di Carlo Felici
Torniamo
brevemente sulla questione dell'uscita dall'euro, dopo aver letto un
interessante intervento di Riccardo Achilli di Risorgimento Socialista.
La vexata quaestio non è di poco conto né dalle conseguenze indolori, come
egli stesso ammette, nella sua conclusione: “Non
bisogna essere degli illusi, e pensare che la fase di fuoriuscita
dall’euro e di ricostruzione del neo-Sme non sarebbe foriera di
conseguenze sociali pesanti, soprattutto per i ceti popolari più
fragili.
Non sarà una passeggiata. Ci saranno forti fughe di capitali ai
Paesi economicamente meno competitivi o più indebitati.”
L'unione
monetaria avrebbe dovuto procedere di pari passo con l'unione
politica e invece ci troviamo con un mostro con una gamba assai lunga
e una cortissima, quasi inesistente che, in questo modo, non solo non
cammina, ma rischia di crollare persino nel tentativo maldestro di
stare in piedi, da un momento all'altro.
Come
fanno i cittadini europei ad avere fiducia in un governo politico
della UE se non la hanno nella politica monetaria della stessa UE?
La
politica del “più Europa” non può certo coincidere con una
maggiorazione di “questa Europa” che appare come una Austerity
Union.
Tutti
i maldestri e parziali tentativi di dare una parvenza di unione
politica al contingente sono concretamente coincisi con delle
proposte di stampo tecnocratico come quella della cosiddetta
“relazione dei cinque presidenti” o peggio, quella teorizzata da
Schauble che consiste in una sostanziale stabilizzazione
dell'egemonia degli stati più potenti e competitivi.
Tutto
questo sembra, per altro, gettare benzina sul fuoco di coloro che
esigono una liquidazione complessiva della UE, o per lo meno
dell'eurozona. E se ciò avvenisse?
Certamente
la xenofobia già dilagante non ne risulterebbe diminuita, ma
aumenterebbe esponenzialmente, e non diminuirebbero nemmeno i rischi
di attentati terroristici, come dimostra palesemente il caso
dell'Inghilterra post-brexit. Semmai aumenterebbero, per le
difficoltà di coordinare meglio gli sforzi di intelligence su scala
continentale.