120 anni dopo un Socialismo per la vita e non per la morte
Care compagne e cari compagni, purtroppo il 12o° anniversario della fondazione del Partito Socialista Italiano, oggi, ci porta a vestirci di nero.
Più che una celebrazione, infatti, questo sembra un funerale. Ma può
darsi che il nero, che in questo caso non vogliamo sia del tutto
funereo, si tinga ancora di rosso e, con esso, noi tutti si possa
riscoprire uno spirito anarchico e libertario che fu proprio quello che,
con Andrea Costa prima e con Filippo Turati poi, portò proprio alla
nascita del primo ed unico Partito Socialista Italiano.
Per chi non lo sapesse, anche allora c'era un Partito Democratico che
lo stesso Turati definiva “amalgama” proprio negli anni della
fondazione del PSI. Ad esso Turati nel 1895 rivolse queste parole:
“Che a questa amalgama poco stia a cuore la libertà politica della
masse, non contestiamo. Intanto costretto a lottare contro un regime di
privilegio, esso dovrà pur lottare per la libertà. Ch'esso sia povero
d'anima, propendiamo a crederlo: toccherà a noi fors'anco di
prestargliene una provvisoria. Un partito non agisce solo per quel
ch'esso vale, ma per quello che valgono i partiti coi quali ha a che
fare” Ebbene, non vi sembra che tali parole si potrebbero riprendere alla lettera ed applicarle oggi senza tema di essere smentiti?
Anche allora si era nel pieno di una ondata reazionaria che portò alla
fine alle cannonate contro i lavoratori e alla decorazione del
generale che mise in atto tale eccidio. Oggi non abbiamo le
cannonate, ma il massacro sociale, la privazione dei diritti dei
lavoratori, una tassazione iniqua e a senso unico, e il permanere di
privilegi reazionari non condivisi da tutto un mondo civile e
democratico, basti solo paragonare i compensi dei nostri parlamentari
con quelli di altri paesi europei o quello del nostro Presidente della
Repubblica con quello del Presidente degli USA o persino della Regina
d'Inghilterra. Questi privilegi vengono continuamente fatti pagare
al popolo e non accennano minimamente a diminuire, aumentano invece a
dismisura i sacrifici per le classi più deboli e popolari. L'
“amalgama” di oggi ha deciso di sottrarsi al confronto elettorale
immediatamente dopo la caduta del governo Berlusconi, adducendo come
motivo, la necessità di una nuova legge elettorale che avrebbe dovuto
avere priorità assoluta per restituire, come è giusto in ogni
democrazia, la parola al popolo, ma è stato varato di tutto tranne ciò,
e dubitiamo fortemente che una nuova legge elettorale ci sarà, a
questo punto. Il maggiore sostenitore del governo Monti e delle sue
politiche nettamente antisociali e antisocialiste, è l'UDC e noi
troviamo oggi scritto sul sito del PSI, ad opera del suo segretario:
"Ad oggi l'alleanza e' fra Pd, Psi e Udc. Questo è lo schieramento che
vince". Ebbene, compagni, questo connubio e questo “aforisma”
segnano l'epitaffio funebre della storia del Partito Socialista
Italiano, perché lo seppelliscono dentro una fossa i cui becchini sono
coloro che non hanno mai accettato in Italia l'esistenza di un grande
partito del Socialismo Europeo. Saremo dunque noi coloro che si lasceranno seppellire con tali preci?
O forse insorgeremo nel nome dei nostri ideali di sempre, quelli che
portarono Brodolini e Giugni ad inaugurare quella stagione dei diritti e
della civiltà del lavoro che, anche con Craxi, fece diventare l'Italia
una delle più grandi potenze industriali del mondo? Insorgiamo, compagni, l'ora della riscossa è arrivata e non aspetterà né pavidi né traditori. Usciamo dalla fossa, pronti a risorgere con le nostre bandiere rosse di sempre!
Ce lo chiede l'Italia, ci invoca quell'Europa dei popoli che, pur
essendo calpestata e vilipesa, non rinuncia alla sua primavera e
combatte contro l'assolutismo monetaristico. Noi possiamo, noi
vogliamo, noi dobbiamo testimoniare che il Socialismo Italiano esiste e
sta ancora dalla parte dei lavoratori, degli studenti, dei precari, dei
pensionati, dei cassintegrati, degli esodati, di quel popolo
massacrato e costretto ad impiccarsi per la disperazione da questo
governo infame! Volete davvero voi, compagni, seguire scodinzolando
chi vi porta nelle fauci dei sostenitori a spada tratta di questa
macelleria sociale? No, cari compagni, noi che abbiamo ancora nel cuore l'anelito di Costa, di Turati e di Labriola noi, no, non li seguiremo. Noi risponderemo con le parole di Turati al Congresso socialista di Bologna del 1904: “L'importante è di salvare l'avvenire, voi il vostro, noi il nostro. Al proletariato di decidere fra noi, quando ci vedrà tutti fedeli alla nostra esperienza e ai nostri ideali. Così è ancor possibile un partito, un'unità del partito nella vita, non nella morte, come volete voi”
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