Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

mercoledì 23 aprile 2025

Morto un tale Papa, non sarà facile trovarne un altro





Commemorare un Papa come Francesco è impresa davvero ardua per chiunque, nonostante i media ci stiano propinando in continuazione di tutto e di più su di Lui.

Sicuramente su un sito come questo, qualcuno si aspetta che si mettano in risalto i temi sociali, con i quali Papa Bergoglio si è sempre impegnato durante tutto il Suo pontificato.

Noi cominceremo col dire che non avrebbe di sicuro gradito tutto questo clamore mediatico, né che si dichiarassero da parte dello Stato Italiano, ben cinque giornate di lutto nazionale, oscurando pertanto le commemorazioni del 25 Aprile da fare “senza clamore e in sordina”, bella furbata, da parte di un governo guidato da chi nel 25 Aprile non si è mai identificato pienamente, provando addirittura ad equiparare torti e ragioni, vincitori e vinti..

Ma la cosa che stride di più è l'ostentazione di amicizia con questo Papa che si è speso fino all'ultimo per la pace e che ha detto esplicitamente di “vergognarsi” per l'aumento delle spese militari, da parte di un governo e di una Europa che hanno fatto dell'aumento delle spese militari un caposaldo del loro interventismo politico.

Di Papa Francesco, come di tutti quei grandi personaggi che hanno agito in vita senza peli sulla lingua, disturbando non pochi centri di potere e personaggi a loro intorno, si può dire che fu tanto osteggiato, quanto oggi viene celebrato, quasi in una sorta di rito esorcistico affinché non ne venga un altro come Lui

E sicuramente non ne verrà un altro come Lui, anche perché per mettere d'accordo tutto un conclave cardinalizio, aumentato a dismisura negli ultimi anni, per rappresentare tutti i Paesi del mondo, ci vorrà davvero la Grazia dello Spirito Santo

Papa Francesco sarà sicuramente ricordato per il suo coraggio, ed il suo strenuo impegno per la pace e la giustizia sociale ed ambientale, Lui è stato capace di accogliere i temi principali della Teologia della Liberazione sorti negli anni 70 in America Latina, senza radicalizzarli né ideologizzarli, ma incanalandoli saggiamente nella Dottrina Sociale della Chiesa.

Ovviamente questo non solo ha suscitato molti malumori nelle sale vaticane, ma anche parecchia avversione da parte di chi non ha mai avuto “orecchie per sentire”

Papa Francesco ha riconosciuto lo Stato Palestinese, parlando di genocidio a Gaza, non ha avuto mezzi termini per rimarcare come la NATO “abbaiasse ai confini con la Russia” e per questo, lo Stato Israeliano ha addirittura ritirato le sue condoglianze, nonostante la protesta di alcuni suoi ambasciatori, aggravando così il suo isolamento nel contesto internazionale ed evidenziando la sua miseria morale

Papa Francesco era considerato un conservatore quando cominciò a diffondersi la Teologia della Liberazione in America Latina, ritenuta a torto una appendice religiosa del castrismo ma, una volta diventato Papa, ha sicuramente accolto molti dei suoi temi principali, in particolare l'opzione preferenziale per i poveri e la tematica ecologico-ambientale, sicuramente in collaborazione con il teologo brasiliano Leonardo Boff, la sua enciclica “Laudato si'” ne è uno specchio molto fedele.

Papa Francesco non è stato un “socialista”, anche perché la Chiesa gerarchica e tuttora fondata su una monarchia pressoché assoluta, dotata anche se minimamente, ancora di potere temporale, non può esserlo, e tanto meno può esserlo il suo capo che ovviamente non può neanche diventare repubblicano e democratico, lo abbiamo già visto dai tempi della Repubblica Romana del 1849, fatta bombardare con la “benedizione” di un Papa che si dichiarò poi infallibile ed è stato pure recentemente fatto santo.

Ma sicuramente Papa Bergoglio ha accolto in pieno temi ormai abbandonati dalla stessa cosiddetta sinistra che di recente non si è nemmeno vergognata di equiparare il nazismo a quel comunismo che liberò l'Europa da Hitler a costo di più di 20 milioni di morti, dimenticando che Stalingrado venne ben prima della sbarco in Sicilia ed in Normandia, e che i campi di sterminio vennero liberati per la prima volta dall'Armata Rossa. Per questo, ma anche per molto altro, che ha avuto solo come conseguenza in Italia l'affermarsi di un governo erede storicamente di chi antifascista non è mai stato, la parola “sinistra” dovrebbe essere cancellata dal nostro vocabolario, in nome di un Socialismo che, come vediamo tuttora in Spagna e non solo, ancora ha molto da dire.

Papa Francesco ha parlato chiaramente di “una struttura ingiusta” fondata sul “primato del denaro che collega tutte le esclusioni”, e basata sulla rapina perché “rende schiavi, ruba la libertà” “mitizza il progresso infinito e l'efficienza incondizionata”.

E che cosa è questa struttura se non un capitalismo senza freni e senza misura, abbandonato alla sua corsa sfrenata verso il suo esclusivo auto-potenziamento che macina inesorabilmente popoli, individui, interi Stati e ovviamente ogni tipo di opposizione, riducendola al silenzio con la violenza quando cerca di organizzarsi e protestare, quando una fabbrica viene miseramente smontata e delocalizzata, mandando per strada tutti i sui lavoratori i quali, se protestano, vengono pure pestati dalle forze di polizia. Cosa è questa struttura se non quella che priva interi stati, di servizi sociali fondamentali come l'assistenza sanitaria, la scuola, i trasporti, privatizzandoli e lasciandoli alla fruizione di chi solo può permetterseli con il proprio denaro? Cosa se non quella che non esita a mettere al primo posto la guerra e gli armamenti, al di sopra di ogni diplomazia ed azione umanitaria?

Papa Francesco ha avuto il coraggio di affrontare la lotta globale contro questa struttura con le sole armi del suo pacifico e sorridente pontificato

Ha detto chiaramente che «Non serve una politica per i poveri, ma una politica dei poveri». E questo era proprio il nucleo centrale della Teologia della Liberazione che questo Papa è riuscito a fare entrare nella dottrina ecclesiastica senza che ne divenisse il fulcro ideologizzante

Ovviamente non mancano le critiche, da parte di chi lo ritiene tuttora un protagonista della globalizzazione con i suoi processi perversi di migrazioni senza misura che riducono il costo del lavoro e portano a nuove schiavitù salariali, o di chi lo considera un Papa che ha svuotato piazza San Pietro per la pandemia, chiudendo le chiese, sostituendo l'acquasantiera con il gel antisettico, e persino di chi ritiene che abbia portato sull'altare di Cristo la politica anziché i temi religiosi e mistici. E inoltre da parte di chi evidenzia che non ha fatto poi molto per emancipare le donne nella Chiesa, o gli omosessuali, o le coppie di fatto, non modificando in alcun modo il Catechismo della Chiesa Cattolica, tuttora legato dottrinalmente al suo predecessore, il quale persiste come la colonna portante dell'istituzione cattolica. Pur avendo Papa Bergoglio lottato, memore delle sue esperienze nelle favelas, sempre per riconoscere la dignità delle persone più emarginate, pur essendosi egli schierato sempre dalla loro parte, la sua concezione della stessa teologia ed azione della Chiesa, non è ancora entrata nella sostanza e nelle strutture portanti della stessa istituzione cattolica, e per di più non ha fatto aumentare il numero delle persone che frequentano la Chiesa o la Comunione sacramentale.

Il successore di Papa Bergoglio dovrà capire bene che per incrementare la credibilità della Chiesa e la sua efficacia pastorale, non basteranno le dichiarazioni di intenti, i bei discorsi, le apparizioni o i viaggi plateali, ma bisognerà intervenire nelle strutture stesse istituzionali della gerarchia vaticana, da tempo immemore inamovibili, per timore di ulteriori disgregazioni o scismi

Non è più tempo di praticare l' “ut unum sint” solo con le parole o con l'esempio. Il primo Francesco non si mise contro la Chiesa come i catari e gli albigesi, perché sapeva che non avrebbe avuto scampo, ma è tuttora ricordato in un bellissimo dipinto, come colui che seppe rimediare al crollo imminente di tutta la struttura della Chiesa stessa, o almeno colui che la avvertì molto tempo prima del pericolo che avrebbe corso secoli dopo quando la protesta non avrebbe potuto più essere arginata.

Papa Francesco, nonostante abbia dovuto necessariamente presentarsi non con le vesti del Poverello di Assisi, che visse in una Porziuncola costruita con la sue mani senza nemmeno aver preso i voti ecclesiastici, ma solo agendo con il suo esempio e dichiarando di non volersi separare dalla Chiesa del suo tempo, ma con quelle, comunque di un Capo di Stato, dotato di potere temporale e istituzionale, credo abbia cercato di avvertire la Chiesa di questo pericolo imminente che addirittura , secondo una antica profezia, porterebbe il prossimo suo successore ad essere l'ultimo Papa.

E' vero sì che “morto un Papa se ne fa un altro” sempre ed è altrettanto vero che l'Azione dello Spirito nella storia umana, non segue le profezie ma solo il suo principio fondante, cioè la perfezione, l'armonia e la universale costruzione basata sull'Amore, cioè Dio stesso

Ma è altrettanto vero che senza ristrutturazioni architettoniche che superino il logorio dei tempi, la intera struttura prima scricchiola, poi crolla, e il sintomo maggiore di questo crollo imminente è la fuga stessa dei suoi abitanti dal suo interno

Quindi credo che seriamente il prossimo Papa dovrà riflettere innanzitutto su quante persone vanno ancora in chiesa e perché lo fanno. Il predecessore di Papa Francesco era convinto che la Chiesa fosse fatta da “pochi ma buoni” ma Papa Francesco ha predicato ovunque l'apertura a tutti costi verso chiunque, tranne forse che nella pandemia, ora il nuovo Papa dovrà ben riflettere ed operare affinché non gli edifici ma la stessa struttura architettonico istituzionale e dottrinale possa essere veramente accogliente per i fedeli della Chiesa del Terzo Millennio

Il mondo di oggi non solo ha perso l'innocenza, ma addirittura ha paura della stessa innocenza, perché non c'è nulla di più eversivo rispetto ad una innocenza che riconosce il male a prima vista. Eppure è l'innocenza che ha sempre cercato Cristo e per questo ci ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso» il bambino è il simbolo stesso di un essere umano capace di riconoscere il male a prima vista, senza essere ancora condizionato dalla sua educazione, cultura o persino dalla sua religione

Per questo in un Occidente autoreferenziale che gira sempre intorno al suo profitto, non nascono più tanti bambini, per questo è necessario che si rifletta su come educarli a progettare un mondo nuovo che li aiuti a mantenere la loro innocenza, indispensabile per combattere ed emendare il male

Forse il prossimo Papa dovrà pertanto riflettere sulla principale preghiera del cristiano che temiamo Papa Francesco abbia vanamente modificato, lasciando sostanzialmente intatto l'errore

Non si dice più “non ci indurre in tentazione”, ma “non abbandonarci alla tentazione” come se un Padre amorevole potesse tentarci o addirittura abbandonarci. No, il senso e la lettura originaria del Padre Nostro è “non lasciare che la tentazione entri in noi”, quindi la traduzione migliore è “proteggici dalla tentazione”, “aiutaci nella tentazione” Non è la paura ma il bisogno vitale di Dio, non timor Dei sed Amor Dei che ci salva

E la tentazione è sempre il dubbio, l'esitazione, la mancanza di consapevolezza. Aiutare qualcuno operando in Grazia di Dio, vuol dire dunque non fornirgli una stampella assolutrice, ma renderlo più consapevole, accogliendolo con Amore fraterno, senza giudicare se sia in linea o no con il Catechismo della Chiesa Cattolica, una prigione dottrinale dorata per una Buona Novella che abbatte tutte le prigioni ed è sempre viatico di Via, Verità e Vita.


Carlo Felici

venerdì 4 aprile 2025

SI SALVI CHI PUO'

 


La recente guerra commerciale iniziata dalla nuova amministrazione americana, nonostante venga giustificata come un modo per riequilibrare i rapporti tra Stati Uniti e il resto dei Paesi del mondo, sul piano dei dazi doganali, per creare maggiori vantaggi per il popolo americano, parte da un presupposto profondamente sbagliato. Cioè quello che il mondo non possa fare a meno di confrontarsi con gli USA secondo le regole che gli USA credono di poter stabilire, in quanto superpotenza economica e militare. Un altro principio profondamente errato è quello secondo il quale ogni Paese del mondo per avere rapporti proficui e vantaggiosi per la sua crescita e il suo progresso economico e sociale, debba per forza fare i conti con gli USA.

Se tutto ciò poteva essere valido nel dopoguerra e in parte con la globalizzazione, oggi la realtà geopolitica ed economica mondiale, a un quarto di secolo dall'inizio del terzo millennio, è profondamente cambiata. Non solo perché la Cina è ormai una superpotenza militare ed economica al pari se non superiore agli USA, ma anche perché vari Paesi dall'economia emergente, in particolare i BRICS hanno avuto modo di rafforzare reciprocamente i rapporti economici e commerciali, al punto di poter fare a meno del condizionamento degli USA, in particolare in seguito alle guerre scatenate ultimamente per tutelare gli interessi americani, prima in Medio Oriente e poi nell'Europa orientale

Gli Stati Uniti, d'altra parte, hanno fatto poco o nulla per rendere più vantaggiosi i rapporti con il loro Paese rispetto a quelli con altri, procedendo sempre di più verso politiche isolazioniste e protezionistiche. Tutto ciò mentre all'interno di quella che appare una superpotenza sempre più in crisi, gli squilibri sociali aumentano a dismisura, così come la sproporzione tra le immense ricchezze di una ristretta oligarchia che assume il controllo delle risorse energetiche, commerciali e persino comunicative, e il resto della popolazione, in cui miseria e precarietà di vita sono vertiginosamente aumentate nel corso degli ultimi anni.

Sembra che ora si stia procedendo ad uno smantellamento definitivo delle ultime tutele che lo Stato Federale ha conservato per chi non può permettersi enormi guadagni e profitti, lasciando campo libero per ogni azione che possa recare vantaggio alle oligarchie dominanti

Sicuramente in questo Russia e Stati Uniti oggi si assomigliano molto, ambedue grandi Stati in cui le oligarchie e gli oligopoli dominano incontrastati, e dove chi li rappresenta è saldamente al potere, avendolo acquisito con l'illusione di potere rendere grande e incontrastato l'operato del proprio Paese. Non a caso sia Trump che Putin sono cresciuti nella logica compromissoria dell'appeasement scaturita in piena guerra fredda. Sono uomini che appartengono più al passato che al futuro, persone del secolo scorso con la pretesa di vivere ancora in quella dimensione, in cui non c'era altro al mondo che due superpotenze a spartirsi le loro zone di influenza nel mondo

Ma oggi il mondo è molto più interconnesso di allora, viaggia con una velocità incredibilmente superiore e soprattutto non sopporta isolazionismi, né pretese di superiorità

Credere di esistere intrinsecamente, cioè a prescindere da cause che determinino il nostro agire e conseguenze del nostro operato, indipendentemente dai rapporti che sappiamo instaurare con tutto ciò che ci circonda è il fondamento del nichilismo occidentale, di una dimensione in cui tuttora ognuno sgomita per avere successo individuale, trascurando quasi del tutto le conseguenze del proprio operato, in nome del conseguimento del proprio obiettivo. Competition is competition questo è il motto che produce la volontà spasmodica di affermarsi a scapito di tutto il resto, e che purtroppo inquina i rapporti umani fin dall'infanzia, fin dai primi banchi scolastici, in cui non si insegna il lavoro di squadra, il fatto che un vero successo è sempre il frutto di una collaborazione e di un confronto di punti di vista, ma si incentiva tuttora l'emergere di talenti fini a se stessi

L'America trumpiana è tuttora convinta che possa tornare ad essere grande non misurandosi meglio con le sfide del presente ed instaurando migliori rapporti di commercio e collaborazione reciproca con altri Paesi, su tutti i piani, da quello legislativo a quello militare, medico e persino fiscale, ma ribadisce con forza e persino con arroganza il suo primato, convinta di avere ancora il bastone più grosso in mano per giocare le sue carte. Così Trump che prometteva di fermare le guerre in corso, sta miseramente osservando che le guerre in Palestina e in Ucraina continuano, a prescindere dai suoi ammonimenti a Netanyhau e a Putin, che il dollaro cala invece che crescere e che i Paesi che egli voleva inglobare nell'orbita USA se ne stanno orgogliosamente per proprio conto. E non possiamo certo biasimarli, considerando che sia il Canada che la Groenlandia hanno un sistema sanitario migliore degli USA in cui le assicurazioni sono spesso degli oligopoli tendenti a fare profitto sui malanni dei cittadini

Il paradosso degli USA è che, a questo punto della loro storia, rischiano di rinnegare le loro ragioni fondative. Nacquero infatti più di due secoli fa, per spezzare gli oligopoli commerciali, per dare maggiori opportunità di crescita e di confronto ai loro cittadini, per perfezionarsi a beneficio del mondo con cui erano relazionati. Un principio base che era anche la base formativa illuminista della maggior parte dei loro Padri Fondatori i quali avevano una preparazione culturale immensamente superiore rispetto agli ultimi presidenti che si sono avvicendati alla Casa Bianca e che a confronto, appaiono solo come delle marionette ben manovrate dagli oligopoli che li finanziano.

Purtroppo anche coloro che potrebbero essere efficacemente degli antagonisti, alla fine, fanno il gioco dei loro oppositori, rischiando di fare la fine degli “utili idioti”

Prendiamo ad esempio uno come Sanders che prima che Biden fosse eletto, aveva ottenuto una straordinaria quantità di consensi soprattutto tra i giovani, ma che poi ha finito per sostenere Biden, determinandone la vittoria finale, e anche il conseguente fallimentare governo che non ha inciso affatto nel profondo cambiamento sociale di cui gli USA hanno oggi bisogno e che ha praticamente annichilito la stessa forza con cui gli USA hanno vinto ben due guerre mondiali: la loro classe media di lavoratori

Se Sanders non avesse sostenuto Biden, Trump avrebbe vinto e oggi sarebbe già fuori dai giochi spianando a Sanders la via per la Casa Bianca. 

Ma certa sinistra è più abile nel gioco dell' “utile idiota” che in quello di essere la chiave di volta vincente per un vero cambiamento politico. E' successo lo stesso con Melenchon ridottosi a sostenere Macron, e ora per fermare la Le Pen si ricorre alla solita giustizia ad orologeria.

Paradossalmente anche in Italia stiamo assistendo a politiche che ribaltano il senso storico dell'essere di sinistra o di destra, ad esempio osservando come un PD vota a favore del riarmo europeo e FdI invece si astiene, ma ancor di più avendo osservato come, fin dagli anni 90, certa pseudo-sinistra nostrana abbia sostenuto a spada tratta delle privatizzazioni selvagge che, non solo hanno dimostrato palesemente di non far crescere la nostra economia, ferma ormai da quasi 30 anni, ma che continuano a favorire ed arricchire i vari oligopoli nei più svariati settori

Ora ci barcameniamo tra un colpo al cerchio americano e uno alla botte europea, provando a salvare capra e cavoli, ma rischiando di vedere annichiliti settori in cui in passato ci vantavamo di avere il primato, da quello industriale, a quello scolastico a quello sanitario, senza una visione di insieme a vasto raggio, ma navigando a vista.

Eppure esempi europei di cambiamento ne abbiamo ad esempio in Paesi come la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda, Danimarca, persino Polonia e Malta hanno raddoppiato la loro crescita economica ultimamente, mentre tuttora noi sembriamo un elefante che si muove in una cristalleria, che affonda nella burocrazia e nelle mafie di ogni livello. Se l'Europa ha bisogno di uno slancio innovativo per far risaltare ancora di più la sua civiltà che, ad esempio, rinnega la pena di morte, rinunciando a certe gabbie economiche e burocratiche, noi, d'altra parte abbiamo bisogno di un salto di qualità per essere pienamente europei

Sapremo tenerci stretto quel poco che ancora ci rimane? Stretti tra dazi americani e regole europee iperburocratiche, gli italiani hanno bisogno di tornare a sentirsi protagonisti della loro storia millenaria, superando gli steccati falsamente ideologici e le loro meschine consorterie

Non sarà infatti Trump o l'Europa a impedirci di affondare miseramente in quello che fu il “mare nostrum”, ma saremo solo noi stessi, se davvero lo vorremo tutti.

Carlo Felici