Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

lunedì 28 aprile 2014

SI VIVE COME AI TEMPI DI NOE’

 
 
 
                                        Leonardo Boff, teologo e scrittore
 
Viviamo come ai tempi di Noè. Col presentimento che sarebbe venuto un diluvio, il vecchio cercava di convincere  la gente perché cambiassero stile di vita. Ma nessuno gli dava retta. Al contrario, “Si mangiava e si beveva. C’era chi prendeva moglie e chi prendeva marito finché non arrivò il diluvio e li spazzò via tutti” (Lc 17,27;Gn 6-9) 
I duemila scienziati del IPCC che studiano il clima della terra , sono i nostri attuali Noè. La terza e ultima relazione del 13/4/14 contiene un grave grido di allarme: abbiamo soltanto quindici anni per impedire che si oltrepassi di 2°C il clima della terra. Se sarà oltrepassato, conosceremo qualcosa del diluvio. Nessuno dei 196 capi di stato ha detto una sola parola. La grande maggioranza continua a sfruttare i beni naturali, facendo affari, speculando e consumando senza fermarsi, come ai giorni di Noè. 

sabato 19 aprile 2014

Pasqua 2014: possiamo sorridere in mezzo allo spavento e alla paura della nostra epoca?




                                              Leonardo Boff, teologo e scrittore

Nella mia lunga traiettoria teologica, due temi per me sono rimasti centrali fin dall’inizio, a partire dagli anni ’60 del secolo passato, perché rappresentano singolarità proprie del cristianesimo: la concezione societaria di Dio (Trinità) e l’idea della risurrezione da morte. Se non tenessimo conto di questi due temi, non cambierebbe quasi nulla rispetto al cristianesimo tradizionale. Questo predica fondamentalmente il monoteismo (un solo Dio) come se fossimo ebrei o musulmani. Al posto della risurrezione ha preferito il tema platonico dell’immortalità dell’anima. Lamentevole perdita perché cessiamo di professare qualcosa di singolare, direi, quasi esclusivo del cristianesimo, carico di giovialità, di speranza e di senso innovatore della vita.

Dio non è la solitudine di uno, terrore di filosofi e teologi. Lui è la comunione di tre unici che appunto perché unici, non sono numeri ma un movimento dinamico di relazioni tra diversi ugualmente eterni e infiniti, relazioni così intime e intrecciate che impediscono che ci siano tre dei ma un solo Dio-amore-comunione-inter-retro-comunicazione. Abbiamo a che vedere con un monoteismo trinitario e non atrinitario o pretriniario. In questo ci distinguiamo dagli ebrei e dai musulmani e dalle altre tradizioni monoteiste.

Dire che Dio è comunione di amore infinito e che da lui derivano tutte le cose significa permetterci di capire quello che la fisica quantica da quasi un secolo viene affermando: tutto l’universo è relazione, intreccio di tutti con tutti, fino a costituire una rete intricatissima di connessioni che formano l’unico e medesimo universo. Questo, effettivamente, è a immagine e somiglianza del Creatore, fonte di interrelazioni infinite tra diversi che vengono presentati come Padre, Figlio e Spirito Santo. Questa concezione toglie i fondamenti di ogni e qualsiasi centralismo, monarchismo, autoritarismo e patriarcalismo che trovava nell’unico Dio e unico Signore la sua giustificazione, come alcuni teologi critici già hanno osservato. Il Dio societario, fornisce, invece, supporto metafisico a qualsiasi tipo di socialità, di partecipazione e di democrazia.

giovedì 17 aprile 2014

La pace perenne con la natura e la Madre Terra.




Leonardo Boff teologo e scrittore

Uno dei lasciti più fecondi di San Francesco di Assisi attualizzato da Francesco di Roma è la predicazione della pace, tanto urgente al giorno d'oggi. Il primo saluto che San Francesco dirigeva a coloro che incontrava era augurare loro "Pace e Bene" saluto che corrisponde allo Shalom biblico. La pace che desiderava non si limitava alle relazioni interpersonali e sociali. Cercava una pace perenne con tutti gli elementi della natura, rivolgendosi ad essi  con il dolce nome di fratelli e sorelle.

Specialmente la "Sorella e Madre Terra", come la chiamava, dovrebbe essere abbracciata  con  l'amplesso di pace. Il suo primo biografo Tommaso da Celano riassume meravigliosamente il sentimento fraterno del mondo che lo invadeva quando testimoniava: "Si riempiva di ineffabile godimento  tutte le volte che guardava il sole o contemplava la luna o dirigeva lo sguardo alle stelle o al firmamento. Quando vedeva dei fiori, faceva  loro raccomandazioni come a persone dotate di intelligenza e li invitava a lodare Dio. Lo faceva con tenerissimo e commovente candore: esortava alla gratitudine i campi di grano i vigneti le pietre e le selve, i frutteti dei campi, le correnti dei fiumi la bellezza degli orti, la terra, il fuoco, l'aria e il vento".

mercoledì 16 aprile 2014

LA DISCARICA DELLA NOSTRA INFERNALE ILLUSIONE

 
                                 

                                                di Carlo Felici 

Una delle metafore più potenti e significative del nostro tempo e della stessa identità di quella civiltà occidentale che oggi tende a globalizzarsi, è quella della discarica.
Essa trae fondamento non solo da una storia religiosa incline ad un monoteismo fattosi spesso instrumentum regni, fino a scoprirsi totalitario, ma dallo stesso principio logico di identità e di non contraddizione: A=A e dunque A non è, non può essere non A, B, C, D, e via dicendo. E’ un principio che, se osservato bene, è un po’ la chiave di volta di un procedere della storia umana, in cui si raggiunge la consapevolezza di sé solo scoprendo ed asserendo la diversità, e che assume poi connotati antropologici e persino etici nel suo coniugarsi con l’esistenza umana. Maschio è tale poiché diverso da femmina, libero da schiavo, ignorante da colto, fedele da infedele, ricco da povero e via dicendo…

Il principio di discriminazione è quello che però, isolando il termine di raffronto in se stesso, obnubila allo stesso tempo la consapevolezza dell’interdipendenza dei vari fattori che possono interagire tra loro e, proprio a causa della loro interazione, assumere connotati e significati volta per volta diversi, attraverso un principio di indeterminazione.
La scoperta dell’inferno è alla base di tale prospettiva discriminante con la quale ci si afferma solo negando l’altro, e quindi escludendolo invece di includerlo nel nostro orizzonte di cultura e perciò di consapevolezza esistenziale. L’inferno solo apparentemente è un’esigenza per una mente sensibile all’ordine cosmico, tale da imporre una discriminazione tra buoni e cattivi. Questo presupposto è infatti tipico degli orizzonti religiosi in cui prevalgono le divinità maschili: il Dio Padre giusto e giustiziere che mette ordine nell’universo, come in genere accade negli ordinamenti patriarcali e in quei percorsi religiosi che ancor oggi ne ricalcano le strutture ed i principi fondanti, più o meno alla lettera, fino al fondamentalismo, che trae proprio il suo “fondamento” da tale discriminante a priori.

giovedì 10 aprile 2014

Reintegrarsi nello spazio e nel tempo

Leonardo Boff, teólogo e scrittore
        A partire dagli anni '70 del secolo passato era chiaro per gran parte della comunità scientifica che la Terra non è soltanto un pianeta dove esiste la vita. La Terra appare con una composizione bilanciata di elementi, temperatura, struttura chimica dell'atmosfera e del mare, che solamente un organismo vivo può fare quello che lei fa. La Terra non è un semplice contenitore di vita. Lei è viva. E' un superorganismo vivente, chiamato dagli Andini Pacha Mama e dai moderni Gaia, il nome greco per la terra viva.

giovedì 3 aprile 2014

AVER CURA DI MADRE TERRA E AMARE TUTTI GLI ESSERI



Leonardo Boff, teologo, filosofo e scrittore

L’amore è la forza più grande che esista nell’universo, negli esseri viventi e tra gli umani. Perché l’amore è una forza di attrazione, di unione e di trasformazione. Già l’antico mito greco lo formulava con eleganza: “Eros, il Dio dell’amore si alzò per creare la Terra. Prima, tutto era silenzio, vuoto e immobile. Adesso tutto è vita, allegria, movimento”. L’amore è l’espressione più alta della vita, che sempre irradia e chiede premure, perché senza le cure dovute, s’indebolisce, s’ammala e muore.
            Humberto Maturana, cileno, uno dei maggiori esponenti della biologia contemporanea, ha mostrato con i suoi studi sull’autopoiesi – vale a dire sull’autorganizzazione della materia da cui risulta la vita – come l’amore sorge all’interno del processo evoluzionistico. Nella natura – afferma Maturana - si verificano due tipi di connessioni (che lui chiama accoppiamenti) degli esseri con l’ambiente e tra di loro: una necessaria, legata alla sussistenza stessa, l’altra spontanea, vincolata a relazioni gratuite, per affinità elettive e per puro piacere, nel fluire della vita stessa.
            Quando quest’ultima avviene, anche in stadi primitivi dell’evoluzione di miliardi di anni fa,  lì nasce la prima manifestazione dell’amore, fenomeno cosmico e biologico. Nella misura in cui l’universo si inflaziona  e si complessifica, questa connessione  spontanea e amorosa tende a incrementarsi. A  livello umano, diviene sempre più forte e diventa il motore principale delle azioni umane.
            L’amore si orienta sempre attraverso l’altro. Significa un’avventura abramica, quella di abbandonare la propria realtà e andare incontro al diverso e stabilire una relazione di alleanza, di amicizia e di amore con lui.

martedì 1 aprile 2014

Le tenebre del quarto reich e il sole del futuro




Negli anni 20 la gente ballava il Charleston mentre nel mondo si andavano affermando le più feroci dittature che abbiano mai calpestato il suolo terrestre, diretta emanazione di una crisi economica epocale del capitalismo rampante.
Oggi la colonna sonora di una crisi che appare per interi popoli come una condanna ad una lenta ma inesorabile garrota, potrebbe essere una vecchia canzone di Gino Paoli: Senza fine...soprattutto nel ritornello che ripete...non hai ieri, non hai domani..in particolare pensando alle nuove generazioni e considerando la negazione della storia e della cultura del passato, in funzione dell'assolutizzazione del presente.
Il Capitalismo ha sempre avuto, come è stato messo perfettamente in risalto da Marx, mire egemoniche, imperialiste ed oligarchiche, questa è sempre stata la sua vocazione originaria e questa sarà sempre la sua tendenza fino alla sua estinzione.
Se dunque abbiamo avuto lunghi anni di democrazia, dopo la seconda guerra mondiale e di distribuzione sociale della ricchezza, è stato solo perché il Capitalismo non era ancora uscito dalla sua crisi rigenerativa e doveva fare i conti con un sistema concorrenziale, nei confronti del quale doveva apparire più libero e più democratico.
Dal momento in cui si è sentito più forte, non solo ha gettato la maschera democratica alle ortiche, già dagli anni 80 del secolo scorso, ma, una volta liquidato anche l'avversario concorrenziale, ha corso sempre di più verso la sua vocazione originaria, l'accumulo di profitto a vantaggio di pochi e a danno di molti, riducendo esseri umani e natura a merce per fini speculativi.
La crisi (nel significato originario di scelta) attuale non è una crisi di percorso, ma di sistema, e non però nel senso che il sistema stia fallendo, si badi, ma in quello che il sistema è ormai assoluto, nel senso latino del termine, absolutus: sciolto cioè da ogni legame e da ogni condizionamento. Innanzitutto, sciolto dal confronto con un sistema economico e sociale concorrenziale che non esiste più, poi sciolto da vincoli di tipo culturale, poiché la sua tendenza è far credere che non esistano alternative al suo corso, e infine sciolto da vincoli normativi e legislativi che possano limitarne lo sviluppo e la sua tendenza ad autoaffermarsi.