivo centrale che ci poniamo come
Federazione della Sinistra e che proponiamo al complesso delle forze
politiche e degli uomini e delle donne che vogliono costruire una
sinistra antiliberista nel nostro paese, anche in vista della prossima
scadenza elettorale. La costruzione di un processo inclusivo e
partecipato, che allarghi il terreno della partecipazione politica
unitaria a sinistra, la realizzazione in Italia del progetto della
Sinistra Europea, la costruzione del corrispettivo di Syriza, del Front
de Gauche, di IzquierdaUnida, della Linke, insomma recuperare le
migliori esperienze politiche che si sono prodotte in Europa,
rappresenta l’obiettivo fondante il nostro progetto politico, su cui
lavorare nei prossimi mesi.
Nella consapevolezza delle diverse
posizioni che vi sono nell’ambito della Federazione della Sinistra, e al
fine di ricercare una comune posizione politica si propone che, laddove
il Consiglio Politico Nazionale della Federazione della sinistra non
addivenisse ad una posizione politica chiara da avanzare unitariamente,
di dar luogo ad una consultazione referendaria di tutti i compagni e le
compagne iscritte alla Federazione, così come previsto nello Statuto, in
modo da definire attraverso un processo unitario, democratico e
partecipato il nostro comune orientamento politico.
Paolo Ferrero
Irene Bregola
Mimmo Caporusso
Roberta Fantozzi
Marco Gelmini
Claudio Grassi
Gianluigi Pegolo
Rosa Rinaldi
Augusto Rocchi
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