E' cambiato il governo, ma poco cambia
della cosiddetta “buona scuola”, il neo ministro ha preso solo un
impegno che sta per essere mantenuto secondo il cosiddetto contratto,
dato che il nome programma pare sia stato abolito.
Non ci sarà più la cosiddetta
“chiamata diretta” da parte dei presidi che, in realtà, di per
sé non è elemento negativo. Esiste infatti in tutti i paesi
anglosassoni, in cui il docente risponde in primis non al Dirigente
Scolastico, ma al Consiglio di Istituto (che lì si chiama Consiglio
di Amministrazione, perché l'autonomia è vera anche sul piano
economico) a cui presenta le sue referenze e a cui risponde per il
suo operato che, per questo, può essere rinnovato o no.
Nel paese delle mafie, evidentemente,
questa possibilità se da una parte dava più ampio spazio al merito,
dall'altra apriva al rischio di non poche deviazioni clientelari.
Anche perché, diciamocelo chiaramente, un giovane promettente, con
vari titoli, se una volta poteva anche scegliere la scuola come fonte
di reddito sicuro, magari da integrare con altri lavori o ricerche,
oggi non la sceglie più perché, con la triennalizzazione del
contratto, essa non offre più nemmeno le garanzie di stabilità del
posto di lavoro di un tempo. Nella precarietà endemica, quindi,
magari preferisce andarsene persino all'estero, dove anche il
Latino è apprezzato più che in Italia.
Ma il massimo della truffa
neogovernativa gattopardesca in cui tutto cambia per non mutare nulla, per insegnanti, docenti e famiglie, non è tanto il
poco o niente nella differenza del reclutamento o nella dislocazione degli
insegnanti, ma la continuità vera e sostanziale di due capisaldi
della buona scuola: le prove INVALSI e l'alternanza scuola-lavoro.
All'esame di maturità, come a quello
di scuola media, ridotto ormai ad una farsa perché già in sede di
scrutinio si cerca di arrivare a medie che non dovranno essere
smentite dall'esito degli esami, e quindi forse sarebbe meglio
abolirlo nella felicità di famiglie vacanziere che si raccomandano
persino di non avere in calendario prove orali contrastanti con le
loro prenotazioni, avremo meno prove scritte e soprattutto, non si
potrà essere ammessi senza avere sostenuto le prove INVALSI, da
svolgere nei mesi precedenti. Alla maturità è stata abolita la
tesina, unico elemento creativo introdotto in una scuola superiore
ancora afflitta dalla dittatura dei programmi didattici e non ci sarà
più il quiz multidisciplinare, basterà il quizzone dell'INVALSI
solo su alcune materie. Come se filosofia, arte, scienze, storia o
geografia, fossero nell'iter formativo di un alunno solo un optional
L'assurdità più eclatante di questo
neogoverno contrattato in zona cesarini è però non tanto un
ministro dell'Istruzione che ha più volte in passato lodato la
“buona scuola” di Renzi e del PD, ma il fatto che abbia già
detto a chiare lettere che l'alternanza scuola-lavoro è una cosa
sacrosanta che non deve essere cambiata. Evidentemente il maoismo è
molto duro a morire. Ma almeno fosse maoismo vero, quello che mandava
gli studenti in comunità rurali e insegnava loro prima a vivere
insieme e a condividere le loro fatiche, poi a dare il buon esempio e
a fare cose utili per il popolo che dal popolo fossero riconosciute
come di gran giovamento, lavorando nei campi e nelle fabbriche,
incrementando allo stesso tempo coscienza politica e formazione lavorativa dei
giovani
No, oggi non è così, e non è nemmeno
una scuola di volontariato, in cui ti impegni per il tuo prossimo,
nelle carceri, a favore di disabili, anziani, bambini, comunque per
qualcuno che è in difficoltà, o per l'ambiente e per i beni
culturali ed artistici, insomma per i beni comuni di tutti.
E' piuttosto l'alternanza dello
studente che deve essere educato a fare lo schiavetto, a lavorare
gratis e in maniera precaria per un padroncino che, se lui o lei farà
il bravo o la brava, gli/le rilascerà un certificato con cui potrà
far valere le sue pseudocompetenze, attestando le ore prestate senza
retribuzione oppure con una paghetta che nessuno penserà mai di regolare
o controllare né per quanto riguarda i rischi infortunistici, né
per quanto riguarda i contributi e tanto meno per quel che attiene al
pensionamento.
Insomma è solo, di fatto,
un'educazione al lavoro nero.
Questa dunque sarebbe la “buona
scuola”? Beh, non per rimpiangere certi bei tempi andati, ma se una
cosa del genere fosse accaduta negli anni 70 del secolo scorso, forse
anche il ministero dell'istruzione sarebbe stato dato alle fiamme. E
ciò come costatazione di un vissuto più che come auspicio.
Forse i giovani stanno mangiando troppa
robaccia con ormoni estrogeni, troppo cibo spazzatura, quindi non solo
rischiamo l'infertilità e l'incremento vertiginoso delle coppie
dello stesso sesso, con l'esigenza di importare gente che ancora non
mangia tante schifezze e che in futuro sarà comunque condannata alla
stessa sorte, ma anche la completa impotenza e imbecillità
emozionale, come se già non fosse sufficiente quella inculcata
piazzando dentro il palmo di ciascuno uno smartphone.
Tanti giovani come polli in batteria
che forse solo un giorno non troppo lontano qualcuno si preoccuperà di
certificare con un “allevato a terra”..o “biologico”
Non è escluso quindi che la vera
“buona scuola” del futuro possa essere solo una app che ti chiede
durante il giorno di fare esercizi vari e rispondere alle sue
domande, con tanto di suoneria personalizzata e se non lo
fai...magari anziché bocciarti, ti brucia la pelle con un
microchip..e speriamo sia solo la pelle..non una parola omofona al
plurale con una vocale diversa..
C.F.
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